Thursday, January 31, 2008

Voldemort, Marini e Britney Spears

Si presenta subito in salita il percorso che dovrà seguire il responsabile di questo ennesimo 'mandato esecutivo', che presumibilmente traghetterà l’Italia dal governo degli incapaci a quello dei prescritti, condannati, indultati, pseudo-Nerudiani dell’ultim’ora e via dicendo. Franco Marini si ritrova tra capo e collo tutta una serie di nodi che sono giunti al pettine tanto inevitabilmente quanto prevedibilmente. Tanto per cominciare lo scopo del nuovo governo. Dovrebbe essere quello di emendare l’attuale legge elettorale con qualcosa di più rispondente alle necessità di un qualsiasi paese civile. Questo in teoria non dovrebbe essere un problema dal momento che qualsiasi bambino delle elementari potrebbe scriverne una che fosse migliore di quella attualmente vigente. Il problema sono i tempi. Due deputati dell’Udc, Mario Baccini e Bruno Tabacci, si sfilano dal partito lamentando la volubilità di Casini nel cedere alle tentazioni della poltrona (e sai che novità) e si dicono pronti a sostenere questo governo di transizione. Voti preziosi, ma che richiedono giuste garanzie. Ovvero che lo scopo di questo governo sia realmente promuovere una nuova legge elettorale, e non tirare a campare finchè non maturino pensioni e benefits per i parlamentari neo-eletti. Quindi scadenze precise e non superiori a pochi mesi, sennò Marini il loro voto se lo scorda. Come dargli torto?
Segue a ruota la sentenza della Corte di Giustizia Europea che, forse sbadigliando, ripete per l’ennesima volta ciò che infinite altre Corti vanno ripetendo dal 1992 ad oggi. E cioè che il sistema di assegnazione delle frequenze radiotelevisive in Italia ha generato mostri negli ultimi 15 anni, aiutata in questo da una sfilza di leggi e leggine promosse in maniera ‘bipartisan’ per interesse o idiozia di questa o quella parte politica. In UK direbbero che la Corte di Giustizia Europea ‘has reinvented the wheel’, ha reinventato la ruota o, se preferite, ha scoperto l’acqua calda. Sta di fatto però che adesso c’è una sentenza scritta che non può essere ignorata. Tanto più che è stata scritta da parte di un organismo giuridico estraneo al nostro paese e che pertanto non può essere tacciato di comunismo. Almeno non nelle prossime ore, chè ho come l’impressione che ‘voi-sapete-chi’ non tarderà ad additare alla pubblica idiozia le radici bolsceviche dei tribunali comunitari. A non saper né leggere né scrivere, Mediaset si affretta a specificare, in perfetto stile ghediniano, che a loro non frega una cippa perché la sentenza è relativa ad una richiesta di risarcimento mossa da Francesco di Stefano nei confronti dello Stato e non dell’azienda. La sentenza “non può comportare alcuna conseguenza sull'utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti Mediaste”. Non può! L’hanno deciso loro e tanto basta.

In ultimo, ed è questo che realmente sconvolgerà le esistenze di buona parte dell’elettorato italiano, Britney Spears è nuovamente finita in ospedale dopo aver sniffato, tutto intero, un muflone ubriaco farcito di coca.

Ce n’è abbastanza per una rivoluzione direi. Non vorrei essere nei tuoi panni caro Franchino.

PS
Beppe Severgnini, sul sito del Corriere della Sera, accetta suggerimenti per definire ‘Un motto per l’Italia’. Al momento, guida la classifica lo spettacolare “Chi conosce lei?” di tale Antonella. Io ho contribuito con un più misero “Cam visit auar cauntri! Plis!”. Passo a voi la palla.

