e il cambiamento è già iniziato...Wednesday, April 30, 2008
Il nuovo che avanza
e il cambiamento è già iniziato...Sunday, April 27, 2008
Breaking news: Talebani strafatti attentano a Karzai

Stronzi Talebani! Prima si spara e poi si fuma porca mignotta! Non il contrario!!!
La Resistenza Scomoda
Il 25 aprile è passato. È arrivato in sordina subito dopo le elezioni che hanno visto trionfare di nuovo il centrodestra e se l’è filata subito, lasciandosi dietro un quadro a dir poco desolante. Berlusconi non lo festeggia. Per lui è una giornata di lutto probabilmente. Per Selva, il ladro di ambulanze, andrebbe abolito come festività, perché è una roba retorica che non dice tutto sulla verità della resistenza e mente attribuendola ai partigiani. Per Grillo, è un altro vaffanculo day, in cui si grida e si firma per un’informazione libera. Ma il meglio viene dall’Unità. Dal giornale della…sinistra? Centro-sinistra? Centro? Non si capisce più tanto bene. Per questo giornale, il V-day organizzato da Grillo è un’apoteosi del qualunquismo. Grillo sarebbe ormai un politico come Berlusconi. I numeri della manifestazione sarebbero stati falsati e da quelle piazze non sarebbe arrivato nulla se non demagogia tendente al “cattivo gusto”, raggiunto quando lo stesso Grillo paragona i movimenti che da lui, in qualche maniera, sono originati, ai nuovi partigiani. Però, nonostante tutto questo, le cause prime delle lotte dei grillini sarebbero sacrosante. In altre parole, secondo questo giornale, va bene parlare di libertà d’informazione, va bene parlare di riforme, e va anche bene farlo il 25 aprile. Però bisogna farlo come dice l’Unità e, soprattuttissimamente, sotto l’ala materna e rassicurante dell’anatra piddì.
Come l’articolo compare sul sito, migliaia di grillini lo bombardano di mail infuriate in cui rivendicano il perché della propria partecipazione e, alcuni molto cordialmente, spedendo il proprio ‘vaffanculo’ direttamente nella casella di posta dello storico giornale.
Il giornalista in questione (presumibilmente G. Visone), per tutta risposta pubblica un ‘summary’ di tutte le mail arrivate, con tanto di nome e cognome dei mittenti, che si conclude con le storiche parole “…forse i grillini dimenticano che senza il finanziamento pubblico, senza gli introiti, resterebbero in vita davvero solo i giornali ‘al servizio dei potenti’. E per i movimenti come il loro, non resterebbe nemmeno più lo spazio dedicato alle critiche”.
Ne dubito. Grillo da sempre trova molto più spazio sulla stampa internazionale che non su quella italiana. Inoltre la sua forza è notoriamente la rete. Come che sia però, forse il giornalista avrebbe fatto bene a spendere due righe in più per tentare di spiegare, di argomentare la differenza che passa tra un giornale ‘dei potenti’ ed il suo. A me, sinceramente, ora come ora questa differenza sfugge del tutto. E l’unica conclusione che riesco a trarre da tutto ciò è che forse ha ragione Selva. Il 25 aprile andrebbe abolito. Ma non perché retorico o falso. Semplicemente perché ormai è diventato scomodo anche per la cosiddetta sinistra italiana.
La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana perché ad essa presero parte, militarmente e/o politicamente, persone appartenenti a correnti politiche e di pensiero diverse che elaborarono la Costituzione. Socialisti, Comunisti, Anarchici e Democristiani. E l’impronta della costituzione è quella ben nota dell’anti-fascismo. Non si sono cercati dialoghi. Non c’è stato bisogno di inciuci e larghe intese. Ma un desiderio antico di libertà. Libertà vere. Di sapere, di parlare, di lavorare. Il coraggio di imbracciare un fucile a difesa di valori allora ritenuti sacri ed irrinunciabili. L’unico momento in cui gli italiani sono esistiti come popolo. Chi avrebbe il coraggio, oggi, di confrontarsi con quelle persone, se non ipocritamente?
