Tuesday, December 14, 2010

Nostra Signora del Cepu


Alla fine della baldoria c'era nell' aria un silenzio strano,
qualcuno ragliava con meno boria e qualcun altro grugniva piano;
alle sfilate degli stilisti si trasgrediva con meno allegria
ed in quei visi sazi e stravisti pulsava un' ombra di malattia.
Un artigiano di scoop forzati scrisse che Weimar già si scorgeva
e fra biscotti sponsorizzati videro un anchorman che piangeva
e poi la nebbia discese a banchi ed il barometro segnò tempesta,
ci risvegliammo più vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa...

Il mercoledì delle Ceneri ci confessarono bene o male
che la festa era ormai finita e ormai lontano il carnevale
e proclamarono penitenza e in giro andarono col cilicio
ruttando austeri: "Ci vuol pazienza! Siempre adelante ma con juicio!"
E fecero voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell' Ipocrisia
perchè una mano lavasse l' altra, tutti colpevoli e così sia!
E minacciosi ed un po' pregando, incenso sparsero al loro Dio,
sempre accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io...

La domenica di Mezza Quaresima fu processione di etere di Stato
dai puttanieri a diversi pollici dai furbi del " chi ha dato ha dato "
ed echeggiarono tutte le sere, come rintocchi schioccanti a morto,
amen, mea culpa e miserere, ma neanche un cane che sia risorto
e i cavalieri di tigri a ore e i trombettieri senza ritegno
inamidarono un nuovo pudore, misero a lucido un nuovo sdegno:
si andò alle prime con casto lusso e i quiz pagarono sobri milioni
e in pubblico si linciò il riflusso per farci ridiventare buoni...

Così domenica dopo domenica fu una stagione davvero cupa,
quel lungo mese della quaresima, rise la iena, ululò la lupa,
stelle comete ed altri prodigi facilitarono le conversioni,
mulini bianchi tornaron grigi, candidi agnelli certi ex-leoni.
Soltanto i pochi che si incazzarono dissero che era l' usato passo
fatto dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là, in basso!
Poi tutto tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si posò il mare,
solo qualcuno in resurrezione, piano, in silenzio, tornò a pensare...

Sunday, December 12, 2010

Salvia Corrierorum. Fumarlo è meglio che leggerlo.

Scusate, esco dal letargo invernale solo per segnalarvi che il Corriere ha pubblicato un video di Miley Cyrus che fuma Salvia Divinorum.
Sono sicuro che non potevate fare a meno di saperlo.

Sunday, October 17, 2010

Società alternative

Organizzazione verticale ed orizzontale della società. La prima, tipica delle dittature, che non riconosce all'individuo la sua dignità di essere umano, vede un vertice dai poteri pressochè illimitati, ed un modello di sviluppo mirato a garantire la sopravvivenza del vertice stesso, che sarà costituito dagli 'eletti', dai favoriti e dai più forti, sia economicamente che fisicamente. E' la più semplice. La seconda, basata sul riconoscimento della dignità di essere umano del prossimo e dei suoi diritti alla vita, alla salute, all'istruzione, all'informazione ed al lavoro, che elegge legislatori, esecutori e giudici in base alla volontà del popolo stesso ed innalza lo status dell'essere umano dal livello di suddito a quello di cittadino. Questo ed altro leggo nel libro di Gherardo Colombo "Sulle Regole", pubblicato nel 2008 da Feltrinelli. Una specie di manuale, di sussidiario per persone ormai da troppo tempo digiune di buon senso e che cominciano a considerare entità come 'legalità' e 'giustizia' sullo stesso piano degli UFO o dei teletubbies. Un libro scritto con stile e parole talmente semplici che sembra quasi un libro per bambini in certi punti. Il che, a quanto ho capito, era proprio quello che l'autore voleva, ovvero lanciare un messaggio nella bottiglia che fosse assimilabile da chiunque, e non solo da un giurista.
Ero lì che mi bevevo la descrizione di questi due modelli di società quando è entrato il gatto. E si è accomodato sui miei panni appena asciugati riempiendomeli di allergenicissimi peli. Mi sale un filo di sconforto. Mi alzo, vengo al piccì, in cerca di critici cinematografici. La mezzaluna feisbuiaccara mi respinge. Apro il sito del Corriere e leggo :"Sabrina teneva ferma Sarah mentre il padre la stava uccidendo". Predominio del modello verticale o semplicemente un titolista incompetente? Chè noi eletti sappiamo chi, cosa, dove e quando perchè siamo 'informati' (ma non ho potuto fare a meno delle virgolette), ma uno che non conosce la storia (e quindi un diverso da discriminare) pensa: "Il padre di chi? E soprattutto chi è la vittima di questo padre, Sabrina o Sarah? Ma Sabrina e Sarah sono sorelle?". Lo sconforto aumenta insieme alla confusione. Mi aggrappo per un pò ai gol di Brighi e Borriello, giusto per prendere definitivamente atto del mio status di persona ansiosa, che ormai tira un sospiro di sollievo solo quando la Roma c'ha almeno quattro gol di distacco a cinque minuti dalla fine. Poi vedo una foto di Totti che indossa, prima dell'inizio della partita, una maglia bianca con la scritta "Benvenuti 33", indossata per salutare la liberazione dei minatori cileni. Ma allora il modello è orizzontale (e comunque Totti è un grande Capitano). Essì perchè il riconoscimento della dignità dell'altro, del prossimo, l'immedesimarsi nella sua condizione ed il vivere la loro liberazione come una gioia personale, come se fosse successo a noi. La confusione aumenta. Ritorno su feisbuc, e la mezzaluna è sempre lì. Lo sconforto segue. Gli altri titoli non aiutano. Metalmeccanici in sciopero contro proposte mirate per andare in deroga anche al loro buco del culo, gente che viene ammazzata a cazzotti in metropolitana, la russa che si fa le pippe sui modellini di cacciabombardieri. Altro che modello orizzontale. Ma nemmeno verticale però.
Poi però leggo questo, e l'intrigo si dipana, il dubbio si dissolve.
In Italia vige un modello nè orizzontale nè verticale. In Italia la società è strutturata in maniera obliquo-sinusoidale ad angolo retto, poco acuto e molto ottuso. Soprattutto molto ottuso.

uff...

La confusione è sparita.
Rimane lo sconforto.
'fanculo alla mezzaluna di feisbuc.

Friday, October 15, 2010

Piccole soddisfazioni

Dopo aver ascoltato "visiting scientists" esporre le proprie teorie per un paio d'ore, visto il pessimo umore che mi inseguiva da ieri, oggi ho deciso che era il caso di fare un pranzo un pò più sostanzioso del solito, triste panino che mi porto dietro normalmente, e mi sono diretto verso il pub dove indugio ogni tanto quando mi trovo a passare per il centro. Non amo particolarmente i pub ad essere sincero. Non più almeno. Ma hanno di buono che forse sono l'unico posto in UK dove si può mangiare decentemente senza spendere milioni, e senza dover vedere camerieri attillati che ti depositano sotto il naso piatti enormi contenenti poche briciole, ma con sofisticatissimi nomi francesi. Si mangia carne ovviamente. Hamburger, bistecche e via dicendo. Ed è carne buona. Cioè, non il tipo di carne (ammesso che sia carne) che si mangia nei fast food. In particolare, in questo pub, chiedo sempre un hamburger particolare, con bacon e blue cheese, ovvero un formaggio riconoscibile, oltre che dal sapore molto forte, anche da delle striature effettivamente blu al suo interno, sulla cui natura non mi sono mai voluto interrogare, un pò per paura, un pò per non guastare il fatto che effettivamente, mi piace non poco con la carne. Come si dice, occhio non vede...
Nel locale, dopo sette anni che ci vado, mi conoscono e ormai non devo nemmeno più ordinare. Si presenta direttamente uno dei ragazzi che ci lavorano con il piatto da una parte e la pinta dall'altra. Piatto unico ovviamente. Patatine fritte in un angolo, ciotolina con 'cabbage' in salsa in un altro, ed al centro lui, il panino. Grande, pieno e succoso. Il tutto equivale ad un pranzo di medie dimensioni per un inglese.
Penso per lo più ai fatti miei mentre mangio, nel senso che rispondere ai camerieri o al proprietario, che ogni tanto si presentano per scambiare due battute, non mi manda in visibilio. Oggi in particolare, rispondevo a monosillabi. Ad un tratto il proprietario (o il 'manager', o quel che è), mi si avvicina, forse avendo notato le nuvolette nere che mi ronzano ancora sulla testa, e mi chiede "Are you hungry today?". Domanda insolita se rivolta ad uno che sta mangiando. E difatti sulle prime non capisco. Faccio mente locale e mi domando se non abbia detto 'angry' (incazzato) invece di 'hungry' (affamato), che avrebbe già più senso. Nel dubbio, rispondo con un generico 'abbastanza'. Appena ho risposto, lui sparisce dietro al bancone, poi torna tenendo un piatto con sopra una portata identica a quella che stavo già mangiando e mi domanda "That hungry?". In altre parole, il cuoco aveva preparato un hamburger di troppo, con tanto di contorno. E piuttosto che buttarlo, il proprietario (o il 'manager' ecc.) me lo aveva offerto ma con questa aria di sfida come a dire "scommetto che non riesci a mangiartene due di seguito". Aria di sfida simulata ovviamente, chè il suo voleva essere solo un gesto gentile alla fine.
Io faccio spazio sul tavolo, pensando a quei pranzi e cene di feste comandate, matrimoni, ferragosti italiani in cui ti siedi al tavolino per restarci ore ed ore, e mi viene da sorridere.
I due hamburger vengono seppelliti con l'onore delle armi, sotto lo sguardo stralunato di questo tipo che alla fine, sparecchiando il tavolo, mi dice "Hats off" (giù il cappello). Non credeva che l'avrei finito.
Poi mi chiede se desideravo altro. Ed io non ho resistito.




