Saturday, June 30, 2007

Quando il gioco si fa duro...

Negli Stati Uniti, i politici che vanno a puttane non fanno più notizia. Sia perché non ci vanno, ma se le trovano direttamente in ufficio (le chiamano stagiste, segretarie, ecc.), sia perché oramai è una realtà ampiamente comprovata da decine di pellicole hollywoodiane e pertanto sacrosanta per tanta parte dell’america bigotta che preferisce voltarsi dall’altra parte. Altri avvenimenti invece scatenano la stampa ‘rosa’ e l’opinione pubblica. Janet Jackson che organizza un mini strip (un seno scoperto ‘per caso’, ma in realtà volutamente) alla cerimonia di consegna di non ricordo quale premio musicale, ad esempio, fomentò scandali su scandali e richiese conferenze stampa e pubbliche scuse da parte della cantante per aver urtato una non meglio identificata sensibilità del pubblico che, almeno nella sua maggioranza se non totalità, è lo stesso che vota ed approva quotidiani bombardamenti o la pena di morte anche per chi non ha commesso omicidio, come è accaduto e, purtroppo accadrà di nuovo molto presto, nel carcere di Huntsville, in Texas. È un po’ una tara del mondo anglosassone in verità. Anche qui in UK, decine e decine degli ormai famosi tabloid decidono volutamente di rovesciare nei ‘newsagents’ foreste e foreste di carta stampata per mostrare la foto di star e starlette sorprese con abiti troppo brutti, o con un nuovo accompagnatore/accompagnatrice, o con una minigonna a sciarpa che, inevitabilmente, quando si scende dalla macchina rivela sesso, razza e religione. Il seguito che questi ‘giornali’ hanno tra la gente è allucinante. Persino nelle caffetterie dell’università si ritrovano sui tavoli e tra le mani di studenti, docenti e ricercatori. Vedere qualcuno che legge il Guardian, il Times o l’Independent durante il ‘coffee break’ è un’impresa. Recentemente, le prime pagine di questa stampa guardona è stata monopolizzata dalle disavventure di Paris Hilton, ovvero una vagina con un ricco conto in banca, situata al centro di una struttura in carbonio che le consente la deambulazione e dotata di appendici prensili e cefaliche per espletare necessità alimentari o per mettere in atto delle efficaci (e documentate) abilità orali. Praticamente il sogno di ogni uomo 144-dipendente.
Poi ieri una giornalista sconosciuta, almeno da noi in Italia, Mika Brzezinski, conduttrice del telegiornale della Microsoft Network broadcastings, non ne può più. Di fronte alla prospettiva di aprire il telegiornale con l’ennesima notizia sulla figlia dell’albergatore più ricco del mondo, prende il foglio su cui la notizia era stampata e, in diretta, prova a dargli fuoco. Fermata da uno dei due colleghi presenti in studio (nemmeno stesse tendando di suicidarsi), riesce comunque a strappare il foglio in due, lamentando il fatto che non è possibile mandare ‘notizie’ del genere in prima pagina, anteponendole ad altre ben più gravi provenienti, tra l’altro, dall’Iraq, dove l’ennesima strage ha mietuto decine di vittime tra i civili ancora una volta. Dalla redazione le inviano un’altra velina con la stessa notizia e lei la cestina di nuovo. Alla fine, le impongono il filmato della ragazza che tutta raggiante esce dal carcere. Qui trovate il video della vicenda. Ed è fastidioso. Lo è stato per me almeno. È fastidioso vedere come i due colleghi di Mika presenti in studio abbiano affrontato il tutto, intervenendo in modo quasi violento nei confronti della giornalista. Senza dubbio in modo sprezzante, seppure dietro una maschera di mal dissimulata cordialità. Uno dei due dice “non sei più una giornalista allora”, sempre sorridendo. Poi dice “Pensi di aver cambiato il mondo così facendo?” lei risponde “Si. Almeno il mio di mondo”. Al primo mi piacerebbe dire che la sua domanda rivela, più che il disprezzo, il disagio nel trovarsi di fronte ad una donna con infinitamente più coglioni di lui. Alla seconda invece dico che il suo gesto io l'ho apprezzato. E se è riuscito ad arrivare fino a me, che sto dall’altra parte di quel mondo, allora c'è da sperare che lungo il percorso qualcosina qua e là l'abbia cambiata per davvero.

