Wednesday, September 29, 2010

Andatevi a nascondere

Vergognatevi non una ma mille volte.
Avete dimostrato di saper esprimere il peggio di qualsiasi repubblica abbia calcato le scene di questo paese, prima, seconda o terza che sia.
Avete tenuto il piede in due staffe, pensando di imbambolare gli italiani coi vostri discorsi sulla legalità, salvo poi togliervi la maschera nel momento decisivo. Chissà, forse per assicurarvi di avere il tempo per strutturare uno straccio di partito prima delle elezioni anticipate. Che verranno eseguite, grazie a voi, nuovamente con quell'ignobile legge elettorale che vi consentirà di rendere la vostra posizione di potere ancora una volta autoreferenziale.
Si vada a nascondere Presidente Fini, invece di straparlare di legalità e di nascondersi dietro il dito del rispetto del programma elettorale.
Si vada a nascondere Onorevole Bocchino, lei e chi con lei consentirà a questo governo di continuare a fare del nostro paese il buco del culo del mondo, dove si tiene nel più alto disprezzo ogni singolo diritto del cittadino, dalla scuola alla sanità all'informazione al lavoro. Persino alla Bandiera.
Andatevi a nascondere perchè da oggi voi non siete più distinguibili da un Salvatore Cuffaro qualunque, o da un Calogero Mannino, o da un Marcello dell'Utri. Anche loro a chiacchiere sono tutti puliti, innocenti e senza macchia, mentre invece nei fatti sono tutto il contrario, proprio come voi del FLI.
Per cosa dovrebbe stare quella F ? Ve lo dico io, per 'FINZIONE'.
Questo avete dimostrato oggi di essere sempre stati.
Vergognatevi, non una ma mille volte.

Friday, September 24, 2010

Citazioni dotte



‎"Feltri si è dimesso. La palla passa a Nosferatu Sallusti". che poi per me, (effettiva somiglianza a parte) è un'offesa a Nosferatu e a Murnau e a cent'anni di Cinema.

Tanto era su FB...quindi non c'è copyright...

Wednesday, September 15, 2010

Clerici for President

Il sindaco di Adro, gia' noto alle cronache per aver lasciato a pancia vuota gli alunni della scuola i cui genitori non potevano pagare la retta della mensa, e' ritornato a far parlare di se inaugurando un polo scolastico (6769 abitanti censiti ed un 'polo scolastico') in cui il simbolo della Lega compare praticamente ovunque, tranne la carta igienica (e questo un po' ci dispiace).
Si scatena il putiferio tra le opposizioni, sui giornali, tra gli intellettuali. Anche per le dichiarazioni della Gelmini, che non riporto per debolezza di fegato.
Io pero' mi domando, perche' il sindaco di Adro non avrebbe dovuto fare cio' che ha fatto?
Una volta nelle scuole si trovavano due ordini di immagini. Religiose, e quelle ancora resistono. Poco importa che uno sia cattolico, ebreo, musulmano o ateo, un crocefisso appeso, dipinto o imbullonato al muro, da qualche parte si trova sempre. Ed istituzionali. E qui casca l'asino. Dal momento che in genere, l'immagine istituzionale era sempre una bella (nei limiti del possibile) foto del Presidente della Repubblica, che ammiccava sorridente dal muro dell'ufficio del Preside per esempio, o anche dentro le classi. Solo che oggi che foto ci appendi ai muri delle scuole dal momento che noi un Presidente della Repubblica non ce l'abbiamo? Una foto di Cannavaro che alza la coppa del mondo? Una foto della Clerici tra i fornelli? Una foto di Pippo Baudo?
No perche' se ce l'avessimo un Presidente della Repubblica, uno come il sindaco di Adro a quest'ora gia' penzolerebbe a testa in giu' dall'asta della bandiera comunale, molto istituzionalmente appeso per i coglioni.
Quindi non stupiamoci piu' di tanto. Per quanto aberrante possa essere, quella del sindaco di Adro e' stata una scelta dettata dalla necessita', non dalla politica. Semmai speriamo che possa fare qualcosa la Clerici.

Tuesday, September 14, 2010

Catozzandro's


Chiuso il sipario sul Festival del cinema di Venezia, il commento finale del nostro personalissimo inviato speciale, unitamente alla nutrita lista delle sue recensioni, offre all'incauto lettore di questo blog una panoramica completa sugli alti e bassi che la prode critica cinematografica ha osservato nella città del felino transgenico.
Non spingete.



