Wednesday, April 30, 2008

Il nuovo che avanza

Da La Repubblica: "Distrutta la targa commemorativa delle vittime delle Fosse Ardeatine in piazza della Stazione Vecchia ad Ostia, vicino al municipio XIII. L´atto vandalico è avvenuto domenica notte: la lapide è stata frantumata, probabilmente con un piccone, e sopra è stato scritto, con la vernice 'Il popolo di Ostia inneggia al Duce. Onore alla R.S.I' (...) La targa distrutta era dedicata a tre martiri della guerra civile: il tenente dei carabinieri Romeo Rodriguez Pereira (Medaglia D´Oro al Valore Militare, trucidato nelle Fosse Ardeatine il 29 marzo del 1944); il Carabiniere Fagiani Arcangelo (Fucilato a Topolo di Civitale il 19 Novembre del 1943); il Partigiano Tesseri Walter (Fucilato a Busto di Varese il 06 Agosto del 1944)"

e il cambiamento è già iniziato...

Sunday, April 27, 2008

Breaking news: Talebani strafatti attentano a Karzai


Dal sito del Corriere: "Il presidente afghano Hamid Karzai è sfuggito a un attentato compiuto dai taleban mentre assisteva a Kabul a una parata militare (...) Insieme a lui - ad assistere alla parata organizzata per celebrare il 16/0 anniversario della 'liberazione' di Kabul da parte dei muhahiddin [sic! ogni giorno si scrive in un modo diverso] - si trovavano anche membri del suo governo e del parlamento, nonché personalità straniere. Tra queste gli ambasciatori di Usa e Gran Bretagna, un rappresentante dell'Onu, il comandante delle Forze internazionali in Afghanistan, il generale americano Dan McNeill. Nessuno di loro è rimasto ferito."

Stronzi Talebani! Prima si spara e poi si fuma porca mignotta! Non il contrario!!!

La Resistenza Scomoda

La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana”.

Lo dice Wikipedia, il portale secchione. E se lo dice lei, bisognerebbe crederci.

Il 25 aprile è passato. È arrivato in sordina subito dopo le elezioni che hanno visto trionfare di nuovo il centrodestra e se l’è filata subito, lasciandosi dietro un quadro a dir poco desolante. Berlusconi non lo festeggia. Per lui è una giornata di lutto probabilmente. Per Selva, il ladro di ambulanze, andrebbe abolito come festività, perché è una roba retorica che non dice tutto sulla verità della resistenza e mente attribuendola ai partigiani. Per Grillo, è un altro vaffanculo day, in cui si grida e si firma per un’informazione libera. Ma il meglio viene dall’Unità. Dal giornale della…sinistra? Centro-sinistra? Centro? Non si capisce più tanto bene. Per questo giornale, il V-day organizzato da Grillo è un’apoteosi del qualunquismo. Grillo sarebbe ormai un politico come Berlusconi. I numeri della manifestazione sarebbero stati falsati e da quelle piazze non sarebbe arrivato nulla se non demagogia tendente al “cattivo gusto”, raggiunto quando lo stesso Grillo paragona i movimenti che da lui, in qualche maniera, sono originati, ai nuovi partigiani. Però, nonostante tutto questo, le cause prime delle lotte dei grillini sarebbero sacrosante. In altre parole, secondo questo giornale, va bene parlare di libertà d’informazione, va bene parlare di riforme, e va anche bene farlo il 25 aprile. Però bisogna farlo come dice l’Unità e, soprattuttissimamente, sotto l’ala materna e rassicurante dell’anatra piddì.

Come l’articolo compare sul sito, migliaia di grillini lo bombardano di mail infuriate in cui rivendicano il perché della propria partecipazione e, alcuni molto cordialmente, spedendo il proprio ‘vaffanculo’ direttamente nella casella di posta dello storico giornale.

Il giornalista in questione (presumibilmente G. Visone), per tutta risposta pubblica un ‘summary’ di tutte le mail arrivate, con tanto di nome e cognome dei mittenti, che si conclude con le storiche parole “…forse i grillini dimenticano che senza il finanziamento pubblico, senza gli introiti, resterebbero in vita davvero solo i giornali ‘al servizio dei potenti’. E per i movimenti come il loro, non resterebbe nemmeno più lo spazio dedicato alle critiche”.

