Sunday, October 17, 2010

Società alternative

Organizzazione verticale ed orizzontale della società. La prima, tipica delle dittature, che non riconosce all'individuo la sua dignità di essere umano, vede un vertice dai poteri pressochè illimitati, ed un modello di sviluppo mirato a garantire la sopravvivenza del vertice stesso, che sarà costituito dagli 'eletti', dai favoriti e dai più forti, sia economicamente che fisicamente. E' la più semplice. La seconda, basata sul riconoscimento della dignità di essere umano del prossimo e dei suoi diritti alla vita, alla salute, all'istruzione, all'informazione ed al lavoro, che elegge legislatori, esecutori e giudici in base alla volontà del popolo stesso ed innalza lo status dell'essere umano dal livello di suddito a quello di cittadino. Questo ed altro leggo nel libro di Gherardo Colombo "Sulle Regole", pubblicato nel 2008 da Feltrinelli. Una specie di manuale, di sussidiario per persone ormai da troppo tempo digiune di buon senso e che cominciano a considerare entità come 'legalità' e 'giustizia' sullo stesso piano degli UFO o dei teletubbies. Un libro scritto con stile e parole talmente semplici che sembra quasi un libro per bambini in certi punti. Il che, a quanto ho capito, era proprio quello che l'autore voleva, ovvero lanciare un messaggio nella bottiglia che fosse assimilabile da chiunque, e non solo da un giurista.
Ero lì che mi bevevo la descrizione di questi due modelli di società quando è entrato il gatto. E si è accomodato sui miei panni appena asciugati riempiendomeli di allergenicissimi peli. Mi sale un filo di sconforto. Mi alzo, vengo al piccì, in cerca di critici cinematografici. La mezzaluna feisbuiaccara mi respinge. Apro il sito del Corriere e leggo :"Sabrina teneva ferma Sarah mentre il padre la stava uccidendo". Predominio del modello verticale o semplicemente un titolista incompetente? Chè noi eletti sappiamo chi, cosa, dove e quando perchè siamo 'informati' (ma non ho potuto fare a meno delle virgolette), ma uno che non conosce la storia (e quindi un diverso da discriminare) pensa: "Il padre di chi? E soprattutto chi è la vittima di questo padre, Sabrina o Sarah? Ma Sabrina e Sarah sono sorelle?". Lo sconforto aumenta insieme alla confusione. Mi aggrappo per un pò ai gol di Brighi e Borriello, giusto per prendere definitivamente atto del mio status di persona ansiosa, che ormai tira un sospiro di sollievo solo quando la Roma c'ha almeno quattro gol di distacco a cinque minuti dalla fine. Poi vedo una foto di Totti che indossa, prima dell'inizio della partita, una maglia bianca con la scritta "Benvenuti 33", indossata per salutare la liberazione dei minatori cileni. Ma allora il modello è orizzontale (e comunque Totti è un grande Capitano). Essì perchè il riconoscimento della dignità dell'altro, del prossimo, l'immedesimarsi nella sua condizione ed il vivere la loro liberazione come una gioia personale, come se fosse successo a noi. La confusione aumenta. Ritorno su feisbuc, e la mezzaluna è sempre lì. Lo sconforto segue. Gli altri titoli non aiutano. Metalmeccanici in sciopero contro proposte mirate per andare in deroga anche al loro buco del culo, gente che viene ammazzata a cazzotti in metropolitana, la russa che si fa le pippe sui modellini di cacciabombardieri. Altro che modello orizzontale. Ma nemmeno verticale però.
Poi però leggo questo, e l'intrigo si dipana, il dubbio si dissolve.
In Italia vige un modello nè orizzontale nè verticale. In Italia la società è strutturata in maniera obliquo-sinusoidale ad angolo retto, poco acuto e molto ottuso. Soprattutto molto ottuso.

uff...

La confusione è sparita.
Rimane lo sconforto.
'fanculo alla mezzaluna di feisbuc.

Friday, October 15, 2010

Piccole soddisfazioni

Dopo aver ascoltato "visiting scientists" esporre le proprie teorie per un paio d'ore, visto il pessimo umore che mi inseguiva da ieri, oggi ho deciso che era il caso di fare un pranzo un pò più sostanzioso del solito, triste panino che mi porto dietro normalmente, e mi sono diretto verso il pub dove indugio ogni tanto quando mi trovo a passare per il centro. Non amo particolarmente i pub ad essere sincero. Non più almeno. Ma hanno di buono che forse sono l'unico posto in UK dove si può mangiare decentemente senza spendere milioni, e senza dover vedere camerieri attillati che ti depositano sotto il naso piatti enormi contenenti poche briciole, ma con sofisticatissimi nomi francesi. Si mangia carne ovviamente. Hamburger, bistecche e via dicendo. Ed è carne buona. Cioè, non il tipo di carne (ammesso che sia carne) che si mangia nei fast food. In particolare, in questo pub, chiedo sempre un hamburger particolare, con bacon e blue cheese, ovvero un formaggio riconoscibile, oltre che dal sapore molto forte, anche da delle striature effettivamente blu al suo interno, sulla cui natura non mi sono mai voluto interrogare, un pò per paura, un pò per non guastare il fatto che effettivamente, mi piace non poco con la carne. Come si dice, occhio non vede...
Nel locale, dopo sette anni che ci vado, mi conoscono e ormai non devo nemmeno più ordinare. Si presenta direttamente uno dei ragazzi che ci lavorano con il piatto da una parte e la pinta dall'altra. Piatto unico ovviamente. Patatine fritte in un angolo, ciotolina con 'cabbage' in salsa in un altro, ed al centro lui, il panino. Grande, pieno e succoso. Il tutto equivale ad un pranzo di medie dimensioni per un inglese.
Penso per lo più ai fatti miei mentre mangio, nel senso che rispondere ai camerieri o al proprietario, che ogni tanto si presentano per scambiare due battute, non mi manda in visibilio. Oggi in particolare, rispondevo a monosillabi. Ad un tratto il proprietario (o il 'manager', o quel che è), mi si avvicina, forse avendo notato le nuvolette nere che mi ronzano ancora sulla testa, e mi chiede "Are you hungry today?". Domanda insolita se rivolta ad uno che sta mangiando. E difatti sulle prime non capisco. Faccio mente locale e mi domando se non abbia detto 'angry' (incazzato) invece di 'hungry' (affamato), che avrebbe già più senso. Nel dubbio, rispondo con un generico 'abbastanza'. Appena ho risposto, lui sparisce dietro al bancone, poi torna tenendo un piatto con sopra una portata identica a quella che stavo già mangiando e mi domanda "That hungry?". In altre parole, il cuoco aveva preparato un hamburger di troppo, con tanto di contorno. E piuttosto che buttarlo, il proprietario (o il 'manager' ecc.) me lo aveva offerto ma con questa aria di sfida come a dire "scommetto che non riesci a mangiartene due di seguito". Aria di sfida simulata ovviamente, chè il suo voleva essere solo un gesto gentile alla fine.
Io faccio spazio sul tavolo, pensando a quei pranzi e cene di feste comandate, matrimoni, ferragosti italiani in cui ti siedi al tavolino per restarci ore ed ore, e mi viene da sorridere.
I due hamburger vengono seppelliti con l'onore delle armi, sotto lo sguardo stralunato di questo tipo che alla fine, sparecchiando il tavolo, mi dice "Hats off" (giù il cappello). Non credeva che l'avrei finito.
Poi mi chiede se desideravo altro. Ed io non ho resistito.




Era una vita che desideravo farlo.