Sunday, February 04, 2007

Fulmyne - Rivalutiamo la legna da ardere

La Terra ha la febbre, ma l’inverno è pur sempre piuttosto freddo.
Come è possibile allora vivere agiatamente in equilibrio con l’ambiente circostante? Come facevano gli antichi; o meglio come hanno fatto per decine di migliaia di anni senza fare i danni provocati dalla rivoluzione industriale. Si potrebbe pensare che un combustibile vale l’altro, e che bruciare legna nel camino di casa non migliorerebbe la situazione attuale. Ebbene esiste una differenza abissale e fondamentale tra i due assetti energetici. Il combustibile fossile che consumiamo ogni anno è il risultato di circa un milione di anni di accumulo energetico solare, ovvero di un milione di anni di reazioni foto-sintetiche tramutate in cellulosa e poi torba dall'eroe della nostra era: il Michrococcus Carbo, ovvero il micro-organismo in grado di generare idrocarburi partendo da materiale organico. Ripeto, ogni anno del nostro stile dissennato di vita costa alla terra l’equivalente dei risparmi energetici di circa un milione di anni del passato! “Vabbè”, dirà qualcuno "ma la Terra di milioni di anni ne ha molti". In effetti non è tanto il consumo delle risorse energetiche il problema, quanto l’accumulo dei prodotti di reazione che la biosfera non è in grado di “metabolizzare” in tempi brevi.
Rendiamo giustizia alla legna da ardere!
Quando un albero cade o invecchia, emette degli elementi chimici che vengono rilasciati nell’ atmosfera insieme ad una tenue energia che si manifesta sottoforma di calore mentre macera, laddove quando viene bruciato in una stufa emette energia in quantità, e fumo. Qual è il rapporto tra le due reazioni che il ceppo di legna può subire? La risposta è semplice anche se poco intuitiva per i profani di chimica: le sostanze emesse dalla pianta durante le due reazioni sono le medesime, ciò che cambia è la scala dei tempi! La reazione di combustione all’interno della stufa è molto più rapida della reazione di ossido-riduzione che avviene spontaneamente in natura. La carta ingiallita dal tempo testimonia appunto l’ossidazione che avviene naturalmente e inevitabilmente a lungo termine. Come dire che se lasciamo marcire naturalmente un ceppo anziché bruciarlo, avremo semplicemente sprecato una possibilità di ricavarne energia termica, e non per questo il legno non emetterà nel tempo gli stessi gas che sarebbero usciti dalla canna fumaria del nostro camino in poche ore! Non dimentichiamo inoltre che le piante abbattute vengono presto rimpiazzate da nuovi arbusti che crescendo assorbono energia e calore dai raggi solari che le investono, contribuendo alla riduzione del riscaldamento globale. Infine consideriamo che i prodotti della combustione da legna (ma non da petrolio o metano per esempio) vengono presto rimessi nel ciclo vitale dei nuovi alberi, per i quali infatti la cenere risulta forse il miglior concime.

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