Thursday, June 28, 2007

Distanze di sicurezza

“La gente mi chiama, mi ama e mi adora. Un libro, un film e un disco: ho contratti per un milione e mezzo di euro. Per farmi vedere la sera in una discoteca mi danno 12mila euro, e c’è la fila. Sono il prodotto di questa Italia”. Così dice Fabrizio Corona (ma non stava in galera?) in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. È un personaggio nuovo della scena pubblica italiana Fabrizio Corona. Un uomo che mena vanto del proprio essere una merda ancora non mi era mai capitato di incontrarlo. Bisognerebbe detestarla fino al parossismo una persona così. Eppure non riesco a non pensare che sono gli altri, quelli che fanno la fila per vederlo, quelli che lo pagano per fare il pirla dentro una discoteca che mi fanno gonfiare le vene del collo. Di merde a questo mondo ce ne sono in abbondanza, specialmente in Italia, fuori e dentro dalle aule parlamentari. E spesso e volentieri non fanno certo la fame. Però si spacciano tutti per santi. Paladini di moralità e valori. Ed anche per loro la gente si mette in fila per una stretta di mano o una carezza al pupo, nemmeno sperassero in qualche miracolo per grazia ricevuta dall’unto di turno.
Cerco tracce di umanità sul giornale di oggi ma trovo solo notizie di varia disumanità. Migranti pescati come tonni nel mediterraneo, un pensionato di 60 anni che ammazza il figlio autistico perché non ce la fa più ad occuparsi di lui, una donna stuprata davanti agli occhi del fidanzato. E il Partito Democratico…ovunque…Veltroni…ovunque. Pagine e pagine delle solite frasi ad effetto, delle solite parole. Si potrebbe stilare un vocabolario. ‘I giovani’, ‘la lotta alla precarietà’, ‘Fare un’Italia nuova’…verrebbe da chiedersi ‘dove cazzo siete stati nell’ultimo anno?’ Se per fare tutte queste cose ci voleva il piddì, perché non l’avete fatto prima delle elezioni? Sembra proprio che l’attuale governo verrà archiviato presto se tanta parte della maggioranza non esita a manifestare tutto questo slancio ‘futurista’ per un soggetto politico che di questo governo ancora non fa parte, che ancora nemmeno esiste. ‘Le ultime elezioni non sono riuscite; questo governo non è venuto bene. Buttiamo tutto nel cesso e ricominciamo daccapo. La gente non resisterà al richiamo dei giovani, della lotta al precariato, della nuova Italia ecc ecc’.
A volte penso che questi soggetti provino una segreta ed inconfessabile invidia per il Corona. Almeno lui non è costretto ad acrobazie del genere per far credere alla gente di non essere una merda.
Soggetti come Corona sono meteore. Arrivano velocemente ed altrettanto velocemente cadono nel dimenticatoio. I politici invece no. Forse è per questo che la gente si avvicina ai primi e si allontana dai secondi. Io dal canto mio mi tengo alla larga da entrambi.

