Thursday, December 07, 2006

Fari nella Nebbia/2


Un arabo israeliano invitato alla “Review of the Holocaust” (Rassegna sull’olocausto) che si terà a Teheran l’11 dicembre prossimo. Khaled Mahameed, avvocato 43enne di Nazareth, è stato il primo arabo ad allestire, in una stanzetta sopra il proprio ufficio, un piccolo museo della Shoà, con oltre 60 foto autentiche comprate dal Museo dei Martiri dell’olocausto allestito dalla Knesset israeliana. Il suo intento è quello di andare alla conferenza per ‘spiegare’ l’olocausto al presidente Ahmadinejad.
“[Ahmadinehad] smetta di negare e contestare l’autenticità dell’olocausto, così facendo non aiuta i palestinesi, ma ostacola la loro causa. C’è una forte ignoranza nel mondo arabo, che è irrazionale e autolesionista. La negazione della Shoà in particolare, serve solo a screditare i palestinesi agli occhi del mondo. Tutto quel che è accaduto deve essere interiorizzato e i fatti non possono essere negati; comprendere il significato dell’olocausto è un dovere per ogni arabo. Se il loro obiettivo è comprendere i propri avversari occorre che prima comprendano l’olocausto. Gli arabi devono conoscere i fatti non a beneficio degli ebrei, ma per se stessi. Lottare non è solo tirare bombe. È anche comprendere le basi del potere del nemico. Molti palestinesi temono che simpatizzare con gli ebrei sia come giustificare l’occupazione. E c’è il timore che l’olocausto possa sottrarre ai palestinesi lo status di vittime. Il mondo arabo deve integrare l’olocausto nella propria narrativa. Se lo comprendiamo, questo rinforzerà i nostri diritti su questa terra.”

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