"Quentin è una persona seria e sceglierà il migliore". Così replica Monte Hellman, colui che scoprì il primo Tarantino, a chi gli chiede conto di un possibile conflitto di interessi all'alba del verdetto finale.
E chissà se avrà saputo però che il regista de "Le iene" (da lui prodotto) in realtà ha lasciato la sala a metà proiezione del suo particolare ma non eccezionale "Road to nowhere".
Del resto anche le risate e gli schiamazzi durante la proiezione di "Balada triste" dello spagnolo Alex De la Iglesia sembravano attestare l'apprezzamento sincero del presidente della giuria, così come la devozione dimostrata al suo adorato Takashi Miike e alla doppia visione che pare abbia concesso al classico e sontuoso (ma per noi mortali un po' noioso) "13 assasins".
Ebbene tutto ciò non ha impedito che l'assegnazione del Leone d'oro andasse invece a "Somewhere", un film ben poco affine al suo gusto pulp eppure evidentemente, con un appeal tutto speciale.
Davanti alla sempre sofisticata regia della sua ex fidanzata poco hanno potuto le gesta dei tristi e folli clown del circo spagnolo (Leone d'Argento) o tutto il sangue di quei samurai avvelenati nel Giappone feudale, nè ha sconvolto più di tanto la storia della Venere nera, considerata a grave torto non meritevole neanche di Coppa Volpi e premi secondari.
Grave occasione mancata infatti, quella di negare il premio come migliore interprete femminile alla straordinaria Yahima Torres, interprete tragica e sincera della terribile storia raccontata nel film di Kechiche. Forse troppo disturbante per non essere ignorata da chi ha voluto privare ancora una volta di un meritato riconoscimento un regista così impegnato e militante.
Riscatto parziale per la più "pura" delle pellicole in concorso, quella diretta dal grande Jerzy Skolimoswki sulla cui alta qualità abbiamo già scritto, e che si consola con il Gran Premio della Giuria e la Coppa Volpi a un eccellente Vincent Gallo che non ha ritirato il premio scegliendo di restare mimetizzato tra il pubblico.
Personaggio sui generis, ma indubbiamente uno degli artisti più coerenti della settima arte sebbene il suo film da regista abbia fatto acqua da tutte le parti. Non a caso le sue erano "Promises written in water".
Sinceramente deludente invece la decisione di premiare Ariane Labed, la protagonista di quel film inspiegabilmente in concorso dal titolo "Attenbergh" che più che una riflessione sulla natura animale(sca) dell'uomo fa riflettere su quanti danni possa creare la visione reiterata dei documentari del povero Sir David Attenborough, ispiratore del titolo e delle "perversioni" (che poi perversioni non sono) della protagonista.
Non sprecheremo una parola su quanto sia stato "il festival di Tarantino" e su quanto giusto o sbagliato possa essere il verdetto, né ci interessa granchè notare che la Coppola molto tempo prima di figliare con il solista dei Phoenix se la intendesse con il presidente della giuria che le ha assegnato il Leone d'oro.
E'così che evidentemente doveva andare. Punto.
La polemica sul "trattamento ingiusto" ricevuto dalle pellicole italiane completamente ignorate, beh quella proprio la lasciamo a chi è ancora fermo all'epoca del Gattopardo quando tutto doveva cambiare perché nulla cambi.
Ci preme piuttosto ricordare che il Cinema non è fatto per i premi, non si presta alla negoziazione né alla competizione, non è nella sua natura. E' fatto per la visione, per riempire gli occhi e annebbiare la mente.
Pare che una volta il giurato Renoir si rifiutò di assegnare premi perché "ogni film è espressione di un'individualità", provocando le furie del direttore del festival e mettendo in difficoltà l'intera giuria.
Altri tempi, altre menti, altro ardire, altro coraggio.
Tragica coincidenza chiudere il sipario sul Lido con queste parole proprio nel giorno in cui ci lascia Claude Chabrol.
Forse è davvero il momento di spegnere i riflettori e di riporre nei ripostigli della Serenissima i leoni di polistirolo.
Tocca custodirli bene. Potrebbero rimanerci solo quelli.


Film recensiti su MP news:

Dio a 32 bit

Dal Sito del Corriere:

"La lettura della Bibbia nelle scuole è un'iniziativa a cui sono favorevole come ministro, come credente e come cittadina italiana". Lo scrive il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini sul periodico cattolico «Famiglia Cristiana». "In una fase della storia che richiede il più ampio sforzo per sconfiggere l'odio, dobbiamo - conclude la Gelmini - fare in modo che i nostri giovani siano consapevoli della propria identità per potersi confrontare con le altre e crescere e vivere nel rispetto reciproco". La lettera del ministro Gelmini «benedice» il lancio della Bibbia pocket del gruppo editoriale San Paolo, allegata questa settimana a Famiglia Cristiana e distribuito da giovedì 16 settembre nelle librerie, nelle parrocchie, negli aeroporti, nelle stazioni, negli autogrill, nei supermercati e nelle GRANDI CATENE DI ELETTRONICA.

E' proprio vero, Gesu' ci salvera'. Se sul hard disk o sulla chiavetta, ancora non e' chiaro, ma da qualche parte ci salva.

Qualcuno la fermi, ve ne prego.