Tuesday, January 29, 2008

Italia ---> FAQ

Chiunque si sia mai trovato a dover comprare o sottoscrivere un servizio online, quale che sia, sarà familiare con il concetto di ‘Frequently Asked Questions’. Le FAQ sono una raccolta delle domande che vengono poste più di frequente dai fruitori del servizio riguardo il servizio stesso (come si usa, come si installa, ecc.), correlate delle appropriate risposte da parte del fornitore di servizi. È quello che ha tentato di fare Peter Popham sull’Independet di oggi. Tale e tanta deve essere stata la sua disperazione di fronte alla difficoltà del dover spiegare ai suoi connazionali il nostro paese. Me lo immagino, seduto di fronte alla severa ‘keyboard’ del suo computer, la sigaretta al lato della bocca (si fa per dire...non so se sia un fumatore, ma anche lo fosse dubito gli verrebbe concesso di fumare in ufficio), la testa fra le mani, nel tentativo disperato di spiegare agli inglesi cos’è esattamente un ‘Mastella’, una legge Gasparri, un Vespa. Come spiegare agli inglesi che gli italiani potrebbero nuovamente votare per l’uomo più ricco d’Italia nonostante il conflitto d’interessi, le condanne, la vicinanza ad ambienti mafiosi sua e dei suoi più stretti collaboratori, le inquisizioni, i processi in corso e, soprattutto, i cinque anni appena trascorsi del suo ultimo governo? Roba da togliere il sonno. E così Popham si inventa le FAQ, forse solo dopo aver scartato l’eventualità di pubblicare qualche disegnino esplicativo. E lo fa non senza condividere la preoccupazione che il nostranissimo Silvio possa essere rieletto, chè lui, pur essendo inglese, le cose d’Italia le conosce bene. Apparentemente molto meglio di tanti giornalisti italiani. Sicuramente, molto meglio di tanti elettori. L'articolo lo trovate qui.

Saturday, January 26, 2008

The shame of being italian

Ed è stato anche gentile, Peter Popham, dalle colonne dell'Independent...

Italy's President has started crisis talks to rescue the country from political limbo after the downfall of the country's 61st post-war government. But the opposition leader Silvio Berlusconi is pressing for snap elections, which opinion polls suggest would return him to power.The end of Romano Prodi's second term as prime minister left Italians brooding gloomily on the spectacle provided by their politicians as another period of limbo began.When the Christian Democrat Nuccio Cusumano told the house that he had decided to vote for Mr Prodi, against the party line, a colleague yelled: "Queer, cuckold, whore, toilet, piece of shit," and had to be held back from assaulting the senator. Another party member spat in his face, whereupon the defector fainted and was carried out on a stretcher.When Mr Prodi's defeat was announced, one opposition senator stuffed his mouth with mortadella, a type of fatty sausage from Bologna (and Romano Prodi's nickname); another popped a bottle of champagne, causing the speaker to call out angrily: "This is not a pub, put it away!"All part of the tapestry of Italian life, but few Italians yesterday were amused as President Giorgio Napolitano began his painstakingly democratic consultations on what to do next. Over the next three days (excepting Sunday, which is of course a holiday, even in a crisis) Mr Napolitano will meet members of all the main political groupings and see whether he can persuade them to accept his preferred idea that Mr Prodi's government should be followed by a fixed period of "technical" government designed to give Italy a new electoral system. The present system was enacted by Mr Berlusconi's government in 2005 and was widely seen at the time as a deliberate bid to sabotage a future centre-left government.If that was indeed its aim, it worked very well. In place of the largely majoritarian system in place since 1993, which produced the present situation of bipolarism, Mr Berlusconi substituted an extreme version of proportional representation, setting the bar for representation in parliament at just 2 per cent, compared to five per cent in Germany. He prevented complete immobilism by giving the winning coalition a "prize" of extra seats in the lower house – but not in the Senate. The result was that Mr Prodi's government was constantly on the verge of collapse, with a majority of just two.Mr Berlusconi and his allies yesterday continued to demand immediate elections under the present electoral system, even though the man who designed it, the senior Northern League politician Roberto Calderoli, has himself described it as a porcata, a load of rubbish.Mr Prodi, who said that he had "no regrets", rejected the idea that he might head an interim government. "If you lose in Parliament," he said, "even by a single vote, it means that this scheme has lost. I'm going off to be grandad."

