Friday, October 15, 2010

Piccole soddisfazioni

Dopo aver ascoltato "visiting scientists" esporre le proprie teorie per un paio d'ore, visto il pessimo umore che mi inseguiva da ieri, oggi ho deciso che era il caso di fare un pranzo un pò più sostanzioso del solito, triste panino che mi porto dietro normalmente, e mi sono diretto verso il pub dove indugio ogni tanto quando mi trovo a passare per il centro. Non amo particolarmente i pub ad essere sincero. Non più almeno. Ma hanno di buono che forse sono l'unico posto in UK dove si può mangiare decentemente senza spendere milioni, e senza dover vedere camerieri attillati che ti depositano sotto il naso piatti enormi contenenti poche briciole, ma con sofisticatissimi nomi francesi. Si mangia carne ovviamente. Hamburger, bistecche e via dicendo. Ed è carne buona. Cioè, non il tipo di carne (ammesso che sia carne) che si mangia nei fast food. In particolare, in questo pub, chiedo sempre un hamburger particolare, con bacon e blue cheese, ovvero un formaggio riconoscibile, oltre che dal sapore molto forte, anche da delle striature effettivamente blu al suo interno, sulla cui natura non mi sono mai voluto interrogare, un pò per paura, un pò per non guastare il fatto che effettivamente, mi piace non poco con la carne. Come si dice, occhio non vede...
Nel locale, dopo sette anni che ci vado, mi conoscono e ormai non devo nemmeno più ordinare. Si presenta direttamente uno dei ragazzi che ci lavorano con il piatto da una parte e la pinta dall'altra. Piatto unico ovviamente. Patatine fritte in un angolo, ciotolina con 'cabbage' in salsa in un altro, ed al centro lui, il panino. Grande, pieno e succoso. Il tutto equivale ad un pranzo di medie dimensioni per un inglese.
Penso per lo più ai fatti miei mentre mangio, nel senso che rispondere ai camerieri o al proprietario, che ogni tanto si presentano per scambiare due battute, non mi manda in visibilio. Oggi in particolare, rispondevo a monosillabi. Ad un tratto il proprietario (o il 'manager', o quel che è), mi si avvicina, forse avendo notato le nuvolette nere che mi ronzano ancora sulla testa, e mi chiede "Are you hungry today?". Domanda insolita se rivolta ad uno che sta mangiando. E difatti sulle prime non capisco. Faccio mente locale e mi domando se non abbia detto 'angry' (incazzato) invece di 'hungry' (affamato), che avrebbe già più senso. Nel dubbio, rispondo con un generico 'abbastanza'. Appena ho risposto, lui sparisce dietro al bancone, poi torna tenendo un piatto con sopra una portata identica a quella che stavo già mangiando e mi domanda "That hungry?". In altre parole, il cuoco aveva preparato un hamburger di troppo, con tanto di contorno. E piuttosto che buttarlo, il proprietario (o il 'manager' ecc.) me lo aveva offerto ma con questa aria di sfida come a dire "scommetto che non riesci a mangiartene due di seguito". Aria di sfida simulata ovviamente, chè il suo voleva essere solo un gesto gentile alla fine.
Io faccio spazio sul tavolo, pensando a quei pranzi e cene di feste comandate, matrimoni, ferragosti italiani in cui ti siedi al tavolino per restarci ore ed ore, e mi viene da sorridere.
I due hamburger vengono seppelliti con l'onore delle armi, sotto lo sguardo stralunato di questo tipo che alla fine, sparecchiando il tavolo, mi dice "Hats off" (giù il cappello). Non credeva che l'avrei finito.
Poi mi chiede se desideravo altro. Ed io non ho resistito.




Era una vita che desideravo farlo.

3 comments:

Lau said...

Di solito si usa una muffa chiamata penicillium roqueforti, it's good for you :-)

silvio di giorgio said...

fagli vedere a quelle mezze seghe inglesi come mangia un italiano!

fabio r. said...

ahahhaha!!!!
della serie: Ah inglè, volemo fà a chi magna de più?"