Tuesday, July 29, 2008

Riflessioni di un nottambulo disgustato


E' fine Luglio, tra pochi giorni si parte per le vacanze. E, ovviamente, è tutto un accumularsi di rogne lavorative. Lavori arretrati che si ripresentano come un primo indigesto, burocrati in menopausa che cercano realizzazioni personali sulla pelle altrui, incompetenti e fannulloni vari che fanno il possibile per scaricare su di te il proprio lavoro. E via dicendo. Per cui, da alcuni giorni a questa parte, mi ritrovo sempre verso le tre del mattino, seduto davanti al laptop, cercando di risolverne qualcuna di queste rogne, con l'ora della nanna che si allontana progressivamente e quella della sveglia che progressivamente si avvicina. La nota positiva (per modo di dire) è che negli ultimi giorni in UK si è scatenata una condizione metereologica che gli inglesi amano definire 'glorious'. Ovvero caldo bestia ed umido a livelli insopportabili. Onde evitare di sgocciolare sudore sulla tastiera quindi, mi ritrovo spesso sulla porta di casa a fumare. In questo modo, si evita anche che umidità e sigarette si accordino per asfaltare il tappeto ed i muri, e l'opera di lastricamento rimane confinata in ambito polmonare.
Me ne stavo dunque sulla soglia, non dico in mutande ma quasi (belle immagini), e mi sono ricordato improvvisamente di quando ero studente all'università. Da studente, specialmente d'estate, mi era praticamente impossibile studiare di giorno. Non avevo un computer allora, salvo gli ultimi anni, ed in questi orari a metà tra il troppo tardi ed il prestissimo, sedevo al tavolo della sala con davanti pile di libri, appunti e dispense. E mi piaceva. Mi piaceva il silenzio. Mi piacevano le tortore che iniziavano a tubare invariabilmente alla stessa ora ogni giorno, verso le 4 e mezza del mattino. Mi piaceva sentire Roma svegliarsi piano piano, prima con gli autobus, poi con i camion della nettezza urbana, poi con le sveglie del condominio ed infine, quando io andavo a letto, con le automobili di romani già sudati. Me ne andavo in balcone per sigarette, ahimè, molto più rare e gustose di adesso, era fresco e i palazzi sembravano davvero avere occhi. Occhi chiusi ovviamente. Alle volte, quando quella lezione di fisiologia II sulla visione proprio non mi entrava in testa o quando mi sorprendevo ad interrogarmi ossessivamente sul perchè un fermentatore dovesse avere una 'camicia', scendevo direttamente in strada e iniziavo a camminare. Alle volte arrivavo fino al Tevere. Camminavo fino a quando non apriva il bar della piazza. Allora cappuccino, cornetto caldo con crema e poi tornavo a casa, con in tasca idee chiarissime e solide riguardo ai campi on-off della retina e verità inconfutabili sui meccanismi per la dispersione del calore nei processi fermentativi industriali.
A questo pensavo cinque minuti fa, mentre tiravo la cicca nel giardino dei vicini (così impari a non tagliare quella cazzo di siepe che mi invade casa, tiè!) e mi domandavo, come mai allora mi piacevano tanto queste cose e adesso invece ne farei volentieri a meno? Sarà che allora, da studente avevo forse meno responsabilità; sarà che qui cappuccini e cornetti caldi con la crema sono rari come gli unicorni; o magari, sarà il panorama...

11 comments:

Anonymous said...

Quanto sei bella Roma quand'e' sera
quando la luna se specchia
dentro ar fontanone
e le coppiette se ne vanno via,
quanto sei bella Roma quando piove.

Quanto sei bella Roma quand'e' er tramonto
quando l'arancio rosseggia
ancora sui sette colli
e le finestre so' tanti occhi,
che te sembrano dì: quanto sei bella.

Oggi me sembra che
er tempo se sia fermato qui,
vedo la maestà der Colosseo
vedo la santità der cupolone,
e so' piu' vivo e so' più bbono
no nun te lasso mai
Roma capoccia der mondo infame,
na carrozzella va co du stranieri
un robivecchi te chiede un po'de stracci
li passeracci so'usignoli;
io ce so'nato Roma,
io t'ho scoperta stamattina.

A.Venditti

Spediremo anche a te una cartolina con il colosseo !!!
LCK

Gerypa said...

Sarà che viviamo tutti sotto lo stesso cielo e non abbiamo gli stessi orizzonti...
Si vede che ho appena divorato una mezza dozzina di baci perugina?

fabio r. said...

come ti capisco! anch'io amavo studiare si notte, d'estate. anche se ero pendolare da Roma, poi a casa passavo serate con finestra aperta, luce soffusa (amo lampadine e candele manco fossi un santone)e libri. Spesso radio accesa, ma con musica classica (sennò tendo a seguire i testi delle canzoni e mi distraggo)..
comunque anche la vista dalla tua finestra attuale non è male!

ciao

Lesandro said...

@ Gery: occhio che il prossimo passo sara' comprare novella 2000.

@ Fabio: una strada deserta e umida, un secchio dell'immondizia ed un semaforo con tanto di cicalino per non vedenti (che per quanto segno di civilta' e' pur sempre una gran rottura di coglioni se ce l'hai praticamente dentro casa)?

Anonymous said...

-Riflessioni+nottambulo=Genio al lavoro

-Genio al lavoro+disgustato=meno sigarette

Meno sigarette+semaforo con cicalino=3 cioccolatini fondenti

Genio al lavoro+meno sigarette+3 cioccolatini fondenti= sonno in arrivo, anche se con in bocca il sapore di quella che in Brasile chiamano "saudade".

Come vedi quasi a tutto, volendo, c'è soluzione.
Quello che invece trovo inquietante
sono le righe bianche in terra. Era sobrio chi le ha fatte?


Tania

fabio r. said...

chiaramente intendevo la foto in basso.. :-DD

Gerypa said...

A proposito di Novella, ah, se sapessi...

Lesandro said...

Baci perugina consumati in gran quantita'...buone novelle...che mi combini Gery?

Gerypa said...

Non posso dire... proprio non ce la faccio. Non tengo famiglia, ma tengo fame...
NON MI FARE DIRE ALTRO!

Lesandro said...

coraggio...

Dyo said...

Nostalgia, eh?
;)
Allora torna a casa, Ale.

A parte gli scherzi ti capisco.