È inutile chiudere la stalla dopo che…

“…non partecipiamo al voto sul decreto missioni” ha detto Ferrero parlando a nome della Sinistra Unita “e chiederemo una verifica in Parlamento per quanto riguarda l'Afghanistan”. “La sinistra si è ritrovata unita perché in Consiglio dei Ministri non abbiamo partecipato al voto sulle missioni militari. Chiediamoche ci sia una verifica in Parlamento sulla missione in Afghanistan”. Dal canto suo, il PdCI “voterà contro il rinnovo della missione militare in Afghanistan. La caduta del governo Prodi, al quale non abbiamo mai negato la fiducia nemmeno su questo delicatissimo terreno, ci impone oggi di manifestare anche con il voto in Parlamento la nostra contrarietà di fondo al coinvolgimento dell'Italia nel conflitto in Afghanistan. Non c'è più alcuna garanzia che in futuro le nostre truppe conservino i limiti territoriali e di ingaggio che il governo Prodi ha garantito”

Venivamo da un periodo in cui i comunisti italiani seduti in parlamento parlavano di pace senza se e senza ma. In cui non esitarono a far cadere il primo governo Prodi proprio per mantenere, a questi riguardi, coerenza e identità politiche. E anche ideologiche. In cui abbracciavano i movimenti pacifisti e mai e poi mai avrebbero lasciate inascoltate le richieste di gruppi come i no-TAV o i no-Dal Molin. I ‘movimenti’. Erano questi alla fine la vera spina dorsale dei rappresentanti italiani di quanto discendeva dal PCI. Indipendenti, ma fonte continua di sollecitazioni positive per partiti come RC e PdCI. Sollecitazioni che aiutavano loro e noi a rimanere con la schiena dritta. Necessarie, visto che gli interlocutori che si avevano di fronte erano pur sempre l’imperialismo militare e quello economico. La democrazia da esportare in punta di missile e la Banca Mondiale. La guerra ‘preventiva’ e la globalizzazione. Facile che tremassero le gambe. Oggi quella spina dorsale non ce l’hanno più. Se la sono sfilata volontariamente per dare fiducia al governo Prodi. Per mandare a casa Berlusconi insomma. Solo che poi non l’hanno fatto. E adesso cercano di raddrizzarsi. Ma, senza vertebre, lo sforzo che fanno è patetico. Rimangono afflosciati a terra come marionette coi fili tagliati.

Friday, January 25, 2008

Vorrei ma non posso

Vorrei poter soffrire per la caduta del secondo governo di centrosinistra, ma non riesco. Ho votato per un governo, ma non era questo il governo per cui ho votato. Ho votato per un governo che riportasse legalità nel mio paese ed ho ricevuto in cambio l’indulto e l’allontanamento dei magistrati scomodi. Ho votato per un governo che mettesse al posto giusto i tanti furbetti d’Italia, grossi e piccoli, con televisioni e senza, ed ho ricevuto un piddì popolato da tali furbetti. Ho votato per un governo che restituisse a Francesco Di Stefano le frequenze che gli spettano di diritto ed ho ricevuto in cambio la Gentiloni. Ho votato per un governo che aprisse gli occhi sull’ambiente e che promuovesse le energie alternative ed ho ricevuto inceneritori, gassificatori e milioni di tonnellate di merda a soffocare Napoli. Ho votato per un governo che garantisse il mio status di essere umano al di là di ogni dogma religioso imposto e l’ho visto in ginocchio davanti ai più biechi rappresentanti del cattolicesimo ariano. Ho votato un governo che rivalutasse il mio paese agli occhi del mondo e l’ho visto chinare il capo davanti ad un burattino narcotrafficante come Karzai. Ho votato un governo che rivalutasse il mio lavoro di ricercatore e l’ho visto dimenticarmi subito dopo aver ricevuto il mio voto. Ho votato un governo che credevo avrebbe imparato dagli errori del passato e l’ho visto ripeterli uno dopo l’altro. Ho votato un governo dal quale mi aspettavo dei fatti concreti ma l’ho solo sentito vomitare parole. Sempre le stesse. Vuote ed inutili. L’ho visto contorcersi di fronte all’omosessualità, ma rimanere impassibile di fronte alle quotidiane vittime del lavoro. L’ho visto brandire la spada a difesa del creazionismo vaticano e lasciare fuori la porta di casa il messaggio di pace del Dalai Lama. L’ho sentito raccontarmi il suo dispiacere per la morte di Calipari senza però fare un cazzo di niente per processare il suo assassino. Ho votato per un governo che alzasse nuovamente la testa in Europa e nel mondo e l’ho visto inchinarsi per omaggiare tutto ciò che c’è tra Pechino e Washington. Ho votato un governo che ha sancito il suicidio politico di Rifondazione Comunista. Ho votato per un governo che mi dicesse con esattezza chi è il bastardo che ha autorizzato il massacro del g8 di Genova e mi sono sentito dire che però la colpa è anche dei manifestanti che hanno rotto le vetrine. L’ho visto violentare i giovani quasi ogni giorno. Celebrandoli come si farebbe con una tigre chiusa in uno zoo. Bella, ma in gabbia. Lamentandone la prigionia. Ma guai a farla uscire. Ho votato un governo che rinnovasse la classe dirigente italiana e l’ho visto mettere di Pietro ai lavori pubblici e Mastella alla giustizia, non il contrario. Ho votato un governo di centrosinistra che è sopravvissuto per un anno e mezzo grazie ad Andreotti. Ho votato per un governo che oggi è caduto pisciandosi addosso il suo sostegno ad un ministro inquisito ed alla moglie! Porcamadonna!

