Saturday, December 09, 2006

Il cerchio laico e la botte religiosa

E così alla fine il governo si mette finalmente a lavoro sui diritti delle coppie di fatto. Il ministro per le pari opportunità Barbara Pollastrini ha sottoscritto l’impegno del Governo a presentare un ddl entro la fine di gennaio 2007. Ovviamente si tratterà di un altro banco di prova per il Governo, dal momento che nella maggioranza coesistono posizioni come quella del Ministro Ferrero, che auspica uguali diritti per tutti indipendentemente da sesso, razza e religione, e come quella di Mastella che invece rimane ancorato al suo concetto ultraortodosso di ‘famiglia cristiana’. Poco male. Si scorneranno come al solito, ma rimane il fatto che la legge sulle coppie di fatto rimane un punto chiaro del programma. Quello che invece è interessante, e a mio avviso rivelatore, è la reazione della gente. Parlo della gente che scrive nei blog ovviamente. Molti si dichiarano a favore del riconoscimento dei diritti per le coppie conviventi. Altri invece tuonano contro. Portano avanti parole come ‘famiglia’ o ‘cattolicesimo’ con uguale veemenza e rabbrividiscono di fronte all’idea che una coppia di gay possa usufruire, ad esempio, dei diritti di successione in caso di decesso di uno dei due partner. Insomma a molti questi ‘pacs’ non vanno proprio giù. Quello che è interessante è che molti di questi sono gli stessi che normalmente lanciano anatemi quando sentono parlare di riconoscimento del matrimonio islamico da parte dello Stato, invocando principi di laicità che, apparentemente, vanno a farsi benedire quando invece dei mussulmani entrano in ballo gli omosessuali. In altre parole, lo stato dovrebbe essere laico sempre, tranne quando si parla di gay. Allora lo stato deve tornare confessionale e contrastare con mano ferma e decisa quelli che non sono altro che ‘capricci’ dei gay (che per inciso si dichiarano tutt’altro che soddisfatti di come sta operando il governo). Sembrerebbe una discriminazione bella e buona nei confronti della comunità gay italiana, soprattutto alla luce dei numerosi provvedimenti presi in questo senso da praticamente tutti i paesi europei. Dalla Danimarca, la prima ad ufficializzare le unioni di fatto nel 1989, alla Spagna di Zapatero, che nel 2005 ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, alla Germania, che non arriva a tanto ma ugualmente riconosce alle coppie di fatto numerosi diritti delle coppie sposate. Però rimane il fatto che quella ‘confessione’ religiosa che questi pseudo-laici riabbracciano improvvisamente quando incontrano chi sventola la bandiera arcobaleno, è quella cattolica, ovvero quella più radicata in Italia. Questo apre la strada ad una riflessione particolare secondo me. E cioè che la ‘laicità’ dello stato che viene invocata quando si parla di riconoscimento del matrimonio islamico in realtà non è altro che un modo per mascherare un disagio invece tutto ‘religioso’, ovvero legato all’ingresso nella nostra società di una confessione diversa da quella a cui tutti, chi più chi meno, siamo stati condizionati in gioventù. Si invoca prima la laicità e poi la ‘famiglia’ a seconda del problema che sta sul tavolo. I diritti delle donne mussulmane indubbiamente vanno tutelati da uno stato laico, ma quelli dei gay? Sono forse da meno? L’impressione è che l’obbiettivo, più o meno consapevolmente, sia quello di mantenere immobile uno status i cui contorni sono quelli delineati dalla Chiesa cattolica. Altrimenti non si spiega come mai queste persone non gioiscano di fronte alla decisione, tutta laica, di estendere i diritti di coppia anche a quelle persone che, secondo i dettami della bibbia, non potrebbero sposarsi e che devono oggi vedersi negati tutti quei privilegi economici che consentono alle coppie sposate di poter vivere dignitosamente.
Un colpo al cerchio del laicismo ed uno alla botte cattolica. Quella di tenere il piede in due staffe è un’usanza tutta italiana, ma stavolta le staffe stanno su due cavalli diversi e non è tanto facile. Non a meno di acrobazie dialettiche da circo che finiscono inevitabilmente per rivelare il gancio di sicurezza che previene gli infortuni da caduta. Il gancio, ovviamente, è quello della paura del diverso (o dell’intolleranza). La chiusura mentale nei confronti di tutto ciò che potrebbe cambiare il nostro stile di vita, che potrebbe intaccare la nostra libertà di consumatori incalliti dell’inutile. Ci si abitua a tutto. Anche la schiavitù, quando imposta con la violenza, può essere un contesto in cui si impara a vivere, se non altro per operare alla rivoluzione contro di essa. Ma quando ci si abitua alla servitù, quando volontariamente si sceglie di abbassare il capo solo per non perdere la possibilità di avere qualche partita di calcio in diretta o gli iper-mercati traboccanti di specchietti e perline sotto natale, allora è segno, ancora una volta, che la ragione dorme.