Era una vita che desideravo farlo.

Wednesday, September 29, 2010

Andatevi a nascondere

Vergognatevi non una ma mille volte.
Avete dimostrato di saper esprimere il peggio di qualsiasi repubblica abbia calcato le scene di questo paese, prima, seconda o terza che sia.
Avete tenuto il piede in due staffe, pensando di imbambolare gli italiani coi vostri discorsi sulla legalità, salvo poi togliervi la maschera nel momento decisivo. Chissà, forse per assicurarvi di avere il tempo per strutturare uno straccio di partito prima delle elezioni anticipate. Che verranno eseguite, grazie a voi, nuovamente con quell'ignobile legge elettorale che vi consentirà di rendere la vostra posizione di potere ancora una volta autoreferenziale.
Si vada a nascondere Presidente Fini, invece di straparlare di legalità e di nascondersi dietro il dito del rispetto del programma elettorale.
Si vada a nascondere Onorevole Bocchino, lei e chi con lei consentirà a questo governo di continuare a fare del nostro paese il buco del culo del mondo, dove si tiene nel più alto disprezzo ogni singolo diritto del cittadino, dalla scuola alla sanità all'informazione al lavoro. Persino alla Bandiera.
Andatevi a nascondere perchè da oggi voi non siete più distinguibili da un Salvatore Cuffaro qualunque, o da un Calogero Mannino, o da un Marcello dell'Utri. Anche loro a chiacchiere sono tutti puliti, innocenti e senza macchia, mentre invece nei fatti sono tutto il contrario, proprio come voi del FLI.
Per cosa dovrebbe stare quella F ? Ve lo dico io, per 'FINZIONE'.
Questo avete dimostrato oggi di essere sempre stati.
Vergognatevi, non una ma mille volte.

Friday, September 24, 2010

Citazioni dotte



‎"Feltri si è dimesso. La palla passa a Nosferatu Sallusti". che poi per me, (effettiva somiglianza a parte) è un'offesa a Nosferatu e a Murnau e a cent'anni di Cinema.

Tanto era su FB...quindi non c'è copyright...

Wednesday, September 15, 2010

Clerici for President

Il sindaco di Adro, gia' noto alle cronache per aver lasciato a pancia vuota gli alunni della scuola i cui genitori non potevano pagare la retta della mensa, e' ritornato a far parlare di se inaugurando un polo scolastico (6769 abitanti censiti ed un 'polo scolastico') in cui il simbolo della Lega compare praticamente ovunque, tranne la carta igienica (e questo un po' ci dispiace).
Si scatena il putiferio tra le opposizioni, sui giornali, tra gli intellettuali. Anche per le dichiarazioni della Gelmini, che non riporto per debolezza di fegato.
Io pero' mi domando, perche' il sindaco di Adro non avrebbe dovuto fare cio' che ha fatto?
Una volta nelle scuole si trovavano due ordini di immagini. Religiose, e quelle ancora resistono. Poco importa che uno sia cattolico, ebreo, musulmano o ateo, un crocefisso appeso, dipinto o imbullonato al muro, da qualche parte si trova sempre. Ed istituzionali. E qui casca l'asino. Dal momento che in genere, l'immagine istituzionale era sempre una bella (nei limiti del possibile) foto del Presidente della Repubblica, che ammiccava sorridente dal muro dell'ufficio del Preside per esempio, o anche dentro le classi. Solo che oggi che foto ci appendi ai muri delle scuole dal momento che noi un Presidente della Repubblica non ce l'abbiamo? Una foto di Cannavaro che alza la coppa del mondo? Una foto della Clerici tra i fornelli? Una foto di Pippo Baudo?
No perche' se ce l'avessimo un Presidente della Repubblica, uno come il sindaco di Adro a quest'ora gia' penzolerebbe a testa in giu' dall'asta della bandiera comunale, molto istituzionalmente appeso per i coglioni.
Quindi non stupiamoci piu' di tanto. Per quanto aberrante possa essere, quella del sindaco di Adro e' stata una scelta dettata dalla necessita', non dalla politica. Semmai speriamo che possa fare qualcosa la Clerici.

Tuesday, September 14, 2010

Catozzandro's


Chiuso il sipario sul Festival del cinema di Venezia, il commento finale del nostro personalissimo inviato speciale, unitamente alla nutrita lista delle sue recensioni, offre all'incauto lettore di questo blog una panoramica completa sugli alti e bassi che la prode critica cinematografica ha osservato nella città del felino transgenico.
Non spingete.



"Quentin è una persona seria e sceglierà il migliore". Così replica Monte Hellman, colui che scoprì il primo Tarantino, a chi gli chiede conto di un possibile conflitto di interessi all'alba del verdetto finale.
E chissà se avrà saputo però che il regista de "Le iene" (da lui prodotto) in realtà ha lasciato la sala a metà proiezione del suo particolare ma non eccezionale "Road to nowhere".
Del resto anche le risate e gli schiamazzi durante la proiezione di "Balada triste" dello spagnolo Alex De la Iglesia sembravano attestare l'apprezzamento sincero del presidente della giuria, così come la devozione dimostrata al suo adorato Takashi Miike e alla doppia visione che pare abbia concesso al classico e sontuoso (ma per noi mortali un po' noioso) "13 assasins".
Ebbene tutto ciò non ha impedito che l'assegnazione del Leone d'oro andasse invece a "Somewhere", un film ben poco affine al suo gusto pulp eppure evidentemente, con un appeal tutto speciale.
Davanti alla sempre sofisticata regia della sua ex fidanzata poco hanno potuto le gesta dei tristi e folli clown del circo spagnolo (Leone d'Argento) o tutto il sangue di quei samurai avvelenati nel Giappone feudale, nè ha sconvolto più di tanto la storia della Venere nera, considerata a grave torto non meritevole neanche di Coppa Volpi e premi secondari.
Grave occasione mancata infatti, quella di negare il premio come migliore interprete femminile alla straordinaria Yahima Torres, interprete tragica e sincera della terribile storia raccontata nel film di Kechiche. Forse troppo disturbante per non essere ignorata da chi ha voluto privare ancora una volta di un meritato riconoscimento un regista così impegnato e militante.
Riscatto parziale per la più "pura" delle pellicole in concorso, quella diretta dal grande Jerzy Skolimoswki sulla cui alta qualità abbiamo già scritto, e che si consola con il Gran Premio della Giuria e la Coppa Volpi a un eccellente Vincent Gallo che non ha ritirato il premio scegliendo di restare mimetizzato tra il pubblico.
Personaggio sui generis, ma indubbiamente uno degli artisti più coerenti della settima arte sebbene il suo film da regista abbia fatto acqua da tutte le parti. Non a caso le sue erano "Promises written in water".
Sinceramente deludente invece la decisione di premiare Ariane Labed, la protagonista di quel film inspiegabilmente in concorso dal titolo "Attenbergh" che più che una riflessione sulla natura animale(sca) dell'uomo fa riflettere su quanti danni possa creare la visione reiterata dei documentari del povero Sir David Attenborough, ispiratore del titolo e delle "perversioni" (che poi perversioni non sono) della protagonista.
Non sprecheremo una parola su quanto sia stato "il festival di Tarantino" e su quanto giusto o sbagliato possa essere il verdetto, né ci interessa granchè notare che la Coppola molto tempo prima di figliare con il solista dei Phoenix se la intendesse con il presidente della giuria che le ha assegnato il Leone d'oro.
E'così che evidentemente doveva andare. Punto.
La polemica sul "trattamento ingiusto" ricevuto dalle pellicole italiane completamente ignorate, beh quella proprio la lasciamo a chi è ancora fermo all'epoca del Gattopardo quando tutto doveva cambiare perché nulla cambi.
Ci preme piuttosto ricordare che il Cinema non è fatto per i premi, non si presta alla negoziazione né alla competizione, non è nella sua natura. E' fatto per la visione, per riempire gli occhi e annebbiare la mente.
Pare che una volta il giurato Renoir si rifiutò di assegnare premi perché "ogni film è espressione di un'individualità", provocando le furie del direttore del festival e mettendo in difficoltà l'intera giuria.
Altri tempi, altre menti, altro ardire, altro coraggio.
Tragica coincidenza chiudere il sipario sul Lido con queste parole proprio nel giorno in cui ci lascia Claude Chabrol.
Forse è davvero il momento di spegnere i riflettori e di riporre nei ripostigli della Serenissima i leoni di polistirolo.
Tocca custodirli bene. Potrebbero rimanerci solo quelli.


