Monday, December 17, 2007

Solo le formiche, nel loro piccolo, si incazzano.

Il 2012. Questa è la data che bisognerà aspettare per vedere messe in atto le direttive del ‘nuovo’ trattato di Kyoto (il Kyoto 2, ancora ben lungi dall’essere anche solo scritto) per la salvaguardia dell’ambiente ed il taglio delle emissioni serra. Gli Stati Uniti hanno sempre osteggiato il trattato di Kyoto e non vi hanno mai aderito. Hanno continuato ad essere il principale inquinante del pianeta fregandosene di tutto e di tutti per non voler apportare quelle modifiche alla propria industria che, a sentir loro, ridurrebbero la produttività oltre che le emissioni. Tipico. La fine del mondo viene dopo Wall Street. Centinaia di scienziati, politici, ONG e qualche premio Nobel affermano che già adesso potrebbe essere troppo tardi, e tutto quello che l’ONU è riuscita ad ottenere è stato di rinviare la discussione all’aprile del 2008 (per decidere cosa scrivere nel Kyoto 2), poi al 2009 (per scriverlo…) ed infine al 2012 per attuarlo. Forse. E buona parte, se non tutte, le testate giornalistiche italiane (con la solita eccezione di Peacereporter a quanto so) sono a sbracciarsi per definire il vertice di Bali un ‘successo’ perché ha portato ad un accordo anche con gli USA (impresentabili i commenti dei delegati italiani). Ovviamente, nulla di più lontano dalla realtà. Realtà che arriva da diversi siti web, oltre che dal solito Independent. Realtà che narra di una delegazione statunitense che si siede al tavolo della discussione ed inizia un’opera di ostruzionismo feroce a 360°. Praticamente tutte le proposte che vengono avanzate sono bollate da Paula Dobriansky, delegata americana. Motivo: non sono gli USA che devono diminuire le proprie emissioni, sono i paesi più poveri. Nello specifico, India e Cina. Ovvero, se non iniziate voi, mercati in crescita esplosiva, a limitare la vostra produttività, noi col cazzo che mettiamo anche solo i filtri alle sigarette. Di tutto ciò, si legge ben poco sui giornali. Così come non si legge che, alla fine dei conti, la data del 2012 è la sola cosa che è stata messa nero su bianco. Niente è stato scritto riguardo ai tagli di gas serra. Rifiutate le proposte dell’Unione Europea (rifiutate dagli USA ovviamente), di passare da tagli del 25-40% entro il 2020 a tagli del 50% entro il 2050 (anche questi, è bene ricordarlo, giudicati insufficienti). Ma c’è anche dell’altro che viene taciuto, almeno in parte. Si parla genericamente di una presa di posizione dell’Unione Europea e di altri paesi poveri nei confronti di questo ostruzionismo a stelle e strisce. Nel caso dell’UE, c’è poco altro da dire in verità. Il ‘toxic texan’, a Dio piacendo, molto presto non sarà più presidente, e quindi anche noi ci sentiamo più coraggiosi ed osiamo un timido ‘no’. Ma quello su cui si glissa in maniera più sfacciata, la vera chicca che andrebbe invece riportata a tutta pagina nonché la vera causa scatenante dell’isolamento in cui è venuta a trovarsi la commissione statunitense, che ha dovuto così ‘piegarsi’ ad accettare la data del 2012, sono state le parole di Kevin Conrad, delegato della Papua Nuova Guinea. Non la Russia. Non l’Unione Europea. Non la Cina o l’India. La Papua Nuova Guinea. Kevin Conrad ha detto:

We seek your leadership. But if for some reason you are not willing to lead, leave it to the rest of us. Please get out of the way!

Ovvero,
“Noi cerchiamo la vostra guida. Ma se, per qualche motivo, voi non volete condurci, allora lasciate fare a noi. Per favore, LEVATEVI DI TORNO!”.

È seguita una standing ovation liberatoria di tutti i delegati presenti.

La Papua Nuova Guinea ha meno di un decimo degli abitanti che ha l’Italia ed un centesimo degli abitanti che ha l’Unione Europea. Ma si direbbe che ha più coglioni di entrambe queste realtà messe insieme.

Thursday, December 13, 2007

Vero?