Ne dubito. Grillo da sempre trova molto più spazio sulla stampa internazionale che non su quella italiana. Inoltre la sua forza è notoriamente la rete. Come che sia però, forse il giornalista avrebbe fatto bene a spendere due righe in più per tentare di spiegare, di argomentare la differenza che passa tra un giornale ‘dei potenti’ ed il suo. A me, sinceramente, ora come ora questa differenza sfugge del tutto. E l’unica conclusione che riesco a trarre da tutto ciò è che forse ha ragione Selva. Il 25 aprile andrebbe abolito. Ma non perché retorico o falso. Semplicemente perché ormai è diventato scomodo anche per la cosiddetta sinistra italiana.

La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana perché ad essa presero parte, militarmente e/o politicamente, persone appartenenti a correnti politiche e di pensiero diverse che elaborarono la Costituzione. Socialisti, Comunisti, Anarchici e Democristiani. E l’impronta della costituzione è quella ben nota dell’anti-fascismo. Non si sono cercati dialoghi. Non c’è stato bisogno di inciuci e larghe intese. Ma un desiderio antico di libertà. Libertà vere. Di sapere, di parlare, di lavorare. Il coraggio di imbracciare un fucile a difesa di valori allora ritenuti sacri ed irrinunciabili. L’unico momento in cui gli italiani sono esistiti come popolo. Chi avrebbe il coraggio, oggi, di confrontarsi con quelle persone, se non ipocritamente?

Lo diceva Pasolini nei suoi ‘Scritti Corsari’: il fascismo, nonostante tutto, non è riuscito a scalfire l’identità degli italiani. Ma, laddove fallì Mussolini, è riuscita la televisione, la massificazione. Risultato, oggi esistiamo come popolo solo durante le finali dei mondiali di calcio. E di tutto questo, temo, Berlusconi, Selva, l’Unità e persino Grillo, fanno ampiamente parte.


Friday, April 25, 2008

Wednesday, April 23, 2008

Very Important Morte


Il viso del cadavere di padre pio è stato coperto da una maschera di cera...sennò era brutto. Inoltre, la santa carcassa è stata rinchiusa in una teca di vetro anti-proiettile. Hai visto mai qualcuno gli spara...

Diavolo d'un Cavaliere

Belial e 'beliar'. Una sola consonante di differenza. Così l’Independent definisce il Cavaliere, come colui che prima dice di non volerne sapere di Air France, ritenendo la posizione e l’offerta della compagnia francese “arrogante ed inaccettabile”. Poi, ad elezioni avvenute, comincia a strizzare l’occhietto a Sarkozy, consapevole della crisi che dovrà affrontare ed ormai dimentico della valanga di promesse elettorali rovesciate sugli italiani. Letteralmente lo ‘smentitore’ (to belie=smentire). In questo caso lo smentitore di se stesso, cosa a cui noi siamo decisamente abituati ormai, ma che ancora suscita scalpore in altri paesi in cui le parole conservano significato e peso. Quelle dei politici in particolare.

Saturday, April 19, 2008

scusa MP...

non voglio rubarti il lavoro ma...