Film recensiti su MP news:

Dio a 32 bit

Dal Sito del Corriere:

"La lettura della Bibbia nelle scuole è un'iniziativa a cui sono favorevole come ministro, come credente e come cittadina italiana". Lo scrive il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini sul periodico cattolico «Famiglia Cristiana». "In una fase della storia che richiede il più ampio sforzo per sconfiggere l'odio, dobbiamo - conclude la Gelmini - fare in modo che i nostri giovani siano consapevoli della propria identità per potersi confrontare con le altre e crescere e vivere nel rispetto reciproco". La lettera del ministro Gelmini «benedice» il lancio della Bibbia pocket del gruppo editoriale San Paolo, allegata questa settimana a Famiglia Cristiana e distribuito da giovedì 16 settembre nelle librerie, nelle parrocchie, negli aeroporti, nelle stazioni, negli autogrill, nei supermercati e nelle GRANDI CATENE DI ELETTRONICA.

E' proprio vero, Gesu' ci salvera'. Se sul hard disk o sulla chiavetta, ancora non e' chiaro, ma da qualche parte ci salva.

Qualcuno la fermi, ve ne prego.

Sunday, July 25, 2010

Angeli e Diavoli


"Più leggo e rileggo tutti gli articoli possibili su questi "incidenti" alla Love Parade, più mi riesce difficile, in questo momento, pensare possa esistere un modo peggiore di essere strappati alla vita", dicono gli angeli.

Piu' penso che mentre quei poveri disgraziati morivano, altri, seppur consapevoli, continuavano a ballare o addirittura riprendevano a ballare, cito testualmente, "per rilassarmi".
Piu' penso che tutto questo con il love ha ben poco a che vedere, indipendentemente dai morti, che' se questa e' la considerazione che si riserva loro, e quindi alla vita, allora la parade avrebbe potuto essere tranquillamente dedicata ai bucatini cacio e pepe, ci sarebbero andati comunque milioni di animali.
Piu' penso che persino i tifosi di calcio piu' violenti, di fronte alla morte, esigono che non si giochi a pallone, mentre invece gli organizzatori di questo, chiamiamolo cosi', evento, hanno preferito continuare a mandare musica (del cazzo. nota personale) nascondendosi dietro la stronzata di voler evitare altre vittime.
Piu' penso che come questa carneficina e' stata associata con l'amore gay, il papen ci si e' subito fiondato sopra come uno sciacallo, esprimendo "grande dolore" e dicendo di "pregare per loro", meno di ventiquattr'ore dopo aver detto che i gay in chiesa e nella chiesa non ce li vuole.
Piu' penso che se mandi tua figlia di ventun'anni in Germania per partecipare ad un carnaio del genere, ben sapendo cosa sia un rave cui normalmente partecipano milioni di bestie, allora un po' bestia sei anche tu genitore.
Piu' penso che tempo altre ventiquattr'ore ci sara' qualcuno che saltera' fuori a dire che si vabbe', e' successa una brutta cosa, ma non si puo' fare di tutta un'erba un fascio, ci sono anche persone per bene che vanno ai rave, che in fondo ci si va per divertirsi ecc.
Piu' penso che dietro manifestazioni come questa, qualcuno che ci guadagna alla fine c'e' sempre.
Piu' penso che se sei gay e sei discriminato, invece di andare in piazza per ballare e per strafarti con tutto quello che passa tra la nutella e l'MDMA, in piazza ci vai per protestare, incazzato e, se necessario, con un bastone in mano.

Questo aggiungo io, diavolo.

Wednesday, July 21, 2010

Il Prete Operaio (con rispetto parlando)


La figlia di Berlusconi si laurea e il Prof. Rev. Dott. Gran. Uff. Lup. Mann. Don (ai posteri chiarire se trattasi di titolo religioso o altro) Luigi Verzè domanda alla giovin figliuola se ritiene che sarebbe ipotizzabile istituire all'interno dell'Università del San Raffaele un corso di economia ove divulgare gli insegnamenti dell'autore studiato dalla fanciulla per la sua tesi. E soprattutto, se lei sia disposta ad averne la cattedra.
Fin qui, sembrerebbe una delle tante storie di ordinaria immeritocrazia che popolano le Università e gli istituti di ricerca italiani pubblici e privati, incluso il San Raffaele (e lasciatemelo ben dire cazzo, chè ci ho lavorato per più di un anno lì dentro, e ne ho viste di cose io che voi mortali ecc. ecc.).
Ma altra è la verità.
Provate a riandare con la memoria alle immagini di quella cerimonia.
Lei, Barbara Berlusconi, una toga accademica viola (?) addosso, il cappello piatto in testa, in piedi davanti alla commissione di Laurea, illustra il pensiero di Amartya Sen. Sta per laurearsi. Per modo di dire ovviamente, dal momento che ha portato a termine (in otto anni!!!) una di quelle buffonate post-morattiane che oggi si chiamano lauree triennali, create al solo scopo di far vedere al resto del mondo quanto sono bravi e studiosi i gggiovani italiani che si laureano con tanta facilità. E lui è lì, seduto in prima fila, rosso in viso, emozionato. Un vero papi con tutti i crismi. La sua piccola sta per diventare 'dottore'. Il che, se mi consentite una breve parentesi, offre all'incauto pensatore l'occasione per una serie di oziose riflessioni del tipo: ma se una laurea triennale vale per acquisire il titolo di 'dottore', una quinquennale che titolo conferisce? E uno come me ad esempio, che oltre alla laurea quinquennale ha fatto anche un dottorato di ricerca di tre anni (senza assegni), a quale titolo dovrebbe aver diritto (oltre a quello di coglione patentato per aver lavorato tre anni gratis)?
Ma chiusa parentesi.
Dicevo, lei è lì che affronta ormai le conclusioni del suo lavoro. E alla fine tira un sospiro di sollievo, ringrazia la commissione per la cortese attenzione e finalmente, in un tripudio di fotografi (alla mia di laurea c'era solo un matrimonialista reclutato all'ultimo momento che insieme alla foto voleva vendermi anche un set di pentole in teflon), stringe la fatidica mano e riceve l'onorificenza del titolo dal rettore in persona. E lui. Lui è mosso da un moto di sincera commozione, si porta le mani agli occhi e gonfia il petto, orgoglioso di quella creatura che ancora ricorda con treccine e calzettoni e invece adesso...adesso...
Insomma, a vederlo non si riusciva a distinguerlo da un qualsiasi altro genitore fiero dei successi della propria figlia. A vederlo, per un istante, abbiamo avuto la percezione del nostro presidente del consiglio come uno qualsiasi, come uno di noi, con in tasca le chiavi della macchina usata comprata nuova di zecca per la figliola neo-dottore.
Poi interviene il Prof. Rev. Dott. Grand. Uff. ecc., e quella pia illusione, che pure addetti altamente specializzati già avevano tradotto in percentuale di consensi guadagnati dal premier, è andata in frantumi. Poi apre bocca il Prof. Dott. ecc. e trascina questo quadretto così gioioso nel fango, sporcandolo del più odioso dei servilismi, trasformandolo in una manifestazione del più disgustoso dei clientelismi. Alla faccia di tutti i laureati disoccupati (e magari anche molto più preparati) del paese, inclusi quelli presenti alla cerimonia. E riporta lo spettatore di cotanta scena con i piedi per terra, ricordandogli esattamente chi ne sono i protagonisti. Insomma, rovina tutto. Milioni di voti persi, il consenso in caduta verticale.
Nessuna toga rossa sarebbe stata capace di tanto.
Si, perchè è questa la verità! Don Verzè...E' COMUNISTA!!!

(nella foto i partecipanti alla cerimonia di laurea indossano gli occhialini per vederla in 3D)

Tuesday, July 20, 2010

Una giornata di ordinaria follia

Dunque vediamo. A dar retta al Corriere, in un giorno solo l'inopinatamente nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha:

1) chiamato Fini, presidente della Camera dei Deputati, una "mela bacata".

2) detto che nel PdL non c'e' "niente da riorganizzare per quanto riguarda l'onesta'". Non e' chiaro se nel senso che tra cricche, P3 e via dicendo, la disonesta' degli iscritti va bene com'e' ed anzi e' requisito fondamentale per avere la tessera di partito.