L’ho fatto di nuovo. Me ne pento ogni volta, ma stasera ci sono ricascato. Me lo chiedono sempre di uscire con loro e mi ero imposto di non farlo. Però lei è così carina con quegli occhioni scuri…e io mi rompo a stare sempre in casa. Eppoi c’era il ‘party natalizio’. Solo che poi finisce sempre che ti ritrovi in qualche club alla moda, circondato da ragazze strepitose la più vecchia delle quali potrebbe quasi chiamarti ‘nonno’. E tu che ormai hai bevuto tutto il bevibile, finisci a chiacchierare con un meccanico di Land Rover di una decina d’anni più vecchio di te (l’unico nel raggio di un paio di anni luce). Ti guardi intorno, vedi tutto quel ben di dio, vedi la tipa con gli occhioni scuri che balla con uno che ha la metà dei tuoi anni e il doppio dei tuoi capelli…e ti senti il coglione per antonomasia. Vabbè…credo che tutti abbiano avuto le loro crisi di mezza età. Poi passa. Vero?

Monday, December 10, 2007

Ululare contro!

Prodi: “Non incontrerò il Dalai Lama. Sarò via da Roma per precedenti ed inderogabili impegni”.

Lesandro: “Mi auguro che tu debba andare dove molto sentitamente ti sto mandando io adesso”.

Non c’è niente da fare. Ormai abbiamo imparato a rispondere alle tensioni internazionali calandoci le braghe e ponendoci nella giusta posizione per facilitare la penetrazione ora da parte degli americani, ora dei russi e adesso anche dei cinesi. Terribili peraltro, nonostante la statura. Sembra che i vertici del PCC, a seguito dell’inaspettata apertura da parte della sindaca di Milano, ex devastatrice del sistema scolastico/universitario, Letizia Moratti (hai guadagnato 10 punti Letì), abbiano sobbalzato indispettiti esclamando tutti in coro ‘Moltacci!’.

E così, sua Santità Tensin Gyatso, 14° Dalai Lama del Tibet, viene relegato al ruolo di Calimero. Un ruolo tutto italiano in verità, visto che i maggiori leader politici di USA (Bush), Canada (Harper), Austria (Gusenbauer) e Germania (Merkel) non hanno esitato ad aprire le porte delle rispettive residenze presidenziali per offrire al brutto anatroccolo almeno un cappuccino ed un cornetto caldi.

Bisognerebbe ULULARE al boicottaggio delle prossime olimpiadi. Dopo questo, dopo la strage di monaci in Tibet (a tutti consiglio Ama Adhe, “La voce che ricorda”), dopo e durante la strage già dimenticata di monaci buddisti in Birmania, bisognerebbe ululare al boicottaggio.

E io ululo porcozzio!

Dal sito del CONI è possibile inviare messaggi agli atleti della squadra italiana. La pubblicazione è ovviamente moderata, per cui non accetteranno mai il mio (per quanto si legge “Questo servizio ti permette di inviare un messaggio di testo che verrà poi pubblicato sul sito. Non verranno pubblicati messaggi lesivi della moralità, della dignità altrui e contrari ai principi di etica sportiva”, ed io non ho intenzione di essere né immorale né lesivo). Però io lo invio lo stesso. E chi mi ama mi segua e ululi con me!

Questo il testo.

Cari atleti della squadra italiana. Vi siete allenati per anni nel tentativo di realizzare il sogno di una medaglia olimpica e sono sicuro che portereste in alto i colori del nostro Paese. Ma partecipando ai prossimi giochi, vi renderete, e purtroppo ci renderete tutti, complici del crimine mediatico di chi vi utilizzerà per mascherare da paese moderno ed evoluto un regime sanguinario e totalitarista. Lo stesso che opprime da decenni il Tibet e la Birmania. Con tutto il mio rispetto per il vostro impegno, i vostri sacrifici e la vostra professionalità, vi chiedo di rappresentare il nostro paese in modo diverso e più alto, e di rinunciare. Grazie

Saturday, December 08, 2007

Contrapposizioni pericolose

«Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85mila civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema: penso a Giuliano Ferrara imerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caca in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti. Va già meglio, vero? ».