Wednesday, January 23, 2008

Matrix Reloaded

C’è da non credere ai propri occhi a leggere gli articoli che compaiono sul sito dell’Unità da un paio di giorni a questa parte. In realtà poi si tratta di un articolo solo, scritto, riscritto, rimaneggiato e ripresentato più volte nelle ultime 48 ore e che, ovviamente, parla (pretende di parlare in verità) della prossima crisi di governo. Nonostante le molteplici riscritture, alcuni punti sono rimasti fermi attraverso tutte le diverse versioni. Spicca tra tutti il conteggio, ripetuto fino all’ossesso, dei seggi parlamentari a disposizione di Prodi con e senza l’appoggio del ceppalonico. Una sorta di esorcismo cabalistico che sembra voler rassicurare più il giornalista che non il lettore. Dei seggi al Senato non si fa parola. Non si dicono certe cose davanti a tutti che diamine! In compenso però si riportano (nell’ultima versione) i commenti diretti dall’opposizione ai senatori a vita. Riassumibili in: “siete tutti un branco di vecchiacci bavosi che non vi ha eletto nessuno e morirete presto, tranne Andreotti.” Non capisco il perché di tanta acrimonia da parte dell’opposizione. Dopotutto oggi Prodi ha ufficialmente aperto la crisi, chiedendo la fiducia del Parlamento, con l’esposizione dei risultati ottenuti dal governo fino ad oggi. Indulto, legge sull’emittenza radiotelevisiva procrastinata e procrastinabile ad libitum, italiani spremuti dalle tasse fino al midollo, aboilizione dei diritti delle coppie di fatto a colpi di cilicio, il conflitto d’interessi declassato a videogame. Se qualcuno voterà la fiducia a questo governo, dovrebbe essere l’ala destra del parlamento!

Diciamo la verità, più che un governo di sinistra questo è stato un deja vu.


Piccolo update post-prandiale:
Bossi: "O si va al voto oppure facciamo la rivoluzione. Ci mancano un po' di armi ma le troviamo"
Berlusconi: "L'Udeur di Mastella da questa sera confluirà nel centrodestra"
Bossi: "In questi momenti è meglio se Berlusconi sta zitto"

E' davvero un deja vu...a 360°!

Monday, January 21, 2008

Per stomaci forti

Ripreso dal blog di Galatea per necessità personale. Era impossibile per me non farvi conoscere questo articolo postato su di un blog che ovviamente adesso compare nel mio blogroll. Ai più suggestionabili dico che si tratta di un falso. Non vorrei mai che qualcuno decidesse di dare alle fiamme l'edicola sotto casa.

Friday, January 18, 2008

SMILE! YOU'RE ON CANDID CAMERA!!!