3) detto che lui ha portato una nuova moralita' in politica, "quella di non rubare". Anche se qui sospetto un errore di stampa...

4) detto che "noi stiamo arrestando otto mafiosi al giorno e dei trenta latitanti piu' pericolosi d'italia ne abbiamo presi ventisette". Anche qui non si capisce se quel 'noi' stia per lui e Bondi o se tra quegli otto arrestati al giorno si debba includere anche dell'Utri.

5) chiesto a dei Carabinieri di servizio all'esterno del Duomo di Milano dove l'inopinatamente nostro e' andato per assistere ad un concerto, se e' vero che, dopo aver saputo che sulle macchine della polizia americane c'e' scritto 'Police', adesso loro vogliono scrivere sulle loro 'Indice'.

con cio' riscuotendo gli applausi ed il consenso dell'audience che lo ascoltava, del giornalista del Corriere e, non ultimi, dei Carabinieri. Curioso che, anche solo per il punto 5, io invece l'avrei preso a badilate nei denti.

Monday, July 19, 2010

Sandwich giornalistici dell'italico terzo millennio

Il pane fa schifo, ma anche il companatico non scherza.

Monday, July 05, 2010

Resident Minzolini


In allarme il Department of Health and Human Services statunitense in seguito alla conferma di casi sospetti di Minzolinite acuta sul territorio nazionale. Per prevenire il diffondersi del panico nella popolazione, il Presidente obama ha imposto ai telegiornali di tutte le televisioni nazionali e locali di trasmettere rassicuranti immagini della guerra in Afghanistan.

Tuesday, June 29, 2010

Compagni di fatica

Pietro Taricone, un uomo il cui cognome e’ quasi diventato un aggettivo, tanto era popolare. Per via dei suoi trascorsi grandefratelli ovviamente, seguiti poi da interpretazioni varie in altrettanto varie fiction, film etc. Indubbiamente simpatico, ingenuo a modo suo, piccolo icona dell’omo che ha da puzza’. Tanti muscoli ma anche un cervello, per quanto un po’ nascosto dietro ai fiumi di testosterone ed alle montagne di tropomiosina. Ama il paracadutismo, gli sport estremi. Si lancia ieri, sta per atterrare ma qualcosa va storto. L’ombrello si ‘avvita’, lui prende velocita’ e cade a piombo da un’altezza di cinquanta metri. Lesioni multiple, emorragia interna. Muore dopo nove ore di intervento chirurgico. Lascia una moglie e una figlia di sei anni. Titoli sui giornali, fan assiepati fuori dell’ospedale, eserciti di facebook scatentati in condoglianze e pagine commemorative.

Massimo rispetto, anche se nessuno mi toglie dalla testa che se ti lanci da un aereo in volo con un lenzuolo nello zaino, be’ un po’ te la vai a cercare.

Adesso pero’ cliccate qui, e ditemi: quanto di tutto questo avete letto in prima pagina sui giornali? Quanti fan credete abbiano aspettato le bare di queste persone fuori dalle camera mortuarie? Quanti gruppi facebook avete visto per ricordarli?

Lo so, suona tanto demagogico.
Quanto vorrei che lo fosse veramente.
Invece e’ semplicemente tragico. Tragico pensare che se chiedi oggi al tipico italiano medio chi era Pietro taricone, quello si commuove e ti snocciola vita, morte e miracoli del povero ‘guerriero’. Ma se gli chiedi chi e’ Thyssen Krupp, strabuzza gli occhi e ti dice che e’ un attaccante della Germania.

Domanda: e allora cosa bisognerebbe fare? Ignorare la morte di un personaggio noto per onorare la morte di tanti sconosciuti?

Risposta: no. Basterebbe evitare di considerare i secondi degli sconosciuti.

Un sentito grazie a Carlo Soricelli

Monday, June 28, 2010

Accattatevill'


click the image to find out the genius.

Friday, June 25, 2010

Il Fantaministro

Brancher chiede un legittimo impedimento per avere il tempo necessario ad organizzare un ministero che non c'è. Fatto ciò, ne chiederà un altro per portare in ritiro la sua squadra di fantacalcio...

Thursday, June 24, 2010

Breaking news

Italia umiliata ai mondiali di calcio. La nazionale italiana viene eliminata nel girone preliminare da una modesta Slovacchia. Furiosa la reazione degli italiani che individuano nelle scelte del tecnico la responsabilità dell'accaduto. La FIGC costernata raccoglie le dimissioni di Lippi messo sotto processo dai giornalisti. Prossimo allenatore della Nazionale di calcio sarà Brancher. Figura di merda per figura di merda, almeno potrà invocare il legittimo impedimento nei confronti dei tifosi.

Friday, June 04, 2010

Ministri da parata.

Parata del 2 Giugno. Sfila il prossimo Ministro della Salute.

Monday, May 31, 2010

L'equazione senza variabili


Ancora una volta dobbiamo assistere al massacro. Quali missili invocheranno adesso i macellai israeliani per giustificare questo eccidio? Volontari, pacifisti, giornalisti. 19 persone uccise in acque internazionali. Perchè? Per impedire la dignità di un popolo. Per le scuole, gli ospedali, i medicinali, persino i giocattoli che avrebbero consentito ad popolo costantemente sotto assedio di sviluppare le condizioni di vita minime per reclamare la dignità di esseri umani. E come al solito dalla comunità internazionale arriva lo sdegno, la disapprovazione, gli ambasciatori convocati...e nulla più. Reazioni di facciata per apparire belli e giusti. Ma agli occhi di chi? Chi è rimasto su questo pianeta che non ha capito ancora che quello a cui ci si trova di fronte è un processo di epurazione etnica che non ha nulla da invidiare a quella che Adolf Hitler mise in atto contro gli ebrei durante gli anni del suo scellerato dominio?
Sionismo = Nazismo è un'equazione che non ha più variabili.

Saturday, May 29, 2010

Wednesday, May 26, 2010

Vedi il post di sotto



Anche io soffro moltissimo lontano dallo iact di Briatore.

PS
Grandissima sciònza.

Monday, May 24, 2010

Keywords


Ero lì che leggevo dal sito del Corriere del nostro caro dittatore che racconta nell'ultimo e indispensabilissimo libro del 'cinquantino' (chi la capisce questa, per cortesia, me lo dica) di come si sia operato di cancro nel 2001, e di come il sommo ducetto consigli a tutti gli italiani di sentire almeno due o tre specialisti prima di affrontare un'operazione chirurgica. Leggevo anche di come una deputata o senatrice del piddì abbia sacramentato contro il premier per queste parole, che secondo lei offendono i medici italiani. Ero sempre lì che pensavo a quanto fastidioso fosse il commento della deputata (o senatrice) del piddì, che evidentemente non si è mai vista asportare un rene per sbaglio e trova giusto far polemica alla rene di cane anche su un fatto del genere, come se una legge bavaglio sulle intercettazioni non offrisse sufficienti spunti di critica contro questo governo. Ero lì insomma (laddove 'lì' è una twilight zone in cui i pochi neuroni rimasti galleggiano senza costrutto alcuno, ovvero di fronte al monitor del pc), quando leggo quanto segue:

"Un altro dei temi affrontati riguarda la separazione dalla seconda moglie, Veronica Lario. A quest'ultima andranno Villa Belvedere, la residenza di Macherio dove vive con i figli, la cui manutenzione resterà a carico di Silvio Berlusconi; e un appannaggio di 300 mila euro al mese, inferiore di oltre il 90% rispetto a quanto inizialmente chiesto dal suo avvocato. Questa, tuttavia, secondo il Cavaliere è una transazione equa, soprattutto per i figli. 'Veronica è una donna che sa risparmiare - ha spiegato il leader del Pdl - e tutto il suo patrimonio (100 milioni di euro, n.d.r.) sarà destinato ai nostri figli.'"

E mentre lo sguardo vagava perso sul testo, all'improvviso, dopo aver codificato, paragonato e consolidato le parole in grassetto (chè saranno pochi ma ce la mettono tutta poverelli), i neuroni di cui sopra si sono imbizzarriti all'unisono, che significa tutti insieme. Hanno cominciato un galoppo disperato, rincorrendosi l'un l'altro dentro il vuoto della scatola cranica, cercando di scaricare sul prossimo il significato di quelle parole. "Prendilo tu 'al mese'" diceva uno, "Nooooo! Che schifooooo!!! 'al mese' no te prego!" rispondeva l'altro "Tuo il 'risparmiare'!" esclamava una cellula corticale, scaricando il vocabolo su un malfermo neurone ippocampale. Una scena agghiacciante, peggio di quella del toro che risuola le otturazioni del torero (per il quale ammetto di non provare compassione alcuna), e che è durata per qualche minuto. Finchè, proprio nel momento di maggior orgasmo, proprio mentre il parossismo della corsa aveva raggiunto il culmine, quando già un filo di bava colava lungo il mento, tutti i poveri neuroni all'unisono (che significa tutti insieme) si sono fermati, riprendendo tranquillamente a pascolare nelle sterminate vallate della mia scatola cranica.
Ed io ho capito. Due cose.
La prima (che in verità già VAGAMENTE sospettavo) è che la distanza antropologica che corre tra Berlusconi e le persone che vorrebbe governare è talmente lunga che per calcolarla bisogna tenere in seria considerazione i parametri di curvatura gravitazionale della luce. Se quest'individuo non prova nessuna vergogna a pronunciare quel 'risparmiare' dopo quel 'al mese', allora non v'è dubbio che non appartenga alla specie 'Homo Sapiens Sapiens'. Forse si è evoluto direttamente dallo stercorario ed è pertanto un artropode merdoso.
La seconda è che la Vagina è davvero l'arma più potente del mondo.
Anche le tette però.

