Thursday, March 10, 2011

Semo der gatto


"La curvatura della sua schiena è di un'avvenenza indicibile. Ha in sé tutta la bellezza che può contenere una linea curva"

"Nulla è più utile all'essere umano che la percezione della propria stupidità. Davanti a uno stupido che sa di esserlo, tutti coloro che hanno un'alta opinione di sé dovrebbero scusarsi e abbassare la testa per la vergogna. Anche se lo stupido in questione si compiace di disprezzarsi e di ridere di sé"

Certi libri uno li compra dopo averli cercati. Altri li sceglie perchè conosce l'autore. Altri ancora perchè invece non lo conosce. Altri invece gli vengono regalati, non avendo nella scelta altro indizio se non il titolo.

Fra tutti quelli che ho cercato, scelto o in cui mi sono avventurato, raramente ne ho trovato uno che sapesse sorprendermi così. Sembra scritto adesso. O magari domani. E invece ha più di cento anni.
Ricordo che solo un altro libro è riuscito a regalarmi lo stesso stupore: 'Il fu Mattia Pascal'. Sarà un caso che Pirandello pubblicasse il suo capolavoro, solamente un anno prima (e svariate migliaia di kilometri più ad ovest) di Natsume Soseki.
Inizialmente, ho pensato che la mia impressione fosse semplicemente dovuta alla traduzione moderna di un giapponese antico. Ma non è così. Il bel gattone giallo e grigio può ben rivaleggiare con Mattia Pascal/Adriano Meis per acume, stile e filosofia di vita. D'altra parte, all'inizio del Novecento, anche due paesi così lontani come l'Italia ed il Giappone qualcosina in comune l'avevano, almeno sul piano culturale. In Italia, il cambiamento viaggiava sull'onda delle avanguardie e dell'entusiasmo per l'inizio dell'ultimo secolo del millennio (curiosamente in assenza di opere che pronosticassero la fine del mondo. Quale dio sarebbe così scortese da far finire il mondo ad un secolo dalla conclusione del millennio?). In Giappone invece, si consumava il passaggio generazionale tra i nati dell'era Edo (quella in cui a governare il paese erano i guerrieri, gli Shogun o, se preferite, i Samurai), e chi invece era nato nell'era Meiji, dal nome dell'imperatore che tornò sul trono dopo la destituzione degli Shogun Tokugawa. Transizione non solo anagrafica, o politica, ma anche culturale dal momento che i primi governarono il Giappone come un paese chiuso ed all'insegna del tradizionalismo più feroce, mentre l'imperatore Meiji aprì all'occidente ed iniziò quel processo di contaminazione che portò al Giappone di oggi. E chissà che non sia stato questo 'fermento condiviso' a dare i natali a due libri che a me paiono tanto simili, in due paesi che di simile hanno (almeno in apparenza) praticamente zero.
Il titolo del Libro è "Io sono un Gatto", e me l'ha regalato Elena, che Dio ne benedica la mano che ha usato per sceglierlo e, già che c'è, anche tutto il resto.

No comments: