Thursday, April 19, 2007

Sovetskij Italjuz

Da sempre, quando la gente, siano essi amici o parenti, viene a sapere delle mie idee ‘sinistrorse’, mi chiede di confrontarmi con quella che era l’Unione Sovietica. Mi si prospettano scenari dittatoriali all’ombra della falce e martello su cui normalmente apponevo la mia ‘x’ in cabina elettorale. Mi si diceva che l’Unione Sovietica non era un paese libero. La mia risposta è sempre stata molto semplice. Ho sempre risposto che è giusto ricordare e condannare ciò che persone come Stalin hanno fatto in URSS. Chi vorrebbe vivere in un posto come la Russia staliniana? Ma ho anche sempre aggiunto che, a guardarsi bene attorno, il nostro paese non era poi così diverso da quella Russia. Che libertà abbiamo nel nostro paese? O meglio, che libertà avevamo al termine del Governo Berlusconi? La libertà di stampa e di parola non c’era. Santoro e Biagi avrebbero qualcosa da dire a questo proposito. La loro epurazione è stato un atto di stalinismo puro. La satira, come in tutte le dittature, era vista come una malattia virale da sradicare. I trattati di Shenghen per il libero spostamento nella comunità europea venivano abrogati e riattivati a seconda di dove si svolgevano i vari G8 ed a manifestare contro qualcosa o qualcuno si rischiava, nella migliore delle ipotesi, di finire in galera. I media portavano avanti programmi di ottundimento delle capacità associative della popolazione a suon di defilippi e grandi fratelli.
Insomma, l’unico diritto ad essere veramente rispettato era il diritto di comprare. Non importa cosa, purchè si comprasse. Spendere era la parola d’ordine. Spendere per comprare puttanate era il sottotitolo.
Poi è venuto il governo Prodi, e tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Soprattutto noi ‘Rifondaroli’, consapevoli della natura del nostro ‘comunismo’, nato non dai gulag, ma dai movimenti partigiani di liberazione. Consapevoli del fatto che la distanza tra Bertinotti e Stalin è più o meno la stessa che c’è tra Gino Strada e Previti, ci siamo fidati ed abbiamo sperato in un aumento delle nostre libertà in termini di informazione, istruzione, diritti sociali, giustizia. Ed abbiamo aspettato. Un mese, due, sei mesi…un anno. Niente di tutto questo è successo. Non solo. Ci siamo ritrovati a scavare ben sotto il fondo del pozzo in cui già ci trovavamo. Tanto per cominciare, la nostra non-lbertà di comprare si è trasformata nella libertà di pagare (le tasse). Evabbè, lo sapevamo da prima. C’è da risanare il paese, ci siamo detti, giusto che paghino un po’ di più tutti. Poi è arrivata la non-libertà dell’impunità. Tutti fuori con l’indulto, perché le carceri sono piene, ci hanno detto, ed i poveri carcerati stanno male. E già qui ci siamo chiesti “ma perché, un carcerato normalmente dovrebbe stare bene? E poi anche gli ospedali sono pieni. Che facciamo, buttiamo fuori i malati in eccesso? Insomma, perché non rimediare costruendone delle altre?”. Adesso, ad un anno esatto dalla nascita del governo, arriva la legge che, di fatto, cancella la cronaca giudiziaria. Non sarà più possibile conoscere i dettagli dei processi che vengono celebrati nel nostro paese, nemmeno quando questi non sono più coperti dal segreto istruttorio. È una legge ‘contra professionem’, nel senso che è stata scritta (e già approvata in parlamento) contro i giornalisti di cronaca giudiziaria. Non possono più, quest’ultimi, riportare notizie relative a processi in corso, pena multe fino a 100.000 euro o il carcere per 30 giorni (prima l’ammenda era al massimo di 500 euro). Le notizie, per quanto vere e non più coperte dal segreto istruttorio (quindi non più segrete!!!), non potranno essere PUBBLICATE se non alla fine del Processo di Appello, ovvero dopo una decina di anni…nemmeno Berlusconi avrebbe mai osato sognare una legge del genere.
Perciò, dopo un anno di governo Prodi, verrebbe da dire che chi temeva una escalation stalinista nel nostro paese, purtroppo aveva ragione. Ma anche queste persone saranno comunque rimaste sorprese nel vedere che le scintille che hanno riacceso questa recrudescenza sovietica in Italia, non sono arrivate dalla ‘falce e martello’ (che pure è rimasta colpevolmente silente all’ombra di questo scempio nella maggior parte dei casi), ma dal santissimo crocefisso di Clemente Mastella e del suo misero partitino. Sia la legge sull’indulto che quella sulla cronaca giudiziaria, lo vedono come promotore. Quest’uomo totalmente inutile sul piano intellettuale, dialettico e politico è riuscito ad innalzare, con l’aiuto di una gaudente opposizione e di una maggioranza surreale, la non-libertà per i cittadini a dogma religioso.
Tutto ciò accadeva anche in Unione Sovietica.