(nella foto La Russa posa accanto all'ultimo modello di vagina stealth da assalto)

Sunday, May 09, 2010

Ciuri di campo



Ciuri di campo chi nasci
biati l'occho di cu lu pasci
ciuri di campo chi crisci
e la lapuzzainchi li vischi
ciuri di campo chi mori
chianci la terra chian
ci lu cori
ciuri chi nasci
ciuri chi crisci
ciuri chi mori
chianci la terra chianci lu cori
come ciuri di campu nascisti
e la terra ti fici
di matri
comu ciuri di campo criscisti
e la lotta ti fici di patri
come ciuri di campo muristi
na sira i maju chi stiddi tristi



Come ha detto qualcuno, se vogliamo dare un senso alla festa della mamma...

Friday, May 07, 2010

Il gatto e il muflone

Stanotte ho fatto un sogno strano. Ero su un aereo, in cielo. Un aereo un po’ particolare. Senza sedili, solo un grande letto sul lato destro. Il pilota si divertiva a fare acrobazie intorno alle sommita' delle chiese e dei monumenti italiani piu’ famosi. Ad un certo punto e’ saltato fuori il mio gattone Tuma da sotto il letto. Camminava e correva benissimo. E’ stato un po’ li’ a guardare me, poi ha spostato lo sguardo fuori dal finestrino, verso guglie e campanili sfiorati dalla carlinga dell’aereo. Poi, improvvisamente, ha drizzato il pelo, ha cominciato a miagolare ed a correre a destra e a manca come impazzito.
Credevo si fosse spaventato a guardare nel vuoto. Invece stamattina ho capito che probabilmente aveva visto te, cane muflone, che arrivavi galoppando, coda ad elica, tipica espressione implorante e lingua penzolante di lato. E si sa, tra gatti e mufloni non corre buon sangue.

Per strada sei arrivato e per strada hai chiesto gentilmente di tornartene. E sia. Non litigate pero’, e’ un letto grande. C’e’ posto per tutti.



RAM (Random Access Muflon)
?? ?? - 6 Maggio 2010

Wednesday, May 05, 2010

Contrordine compagno


Tra un po' verra' fuori che e' pure interista...

Risposte anticorpali



"State attenti!" esordiva Paolo Rossi nel prologo di una gran bella canzone dei Modena City Ramblers. State attenti perchè se dopo sedici anni di magalàs, insospettabili come Bersani o addirittura D'Alema iniziano a incazzarsi e a mandare affanculo la gente, allora magari qualcuno degli anticorpi di cui parlava Montanelli qualche anno fa, inizia a svilupparsi davvero. Misteri dello splicing alternativo. Ritardato magari, ma sempre alternativo.

Saturday, April 17, 2010

Preoccupazioni di un Aprile all'ombra del vulcano


Sono seriamente preoccupato. Leggevo sul sito del Corriere di uno scontro di vedute abbastanza significativo che c'è stato oggi tra Franceschini, cosiddetto leader di una corrente minoritaria del PD (una corrente minoritaria all'interno del PD è praticamente Franceschini stesso, Veltroni e Lillo il Castoro) e D'Alema. Il primo sostiene che nel caso in cui Fini dovesse allontanarsi dal PdL, non sarebbe lecito cercarne in Parlamento il sostegno e la collaborazione, dal momento che, secondo Franceschini, l'uscita di AN dal PdL sarebbe comunque mirata a costruire una destra alternativa a Berlusconi, e pertanto Fini rimarrebbe un avversario politico. Fin qui, potrei anche essere d'accordo, se non fosse che i problemi del paese, al momento, trascendono decisamente quest'ottica da stadio per cui noi=buoni e loro=cattivi. Voglio dire, nell'ipotesi assurda che un giorno Fini dovesse svegliarsi e rendersi conto che l'Italia necessita, tanto per dirne una, di una seria legge sul conflitto d'interessi, non votarla perchè viene da Fini mi parrebbe una cazzata stratosferica. Poi però, il leader della corrente minoritaria del PD, in comunanza di vedute con Veltroni e Lillo il Castoro, afferma che una convergenza del genere col redivivo Camerata Gianfranco, sarebbe accettabile solo in caso di una, virgolette, seria emergenza democratica, chiuse virgolette.
Dunque vediamo, riassumendo i punti più salienti, l'informazione è imbavagliata a discrezione di persone altamente illuminate come Minzolini; Giustizia è diventata ormai una parolaccia di quelle che quando le maestre la sentono pronunciare dai bambini, li mettono in castigo; se tanto mi da tanto, siamo ormai prossimi all'emanazione di leggi razziali che quelle del ventennio al confronto erano satira politica; il lavoro è diventato un optional e ormai i lavoratori dipendenti passano più tempo sui tetti che non in ufficio o in laboratorio o in catena di montaggio; gli imprenditori onesti, nella migliore delle ipotesi, si suicidano; la scuola e l'università sono ormai svuotate di ogni ragion d'essere e coi quattro soldi che gli sono rimasti riescono solo a far stampare diplomi e lauree che vengono rilasciati con la stessa semplicità con cui vengono rilasciate le patenti di guida; la ricerca pubblica, sia scientifica che tecnologica, non esiste quasi più, e anche quella privata alza le tende per andare ad impiegare lavoratori asiatici molto più economici; in ultimo, un buon sessanta per cento della popolazione italiana crede che la defilippi sia il più grande statista del secolo.
Cosa sarebbe una "seria emergenza democratica" secondo Franceschini, un'asteroide assassina? Un'invasione di alieni? La Lazio che vince lo scudetto?
Ecco, più o meno questo è quello che gli ha risposto D'Alema. Ragion per cui mi trovo ad essere d'accordo con lui.
E questo mi preoccupa non poco.

Tuesday, April 13, 2010

Breaking news

Dopo Gino Strada bombarolo, adesso le lepri islamico-comuniste. Viva preoccupazione e' stata espressa dal ministro con la riga Franco Frattini. "Molto meglio la carne di maiale" avrebbe detto il ministro semplificato Calderoli, prima di autoelidersi dal massimo comun divisore della pubblica idiozia, ma suscitando le ire dell'Islam italiano, mentre una cosa a forma di Cicchitto rammentava dagli schermi del tiggiuno che l'esubero di lepri anarco-insurrezionaliste "e' un problema che l'Italia ha ereditato dal precedente governo di centrosinistra". Nonostante un vistoso prolasso linguale da usura, il direttore Minzolini si e' comunque scagliato, in un duro editoriale, contro quella parte politicizzata e comunista della magistratura italiana che preferisce il buglione allo scottadito. Degno di nota anche l'intervento della neoeletta presidente della regione Lazio Renata "Arfio" Polverini, che ha commentato l'evolversi della strategia del terrore dal 9/11 ad oggi con un secco "nun me ne frega 'n cazzo, tanto ho vinto io".
Consigli per gli acquisti. A seguire Porta a Porta con il plastico della lepre jihadista.

Wednesday, March 31, 2010

Para-Lesandro

Ci sono tre anni prima delle prossime consultazioni elettorali. Tre anni. E' da ieri che non si sente dire altro a destra. Non si fa che parlare di questi tre anni durante i quali dovrebbero finalmente concretizzarsi quelle riforme di cui si parla da sedici anni invece.
Ed a me suona tanto come una minaccia. Sembra di sentire queste persone che dicono "abbiamo tre anni per fare tutte le nostre porcate senza che nessun cittadino possa dire nemmeno mezza parola".
Pensateci. Ricordatevi, voi che li avete votati, di quello che sentite dire oggi quando nel 2013, alla vigilia della nuova campagna elettorale, sentirete queste stesse persone dire che il pozzo di merda in cui è definitivamente caduto il Paese è colpa della magistratura politicizzata, piuttosto che degli extracomunitari, piuttosto che di Di Pietro o dei comunisti. E quando ve ne sarete ricordati, pensate pure che sono ormai diciannove anni che vi prendono per il culo.

Nella migliore delle ipotesi...