Friday, June 22, 2007

Il valore delle regole

Immaginate di stare dormendo e di sentire il rumore di qualcuno che cerca di entrarvi in casa. La prima reazione è probabilmente emotiva e di terrore, ma poi, pensando al benessere dei propri cari, si tenta di reagire in qualche maniera. Si cerca un’arma ad esempio, e si chiama la polizia. Ora immaginate che la polizia risponda che manderà degli agenti dopo…due giorni. In due giorni i ladri non solo vi svuotano casa con tutta calma, ma vi violentano anche la moglie, la figlia, la mamma e la nonna. Contattano un’agenzia di traslochi e si portano via i mobili e gli elettrodomestici senza fatica, si fanno un barbecue in giardino o in terrazzo con le vostre provviste, scuoiano il cane da guardia e radunano anche un po’ di amici per farsi un poker coi vostri soldi. Poi dopo due giorni arriva la polizia e cosa trova? Una casa vuota, un uomo disperato, tre donne distrutte, un cane morto e una nonna indignata e sorridente al tempo stesso.
Nel luglio del 2005 il governo Berlusconi vara la riforma dell’ordinamento giudiziario introducendo nel ddl un emendamento che impediva ai magistrati che avessero superato i 66 anni di età, e che pertanto non potessero assicurare un numero sufficiente di anni di servizio, di partecipare ai concorsi per incarichi direttivi. In pratica nella norma mancava solamente che si dicesse che l’accesso ai concorsi era vietato anche ai magistrati che avessero i capelli bianchi, fossero torinesi e si chiamassero Giancarlo. Ed infatti, il senatore Luigi Bobbio di AN, firmatario dell’emendamento, dichiarò candidamente che quella norma era stata introdotta per impedire a Giancarlo Caselli di divenire procuratore nazionale antimafia al posto di Vigna, il cui mandato era in scadenza in quel periodo. Colpa del magistrato torinese è notoriamente l’aver voluto sempre evidenziare i pesanti intrecci che esistono tra mafia, politica ed imprenditoria. Pertanto si decise di farlo fuori con una delle tante leggi vergogna del precedente governo. Oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato quella legge incostituzionale e l’ha abolita in quanto la nostra Costituzione prevede che i magistrati possano andare in pensione a 75 anni. Viene da domandarsi a che ci serva avere un Presidente della Repubblica, dal momento che Ciampi, che per primo avrebbe dovuto vigilare sul rispetto della Costituzione, non esitò ad apporre la propria firma in calce al ddl in questione. Sta di fatto che Caselli, che per anni ha lavorato contro la mafia in Sicilia e sarebbe stato il Procuratore ideale per continuare a combatterla, oggi si ritrova Procuratore Generale del Piemonte e della valle d’Aosta, dove notoriamente Cosa Nostra impazza per le strade quotidianamente. Due anni ci sono voluti per intervenire su questo ignobile massacro della nostra Costituzione. Due anni dopo i quali la Corte costituzionale si trova davanti una popolazione disperata (l’uomo), specialmente quella parte della popolazione italiana che sperimenta le nefandezze di Cosa Nostra quotidianamente sulla propria pelle, una giurisprudenza distrutta (le donne) dall’ennesimo atto di legiferazione personalizzata e un vecchio rimbambito (il cane morto) ex-presidente della repubblica che in ogni caso non verrà mai chiamato a rispondere del proprio operato. Chi è la nonna in questa storia? La nonna è Pietro Grasso, eletto procuratore nazionale antimafia al posto di Caselli, tanto benvoluto dagli stessi firmatari di quel ddl e che oggi si rallegra per la decisione dell’alta Corte che saluta come “la dimostrazione che in Italia le regole conservano ancora il proprio valore”. Certo. Il problema è che se per farle rispettare bisogna aspettare due anni, allora quelle regole diventano inutili.
Chi sono i ladri è inutile dirlo…diciamo che sono gli unici che rimangono immutati sia nella versione metaforica che in quella reale dei fatti.

Saturday, June 16, 2007

Ho letto millanta storie di cavalieri erranti...

Per mesi ho aperto i giornali la mattina sperando di leggere questa notizia...

ROMA - Rahmatullah Hanefi è libero. Il manager dell' ospedale di Emergency in Afghanistan, accusato di essere stato coinvolto nel rapimento di Daniele Mastrogiacomo e arrestato dalle autorità afgane è stato "prosciolto da ogni accusa" e adesso è libero. La notizia, data all'inizio dal sito Peacereporter, è stata confermata anche dall'associazione di Gino Strada in un comunicato. (16-06-2007)




