tag:blogger.com,1999:blog-35801124.post8099878584145162177..comments2023-12-25T16:06:05.695+00:00Comments on Lesandro's: Risposta da un cervello in fugaLesandrohttp://www.blogger.com/profile/10612169175101814230noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-35801124.post-75144509086648319242007-10-12T18:25:00.000+01:002007-10-12T18:25:00.000+01:00Cara Iko, di possibilità ne esistono tante. La ret...Cara Iko, di possibilità ne esistono tante. La rete, ad esempio, è un ottimo mezzo per cominciare. Per iniziare ad approfondire il tuo campo di interesse, quale che sia. Mi sento però di consigliarti anche un altro approccio. Complementare e, purtroppo, totalmente ignorato dai più. Noi. Ci sono persone che di un determinato ambito scientifico o tecnologico o anche umanistico, hanno fatto una ragione di vita. Consultale. Chiedi. Esistono persone maleducate anche in ambito accademico, per carità. E qualcuno potrebbe non risponderti. Ma sinceramente non conosco nessuno, nel mio campo, a cui non farebbe piacere sentirsi interrogato sul proprio lavoro e che non sarebbe ben contento di consigliare un libro, un articolo o anche solo di spiegare in termini semplici una nozione specifica, quale che sia.<BR/>Il resto lo fa il tuo interesse e la tua curiosità. Un professore universitario o un ricercatore sono persone a cui è giusto andare a rompere le scatole insomma. Anche se non si è 'studenti' nel senso stretto del termine. Comunque, ci tengo a specificare anche un'altra cosa. Dal mio post si potrebbe pensare che tento di riversare la 'colpa' di questa mancanza di informazione, esclusivamente sulla gente esterna alla ricerca. In realtà, una grossa parte di responsabilità in questo senso è proprio del mondo accademico. Nostra, in altre parole. Ti faccio un esempio. Qui dove sono io, ogni anno vengono organizzati degli 'open day' in cui i laboratori si aprono al pubblico ed ogni ricercatore può esporre, per mezzo di posters, il proprio lavoro alle persone. In quante università italiane succede la stessa cosa? Pochissime temo. Quindi come vedi, l'incomunicabilità in questo caso è a doppio senso. Anche noi non vi aiutiamo come dovremmo.Lesandrohttps://www.blogger.com/profile/10612169175101814230noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-35801124.post-83515862718252847412007-10-12T14:59:00.000+01:002007-10-12T14:59:00.000+01:00mi sono drammaticamente riconosciuta nel tuo post:...mi sono drammaticamente riconosciuta nel tuo post: sono italiana, non so nulla di ricerca, non me ne interesso e invece faccio un lavoro per cui dovrei avere almeno curiosità nei confronti dei risultati della scienza. Al di là del flagellarmi, mi chiedo: come si fa a cambiare? non solo in termini economici e di investimenti (lì è la politica che deve intervenire) ma culturali, come tu giustamente sottolinei. Da che parte si comincia?Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-35801124.post-26622250365827852772007-10-12T13:32:00.000+01:002007-10-12T13:32:00.000+01:00Carissimo Alessandro,ovviamente concordo con te. E...Carissimo Alessandro,<BR/><BR/>ovviamente concordo con te. E la consapevolezza che, insomma, non é che in Italia siano stupidi ed all'estero ganzi ma, come dici "persone a cui viene data quotidianamente la possibilitá di lavorare in un ambiente sereno e degno. Con un minimo di garanzie".<BR/><BR/>Non sembrerebbe molto, anzi dovrebbe essere normale in ogni settore. Sconcertante é il realizzare che non ci sono vere scusanti.<BR/><BR/>La ricerca scientifica é un investimento sul futuro di una nazione. Forse da noi il "futuro" si limita allo scadere delle prossime elezioni. Troppo ravvicinato per investire su qualcosa a medio o lungo termine.Anonymousnoreply@blogger.com