Tuesday, March 30, 2010

30.03.10


Non ha resistito al peso della vergogna

Sunday, March 28, 2010

Conoscere per provvedere (Cesare Zavattini per Jafar Panahi)

Di Elena Catozzi

La prima cosa che apprendo con stupore è che il nostro Paese è tra i primissimi partners economici dell’Iran. E che qualche anno fa la BNL sganciò fior di miliardi destinati a Saddam Hussein e alla sua compravendita di armi.
Altra cosa, che praticamente nessun governo di quelli che chiamiamo 'paesi occidentali' ha nella sua agenda tra i compiti prioritari, la cura e il rispetto dei diritti umani. Figuriamoci se può occuparsi di quelli violati in altri paesi, per di più 'islamici'.
Così come non sapevo che a capo della Commissione Onu per i Diritti Umani, ossia uno dei più importanti organi dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite, vi fosse una donna libica, nominata a questa carica in base a una procedura democratica, proprio quella che nel suo Paese non esiste, essendo il suo Paese uno degli ultimi luoghi al mondo dove non si esercita la democrazia. E dove alberghi qualche straccio di diritto.
Apprendo con minuziosi dettagli che la Cina e la Russia continuano imperterrite a sostenere l’Iran e il suo regime e a commerciare armi, a rifornirlo di tutto il necessario, e a fare orecchie da mercante, mistificando i fattacci e tirandosi però fuori dalle beghe a loro uso e consumo. Della serie “non parlarmi non ti sento”.
Non sapevo che l’Iran fosse talmente ricco di suo grazie all’esportazione dell'oro nero, giustificando così, tra le altre cose, la sua totale indifferenza verso il suo popolo da cui non ha neanche bisogno di ricevere imposte tanto può contare sulla sua intrinseca ricchezza, e quindi non dipende dalle tasse dei suoi cittadini che finiscono per non avere alcun tipo di ruolo sociale, nè possono aspirare ad un potere civile nella loro società, essendo essa un surplus da sopprimere e reprimere.
Ho anche appreso dalla viva voce di chi quei luoghi li ha visitati, che fa abbastanza ridere l'ipotesi che l'America non sapesse niente della costruzione o comunque della presenza del carcere di Evin e della corsa agli armamenti nucleari. Figurarsi. Così come, parlando con i pochi sopravvissuti da quel carcere infernale, si apprende che effettivamente la situazione fosse simile anche prima che salisse al governo Ahmadinejad dal momento che in Iran manca la democrazia da 105 anni e che “in qualsiasi paese dove si viva con un forte potere religioso (…) è pressocchè automatico che vi sia un regime e una dittatura repressiva”. E qui è scattato l’applauso.
Non sapevo che tutti i prigionieri politici che l’Iran nega di avere, sono considerati in realtà prigionieri 'religiosi' nel senso che la loro colpa, udite udite, è quella di empietà contro il loro dio. Quello in nome del quale vengono torturati e uccisi ogni giorno sebbene le loro proteste siano di ben altro tenore.“Tutti si svegliano ogni giorno sapendo che qualcuno può bussare da un momento all’ altro alla loro porta e portarli via.” “L’Iran sta diventando la più grande prigione per tutti gli iraniani”. E quel carcere di Evin che non suona roboante come Guantanamo.
Apprendo anche che qualche tempo fa, neanche così lontano, il responsabile capo della cinematografia iraniana che apparteneva alle più alte gerarchie religiose, era un non vedente. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
La lapidazione poi per chi si macchia della terribile colpa di avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio quasi non fa più notizia, ancor di più che alcune donne vengono arrestate e condannate per tale empietà anche quando il fatto non sussiste. Processi sommari alle intenzioni, esecuzione delle idee prima ancora che delle azioni. E comunque basta un abito sbagliato, un colore non gradito.
Vengo a sapere poi che attualmente la Turchia sta negando i permessi ai rifugiati che riescono a scappare. E che quei pochi fortunati che riescono a fuggire ed 'emigrare in paesi 'occidentali' vengono praticamente abbandonati a loro stessi. Come se la loro agonia non dovesse mai finire nemmeno fuori da quell’inferno.
E anche se siamo nell’era di facebook e degli appelli e della campagne mediatiche, ci viene raccontato che quando il primo ministro ungherese fu assassinato e non si trovava il corpo, si venne a capo della cosa esattamente tartassando e intasando il centralino dell’ ambasciata inglese (informata sui fatti), che alla fine, estenuata dalle tante telefonate, cedette. Così come pare che recapitare continuamente lettere infuocate per richiedere la scarcerazione di prigionieri alle ambasciate competenti, dia più fastidio e smuova più persone che un ordigno collocato da qualche parte.
Insomma, come si fa a vivere ignorando tutto ciò? E se un quarto delle esecuzioni capitali dell'intero pianeta terra vengono perpetrate in Iran, beh, tappatevi le orecchie, non leggete se vi dà noia, ma la verità è che è anche un po’ colpa nostra. Circa tre ore di dibattito oggi l'hanno ampiamente dimostrato. E se non facciamo niente per porre continuamente all’attenzione fatti così gravi e non proviamo almeno solo ad immaginare un modo per contrastarli, ce ne rendiamo ulteriormente complici più di quanto non lo siamo già, accanto ai nostri governi indifferenti, agli Stati, alle Organizzazioni Internazionali e all’umanità intera.
Chi ama il Cinema poi, dovrebbe avere una spinta maggiore ad abbracciare la causa. E sì.
Perché Jafar Panahi non è solo un autore di un prodotto finito che noi amiamo e che si chiama 'film', ma è anzitutto un uomo che usa ciò che può e che più gli viene meglio affinchè noi possiamo stare qui a parlare di queste cose. Anzi, se niente evolve e nulla cambia è anche perché, per dirla sempre con un certo Za che utilizzò quest’espressione in analoghi contesti, “il cinema non ci ha aiutati”.
E se Jafar Panahi non vuole pagare la cauzione che probabilmente permetterebbe a lui e alla sua famiglia di uscire, è proprio per solidarietà con gli innumerevoli oppositori di ogni sesso, credo ed estrazione che popolano i suoi film. Quei film con cui ha provato a riscattarli.
E noi che ci professiamo tanto amanti di questa meravigliosa pellicola che gira, abbiamo ancor di più il dovere di parlarne, di creare iniziative concrete di sensibilizzazione a un fatto del genere, perché il Cinema viene dall’Uomo, dal suo cuore, dalla sua testa, dalla sua interiorità e non può prescindere da tutto questo perchè semplicemente non potrebbe esistere.
E’ per questo che ciò che è avvenuto questo pomeriggio alla Casa del Cinema è molto importante, e conta poco in quanti fossimo effettivamente.
Mi sento davvero di ringraziare tutti coloro che ci hanno ricordato ancora una volta quanto soffre e spera il popolo iraniano. E quanto vorrebbe con tutta l’anima cambiare le cose, ma nonostante l’ingente sacrificio a cui si sottopone quotidianamente, non ci riesce ancora.
Lezioni troppo illustri e nobili per noi che invece potremmo ma non vogliamo.
E così l’ Iran continua ad essere un 'brutto posto' lontano anni luce da noi e sapientemente tenuto a debita distanza di opinione.
Ma figuriamoci se noi possiamo riuscire a comprendere l’inestimabile valore di poter esercitare un’opinione.
Eppure ne avremmo così maledettamente bisogno.

Saturday, March 27, 2010

Concorso a premi

Periodo: 21 - 24 Marzo

TG1.........................22.2% del tempo
TG2.........................21.8% del tempo
TG3.........................16.6% del tempo
TG4.........................56.8% del tempo
TG5.........................28% del tempo
Studio Aperto.........81% del tempo

Fonte: www.radicali.it

Il primo che indovina il nome della persona recipiente dei suddetti spazi televisivi, vince l'ultimo libro di poesie di Bondi con foto autografata dell'autore in perizoma e reggicalze.

Leggittimo stupramento

"perché non si adegua al regime della via di mezzo, perché non si riempie la bocca di parole come diritti dignità sussidi pace quiete libertà, perché è l’ultimo eretico del nostro tempo, perché nega l’olocausto e pensa di usare l’atomica, perché mette a tacere l’opposizione, perché minaccia l’America, perché non concede alle donne di sentire il vento tra i capelli e si permette sempre di ribattere con quel sorriso di sprezzatura alle smorfie contrite e indignate di uomini d’ogni colore e forza"

Così parlò Silvia Valerio, padovana neonazista dell'ultim'ora, sul Corriere della sera.

Ho sempre pensato che lo stupro fosse una cosa bruttissima.
Però adesso mi domando se non sia il caso di promulgare un decreto interpretativo anche per quello!