Ci sono cascati tutti, devo dire. Luttazzi ha raggiunto il suo obiettivo sotto il naso disgustato di milioni di idioti tutti presi a deplorare queste sue parole al bar, in casa o magari sui giornali, dalle televisioni o sui blog. Merda, piscio, Ferrara nudo in una vasca da bagno. Ecchediamine! Ti pare a te che uno debba sentire queste porcherie dopo cena. Eppoi ci sono i bambini perdiana!
Già. Però gli 85.000 civili iracheni, i 3.900 soldati americani, quelli italiani, quelli inglesi e via dicendo. Quei numeri non hanno disgustato nessuno. Non hanno rovinato la cena a nessuno. Non hanno impressionato nessun bambino. Due situazioni, una di ordinaria oscenità presentata in contrapposizione ad un'altra, di straordinaria oscenità. E la massaia, l'impiegato, il pensionato e, ovviamente, il giornalista (specie se del 'Giornale' o di 'Libero') sobbalzano cattolicamente disgustati di fronte all'ordinario, ma tengono tranquillamente (e cattolicissimamente) una mano stretta sui coglioni di fronte allo straordinario.
Obiettivo raggiunto, bravo Luttazzi!
Solo non lasciamoci trasportare dall'entusiasmo del nostro antifascismo per questa ennesima 'epurazione', gridando alla censura. Forse stavolta la politica non c'entra niente. Le parole di Luttazzi sono state pesanti nei confronti di Ferrara (seppure un ipotetico Ferrara intelligente avrebbe capito la contrapposizione e forse non si sarebbe incazzato più di tanto), ma il 'peso' di quest'ultimo in quella televisione è comunque maggiore a quello di quelle parole. A me sa tanto di semplice vendetta personale.

Friday, December 07, 2007

La soluzione ultima

Esiste, non v’è dubbio, una relazione precisa tra l’attività della sfera intellettiva ed il bagno turco, o la sauna, seguite da doccia gelata. Le brusche variazioni di temperatura causate prima dal vapore bollente e poi dall’acqua della doccia, comportano, in caso di sopravvivenza, un aumento significativo dell’attività cardiaca, finalizzata al mantenimento omeostatico della temperatura corporea, che finisce col risvegliare attività neurali sopite, quando non stroncate da una giornata di lavoro. Il tutto, concentrato nei tre decimi di secondo che seguono il primo impatto dell’acqua ghiacciata sulla pelle e precedono le prime irripetibili bestemmie verso l’Altissimo. Vagonate di ossigeno vengono così riversate nel cervellino dell’incauto praticante che raggiunge in breve tempo una condizione a metà tra la sincope e l’illuminazione. Si arriva così a sperimentare quella rara condizione in cui le sfere dell’esistenza appaiono tutte perfettamente allineate, ed ogni cosa è chiara. Che geni erano gli antichi padri romani! E che stolti noi oggi, che abbiamo trascurato questa panacea rinvigorente, relegandola in poche palestrine di periferia dove al calore della pietra rovente non si fa mai seguire il gelo liquido dell’acqua. È stato proprio al termine di un’esperienza simile che oggi ho avuto l’idea per la soluzione ultima, quella che risolverà tutti i mali del nostro paese. Introdurre la sauna, impropriamente detta finlandese, obbligatoria per tutti i parlamentari. Tutti i giorni, prima di legiferare, dovranno sottoporsi a questa pratica eccelsa alle sei del mattino. Ma non per portarli a sperimentare quel senso di beatitudine cognitiva che coglie il tipico praticante medio, e che senz’altro consentirebbe una più degna amministrazione del paese. Bensì perché tra età, coca, mignotte, processi, discoteche e ristoranti, vuoi che un buon 95% non ce lo togliamo definitivamente dalle palle?

Monday, December 03, 2007

Giù il cappello

La quotidianità del dolore. Fatta di tante piccole cose che un tempo si potevano fare e poi, improvvisamente, diventano impossibili. Muoversi, mangiare, persino parlare e, forse, anche pensare in maniera lucida. Vivere con una persona per decenni ed accorgersi che questa, improvvisamente, non ti riconosce più, non sa più chi sei. Questo ha sperimentato Vitangelo Bini, vigile urbano in pensione di 77 anni. Per anni si è preso cura da solo della moglie malata di Alzheimer. L’ha vista sciogliersi in una malattia aggressiva che ne ha corroso la coscienza fino ad uno stadio terminale fatto solo di dolore e lamenti. Per anni sono andati insieme dentro e fuori dagli ospedali, cercando di lenire una condizione neurologica progressiva. Ed insieme sono rimasti fino alla fine, ieri, quando Vitangelo Bini è entrato nella corsia dell’ospedale di Prato dove la moglie Mara era ricoverata ed ha steso dei panni sul volto e sul petto della donna. Poi ha impugnato la sua pistola e l’ha uccisa sparandole alla testa ed al cuore. Erano sposati da 51 anni e, a detta di tutti, erano inseparabili. Curiosamente, questa notizia non trova molta eco in rete, nei siti dei giornali italiani. A fare una ricerca adesso per ‘Vitangelo Bini’ si trovano più link stranieri che italiani. In compenso, sul sito dell’Unità si legge “Su YouTube preservativo in tutte le lingue.”, mentre su quello del Corriere si legge “Auto nuove, via libera agli incentivi per la rottamazione anche nel 2008. E' evidente che non è argomento di cui si parli volentieri. O almeno così lo considerano i giornalisti nostrani. Invece se ne parla moltissimo nei giornali inglesi. Sia l’Independent che il Guardian affrontano l’argomento del ‘mercy killing’ e sottolineano la rigidità della Chiesa cattolica a riguardo, indipendentemente dalla condizione della persona che viene uccisa.