Il potere è l'immondizia nella storia degli umani


E anche se siamo soltanto due romantici rottami


Sputeremo ancora in faccia all'ingiustizia giorno e notte


Siamo i grandi della Mancia


Sancho Panza e Don Chisciotte

Friday, June 15, 2007

Azione e non-reazione

Ad ogni azione corrisponde una reazione di segno inverso e di uguale intensità. È uno dei principi fondamentali della fisica dei vettori. Se lascio cadere un oggetto sul pavimento, la forza esercitata dall’oggetto sul pavimento al momento del contatto farà sì che il pavimento stesso eserciti una forza uguale e contraria sull’oggetto. Che infatti, nella maggior parte dei casi, rimbalza un paio di volte prima di fermarsi. E perché si ferma? Si ferma perché l’energia dell’oggetto che cade, inizialmente potenziale, poi (mentre cade) cinetica ed infine elastica (al momento del contatto col pavimento), viene via via trasformata in calore dall’attrito che si genera tra l’oggetto stesso, l’aria (mentre cade) ed il pavimento (ad ogni rimbalzo). Ed il calore, si sa, si disperde. Rappresenta la fine ultima dell’energia. L’ultimo stadio della degenerazione dell’energia.
Questo per lo meno è quello che accade in fisica, dove forze conservative e non si combinano per generare lo stato di cose che sperimentiamo quotidianamente. Lo stesso non accade in politica. Non in quella italiana per lo meno. Nella notte tra il 21 ed il 22 luglio 2001, un esercito di forze dell’ordine fece irruzione nella scuola Diaz di Genova e massacrò di legnate decine di manifestanti no-global che si trovavano nella capitale ligure per manifestare contro il G8. Un’azione di forza di pura matrice cilena, da fare invidia al peggiore dei Pinochet. Ma un’azione a cui non è corrisposta nessuna reazione dal mondo politico. Ancora oggi, un funzionario di polizia che prese parte a quell’azione, smentisce le sue iniziali dichiarazioni (rese a suo dire per ‘spirito d’appartenenza’) e definisce quella scena come una ‘macelleria messicana’, a descrivere il comportamento brutale dei suoi colleghi e le sofferenze inflitte sui pacifici manifestanti. Lo sapevamo tutti. Esistono filmati in rete che hanno documentato il tutto. Sappiamo non solo dei pestaggi, ma anche del fatto che, ad esempio, i computer presenti nella scuola, usati dai manifestanti per redigere documenti sulla manifestazione o per visionare prove fotografiche o filmate degli abusi effettuati dalle forze dell’ordine durante la manifestazione, vennero sequestrati se non distrutti sul posto. Sono notizie che conosciamo da 6 anni ma che ancora oggi, a detta di alcuni politici del centrosinistra, vengono definite ‘choccanti’ (shockanti sarebbe più corretto, se proprio si vogliono usare termini ibridi, sennò ‘sconvolgenti’ renderebbe molto meglio secondo me). Dove sta lo ‘shock’? Semmai sconvolgente è il fatto che a più di un anno dalle elezioni, quella parte del programma politico dell’Unione in cui si garantiva l’istituzione di una commissione d’inchiesta su quei fatti non sia stata ancora attuata. Semmai sconvolgente è il totale sovvertimento delle leggi più elementari della fisica per cui ad ogni azione (di forza, ingiustificata, brutale) NON corrisponde una reazione (politica) di segno opposto e di uguale intensità. I nostri politici sono degenerati in partenza. Le loro reazioni svaniscono immediatamente in vapori caldi che si disperdono nell’aria. L’attrito politico li domina e vivono per fottere la propria controparte, lasciandosi sfuggire SEMPRE l’opportunità di fare qualcosa di giusto, quando non si sommano a quelle ‘azioni’ viaggiando nella loro stessa direzione. In politica un oggetto che cade non rimbalza, ma si ferma al suolo, morto. Ogni tanto si scuote, preso a calci da questo o quel passante che afferma, smentisce, ribadisce o s’indigna. Ma subito quest’energia degenera in vampate di calore che si sprigionano dagli schermi televisivi, dove greggi di politicanti starnazzano l’uno contro l’altro dentro uno studio televisivo dotato di poltroncine bianco-democristiano. E tutto torna immobile come prima.

Tuesday, June 12, 2007

Scusa signore...io vengo di Albània


Io amo il popolo albanese. Io VOGLIO diventare albanese!!! W L’ALBANIA!!!