Friday, March 26, 2010

Armiamoci e partite

Raiperunanotte. Ovvero, il gotha del giornalismo d'approfondimento italiano veste i panni della carboneria e si rifugia in 'gran segreto' sul web per salvaguardare almeno un'ultima isola di informazione libera, di verità. Una grande trasmissione Raiperunanotte. Un grande successo. Ciò che si voleva silenziare è stato detto. Ciò che non si doveva mostrare è stato mostrato. Ed è stato anche un grande spettacolo. Indimenticabile il monologo di Luttazzi!
Ma a me rimane comunque un saporaccio amaro in bocca.
Forse perchè le operaie di stasera domani continueranno ad essere senza un lavoro. E quel che è peggio, dimenticate. Siamo talmente abituati a sentire storie come quelle, che ormai quel tipo di sofferenza (quella di chi dall'oggi al domani, e quel che è peggio senza motivo, si ritrova in mezzo ad una strada) ci passa davanti suscitando lo stesso stupore che susciterebbe la vista delle auto in autostrada viste dal parcheggio di un autogrill.
Forse perchè a vedere la gente che ha manifestato in piazza a Roma sabato scorso viene da pensare che abbia ragione Morgan, quando dice che il vuoto da colmare è un vuoto di sapere. Quella gente dimostrava disprezzo. Disprezzo per la libertà di parlare. Disprezzo per la libertà di dissentire. Disprezzo per la libertà. Ed un disprezzo del genere non può non nascere da una profonda, irreversibile ignoranza, intesa come drammatica mancanza di ogni forma di cultura, se non addirittura di pensiero. Sassi e pietre non hanno idee, e se anche le avessero, sarebbe non poco difficile fargliele cambiare a parole.
Forse perchè Antonello Venditti s'è invecchiato, o forse perchè sul finale, ho avuto l'impressione che il 'trenino' tentato da Santoro sia abortito sul nascere, e tutti gli altri lo abbiano lasciato da solo. Una metafora inquietante.
Forse perchè 'Io odio' già lo cantavo nel 1993, insieme ai 99Posse, e prima di loro l'hanno cantato in migliaia da Toro Seduto, a Emiliano Zapata, ad Ernesto Guevara, ad Ho Chi Min, a Renato Curcio e via dicendo, e molti di quelli che oggi si beano di sapere quello che ha detto Aristofane riguardo all'odiare i disonesti, magari sono gli stessi che ieri bollavano queste persone come banditi o terroristi o criminali. O me come 'zecca' dei centri sociali. E, non lo nego, mi girano parecchio i coglioni per questo.
Tuttavia, Monicelli invita ad abbandonare la speranza e ad abbracciare la rivoluzione. Mica una 'rivoluzione culturale' o comunque sia 'democratica', come quella che riuscì tanto bene ad Allende in Cile, e che pure sarebbe auspicabile (per quanto noi non siamo certo il Cile di Allende, dove gli operai delle miniere di rame scioperavano leggendo le poesie di Neruda. Con Neruda. Noi siamo l'Italia degli operai dell'Eutelia o di Termini Imerese, ugualmente degni, per carità, ma che gli va di lusso se riescono a farsi invitare a San Remo, con la Clerici!). No, una rivoluzione vera, di quelle dove si tira il grilletto e qualcuno finisce appeso a testa in giù sulla pubblica piazza. Il che, in verità, mi è sembrato un messaggio parecchio in antitesi con lo spirito della trasmissione stessa, dal momento che dei veri rivoluzionari non si sarebbero spostati sul web dopo essere stati censurati in Rai, ma avrebbero preso Masi, Innocenzi, l'Agcom e chi più ne ha più ne metta, li avrebbero sbattuti fuori dalla Rai a calci nel culo, avrebbero occupato gli studi e sarebbero andati in onda in televisione. Ma a parte questo, sebbene io pensi che sarebbe bellissimo se una cosa del genere accadesse, mi sorprende che uno come Monicelli non comprenda come mai una rivoluzione del genere sia impensabile in Italia, specialmente adesso. Perchè per tirare il grilletto e sperare di vivere abbastanza a lungo per raccontarlo, non basta essere incazzati, ci vuole qualcos'altro. Ci vuole la fame Maestro. Quella che non ti lascia alternative. L'unica forza che ha il potere di unire i disperati sotto un'unica bandiera. E' sempre stato così, ogni volta che l'Uomo ha deciso di ribellarsi agli eserciti della reazione. E tante volte non basta nemmeno quella. Per lo meno, se si vuole avere una speranza di vittoria.
Trasmissioni come quella di stasera rincuorano, perchè fanno capire che c'è tanta gente in Italia che considera la libertà e la verità dei beni irrinunciabili. Persone che così si contrappongono ai bipedi piddiellini di cui sopra, per i quali invece l'asservimento è la condizione naturale. Ma chiedete ai primi di imbracciare un fucile adesso. Chiedete ad una qualunque di quelle operaie di darsi alla macchia. Vi risponderanno che, messe alle strette, sarebbero disposte al furto magari, per garantire la sopravvivenza. Ma sparare è un'altra cosa.
Poi chiedete la stessa cosa ai secondi. Lei capisce, Maestro, che è una lotta impari. Da un lato noi, che preferiamo aspettare che Franz si beva almeno il caffè prima di sparargli, e dall'altro...
Io capisco l'avvilimento e la rabbia di Monicelli, e forse è proprio questo che mi lascia la bocca amara. Non deve essere bello sapere che settantacinque anni di sforzi compiuti per tentare di far capire alla gente, di farla ragionare, di metterla di fronte alle proprie contraddizioni ed ai propri limiti oltre che, ovviamente, di emozionarla, debbano risolversi con un nulla come Berlusconi al governo (perchè questo è Berlusconi, il nulla. Persino Mussolini era meglio di lui, almeno il Duce ci credeva in quello che diceva). E credo anche che se questo stato di cose non dovesse essere sconvolto da un cambiamento radicale, si arriverà prima o poi al punto in cui anche gli italiani, normalmente proni ad ogni tipo di inculata, per dirla con Luttazzi, si faranno nuovamente girare i coglioni e qualcun'altro finirà a testa in giù a piazzale Loreto.
Ma credo anche, anzi temo, che quel momento sia ancora lontano nel tempo, e che il massimo che ancora oggi ci si possa sforzare di fare, sia di combattere ognuno nel nostro piccolo e nel nostro quotidiano, coi mezzi a nostra disposizione, per fare in modo che sopravviva almeno la verità, come è successo stasera, e proprio come ha fatto anche Monicelli nella sua lunga carriera. Perchè come ho letto una volta su un blog, anche se adesso non mi ricordo quale, "Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario". E se c'è la verità, la libertà non può essere tanto lontana.
E adesso per favore ditemi come spegnere questa cazzo di finestra di streaming qui sotto che continua a mandarmi il jingle della trasmissione, prima che ammazzo davvero qualcuno!

Thursday, March 25, 2010

Tuesday, March 23, 2010

Prolusioni mannare

Ho letto la 'prolusione' (credo che sia la prima volta in vita mia che dico 'prolusione') di Bagnasco all'apertura dei lavori del Consiglio Episcopale Permanente (che suona più come una minaccia che non come un'istituzione ecclesiastica) ed i commenti del cosiddetto mondo politico a riguardo. Si è sparsa l'impressione che Bagnasco abbia voluto dare un'indicazione di voto 'contra personam', ovvero abbia voluto suggerire all'elettorato cattolico di non votare per la Bonino nel Lazio. Solo che, se si legge tutta la 'prolusione' (e due), si vede che, seppure sia vero che una dichiarazione di non-voto esplicita venga fatta solo per quanto riguarda il tema dell'aborto, tanto caro ai radicali, ciònonostante il cardinale riserva solo quest'abile stoccata a quella che potrebbe essere considerata come una problematica rappresentativa del pensiero di sinistra, mentre invece ne rifila diverse ad altri argomenti nei quali non si può non ravvisare un riferimento inequivocabile al governo ed al centro destra.
La mancanza di provvedimenti a favore di lavoratori ed imprese medie e piccole in periodo di crisi, ad esempio. Oppure il concetto di una maggiore 'responsabilità sociale' nei confronti dei lavoratori italiani, sempre più spesso sfavoriti nei confronti dei lavoratori asiatici, decisamente più economici. Ma anche, e direi soprattutto, la necessità di un approccio solidale nella gestione del problema dell'immigrazione clandestina, per il quale "l'accoglienza dei nuovi arrivati deve essere un obiettivo", e il richiamo, fatto espressamente al mondo politico, alla 'giustizia': "Ecco ciò che, dinanzi a quel che va emergendo anche dalle diverse inchieste in corso ad opera della Magistratura, e senza per questo anticiparne gli esiti finali, noi Vescovi ci sentiamo di dover chiedere a tutti, con umiltà, di uscire dagli incatenamenti prodotti dall’egoismo e dalla ricerca esasperata del tornaconto e innalzarsi sul piano della politica vera. Questa è liberazione dalle ristrettezze mentali, dai comportamenti iniqui, dalle contiguità affaristiche per riconoscere al prossimo tutto ciò di cui egli ha diritto, e innanzitutto la sua dignità di cittadino. Bisogna che, al di fuori delle vischiosità già intraviste e della morbosità per un certo accaparramento personale, si recuperi il senso di quello che è pubblico, che vuol dire di tutti e di cui nessuno deve approfittare mancando così alla giustizia e causando grave scandalo dei cittadini comuni, di chi vive del proprio stipendio o della propria pensione ed è abituato a farseli bastare, stagione dopo stagione".
Processi in corso, acaparramento personale, scandalo. Mi pare chiaro no? Si punta il dito, più o meno genericamente, contro l'aborto, contro il razzismo e contro il persegumento degli interessi privati ad opera dei politici. E non sembra esserci diversità di volume nel tono utilizzato contro le diverse parti politiche, tanto è vero che proprio oggi lo stesso Bagnasco si affretta a precisare sul Corriere, che "La Chiesa è contro l'aborto, ma non considera i valori della bioetica più importanti di quelli sociali".
Insomma, sembra proprio che ce ne sia per tutti.
Tranne uno.
Indovinate quale.

