Wednesday, July 21, 2010

Il Prete Operaio (con rispetto parlando)


La figlia di Berlusconi si laurea e il Prof. Rev. Dott. Gran. Uff. Lup. Mann. Don (ai posteri chiarire se trattasi di titolo religioso o altro) Luigi Verzè domanda alla giovin figliuola se ritiene che sarebbe ipotizzabile istituire all'interno dell'Università del San Raffaele un corso di economia ove divulgare gli insegnamenti dell'autore studiato dalla fanciulla per la sua tesi. E soprattutto, se lei sia disposta ad averne la cattedra.
Fin qui, sembrerebbe una delle tante storie di ordinaria immeritocrazia che popolano le Università e gli istituti di ricerca italiani pubblici e privati, incluso il San Raffaele (e lasciatemelo ben dire cazzo, chè ci ho lavorato per più di un anno lì dentro, e ne ho viste di cose io che voi mortali ecc. ecc.).
Ma altra è la verità.
Provate a riandare con la memoria alle immagini di quella cerimonia.
Lei, Barbara Berlusconi, una toga accademica viola (?) addosso, il cappello piatto in testa, in piedi davanti alla commissione di Laurea, illustra il pensiero di Amartya Sen. Sta per laurearsi. Per modo di dire ovviamente, dal momento che ha portato a termine (in otto anni!!!) una di quelle buffonate post-morattiane che oggi si chiamano lauree triennali, create al solo scopo di far vedere al resto del mondo quanto sono bravi e studiosi i gggiovani italiani che si laureano con tanta facilità. E lui è lì, seduto in prima fila, rosso in viso, emozionato. Un vero papi con tutti i crismi. La sua piccola sta per diventare 'dottore'. Il che, se mi consentite una breve parentesi, offre all'incauto pensatore l'occasione per una serie di oziose riflessioni del tipo: ma se una laurea triennale vale per acquisire il titolo di 'dottore', una quinquennale che titolo conferisce? E uno come me ad esempio, che oltre alla laurea quinquennale ha fatto anche un dottorato di ricerca di tre anni (senza assegni), a quale titolo dovrebbe aver diritto (oltre a quello di coglione patentato per aver lavorato tre anni gratis)?
Ma chiusa parentesi.
Dicevo, lei è lì che affronta ormai le conclusioni del suo lavoro. E alla fine tira un sospiro di sollievo, ringrazia la commissione per la cortese attenzione e finalmente, in un tripudio di fotografi (alla mia di laurea c'era solo un matrimonialista reclutato all'ultimo momento che insieme alla foto voleva vendermi anche un set di pentole in teflon), stringe la fatidica mano e riceve l'onorificenza del titolo dal rettore in persona. E lui. Lui è mosso da un moto di sincera commozione, si porta le mani agli occhi e gonfia il petto, orgoglioso di quella creatura che ancora ricorda con treccine e calzettoni e invece adesso...adesso...
Insomma, a vederlo non si riusciva a distinguerlo da un qualsiasi altro genitore fiero dei successi della propria figlia. A vederlo, per un istante, abbiamo avuto la percezione del nostro presidente del consiglio come uno qualsiasi, come uno di noi, con in tasca le chiavi della macchina usata comprata nuova di zecca per la figliola neo-dottore.
Poi interviene il Prof. Rev. Dott. Grand. Uff. ecc., e quella pia illusione, che pure addetti altamente specializzati già avevano tradotto in percentuale di consensi guadagnati dal premier, è andata in frantumi. Poi apre bocca il Prof. Dott. ecc. e trascina questo quadretto così gioioso nel fango, sporcandolo del più odioso dei servilismi, trasformandolo in una manifestazione del più disgustoso dei clientelismi. Alla faccia di tutti i laureati disoccupati (e magari anche molto più preparati) del paese, inclusi quelli presenti alla cerimonia. E riporta lo spettatore di cotanta scena con i piedi per terra, ricordandogli esattamente chi ne sono i protagonisti. Insomma, rovina tutto. Milioni di voti persi, il consenso in caduta verticale.
Nessuna toga rossa sarebbe stata capace di tanto.
Si, perchè è questa la verità! Don Verzè...E' COMUNISTA!!!

(nella foto i partecipanti alla cerimonia di laurea indossano gli occhialini per vederla in 3D)

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