Sunday, June 10, 2007

Biologi in mutande

Esiste nelle realtà politiche occidentali una curiosa abitudine. Qualcosa di cui, per ovvi motivi, raramente si parla. Una tendenza che affiora sulla soglia del cosciente ogni tanto ma che si provvede subito a far riscomparire nell’abisso dell’incoscienza a colpi di spot pubblicitari, campionati di calcio e via dicendo. Abbiamo provato ad accorgercene noi, in Italia, dopo le stragi di piazza Fontana e della stazione di Bologna. Abbiamo provato ad indignarci quando abbiamo capito (o abbiamo creduto di aver capito) cosa fosse la P2. E ancora, abbiamo creduto di averlo smascherato e sconfitto con tangentopoli. Qui nel Regno Unito, se ne sono accorti quando l’ex-ispettore delle Nazioni Unite David Kelly smascherò la manipolazione mediatica fatta dal governo Blair sulle fantomatiche armi di distruzione di massa irachene (gli inglesi sono un po’ ‘tardi’ in questo senso) e venne successivamente ‘suicidato’. Negli Stati Uniti, gli esempi non mancano ed il più famoso di tutti è certamente quello dell’omicidio del presidente Kennedy.
È l’abitudine a complottare alle spalle della gente. Agire di nascosto dalla popolazione. Noi non vogliamo crederci. Ci risulta difficile. In realtà il paradosso che si nasconde dietro questa abitudine appare evidente. Senza la gente, intesa come popolazione comune, non esisterebbero le realtà politiche di cui sopra, quindi perché dovrebbero le seconde complottare alle spalle delle prime? Ma l’evidenza è, appunto, solo apparente. Perché è vero il contrario in realtà. Quelle realtà politiche (o economiche, o religiose…il discorso non cambia), forse, non esisterebbero se la gente sapesse.
Certo, è facile perdersi nel ‘complottismo’. Non c’è un confine preciso tra l’idea che i servizi segreti, americani o italiani che fossero, controllassero la gestione di Telecom allo scopo di tenere sotto controllo il traffico di informazioni e l’idea che ognuno di noi abbia un microchip alieno invisibile impiantato sotto la pelle. Entrambe le cose non sono dimostrabili ed appaiono astruse ai più. Rimane però il fatto che la ‘psicologia delle masse’ è una scienza ben definita e che esistono persone il cui unico compito è quello di prevedere come reagirà alla diffusione di questa o quell’altra notizia, l’uomo (o la maggioranza degli uomini) che la mattina si alza per andare a lavorare, poi torna a casa, guarda la televisione, paga il mutuo ecc. Persone che godono di molto rispetto e considerazione negli ambiti governativi. Siamo diventati prevedibili, è questo il nostro problema. Prevedibili in quanto non più reattivi. Esperienze passate hanno insegnato ai nostri potenti come sia possibile foraggiare questa iporeattività garantendo un minimo di distensione alle pareti dello stomaco. Ovvero lasciandoci mangiare un pò, evitando l’affamamento. La fame è sempre stata la madre di tutte le rivoluzioni, e noi di fame non ne abbiamo. Siamo diventati prevedibili perché, lentamente, le nostre vite hanno cominciato ad essere guidate da tutta una serie di false necessità, opportunamente indotte dai media, che ci hanno spinto verso un individualismo esasperato in nome del quale possiamo dormire sonni tranquilli se, nemmeno tanto lontano da noi, si muore di fame, di sete o di democrazia esportata. Ma cazzo, se mi si riga la macchina allora divento una bestia! Se, nonostante la prima e la seconda casa, mi fai pagare due lire in più di tasse allora si che lo perdo il sonno!
Ovviamente la complessità dell’argomento è maggiore, ma è evidente, secondo me, che la nostra prevedibilità è tanto grande quanto povera la nostra reattività nei confronti di avvenimenti che dovrebbero invece farci sobbalzare, farci decidere di intraprendere un’azione concreta, quale che sia. Forse è una questione di allenamento morale. Non siamo più abituati.
Quasi quasi lunedì vado a lavorare in mutande! Così, tanto per spiazzarli un pò ed essere meno prevedibile. Non servirà a niente, ma magari…come inizio…per riprendere l’allenamento…