Mi perdonerete, non mastico poi tanto di giurisprudenza e mi sale sempre l’ansia quando mi ritrovo a parlare con un avvocato. Nella sentenza del processo di primo grado contro Totò Cuffaro, si legge che, parole di Piero Grasso, “È rimasto provato il favoreggiamento da parte sua nei confronti di singoli mafiosi, ma non è stata provata l'aggravante di favoreggiamento a Cosa Nostra”. Ora, questa frase significa che il governatore della Sicilia ha interagito, allo scopo di favorirne i loschi affari, con dei mafiosi, però non ha interagito con la mafia…cioè, come se io ospitassi a casa mia Bin Laden e mi difendessi dicendo che è ‘solo’ Bin Laden, mica tutta Al Qaeda. La sentenza comunque ha condannato Cuffaro a 5 anni ed all’interdizione dai pubblici uffici per tutto il periodo della condanna. Cuffaro ha detto che domattina alle 8 sarà in ufficio a lavorare per la Sicilia…l’Udc esulta…tutti gongolano dicendo che sapevano che Cuffaro fosse innocente. E la condanna? Per cosa gliel’hanno data? Ci capisco sempre meno. Un governatore che passa segreti d’ufficio a dei mafiosi e che viene condannato per favoreggiamento…mafioso…che però non è mafioso...viene condannato a 5 anni e tutti sono contenti perché ne è stata dimostrata l’innocenza…pooooiiii…poi viene interdetto dai pubblici uffici e invece lui va a lavorare come niente fosse…con i suoi picciotti…cioè…conoscent…familiar…amici…insomma un sacco di gente che si raduna in chiesa a pregare per la sua assoluzione prima del processo…



C’è una telecamera nascosta dietro qualche specchio? Siamo su scherzi a parte? Mi spiegate?

Supremazia inumana

135 kg di peso racchiusi nel corpo perfetto e potente di una tigre siberiana di nove anni (nella foto). Qualcosa che dovrebbe esistere in libertà per dominare un territorio pulito. Ed invece esisteva in uno zoo dell'inquinatissima Los Angeles. Ve l’immaginate una tigre siberiana in California? Non solo. Rinchiusa, umiliata da turisti, genitori annoiati e flash fotografici. Poi, il 25 Dicembre scorso, tre teenagers COGLIONI, ubriachi fradici, decidono di piazzarsi davanti al carcere di questo animale meraviglioso per sbeffeggiarlo con urla e provocazioni, tipo salire sul muro di recinzione che circonda i pochi metri quadri concessi per tirare oggetti vari addosso alla tigre. Non pensano a quello che fanno. Non considerano la natura della tigre. Non gli riconoscono uno spirito. E allora succede qualcosa. Qualcosa che marca la distanza tra noi, stanchi mammiferi che da tempo abbiamo dimenticato ciò che siamo, che abbiamo sottomesso la nostra dignità, la nostra esistenza e persino la nostra libertà ad un sistema di regole che noi stessi abbiamo creato, ingabbiandoci da soli, e loro, che invece rimangono puri e puliti, e come tali subiscono quella manciata di neuroni in più che ci rende capaci di infliggere, e di infliggerci, sofferenza. La tigre ha un nome, Tatiana. Abbiamo sentito il bisogno di dargliene uno. Che fosse solo una tigre per noi non era sufficiente. Tatiana subisce tutto questo. Vede i tre giovani che la umiliano, che la deridono. E s’incazza! S’incazza perdio! Salta una siepe larga 5 metri ed un muro di cinta alto 3, si avventa sui tre sconsiderati, ne sbrana uno e ferisce gli altri due. Di lì a poco, arriva una pattuglia della polizia. Apre il fuoco e la tigre muore. L'uomo, non contento, piange la morte di un 'innocente' e gioisce per l'abbattimento di un essere 'feroce'.