Sunday, March 21, 2010

1+1=2. Nonostante tutto.

Tanto per farvi capire che significa avere un milione di persone nella piazza di San Giovanni



E se non avessi adesso questi lucciconi, chè vedere queste immagini è sempre un'emozione, gliene direi quattro a quel branco di pecoroni che ieri hanno pensato di esprimere una qualche, inesistente, passione politica.

Saturday, March 20, 2010

Se Parigi avesse il mare...


Ciò che preoccupa non è il fatto che LUI dica cose come questa. Da uno come LUI te le aspetti questo tipo di uscite, che ricordano tanto i miei "ma è il prof. che ce l'ha con me!". Non sorprende insomma che la SUA visione della giustizia non ecceda quella di uno studente di scuola media inferiore (chè già alle superiori uno ha la fantasia ed i mezzi dialettici per imbastire giustificazioni molto più articolate) che torna a casa con un 4 in matematica. Non sorprende nemmeno l'insopportabile profilo di falsa istituzionalità di tanta parte della destra parlamentare italiana, che si nasconde dietro assurdità del tipo "noi non gioiamo quando un esponente del centro sinistra viene arrestato" (tranne Gasparri, che evidentemente ancora non l'hanno messo nella mailing list del generatore automatico di cazzate), per non citare le immortali parole di Gaetano Quagliarello che ammonisce severo "lasciamo che la magistratura faccia il suo lavoro", ponendo una serissima ipoteca sul premio "Hanno la faccia come il culo" edizione 2010.
Tutto questo non sorprende.
Quello che sorprende, è che metà degli italiani, più o meno, ancora ci creda o finga di crederci. Sbalordisce che esista ancora qualcuno al di fuori della cricca di onorevoli, senatori, portaborse o semplici Minzolini, che ancora prova a difendere questo genere di affermazioni nei bar, o sull'autobus o in pizzeria.
Ecco, questo si che preoccupa.

Friday, March 19, 2010

ESCI LA MONETINA!!!


RAGAZZI CACCIATE 'STI DUE EURI E MEZZO! SUVVIA!!! Sennò come faccio io quassù che manco più i telegiornali in diretta streaming riesco a vedere (lo streaming delle 'differite' è stato riattivato dopo circa un mese e mezzo di oscuramento).
Cliccate sulla vignetta di Vauro e uscite la monetina!!!

Wednesday, March 03, 2010

Sunday, February 28, 2010

Il ginocchio ferito dell'america

Il 28 Dicembre del 1890, una tribù di indiani Lakota di più di trecento tra uomini, donne e bambini, venne interamente sterminata da un battaglione di cavalleria americana agli ordini di un colonnello "occhi turchini e giacca uguale", come direbbe de Andrè. Erano migranti, e lo stesso colonnello li aveva precedentemente rassicurati dicendo loro che non avrebbero avuto nulla da temere se, incontrando i visi pallidi, si fossero tutti raggruppati sotto una bandiera americana. Bandiera preziosa dunque, che il capo tribù, Piede Grosso, custodiva prudentemente sotto la giubba. Vennero intercettati sul fiume Wounded Knee (Ginocchio ferito. Dio solo sa perchè chiamare così un fiume). Memore degli accordi presi, il capo tribù radunò la sua gente sotto la bandiera. Nella sua mente di pellerossa senza malizia, non poteva immaginare che quell'accordo era stato pattuito al solo scopo di rendere più facile lo sterminio, di evitare cioè che le giubbe blu dovessero rincorrere i singoli pellerossa lungo tutta la valle. Un piccolo dettaglio che viene normalmente trascurato nelle versioni ufficiali sull'accaduto, nonostante le numerose canzoni che, nella 'discografia' a stelle e strisce, hanno voluto ricordare questo avvenimento.
Sono le quattro del mattino e tra l'angoscia, il vino e la voglia di bestemmiare (tanto per citarne un altro), ho appena finito di vedere Avatar, il film di James Cameron di cui tanto si parla in questi giorni. L'ho visto su internet, senza pagare una lira. Alla faccia di Cameron. Anche se l'ho dovuto vedere con i sottotitoli in tedesco durante i frequenti dialoghi in lingua Na'vi, il nome del popolo di indigeni, che suona mooolto simile all'inglese 'native', l'aggettivo usato per indicare i nativi americani (il termine pellerossa veniva inizialmente usato in senso dispregiativo, e venne sdoganato solo successivamente dal parlare comune). Il nome del popolo alieno non è la sola cosa che accomuna i giganti blu ai giganti rossi. Ci sono archi e frecce, e guerrieri a cavallo, e un culto della Terra come 'Grande Spirito' (Eywa per i Na'vi, Wakantanka per i Sioux). Oltre che un colonnello dei Marines bastardo dentro. E poi c'è la trama. Talmente simile alla storia del massacro di Wounded Knee, che se solo avesse avuto un briciolo di onestà in più, lo stesso Cameron avrebbe dovuto scrivere "liberamente tratto dalla storia degli Stati Uniti" sotto al titolo.
Paralleli del genere non sono infrequenti tra i film americani, e si incontrano sempre in pellicole che il pubblico premia con incassi record, e valanghe di statuette di omini dorati e senza genitali, come ad esempio "Balla coi lupi". Ci sono sempre dei 'buoni' o molto poveri o molto selvaggi che combattono e muoiono per salvarsi dalle grinfie avide del cattivo uomo bianco, generalmente impersonato da un qualche ufficiale 'deviato' dei marines. Poi però arriva un 'redento' viso pallido, di solito accompagnato da altri tre o quattro sfigati votati al martirio, che abbandona la causa della propria gente (o della propria specie o di quello che volete voi), aiuta i poveri selvaggi, si mostra combattente eroico e leader carismatico, si strombazza la più topona delle selvagge (generalmente la figlia del capo selvaggio) ed esce vittorioso da tutto questo senza nemmeno spettinarsi. Insomma, l'eroe è sempre quello che cambia bandiera, che va contro l'ordine costituito, che disobbedisce.
Questa ipocrisia mi fa vomitare. Hanno bisogno, gli americani, anche loro della loro redenzione, tanto più che massacri come quello di Wounded Knee sono stati e vengono perpetuati in ogni parte del mondo, dal Giappone di Hiroshima al Vietnam all'Iraq. E si ripuliscono la coscienza comodamente seduti sulle poltroncine di un cinema, rimpinzandosi di nachos e pop-corn. Pensando a quanto sono bravi e umani ad aver aiutato i simpatici alieni dalla pelle blu a sconfiggere il malvagio colonnello. Doppia ipocrisia oltretutto, chè applaudono al bastian contrario dentro alla sala, ma come escono sono sempre prontissimi a puntare il dito contro chi, nelle loro povere menti, mette a rischio le loro esistenze di Dio, Patria, famiglia e tacchino a Natale dicendo 'no'.
Per cui, tante volte qualche regista mi leggesse, gli suggerisco la trama di Avatar 2, dove il nostro eroe bellimbusto stira miseramente le zampe, e l'ultimo dei selvaggi, brutto, gobbo, zoppo e che puzza anche un pò, invade la Terra (ormai interamente a stelle e strisce) e porta la salvazione anche a noi poveri umani.
E' solo finzione cinematografica dopotutto. Ma per una volta almeno, assisteremmo veramente alla finzione di un popolo di selvaggi che viene liberato.
Giudizio critico: se avete voglia di strabuzzare gli occhi davanti agli effetti 3D (che io non ho visto ma che immagino), o se vi piace Sigourney Weaver, allora andatelo pure a vedere. Saranno comunque tre ore durante le quali eviterete di pensare alle bollette, al mutuo, alla pensione che non c'è e a tutte quelle piccole cose che rendono felice la nostra vita di occidentali.
Sennò, un qualunque film di Bombolo è meglio.
Augh