Non è facile comprendere la natura di un gesto del genere. Alcuni, in rete, parlano di coraggio, ma non è così. Piuttosto di amore e disperazione si dovrebbe parlare. L’amore per una persona con cui hai passato tutta la vita e la disperazione di quel dolore quotidiano, ogni giorno più forte, che non trova altro sfogo se non la realizzazione di una condizione ultima, irreversibile e terribile. La fine della speranza.

La ‘Legge’, le ‘Regole’ dicono: ‘colpevole!’. Ed infatti Vitangelo Bini è adesso in carcere in attesa di convalida dell’arresto da parte del magistrato. La Chiesa, quella stessa che straparla di ‘salvezza nella speranza’, senza spiegare né salvezza per chi, né speranza in cosa, dice: ‘assassino!’, e condannerà Vitangelo Bini alle fiamme dell’inferno, così come fece con Piergiorgio Welby.

Bè, ‘fanculo tutte e due. Il Papa come il giudice si tolgano il cappello davanti a quest’uomo, al suo amore ed alla sua disperazione.

Sunday, December 02, 2007

Sì tu già costì ritto Bonifazio?




http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/

Saturday, December 01, 2007

Favole italiane

C’era una volta il primo governo Prodi. Però quello campò poco, quindi diciamo: c’era una volta il primo governo D’Alema. Entusiasta per la sua nuova carica, il novello primo ministro italiano sentì la necessità di abbandonare il testa a testa con l’opposizione e di aprirsi ad essa come un benevolo fratello maggiore, quasi che berlusconi fosse un ‘compagno che ha sbagliato’. E nacque così la bicamerale, organo addetto al dialogo sulle riforme costituzionali, animato da sorrisi e larghe intese trasudanti vagonate di ‘volèmose bene’. Almeno, così appariva a noi, che improvvisamente ci sentimmo tutti parte di una specie di romanzo di Guareschi. Era tutto uno scambiarsi di complimenti reciproci, strette di mano e occhi lucidi. Non portò ad un cazzo, se non al fallimento del primo governo di centrosinistra ed alla rielezione dello psiconano il quale, coerentemente col suo stile va detto, iniziò a governare stracatafottendosene del centrosinistra, infilando una legge ad personam dopo l’altra, dribblando processi e condanne che manco Maradona ed, infine, moltiplicando entrate e ville in Sardegna che manco Gesù Cristo coi pani e coi pesci.
Poi, a Dio piacendo, anche il governo Berlusconi finì. Il centrosinistra si riunì intorno ad un programma elettorale blindato e tutti pensammo che, finalmente, avremmo avuto modo di mettere in pratica ciò che avevamo imparato dalla nostra prima esperienza. In molti eravamo già a tavola, la salvietta infilata nel colletto e le posate strette in pugno sulla tovaglia, aspettando che ci venissero servite le leggi sul conflitto d’interessi, sull’emittenza radiotelevisiva, sul falso in bilancio e via dicendo. La fame di legalità, dopo un digiuno durato 5 anni, stava per essere placata. Non più canzonacce su toghe rosse e giudici comunisti martellavano i nostri timpani, ma gli Inti Illimani e ‘Bella ciao’ ci accompagnarono al desco. E invece, ancora una volta non successe un cazzo. Un antipastino di liberalizzazioni ci distrasse un attimo giusto prima di vedere spuntare in tavola un cesto di frutta marcia indultata per l’occasione. Il programma elettorale si rivelò essere un falso menù in cui le tanto agognate portate erano state rimpiazzate da non meglio precisati ‘piatti del giorno’. Bufale per turisti ingenui che nascondono tramezzini fassiniani dietro nomi altisonanti.
E adesso, come se tutto questo già non bastasse a rovinare l’appetito, ci tocca anche vedere Uolter vestito da Peppone che va a caccia del Cavaliere in nome delle…indovinate un po’…riforme e larghe intese.
Alla fine, il redivivo D’Alema si presenta col conto, ed invece dell’usuale cioccolatino, accompagna la bolletta con un bigliettino che recita “Walter conosce il Cavaliere meglio di me”.

Come a dire ‘sei a stomaco vuoto ma non ti preoccupare, ci resterai ancora a lungo’.