Friday, April 25, 2008
Wednesday, April 23, 2008
Very Important Morte
Diavolo d'un Cavaliere
Belial e 'beliar'. Una sola consonante di differenza. Così l’Independent definisce il Cavaliere, come colui che prima dice di non volerne sapere di Air France, ritenendo la posizione e l’offerta della compagnia francese “arrogante ed inaccettabile”. Poi, ad elezioni avvenute, comincia a strizzare l’occhietto a Sarkozy, consapevole della crisi che dovrà affrontare ed ormai dimentico della valanga di promesse elettorali rovesciate sugli italiani. Letteralmente lo ‘smentitore’ (to belie=smentire). In questo caso lo smentitore di se stesso, cosa a cui noi siamo decisamente abituati ormai, ma che ancora suscita scalpore in altri paesi in cui le parole conservano significato e peso. Quelle dei politici in particolare.Saturday, April 19, 2008
scusa MP...

una sintesi eccellente del mio stato d'animo attuale.
Dal sito di Peacereporter
Friday, April 18, 2008
Riforme Costituzionali
Ecco, è per questo che la sinistra ha perso le elezioni. Per questa incapacità di comprendere il fine ultimo della presenza, ingombrante in verità, di Silvio Berlusconi nella vita politica italiana: la figa! Una giornalista russa, a quanto si dice dalle piacenti fattezze, fa alle nuove chiappe preferite del nostro neo-eletto Presidente del Consiglio (ovvero, dopo quelle di Bush, ormai in discesa, quelle di Putin), una domanda su una sua presunta relazione con una ginnasta-modella russa (ormai va di moda) ed il nostro, con espressione da vecchio nonno bonariamente pedofilo, le punta contro due indici a mò di mitra. Vabbè, un gesto sconsiderato magari, visto che in Russia i giornalisti crepano come mosche per questo nuovo virus influenzale, l'AK-47. Però una battuta. Un modo come un altro per tacchinare una giornalista leggerina ed esteticamente gradevole.Tuesday, April 15, 2008
Monday, April 14, 2008
Forza Italia di merda!
Risultato: la sinistra italiana, quella vera, esce di scena, spazzata via da Camera e Senato. Se ieri ancora esisteva nei due rami del parlamento, qualcuno che di tanto in tanto osava alzare una timida mano per pronunciare un minuscolo ‘no’ a guerra, precariato, sfruttamento, sicurezza sul lavoro, diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli, da domani non ci sarà più. Tutto ciò che esisteva tra Ferrando e Mussi (Ferrando e Mussi inclusi), per quanto colpevole di gravi mancanze negli ultimi due anni, appartiene ormai al passato.
E la destra? Spazzata via anche lei. Quella sociale almeno. Chi resta? Resta il feto deforme dello sfrenato liberismo italiano a pizza e fichi, figlio innaturale dell’arroganza pseudo-imprenditoriale e della superficialità ottusa del nostro paese, nato dall’amplesso sodomitico tra un SUV cittadino ed una velina senza cervello. Resta un clero medievale che, ancora una volta, è riuscito a piazzare i propri centravanti in entrambi gli schieramenti, e che sventolerà, così come ha già fatto, crocefissi come fossero alabarde di fronte al progresso scientifico, all’aborto, al divorzio e perché no?, all’evoluzionismo darwiniano, salvo poi riunirsi pacificamente in preghiera, delegando il padreterno ad intervenire in sua vece, quando i suoi referenti politici si troveranno a votare per questa o quella ‘missione di pace’. Restano il paternalismo, se non il disprezzo, della comunità internazionale nei nostri confronti. Resta la solitudine di chi non arriva a fine mese, di chi ha bisogno di cure mediche ma non può pagarsele, di chi ha studiato e studiato a non finire, ma si ritrova a corto di santi in paradiso e sommerso dalle chiamate del call center dove deve lavorare.
Forza Italia di merda! Hai sotterrato il tuo Stefano Lantier, ora partorisci il tuo Suvarin.
