Wednesday, July 25, 2007

Lettera mai scritta

Ciao, mi chiamo Mion. Sono bosniaco e sono emigrato in Italia per cercare lavoro. Ho una moglie e due figli che ho dovuto lasciare in Bosnia, proprio perché devo pensare a mantenerli. Sembra paradossale a dirlo così, ma invece è vero. Devo lavorare per loro e non ho abbastanza soldi per portarli con me. Questo mi rende triste ma anche motivato. Sono venuto in Italia per fare qualcosa di buono per loro e per me. Ma non è stato facile. La gente ti guarda sempre con un misto di sospetto e indifferenza quando sei in un paese che non è il tuo. Non è facile fare altrimenti, lo capisco. Dopotutto sono molti quelli di noi che finiscono, volenti o nolenti, a delinquere. Però non siamo tutti uguali no? La storia dei singoli dovrebbe contare qualcosa no?
Forse anche io ero così prima. Forse anche io mi sono ritrovato a giudicare le persone per come parlavano, per come vestivano. Per tradizioni diverse dalle mie. Poi sono dovuto emigrare, e mi sono trovato dall’altra parte. Ad essere giudicato per come parlo, per come vesto. Per tradizioni troppo diverse dalle vostre. Non è stato facile, ma è stato utile. Mi ha aiutato a capire tante cose, anche della mia gente. Anche di quelli che finiscono in galera. La gente non ci pensa, né lo facevo io forse. Ma non abbandoni la tua famiglia, i tuoi cari, non ti imbarchi su un gommone insieme ad altre cento persone, non rischi di annegare né di finire in galera…se puoi farne a meno. Molti mi hanno detto che venendo in Italia ho sperato di trovare l’america, la bella vita, le belle macchine. Veramente, da che sono qui, ho sempre fatto il manovale. Però nessuno ha mai pensato che, se avessi potuto, ne avrei fatto volentieri a meno e me ne sarei rimasto a lavorare a casa mia.
Tanti arrivano a dire che ‘ce l’abbiamo nel sangue’. Essere una ragazza rumena ormai è diventato sinonimo di essere una prostituta. Un albanese è per definizione un ladro, un bosniaco un questuante. Dicono che non ci interessa lavorare. Il fatto che ti trovi ad affrontare mille difficoltà per fare qualcosa a cui rinunceresti volentieri, non conta. Mille difficoltà, a cominciare dalla lingua. Non si impara mica in un attimo una lingua tanto diversa dalla tua, specialmente se non puoi permetterti scuole o corsi specializzati. Eppure a questo non ci pensa mai nessuno. Il massimo della considerazione che ottieni dopo tanta fatica fatta per assimilare una lingua nuova attraverso la televisione, quasi per osmosi, è sentire qualcuno che si diverte a parlare col tuo accento o che ti chiama ‘vù cumprà’. Se sapessero quanta ansia, quanta fatica, quanta frustrazione c’è dietro quel ‘vù cumprà’…
Ma alla fine, anche a questo non ci si fa più caso. Non per altro, ma perché ti accorgi che tutto ciò che in te non va, tutte le critiche, i giudizi, fino anche alle offese, alla fine riguardano solamente aspetti superficiali del tuo essere. Ecco, è in questo che emigrare è stato un’esperienza utile. Cominci a riconoscere le cose veramente importanti. Sono proprio quelle che tanti decidono di ignorare.
L’altro giorno, ero al mare. Mi piace il mare. È sempre lo stesso, da qualunque spiaggia lo si guardi. Ero con mia sorella. Anche lei vive in Italia. Eravamo in spiaggia e ad un certo punto ho visto due bambini in mezzo all’acqua che rischiavano di annegare. Mi ricordo che ho girato lo sguardo intorno, quasi per richiamare l’attenzione, ed ho incontrato gli occhi di un altro ragazzo. Ci siamo parlati, con uno sguardo. E ci siamo detti “Ecco! questo è importante”. Nessun problema di lingua, parlavamo la stessa. Un attimo dopo eravamo in acqua e siamo andati a salvare i bambini. Solo che…io non so nuotare. E mentre cercavo di ritornare a riva, la corrente mi ha tirato sotto. E sono morto così.
Spero che mia moglie ed i miei figli non soffrano troppo. Che capiscano quanto fosse importante. Spero che ce la facciano. Spero che ce l’abbia fatta l’amico che si è tuffato con me.
Certo, mi dispiace di essere morto. Se avessi potuto, ne avrei fatto volentieri a meno. La vita era importante per me. Forse è per questo che voi avete deciso di ignorarla.

4 comments:

Anonymous said...

E' tutto molto triste,quanta drammaticità si portano dietro questi giovani!
E tutto questo, pare,succeda nella quasi indifferenza .
Chissà quando arriverà una evoluzione. Un
saluto laura39

Lesandro said...

temo che tutto questo sia già il risultato di una evoluzione. distorta magari, ma inesorabile. forse bisognerebbe regredire.

Gerypa said...

Molto toccante. Sei molto bravo.

Lesandro said...

molte grazie