una sintesi eccellente del mio stato d'animo attuale.
Dal sito di Peacereporter

Friday, April 18, 2008

Riforme Costituzionali

Ecco, è per questo che la sinistra ha perso le elezioni. Per questa incapacità di comprendere il fine ultimo della presenza, ingombrante in verità, di Silvio Berlusconi nella vita politica italiana: la figa! Una giornalista russa, a quanto si dice dalle piacenti fattezze, fa alle nuove chiappe preferite del nostro neo-eletto Presidente del Consiglio (ovvero, dopo quelle di Bush, ormai in discesa, quelle di Putin), una domanda su una sua presunta relazione con una ginnasta-modella russa (ormai va di moda) ed il nostro, con espressione da vecchio nonno bonariamente pedofilo, le punta contro due indici a mò di mitra. Vabbè, un gesto sconsiderato magari, visto che in Russia i giornalisti crepano come mosche per questo nuovo virus influenzale, l'AK-47. Però una battuta. Un modo come un altro per tacchinare una giornalista leggerina ed esteticamente gradevole.
E invece si scatena l'orgia contro-propagandistica delle 'minacce', delle 'offese', della giornalista in lacrime, sconvolta e via dicendo. Cheppalle. Perchè invece non aprite gli occhi? Rendetevi conto finalmente che a Silvio, l'unica cosa che veramente interessa, sono i suoi raduni politici alle Maldive con giovani ed avvenenti esponenti del PdL. Ci vuole tanto? E' quesa la vera riforma che non è stata fatta durante il governo Prodi. La legge chiave che avrebbe impedito la vittoria al centrodestra. Non la legge sul conflitto d'interessi. Non la nuova legge elettorale. Semplicemente due righe impresse nel testo della Costituzione: Il Presidente del consiglio neo-eletto non può scopare MAI per tutta la durata della sua legislatura. Punto. Solo così saremmo riusciti ad impedire al Cavaliere di tornare al Governo. Solo così ci saremmo potuti godere, finalmente, 5 anni di governo...Formigoni!

Tuesday, April 15, 2008

Intermezzo triste e felino



Tamara Bunke, detta Tania. La mia micia. Ormai di rivoluzionario, in Italia, c'è rimasta solo lei.

Monday, April 14, 2008

Forza Italia di merda!

Tornata elettorale da paura, non c’è che dire. Nel senso che gli italiani tutti hanno avuto paura. Hanno avuto paura i sostenitori del non voto, a giudicare dall’affluenza registrata. Paura dei loro connazionali evidentemente. Hanno temuto ‘danni’ ed hanno preferito infilarsi in cabina elettorale nonostante i tanti buoni propositi. Ma anche chi era per il voto ha avuto paura. Terrore anzi. Il terrore del voto inutile, nuova icona della politica italiana e di questo sistema elettorale bacato. Un controsenso. Un ricatto. Un qualcosa di offensivo persino. Come può un voto, che dovrebbe essere espressione di pensiero oltre che di necessità individuale, essere inutile? Hanno avuto paura di giocare d’anticipo sulle solite facce della solita politica, e di esprimere un voto di protesta, fine a se stesso magari, ma comunque comunicativo.

Risultato: la sinistra italiana, quella vera, esce di scena, spazzata via da Camera e Senato. Se ieri ancora esisteva nei due rami del parlamento, qualcuno che di tanto in tanto osava alzare una timida mano per pronunciare un minuscolo ‘no’ a guerra, precariato, sfruttamento, sicurezza sul lavoro, diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli, da domani non ci sarà più. Tutto ciò che esisteva tra Ferrando e Mussi (Ferrando e Mussi inclusi), per quanto colpevole di gravi mancanze negli ultimi due anni, appartiene ormai al passato.

E la destra? Spazzata via anche lei. Quella sociale almeno. Chi resta? Resta il feto deforme dello sfrenato liberismo italiano a pizza e fichi, figlio innaturale dell’arroganza pseudo-imprenditoriale e della superficialità ottusa del nostro paese, nato dall’amplesso sodomitico tra un SUV cittadino ed una velina senza cervello. Resta un clero medievale che, ancora una volta, è riuscito a piazzare i propri centravanti in entrambi gli schieramenti, e che sventolerà, così come ha già fatto, crocefissi come fossero alabarde di fronte al progresso scientifico, all’aborto, al divorzio e perché no?, all’evoluzionismo darwiniano, salvo poi riunirsi pacificamente in preghiera, delegando il padreterno ad intervenire in sua vece, quando i suoi referenti politici si troveranno a votare per questa o quella ‘missione di pace’. Restano il paternalismo, se non il disprezzo, della comunità internazionale nei nostri confronti. Resta la solitudine di chi non arriva a fine mese, di chi ha bisogno di cure mediche ma non può pagarsele, di chi ha studiato e studiato a non finire, ma si ritrova a corto di santi in paradiso e sommerso dalle chiamate del call center dove deve lavorare.

Forza Italia di merda! Hai sotterrato il tuo Stefano Lantier, ora partorisci il tuo Suvarin.