Saturday, April 12, 2008
Monday, April 07, 2008
Gomorra
Un po’ in ritardo sul resto del mondo sono arrivato anche io a leggere ‘Gomorra’ di Roberto Saviano. Da tempo ormai l’autore ha avuto modo di parlare con giornalisti e personaggi televisivi, di rispondere alle loro domande sulla criminalità campana, di commentare con loro il proprio libro. Pertanto non voglio fare parola sui contenuti giornalistici di questo libro. Anche perché la descrizione dei meccanismi economico-criminali della camorra è talmente esaustiva e complessa che meriterebbe, appunto, un libro a parte. Ciò che più di tutto mi ha colpito di questo libro è stata la sua impostazione. Quando ho aperto la copertina mi aspettavo, a dire il vero, un’opera dettagliata e minuziosa stile ‘Travaglio’ per capirci. Una sequenza ordinata cronologicamente di sentenze, cronache, atti. Magari alleggerita qua e là da qualche battuta irriverente, proprio come Travaglio è solito fare nei suoi libri, ma nel complesso un testo informativo, un manuale da consultare per realizzare, per comprendere la portata degli avvenimenti, il loro impatto nella nostra vita e, in ultima analisi, per colmare le fisiologiche lacune della nostra conoscenza riguardo la nostra vita quotidiana. Invece mi sono trovato davanti a qualcosa che non mi aspettavo. Un libro a metà tra il saggio giornalistico ed il diario. Le reazioni dell’autore al martirio della sua terra da parte dei clan camorristi, in questo libro hanno pari dignità rispetto agli eventi criminali che vi vengono descritti. La rappresentazione delle matrici criminali delle famiglie camorriste, procede di pari passo con il lamento di chi decide di non rinunciare ad un’idea di umanità diversa, slegata dal profitto sempre e comunque. Ed il risultato è sorprendente. Non solo la lettura risulta estremamente piacevole, merito anche dello stile assolutamente musicale di Saviano, ma anche il fine ultimo, ovvero l’informazione di chi legge, viene raggiunto per direttissima. Aprite un saggio giornalistico o storico qualsiasi. Per bene che possa essere scritto, alla fine della lettura ci saranno, inevitabilmente, numerosi particolari che avranno abbandonato il dominio della memoria, vuoi per ragioni quantitative (non è facile riuscire a tenere a mente tutto), vuoi qualitative (non è detto che la storia che viene narrata sia poi ‘avvincente’). Nel caso di ‘Gomorra’ invece, si giunge alla parola fine conservando una visione completa sia dei fatti che sono stati narrati, sia, forse anche più importante, della rabbia con cui questo libro è stato scritto. Tuesday, April 01, 2008
Perplessità da emigrato

Appena rientrato in UK, scendo dal taxi che mi ha riportato a casa, infilo la chiave nella toppa e… la porta non si apre. Spingo più forte e riesco ad entrare. In pratica, la porta era ostruita dalle svariate migliaia di volantini elettorali che, negli ultimi 12 giorni, il postino ha lasciato cadere attraverso la buca delle lettere. Tra questi, nascosta, sommersa, la busta del consolato contenente le schede elettorali. Li raccolgo tutti, li scarto e li leggo. Una forma di autopunizione forse. Un volersi far del male. Ed infatti, sono tutti popolati più o meno dalle stesse, solite, trite e ritrite promesse elettorali, facce sorridenti, programmi rivoluzionari e via dicendo. Solo che sono espressamente rivolti al cittadino italiano residente all’estero. Ovvero, promesse e programmi sono rivolte ad un presunto miglioramento della vita in un paese che non sia l’Italia. Miglioramento dei servizi consolari, snellimento di svariate pratiche burocratiche in cui normalmente si ingolfano gli emigrati, ecc. Sareste così gentili, voi che mi leggete e che siete rimasti in patria, da spiegare a questi signori che i cittadini italiani residenti all’estero NON hanno bisogno che il paese in cui vivono venga minimamente contaminato dalla politica italiana e che se decidono di votare dall’estero lo fanno perché sperano vivamente di vedere invece migliorate le cose nel loro paese d’origine? Ve ne sarei molto grato.