Tuesday, January 15, 2008

Fuori dal coro

Giornate di fuoco alla Sapienza di Roma, con gli studenti di Fisica in agitazione per la visita del papen. Se ne fa un gran parlare sui giornali, e l’obiettivo rimane centrato sulla contrapposizione tra un gruppo di docenti di materie scientifiche, prodi rappresentanti di un evoluzionismo difeso a spada tratta, ed il rettorato, al quale suddetti docenti hanno indirizzato una lettera di protesta chiedendo l’annullamento dell’invito fatto dal rettore al robottone tedesco. Due passaggi di questa lettera mi hanno colpito, in maniera diversa. Il primo riguarda la citazione di un discorso tenuto dall’allora cardinale Ratzinger (prima che il conclave gli lanciasse i componenti) in cui questi affermava che “All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”. Castronerie ovviamente, che animano un revisionismo che inizia da Roma e raggiunge i vertici americani del creazionismo mondiale, secondo i quali noi siamo stati creati per mano divina e forse anche con la collaborazione di Babbo Natale e la Befana in camice, cuffietta e mascherina chirurgica. Bene fanno i docenti della Sapienza a contestare la presenza di un uomo del genere in un ateneo, ed avrebbero tutta la mia solidarietà, se non fosse per il secondo passaggio che leggo: “Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano”. Scienziati fedeli alla ragione? Che dedicano la loro vita all’avanzamento delle conoscenze? Qui qualcosa da dire ce l’avrei a dire il vero. E non perché io mi ritenga migliore. Ma perché conosco il modo in cui funziona la ricerca in Italia. Conosco gli usi e costumi aberranti di molti ricercatori italiani. Conosco la situazione pessima della ricerca in Italia. E, se da un lato è vero che molti ricercatori fanno l’impossibile per contrastare questo stato di cose, di cui i governi degli ultimi venti anni sono ampiamente responsabili, è anche vero che molti altri ci sguazzano allegramente. Conosco i corridoi di quell’università dove ho studiato per anni. Corridoi popolati da porte recanti tutte gli stessi nomi, dal patriarca barone giù fino al marito della figlia o al nipote. Dov’è la fedeltà alla ragione scientifica in tutto questo? Conosco quell’abitudine secondo la quale la pubblicazione di un lavoro scientifico è spesso accompagnata dai nomi di decine di autori, la metà dei quali non hanno fatto un cazzo per quella pubblicazione, ma che compaiono comunque tra gli autori, magari imposti o per convenienza dell’autore vero, che spera, così facendo, di vedersi ricambiato il favore. E anzi, a dire il vero, siamo rinomati nel mondo per questo tipo di comportamenti. Dov’è la dedizione alla scienza in tutto questo?

Non conosco i nomi dei firmatari di quella lettera e così non posso generalizzare a loro questo stato di cose. Né le mie osservazioni vogliono togliere importanza ad una rivendicazione a mio avviso più che legittima. Però, prima di brandire parole come ‘fedeltà’ o ‘dedizione’ alla scienza, forse avrebbero dovuto pensarci un attimo con un briciolo di obiettività in più.


La vignetta, ovviamente, è di Gianfalco

Tuesday, January 08, 2008

Nuove specie crescono

Il termine ‘funzioni esecutive’ è un termine generico che descrive la nostra capacità di generare comportamenti ed azioni finalizzati al raggiungimento di uno scopo. Hanno sede in circuiti nervosi ben precisi che includono specifiche strutture corticali, come i lobi prefrontali, e sottocorticali, come lo striato. Tra le funzioni esecutive si annovera anche la cosiddetta ‘flessibilità mentale’, ovvero la capacita di cambiare un determinato atteggiamento o comportamento in seguito al cambiamento delle necessità contingenti che lo generano. Ad esempio, immaginate di accorgervi che il secchio della spazzatura di casa vostra è pieno. La vostra esperienza (ovvero le memorie che avete immagazzinato nel cervello nel corso degli anni) vi dice che dovete gettare la spazzatura. I circuiti fronto-striatali si attivano e generano i movimenti e le azioni che vi porteranno al vostro scopo, ovvero il ‘secchione’ della nettezza urbana in strada. Se poi doveste accorgervi che il secchione non c’è (cambiamento del contesto), la flessibilità delle vostre funzioni esecutive vi porterà a sceglierne un altro, magari il più vicino, invece di riportarvi la spazzatura a casa o di lasciarla sul marciapiede. In altre parole, un problema, un circuito nervoso dedicato che si attiva per risolverlo, ed una soluzione.

Ora prendiamo i nostri parlamentari. Nel momento in cui si presenta il problema, invece di una sequenza ordinata di pensiero speculativo ed azione che possa portare alla sua soluzione, si attiva una risposta aberrante che consiste nella generazione di suoni apparentemente coordinati in parole ma a cui non segue nessuna azione concreta di sorta. Inoltre, nei rari casi in cui si genera una sequenza comportamentale degna di questo nome, questa è di natura perseverativa. Variazioni anche grandi nel contesto che genera il problema portano sempre alle stesse risposte, indipendentemente dal contesto stesso. Ad esempio: a Napoli si muore di munnezza e diossina. Esseri umani normali avrebbero già da tempo mandato Bassolino e la Jervolino a spalare merda dalle strade insieme a camorristi vari. Invece il nostro establishment persevera nel mantenerli (e nell’intervistarli) come se loro non fossero la causa, ma la soluzione. È ovvio che c’è qualcosa che non va nei circuiti fronto-striatali dei nostri parlamentari. Quali possono essere le cause? Ci sono diverse condizioni cliniche che possono portare ad un malfunzionamento nei centri nervosi che presiedono alle funzioni esecutive. Vediamoli in dettaglio.

