Monday, April 13, 2009

Va tutto bene dal momento che ci seiiiiii...

Otto del mattino. Un palazzo romano in un quartiere di quelli che riescono ad essere eleganti pur essendo popolare. Il mercato di strada è già all'opera da almeno 4 ore. Apro la finestra della cucina con in mano la tazzina del caffè fumante e mi affaccio sul cortile. I cortili mi hanno sempre affascinato. Invisibili dalla strada, sono l'intimità condivisa da decine, centinaia di persone. Il regno di portieri, massaie e gatti. Cinque 'tronchetti della felicità' fanno compagnia a due magnolie basse intorno ad una piattaforma centrale dove si aprono le prese d'aria del garage. Tre o quattro merli conversano tra di loro, ascoltati solo da un gran pavese di panni stesi alle finestre.
C'è un sole tiepido che lava via pensieri e preoccupazioni. Roma ad aprile diventa un posto magico di infanzia ritrovata. Alcune finestre sono ancora chiuse ma la maggior parte rivelano tracce di quella solita attività mattutina fatta di colazioni e lavori di casa. Le finestre delle scale sono aperte e si vede il portiere piegato in due sui gradini con uno straccio in mano che canta 'Adesso tu' e lucida il marmo.
"Riccardo? Te sei lavato i denti???"
"Ancora no mà. Mo vado!"
Una signora anziana esce dalla porta di casa, scende i primi gradini poi si accorge che sono bagnati.
"Uddio Gennà, scusa. Non m'ero accorta che stavi lavando", "Nun se preoccupi signò, però faccia attenzione". "Si si, però me dispiace. Io in genere uso l'ascensore, ma solo a salì, che me fa fatica. A scende scendo bene a piedi". "(e ci seiiiiii...adesso tuuuuu)". "Ma poi scusa, ma tu le lavi sempre a quest'ora le scale? io me credevo che le lavavi più tardi", "[fingendo un pianto disperato] Mannaccia signò, ma che dice? E io che me ce arzo tutte le matine alle sette pè favve trovà le scale pulite!". "Ahò, e io mica me n'ero mai accorta. Aspè, famme passà. Ecco, grazie èh? Ciao.", "Ma grazie de che signò? Arivederci."
"Riccardooooooo! L'hai lavati 'stì denti?"
"A mà ma c'è Simona che sò dù ore che sta ar bagno!"
"Simooooo! Allora?? Dai che famo tardi!"
"(a dare un senso ai giorni mieiiiiii)"
Mi sento come se stessi al centro di una di quelle giostre da luna park con le carrozze ed i cavalli. E resto lì col caffè in mano, sentendo lei che dorme in camera da letto. E non mi serve nient'altro per essere felice.
Ma che ce torno a fà lassù...?

6 comments:

silvio di giorgio said...

bello :-)

fabio r. said...

ambientazione (solo audio eh.. oddio non storica, speriamo..) da Una Giornata particolare.
più o meno la mia quotidianità, ma senza scale e pianerottoli, ma vicoli e piazzette....
ciao

elena71 said...

Per Pasqua ho avuto i miei, mamma e papà.

Mamma ha voluto immortalare l'evento con una foto.

Papà in posa, sorridente, mia madre prende la mira.

Dopo 10 minuti in posa, con mia madre che tentava di scattare, mio padre se ne esce con una delle sue:
"Ao', è ora che me rifaccio la barba, ma te voi move???".


ahahahahaahahhaah momenti moro con un pezzo di lonza e pizza di pasqua in gola!

Ma che ce faccio quassu'?

Lesandro said...

Elena mia, ma avessimo fatto 'na cazzata? Chè qui la fuga dei cervelli ha lasciato indietro i cuori porcozzio!

elena71 said...

Alessà,

me sa de si.

Pero' la sai 'na cosa? Io a chiede i sordi a mi' madre a fine mese me vergognavo...

*Si* said...

bello spaccato di vita tipicamente italiana.