3 comments:

cinema and cigarettes said...

Mentre scrivo c'è un simpatico comico di Bari che urla tra una battuta e l'altra "sò cambiaaate le còse"!
Come sono cambiate l'ho abbiamo visto tutti, solo che qualcuno o molti fanno finta di non vedere. Questa sinistra vomita luoghi comuni quando vuole fare colpo ai giovani di sinistra.
I giovani di sinistra parlano tutti uguale, vestono uguale, ascoltano la stessa musica, bruciano la bandiera americana che ffà ffigo, vanno alle manifestazioni per la pace, si attaccano la spilletta di Emergency, comprano e leggono giornali di sinistra. E non parliamo dei più grandi.
Se Piero Ricca contesta Fede va tutto bene, se contesta i DS e l'Unione è un porco Fascista.
Praticamente un luogo comune dietro l'altro.
Nelle fabbriche ( io lavoro in fabbrica ) sono divisi tra quel cretino di Diliberto e il furbo Bertinotti, ma dicono tutti le stesse cazzate di "sinistra".
- Berlusconi è il male assoluto. - Montanelli è un nazista.-
Insomma sono cresciuto tra Comunisti che hanno fatto le lotte e hanno dato la vita per ottenere i Diritti più importanti che oggi abbiamo nel lavoro e che oggi, questi diritti sono calpestati da agenzie interinali (caporalato) che sono nate grazie all'Ulivo. Mi ricordo di Berlinguer. Mi ricordo che ero piccolo, e nelle fabbriche mio padre, mio zio e i loro compagni, scioperavano anche un mese intero e con lo stipendio da fame. Adesso l'eredità di tanti sacrifici è in mano ai servi delle banche. Non ho nostalgia del P.C.I, non ho nostalgia della falce e martello.
Ho nostalgia di uomini e donne che ti insegnavano a vivere perchè volevano fare la Storia. Ho nostalgia di parole sensate, di confronti seri, di proteste sentite, di coraggio, dignità.
Non mi sento migliore di chi oggi ha la tessera di un partito di sinistra. Non sono più interessante di loro, ma li contesto nella loro ovvietà, e ne prendo volentieri le distanze .

Scusa lo sfogo, ma il tuo Post và a nozze con quello che penso, anche se sei stato più diplomatico.

SALUTI

cinema and cigarettes said...

Caro Lesandro, non credo che i miei commenti debbano avere una risposta a tutti i costi, ma essendo un tuo lettore affezionato, ho imparato un pò a conoscerti, leggendo i tuoi post e le risposte ai commenti dei bloggers.
Questa volta la risposta non c'è. Le motivazioni che mi sono dato sono tante, ma una sola mi ha obbligato a ritornare su questa pagina, ed è, che penso tu sia in disaccordo con il mio intervento. Le parole che ho usato, sono forse troppo di pancia, e sono convinto, rileggendo (tranne l'ultima parte) non siano le parole giuste, rispetto a quello che provo come uomo, a sinistra.
Pertanto, se è come penso, faccio le mie scuse a te e a tutti quei lettori che passando nel tuo blog, non gradiranno il mio commento.

Per farmi perdonare ti lascio l'indirizzo di un post, che rappresenta anche un pò quello che penso, e che avrei voluto scrivere io.

Buona Serata

Blog:
www.chimeraweb.net/

Post:
http://www.chimeraweb.net/homepage.htm

cinema and cigarettes said...

CON PRECISIONE...
Il titolo del post è:

Con Turigliatto.
di Al Ramechi