5 comments:

Lesandro said...

Dico che il tuo link non funziona. E dico che hai capito male. Io ho solo accennato allo stato. L'oggetto del mio post è la gente, non il governo. A me sembrava chiaro. Inoltre non ho imputato nessun eccesso di ingerenza dello Stato nei matrimoni mussulmani. Nel mio post ho semplicemente sottolineato l'ipocrisia di chi si erge a tutore del laicismo in un caso salvo poi riscoprirsi Crociato nell'altro. L'ordine di priorità che tu stabilisci è soggettivo. Io posso accettarlo oppure no, rimane il fatto che non siamo noi le parti in causa e pertanto altri dovrebbero decidere cosa è più importante di cosa. Personalmente vedo solo diritti che devono essere garantiti. E comunque è un falso problema dal momento che l'atteggiamento della gente non è quello di chi soppesa le priorità, ma è un atteggiamento di condanna decisa. Ora con motivazioni laiche, ora religiose. Il che, a mio vedere, è una forma di asservimento ideologico.
Sulla legge Spini non mi pronuncio più. Ho già detto qual'è il mio punto di vista, l'ho scritto in più di un post e puntualmente ho visto le mie conclusioni travisate, le mie parole stralciate dal contesto 'ad usum pseudo-laicorum' ed in breve sono stato equiparato ad una sorta di lapidatore di povere donne indifese.
In ultimo ti suggerirei ancora una volta di abbandonare questo atteggiamento da vittima che 'inquina' o che acconsente al proprio cancellamento. E' un atteggiamento patetico e pertanto non è offensivo solo per me, ma anche per te.

Lesandro said...

Enrix forse non mi sono spiegato. Omosessuali e donne mussulmane sono solo una parte del problema. Il problema di cui parlavo io è l'atteggiamento della gente nei confronti dello stato quando questo si confronta con L'Islam da una parte e col Vaticano dall'altra. Perchè non leggo le stesse grida d'indignazione adesso che il papa da di 'ipocriti' e di 'bugiardi' ai nostri governanti? 'I pacs non si devono fare!' ordina Ratzinger. Perchè non leggo nessuno dei laici, che anche tu conosci bene, dire 'ma che cazzo vuole quel gelataio?'. La risposta, a mio avviso, è molto semplice. E cioè che di questi fondamentalismi quelle persone, che si spacciano per laiche, sono parte integrante.
Il tuo link continua a non funzionarmi. Conoscendo le URL del corriere direi che è incompleto. Forse fai prima a fare copia-incolla.

Lesandro said...

bè non so te, ma io visualizzo questo:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12
non so dove sia la 'l' finale.

Lesandro said...

Già, il famoso articolo di Allam. Forse avrai notato che da tempo il blog di Lia è fra i miei link. perchè non vai a leggerti cosa ne pensa Lia di Allam.
Comunque quel Mullah lì se ci fosse stata una legislazione adeguata al riguardo non avrebbe fatto quello che ha fatto. Se lo ha fatto è perchè le sole regole che ha a disposizione sono quelle coraniche (peraltro liberamente intepretate). Se ci fossero state normative veramente laiche a regolamentare questo genere di cose non avrebbe potuto comportarsi in quel modo. Anche solo nelle pubblicazioni caro Enrix.

Lesandro said...

Scusa se mi ripeto, ma Lia è veramente una donna eccezionale. Il suo blog merita. vacci.