Wednesday, February 25, 2009

Aппаратчик*


Copio e incollo dal blog della mia Gisella d'assalto preferita. Copio e incollo questi due filmati in cui un sorprendente Corrado Augias intervista Bruno Tinti, ex procuratore aggiunto alla Procura di Torino, il quale commenta gli effetti sulla giustizia italiana della legge che limita l'utilizzo delle intercettazioni come strumento investigativo e del lodo Alfano. Argomenti scottanti. Tanto che da subito un non meglio identificato 'commissario politico', come lo chiama lo stesso Augias, sente la necessità di avvicinare il conduttore, fuori onda, per invitarlo alla "moderazione".





Ora, le cose dette da Tinti sono ormai abbastanza note, anche se forse alcune un pò meno. Come ad esempio quella norma che, in un determinato processo, non consente di considerare le sentenze di processi precedentemente conclusi, ma collegati dallo stesso reato al processo in questione, costringendo il giudice a ripercorrere da capo tutto l'iter processuale (alla faccia dello snellimento della giustizia).
Quello che mi dà il voltastomaco è la semplicità con cui un 'commissario politico' riesca ad accedere ad una trasmissione di approfondimento. Che la politica eserciti, o tenti di esercitare, un controllo il più stretto possibile sull'informazione pubblica è qualcosa che chiunque avverte. Neo avvertiva Matrix attorno a sè, noi la censura, l'omissione, lo sviamento, il ritrattare ecc. Per questo, l'esistenza di una figura professionale di 'commissario politico' delegato al monitoraggio delle trasmissioni di approfondimento, con facoltà d'intervento sul conduttore in diretta, mi lascia tanto sbalordito quanto lo sarei se incontrassi l'agente Smith dal tabaccaio. Verrebbe da chiedersi in base a quali algoritmi questa 'sentinella' scelga i programmi da sorvegliare ed in cui intervenire. Cioè, come mai non ne 'avvertiamo' la presenza in programmi come, ad esempio, Annozero, mentre invece da Augias, che di certo non ha la stessa audience, si?
Il Commissario Politico. Con la maiuscola. A cercare su wikipedia per 'commissario politico', la prima frase che si legge è questa "Un commissario politico è un ufficiale incaricato da un PARTITO COMUNISTA di supervisionare un'unità militare". Pare se li inventò Trotsky.
Grottesco. Un ufficiale di regime che non vuole si sappia che per salvare le auguste chiappe del nostro Presidente del Consiglio si distrugge la Giustizia (non solo la Legge) in Italia. Grottesco ma coerente e lineare al tempo stesso. Sei un delinquente? Sei il benvenuto, anche il tuo signore e padrone lo è. Non sei un delinquente? Redimiti perdio! Dove credi di essere? In un paese civile?

* il titolo del post si legge Apparatčik, ed indica, per l'appunto, la figura del commissario politico nell'URSS

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