Tuesday, June 05, 2007

L'illegalità della guerra

È meravigliosa la rete. Meravigliosa per quanto disgustosi i canali di informazione canonici. Miliardi di telegiornali, di giornali, di trasmissioni di approfondimento. Tonnellate di parole vane rovesciate quotidianamente nelle case della gente non si sa bene per convincerla di cosa, forse che Cristo è morto dal freddo, o che life is now, oppure che ava come lava…
Poi ti siedi davanti al piccì, clicchi il solito link di Peacereporter e leggi: “Cercarono di sabotare i B-52 alla vigilia della guerra in Iraq: assolti due pacifisti britannici”.
Due inglesi, Toby Olditch e Philip Pritchard, il 18 marzo 2003 scavalcano il recinto dell’aeroporto militare di Fairford, vicino Londra. Manomettono i motori di due velivoli e lasciano tanto di cartello per il pilota, ‘consigliandogli’ di non decollare. Vengono arrestati ed ingabbiati nel carcere di Gloucester. Lo sapevano dal principio che sarebbe successo ed al momento in cui hanno tagliato la rete perimetrale dell’aeroporto, avevano già preparato le loro cose per l’incarcerazione. “The worse case scenario for us would have been prison - but nothing compares to the horror that has been inflicted on innocent Iraqis” (la cosa peggiore che potesse capitarci era l’arresto, ma niente se paragonato all’orrore che è stato inflitto agli innocenti dell’Iraq) dice uno dei due pacifisti di Oxford.Restano dietro le sbarre per tre mesi ed escono poi su cauzione. Nel 2004 iniziano i processi che si protraggono fino alla settimana scorsa quando il giudice emette una sentenza di assoluzione. Quel che è successo è che i nostri ‘eroi’ si sono presentati in giudizio con la seguente motivazione: quei B-52 avrebbero trasportato cluster bombs e bombe all’uranio impoverito che inevitabilmente, vista la natura stessa degli ordigni, avrebbero provocato morti tra i civili tanto nel breve quanto nel medio e lungo termine. Pertanto il loro gesto, per quanto criminoso, è stato reso inevitabile dalla necessità di prevenire crimini ben più gravi. I magistrati, preso atto delle caratteristiche tecniche degli ordigni, non hanno potuto fare a meno di constatare che formalmente la tesi degli accusati annullava il reato di cui erano imputati. Assolti!
Sembrerebbe la classica notizia del postino che morde il cane da guardia eppure, che io sappia, nessun giornale ne ha parlato. Forse si temeva che si spargesse la voce ed i soliti ‘megalomani’ tentassero pericolose emulazioni anche negli aeroporti nostrani. O forse, più semplicemente, si temeva che la gente vedesse come i protagonisti di questa storia, non erano né black bloc, né anarco-insurrezionalisti, né terroristi kamikaze. Ma due comunissimi, ordinarissimi gentlemen inglesi con qualche conoscenza di avionica, un paio di cacciaviti e chiavi inglesi ed il coraggio di chi sa abbandonare la propria comoda poltrona in cambio della galera pur di riuscire a dormire tranquillo la notte, sapendo di aver fatto qualcosa di giusto, di aver dato una mano.

