Saturday, June 30, 2007

Quando il gioco si fa duro...

Negli Stati Uniti, i politici che vanno a puttane non fanno più notizia. Sia perché non ci vanno, ma se le trovano direttamente in ufficio (le chiamano stagiste, segretarie, ecc.), sia perché oramai è una realtà ampiamente comprovata da decine di pellicole hollywoodiane e pertanto sacrosanta per tanta parte dell’america bigotta che preferisce voltarsi dall’altra parte. Altri avvenimenti invece scatenano la stampa ‘rosa’ e l’opinione pubblica. Janet Jackson che organizza un mini strip (un seno scoperto ‘per caso’, ma in realtà volutamente) alla cerimonia di consegna di non ricordo quale premio musicale, ad esempio, fomentò scandali su scandali e richiese conferenze stampa e pubbliche scuse da parte della cantante per aver urtato una non meglio identificata sensibilità del pubblico che, almeno nella sua maggioranza se non totalità, è lo stesso che vota ed approva quotidiani bombardamenti o la pena di morte anche per chi non ha commesso omicidio, come è accaduto e, purtroppo accadrà di nuovo molto presto, nel carcere di Huntsville, in Texas. È un po’ una tara del mondo anglosassone in verità. Anche qui in UK, decine e decine degli ormai famosi tabloid decidono volutamente di rovesciare nei ‘newsagents’ foreste e foreste di carta stampata per mostrare la foto di star e starlette sorprese con abiti troppo brutti, o con un nuovo accompagnatore/accompagnatrice, o con una minigonna a sciarpa che, inevitabilmente, quando si scende dalla macchina rivela sesso, razza e religione. Il seguito che questi ‘giornali’ hanno tra la gente è allucinante. Persino nelle caffetterie dell’università si ritrovano sui tavoli e tra le mani di studenti, docenti e ricercatori. Vedere qualcuno che legge il Guardian, il Times o l’Independent durante il ‘coffee break’ è un’impresa. Recentemente, le prime pagine di questa stampa guardona è stata monopolizzata dalle disavventure di Paris Hilton, ovvero una vagina con un ricco conto in banca, situata al centro di una struttura in carbonio che le consente la deambulazione e dotata di appendici prensili e cefaliche per espletare necessità alimentari o per mettere in atto delle efficaci (e documentate) abilità orali. Praticamente il sogno di ogni uomo 144-dipendente.
Poi ieri una giornalista sconosciuta, almeno da noi in Italia, Mika Brzezinski, conduttrice del telegiornale della Microsoft Network broadcastings, non ne può più. Di fronte alla prospettiva di aprire il telegiornale con l’ennesima notizia sulla figlia dell’albergatore più ricco del mondo, prende il foglio su cui la notizia era stampata e, in diretta, prova a dargli fuoco. Fermata da uno dei due colleghi presenti in studio (nemmeno stesse tendando di suicidarsi), riesce comunque a strappare il foglio in due, lamentando il fatto che non è possibile mandare ‘notizie’ del genere in prima pagina, anteponendole ad altre ben più gravi provenienti, tra l’altro, dall’Iraq, dove l’ennesima strage ha mietuto decine di vittime tra i civili ancora una volta. Dalla redazione le inviano un’altra velina con la stessa notizia e lei la cestina di nuovo. Alla fine, le impongono il filmato della ragazza che tutta raggiante esce dal carcere. Qui trovate il video della vicenda. Ed è fastidioso. Lo è stato per me almeno. È fastidioso vedere come i due colleghi di Mika presenti in studio abbiano affrontato il tutto, intervenendo in modo quasi violento nei confronti della giornalista. Senza dubbio in modo sprezzante, seppure dietro una maschera di mal dissimulata cordialità. Uno dei due dice “non sei più una giornalista allora”, sempre sorridendo. Poi dice “Pensi di aver cambiato il mondo così facendo?” lei risponde “Si. Almeno il mio di mondo”. Al primo mi piacerebbe dire che la sua domanda rivela, più che il disprezzo, il disagio nel trovarsi di fronte ad una donna con infinitamente più coglioni di lui. Alla seconda invece dico che il suo gesto io l'ho apprezzato. E se è riuscito ad arrivare fino a me, che sto dall’altra parte di quel mondo, allora c'è da sperare che lungo il percorso qualcosina qua e là l'abbia cambiata per davvero.

4 comments:

normanno said...

Senza voler drammatizzare, il suo gesto mi fa un po' pensare al rapporto di forza tra lo studente piazza Tian'anmen e i cari armati cinesi.

Lei ha provato di fermare il caro armato della cattiva informazione... E bello... Ci fa piacere... Pero non cambierà nulla davanti al potere dei mass media onnipotenti tipo Murdoch, Berlusconi & Co.

E stato una goccia di acqua santa in un oceano di acqua marcia.

Gerypa said...

A me invece il filmato ha fatto sorridere. Credo che gli atti di ribellione - in questo campo - vadano alleggeriti della personalizzazione. Perché il protagonismo, e certa smania che lo suscita, inquinano sempre un po' i buoni propositi. Meglio sarebbe stato uno sciopero o una presa di posizione lontana dagli schermi. Non so, ma tutto ciò che accade in videodiretta mi sa di truccato... E' un mio problema ovviamente.

Lesandro said...

a me la giornalista è sembrata sinceramente incazzata quando le hanno sovraimpresso il servizio filmato. Svincolare questi gesti dalla personalizzazione equivarrebbe a renderli anonimi credo. Ciò che la gente ricorda non è il bruciare una velina in diretta tivvù. La gente ricorda QUELLA giornalista che brucia una velina in diretta tivvù. Perchè credi che ci siano persone che seguono il tiggì di Fede, per le notizie?

Gerypa said...

Infatti sono un purista delle notizie. E ho smesso di fare il giornalista da tempo, per impraticabilità di campo.