Saturday, April 12, 2008

Monday, April 07, 2008

Gomorra

Un po’ in ritardo sul resto del mondo sono arrivato anche io a leggere ‘Gomorra’ di Roberto Saviano. Da tempo ormai l’autore ha avuto modo di parlare con giornalisti e personaggi televisivi, di rispondere alle loro domande sulla criminalità campana, di commentare con loro il proprio libro. Pertanto non voglio fare parola sui contenuti giornalistici di questo libro. Anche perché la descrizione dei meccanismi economico-criminali della camorra è talmente esaustiva e complessa che meriterebbe, appunto, un libro a parte. Ciò che più di tutto mi ha colpito di questo libro è stata la sua impostazione. Quando ho aperto la copertina mi aspettavo, a dire il vero, un’opera dettagliata e minuziosa stile ‘Travaglio’ per capirci. Una sequenza ordinata cronologicamente di sentenze, cronache, atti. Magari alleggerita qua e là da qualche battuta irriverente, proprio come Travaglio è solito fare nei suoi libri, ma nel complesso un testo informativo, un manuale da consultare per realizzare, per comprendere la portata degli avvenimenti, il loro impatto nella nostra vita e, in ultima analisi, per colmare le fisiologiche lacune della nostra conoscenza riguardo la nostra vita quotidiana. Invece mi sono trovato davanti a qualcosa che non mi aspettavo. Un libro a metà tra il saggio giornalistico ed il diario. Le reazioni dell’autore al martirio della sua terra da parte dei clan camorristi, in questo libro hanno pari dignità rispetto agli eventi criminali che vi vengono descritti. La rappresentazione delle matrici criminali delle famiglie camorriste, procede di pari passo con il lamento di chi decide di non rinunciare ad un’idea di umanità diversa, slegata dal profitto sempre e comunque. Ed il risultato è sorprendente. Non solo la lettura risulta estremamente piacevole, merito anche dello stile assolutamente musicale di Saviano, ma anche il fine ultimo, ovvero l’informazione di chi legge, viene raggiunto per direttissima. Aprite un saggio giornalistico o storico qualsiasi. Per bene che possa essere scritto, alla fine della lettura ci saranno, inevitabilmente, numerosi particolari che avranno abbandonato il dominio della memoria, vuoi per ragioni quantitative (non è facile riuscire a tenere a mente tutto), vuoi qualitative (non è detto che la storia che viene narrata sia poi ‘avvincente’). Nel caso di ‘Gomorra’ invece, si giunge alla parola fine conservando una visione completa sia dei fatti che sono stati narrati, sia, forse anche più importante, della rabbia con cui questo libro è stato scritto.

Tuesday, April 01, 2008

Perplessità da emigrato

Appena rientrato in UK, scendo dal taxi che mi ha riportato a casa, infilo la chiave nella toppa e… la porta non si apre. Spingo più forte e riesco ad entrare. In pratica, la porta era ostruita dalle svariate migliaia di volantini elettorali che, negli ultimi 12 giorni, il postino ha lasciato cadere attraverso la buca delle lettere. Tra questi, nascosta, sommersa, la busta del consolato contenente le schede elettorali. Li raccolgo tutti, li scarto e li leggo. Una forma di autopunizione forse. Un volersi far del male. Ed infatti, sono tutti popolati più o meno dalle stesse, solite, trite e ritrite promesse elettorali, facce sorridenti, programmi rivoluzionari e via dicendo. Solo che sono espressamente rivolti al cittadino italiano residente all’estero. Ovvero, promesse e programmi sono rivolte ad un presunto miglioramento della vita in un paese che non sia l’Italia. Miglioramento dei servizi consolari, snellimento di svariate pratiche burocratiche in cui normalmente si ingolfano gli emigrati, ecc. Sareste così gentili, voi che mi leggete e che siete rimasti in patria, da spiegare a questi signori che i cittadini italiani residenti all’estero NON hanno bisogno che il paese in cui vivono venga minimamente contaminato dalla politica italiana e che se decidono di votare dall’estero lo fanno perché sperano vivamente di vedere invece migliorate le cose nel loro paese d’origine? Ve ne sarei molto grato.