Sunday, June 03, 2007

Il prezzo del fucile

Nel tiggì 1 di questa sera ho visto, uno di fila all’altro, prima le contestazioni contro Prodi del comitato ‘No dal Molin’, poi Prodi infischiarsene dicendo che gli accordi presi dal governo non si toccano. Poi l’opposizione dire che Prodi lo contestano tutti (l’accordo sulla base del dal Molin l’hanno fatto loro…) mentre a loro gli vogliono tutti bene e poi ancora Putin e Bush che si scambiano colpi bassi in perfetto stile guerra fredda sullo scudo spaziale in Europa. E di seguito le immagini dei black bloc che hanno manifestato in Germania, le immagini di una manifestazione contro il 41bis (il carcere duro per reati di mafia e di terrorismo) e le scritte fatte sui muri nel luogo dove è stato ucciso Marco Biagi. Il tutto seguito dalla profonda indignazione dei politici per questo genere di cose.
Due black bloc tedeschi intervistati da un giornalista del telegiornale, hanno detto che la vera violenza non è la loro, ma quella dei governi e della polizia. Avrei voluto chiedergli quale avrebbe dovuto essere l’obiettivo che sperano di raggiungere bruciando qualche macchina o tirando sassi contro i veicoli, peraltro blindati, della polizia. Poi però m’è venuta in mente un’altra domanda. Perché non dovrebbero esserci persone che decidono di protestare in questo modo? Perché non dovrebbe esserci gente che chiama lo stato ‘terrorista’ o che invoca la libertà per Nadia Desdemona Lioce? Perché eserciti di persone, per lo più ragazzi, non dovrebbero decidere di scendere in piazza per spaccare tutto? Quante volte anche io mi sono ritrovato a pensare “che voglia di scendere in piazza con un fucile a pompa!!!” quando la vena sul collo era troppo gonfia. Assistiamo quotidianamente al massacro del nostro essere individui senzienti. Prodi afferma che le decisioni del governo non si toccano. E chi l’ha detto? Cesa di rimando sostiene che il loro obiettivo è far cadere il governo Prodi e non prova nemmeno un filo di vergogna nel sostenere una cosa del genere. Cannibalismo politico, le necessità dei cittadini non contano, l’importante è far cadere il governo e riconquistare il potere. Marco Biagi viene celebrato come un martire quando invece ha ideato un sistema che definire criminale è dire poco, subito tradotto in legge dall’ala ‘cannibale’ del Parlamento, allora al governo. Centinaia di migliaia, se non milioni di persone condannate alla non-vita del precariato. Est ed ovest del mondo si riscoprono di nuovo contrapposti e muovono migliaia di testate micidiali per…l’Europa, che non è nemmeno casa loro. Spesso e volentieri senza che chi ci abita lo sappia (vedi i depositi di Vicenza). Ed oltretutto parlando di pace e fratellanza da esportare, nemmeno dall’altra parte della telecamera ci fossero 6 miliardi di perfetti idioti.
Poi la gente s’incazza, scende in strada e spacca tutto, esalta chi ha pensato di risolvere qualcosa sparando ad un teorico del lavoro o chiama lo stato terrorista. E lo stato si ‘indigna’! parla di ‘barbarie’, invoca il ‘rispetto per le istituzioni’. O peggio ancora, quello per la ‘vita umana’, quando proprio oggi a manifestare per la moratoria internazionale contro la pena di morte c’erano solamente una manciata di radicali ed il solito, inossidabile Pannella. Il mio iper-tabagista preferito. Si indigna a 360° lo stato, ed a 360° dimentica la propria indignazione in un attimo, per ritornare il governo a non governare, coi suoi esponenti che disquisiscono rilassati di PD e stabilità dell’esecutivo dalle poltroncine bianco-democristiano dello studio di Vespa, senza mai prendere decisioni affrettate, senza mai prendere decisioni pericolose. Senza mai prendere decisioni e basta! E l’opposizione per ritornare a fare la sua pseudo-politica urlata, da stadio, pronta ad azzannare in ogni momento, ululando con gli occhi fiammeggianti di Buonaiuti, l'aspetto bolso di Bondi o lo sguardo stolido della Bartolini di ‘emergenza democratica’, ‘golpe’, ‘governo ladro’. Proprio loro…
Da una parte e dall’altra il nulla.
In mezzo Mastella e Casini.
Quanto costa un fucile a pompa?