1) Depressione. Agisce sulla corteccia frontale. Nelle persone affette, questa regione del cervello perde la sincronia che normalmente ha con altri distretti cerebrali. Recenti studi hanno dimostrato che la stimolazione profonda del cervello ottenuta attraverso l’impianto di elettrodi, può re-sincronizzare la corteccia frontale ed eliminare i sintomi. Domanda: i nostri parlamentari sono depressi? Risposta: con tutti i soldi (nostri) che spendono in coca, canne, trans e mignotte, decisamente non sono depressi. Quindi andiamo oltre.

2) Autismo. È per antonomasia la condizione in cui i comportamenti vengono appresi in maniera rigida. Una volta che si è imparato ad eseguire una sequenza comportamentale, questa rimarrà inflessibile e può portare anche a risposte aberranti. Domanda: i nostri parlamentari sono autistici? Risposta: a guardare Buttiglione si direbbe di si. Tuttavia, i numerosi esempi di leggi ad personam, come anche la rapidità di esecuzione di leggi come quella sull’indulto, escludono questa possibilità. Quindi procediamo.

3) Morbo di Huntington/Morbo di Parkinson. Sono caratterizzati da un progressivo deterioramento delle funzioni esecutive e molti pazienti affetti da queste malattie, specialmente in stadio avanzato, possono mostrare deficit nel 'problem solving' o deficit di natura perseverativa simili a quelli dei nostri parlamentari. Tuttavia possiamo escludere che queste due malattie affliggano i nostri politici. Infatti, il declino cognitivo in questi casi è sempre accompagnato anche da un declino motorio fatto di tremori (generalizzati o ‘coreici’), diskinesia e perdita di peso corporeo, mentre invece i nostri parlamentari giocano a tennis, a calcio, vanno in barca e ingrassano come porci.

I dati in nostro possesso dimostrano quindi che i deficit esecutivi dei rappresentanti del nostro mondo politico non sono dovuti a nessuna delle patologie conosciute. L’unica conclusione possibile è pertanto che il politico italiano rappresenti una specie diversa da quella dell’Homo Sapiens Sapiens. Che un processo di speciazione abbia portato alla genesi dell’Homo Parlamentaris lo dimostra anche la recentemente osservata esistenza di sottospecie diverse di questo animale: l’Homo Parlametaris Chigis e l’Homo Parlamentaris Madamae. Rimane da chiarire quali siano le modalità di riconoscimento intra-specifico. Cioè, come fanno questi animali a riconoscersi ed a radunarsi nei luoghi che frequentano? Si annusano? Sta di fatto però che questa rimarchevole scoperta, che presto pubblicherò sulla prestigiosa rivista scientifica ‘Quattroruote’, risulta essere estremamente utile per la comunità scientifica. Infatti, l’Homo Parlamentaris condivide con l’Homo Sapiens numerose caratteristiche anatomo-funzionali che lo rendono indispensabile per la ricerca scientifica e preferibile a tutti gli altri primati conosciuti per la ricerca di laboratorio. Molti tra i più ferventi animalisti da tempo suggeriscono l’uso dell’uomo al posto degli animali da laboratorio nella ricerca. Non senza un certo cinismo, molti arrivano a suggerire l’uso di carcerati e criminali negli esperimenti più invasivi. L’appartenenza di questi soggetti alla nostra stessa specie però innalza delle barriere morali ed etiche insormontabili. L’Homo Parlamentaris è la soluzione. Usiamo i politici per i nostri esperimenti!

Sunday, January 06, 2008

Io penso positivo...giuro!

Diciamo che non sarebbe male se il 2008 fosse la metà di merda che è stato il 2007. Anche se, appena iniziato, a me son finite le ferie. Non è un bel segno...èh?