Friday, June 01, 2007

L'italica filogenesi

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove origina il nostro modo di essere italiani? Viene da farsele queste domande (classiche) dopo aver assistito alla puntata di ieri di Annozero. E soprattutto dopo aver letto i commenti del mondo politico sui giornali di oggi. Quel filmato in tivvù non l’avrebbe voluto proprio nessuno, né a destra né a sinistra, a quanto pare. I commenti, dicevo, sono illuminanti e banali al tempo stesso. Illuminanti per chi ancora non avesse capito che razza di gente siede in parlamento, banali per chi invece l’ha capito benissimo. Anatemi, proteste, menzogne. Tutti sono indignati per quello che viene spacciato come un attacco contro la Chiesa ed il papen. Non uno che spenda una parola per commentare la sorte delle vittime, che in molti casi aspettano giustizia ancora oggi dopo decenni. Lorenzo Cesa sminuisce. Per lui si è trattato solo di un bieco tentativo, peraltro fallito, di innalzare gli ascolti con misera tv spazzatura. Curioso che Rino Fisichella si sia prestato a questo ‘bieco’ tentativo e che la trasmissione abbia registrato più del 21% di share, ovvero quasi 5 milioni di telespettatori. Ed in tutti i giornali, dall’Unità fino a il Giornale, si possono leggere perle simili in una sorta di crescendo boleriano in quanto ad indignazione e falsità. Un sottofondo musicale fastidioso, ma che non riesce a coprire il frastuono della verità che, per una volta tanto, siamo riusciti ad intravedere sulla televisione pubblica. Rimangono però le domande di prima. Da dove saltiamo fuori noi italiani, con i nostri politici starnazzanti, i nostri semi-giornalisti che prima di scrivere qualcosa ci pensano su cinquanta volte, soprattutto se quel qualcosa è vero; i nostri compaesani che, spesso e volentieri, se li costringe a profondi ripensamenti sul loro modo di interpretare la vita, la politica o la religione, la verità non riescono (o non vogliono) vederla nemmeno se gliela cacci in gola di forza? La risposta era lì. Nel piccolo schermo. Era vestita da prete ed aveva lo sguardo furbo e, perché no, anche simpatico di Monsignor Rino Fisichella. Ha affrontato il filmato e le testimonianze delle persone in studio con una fermezza quasi stoica e le ha provate tutte per uscire dallo studio a ‘testa alta’, come lui stesso ha affermato. Prima si è impuntato sul codicillo, la frase tecnica, gli errori di traduzione del documento Crimen Sollicitationis’. Ruotolo respinge e chiama fuori la difesa. Poi ha lamentato la mancanza di un contraddittorio nel filmato. A centrocampo gli viene ricordato che il Vaticano è stato interpellato numerose volte durante le riprese del filmato, ma che si è sempre rifiutato di commentare il tutto. Il pressing è aumentato e, messo alle strette in difesa, il porporato devia in calcio d’angolo sia le testimonianze di studio che il filmato stesso, esprimendo orrore per i fatti descritti e solidarietà alle vittime. Il tutto non solo senza rispondere mai direttamente alle accuse di ostruzionismo nei confronti della magistratura civile, di omertà quand’anche non di protezionismo nei confronti dei preti colpevoli, ma anche in un clima di massima pacatezza e cordialità, assicurato da Santoro, e addirittura portando a casa gli elogi di Santoro stesso, che lo addita come esempio di grande civiltà e di disponibilità al confronto da cui i politici dovrebbero prendere spunto. Insomma un genio. Un uomo che racchiude in se tutte le caratteristiche (a voi stabilire se le migliori o le peggiori) dell’italiano, sia esso politico, giornalista o semplice cittadino. È da lui che discendiamo tutti!
Forse è per questo che l’unico straniero presente in studio, quel Colm O’Gorman autore del filmato, era così incazzato. Non era abituato agli italiani. Era talmente incazzato al sentire e vedere come venisse raggirato l’unico vero problema sollevato dal suo documentario, ovvero la tutela di quelle famiglie e di quei bambini che, per vocazione o per forza, si affidano al clero per evitare la strada o per avere un’educazione in linea con le proprie convinzioni, che persino il suo traduttore simultaneo, italiano (ma probabilmente di origine diversa…), traduceva le sue parole quasi urlando.
Concludendo, siamo riusciti a vedere sulla televisione pubblica un documento agghiacciante che in molti hanno provato a censurare. Chiediamoci il perché di questi tentativi e degli assurdi commenti che possiamo leggere oggi sui giornali, e cerchiamo di farlo dimenticandoci, almeno per una volta, le nostre origini filogenetiche!
PS
'EGO ME ABSOLVO'...io voglio Vauro PAPA!