Sunday, April 27, 2008

La Resistenza Scomoda

La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana”.

Lo dice Wikipedia, il portale secchione. E se lo dice lei, bisognerebbe crederci.

Il 25 aprile è passato. È arrivato in sordina subito dopo le elezioni che hanno visto trionfare di nuovo il centrodestra e se l’è filata subito, lasciandosi dietro un quadro a dir poco desolante. Berlusconi non lo festeggia. Per lui è una giornata di lutto probabilmente. Per Selva, il ladro di ambulanze, andrebbe abolito come festività, perché è una roba retorica che non dice tutto sulla verità della resistenza e mente attribuendola ai partigiani. Per Grillo, è un altro vaffanculo day, in cui si grida e si firma per un’informazione libera. Ma il meglio viene dall’Unità. Dal giornale della…sinistra? Centro-sinistra? Centro? Non si capisce più tanto bene. Per questo giornale, il V-day organizzato da Grillo è un’apoteosi del qualunquismo. Grillo sarebbe ormai un politico come Berlusconi. I numeri della manifestazione sarebbero stati falsati e da quelle piazze non sarebbe arrivato nulla se non demagogia tendente al “cattivo gusto”, raggiunto quando lo stesso Grillo paragona i movimenti che da lui, in qualche maniera, sono originati, ai nuovi partigiani. Però, nonostante tutto questo, le cause prime delle lotte dei grillini sarebbero sacrosante. In altre parole, secondo questo giornale, va bene parlare di libertà d’informazione, va bene parlare di riforme, e va anche bene farlo il 25 aprile. Però bisogna farlo come dice l’Unità e, soprattuttissimamente, sotto l’ala materna e rassicurante dell’anatra piddì.

Come l’articolo compare sul sito, migliaia di grillini lo bombardano di mail infuriate in cui rivendicano il perché della propria partecipazione e, alcuni molto cordialmente, spedendo il proprio ‘vaffanculo’ direttamente nella casella di posta dello storico giornale.

Il giornalista in questione (presumibilmente G. Visone), per tutta risposta pubblica un ‘summary’ di tutte le mail arrivate, con tanto di nome e cognome dei mittenti, che si conclude con le storiche parole “…forse i grillini dimenticano che senza il finanziamento pubblico, senza gli introiti, resterebbero in vita davvero solo i giornali ‘al servizio dei potenti’. E per i movimenti come il loro, non resterebbe nemmeno più lo spazio dedicato alle critiche”.

Ne dubito. Grillo da sempre trova molto più spazio sulla stampa internazionale che non su quella italiana. Inoltre la sua forza è notoriamente la rete. Come che sia però, forse il giornalista avrebbe fatto bene a spendere due righe in più per tentare di spiegare, di argomentare la differenza che passa tra un giornale ‘dei potenti’ ed il suo. A me, sinceramente, ora come ora questa differenza sfugge del tutto. E l’unica conclusione che riesco a trarre da tutto ciò è che forse ha ragione Selva. Il 25 aprile andrebbe abolito. Ma non perché retorico o falso. Semplicemente perché ormai è diventato scomodo anche per la cosiddetta sinistra italiana.

La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana perché ad essa presero parte, militarmente e/o politicamente, persone appartenenti a correnti politiche e di pensiero diverse che elaborarono la Costituzione. Socialisti, Comunisti, Anarchici e Democristiani. E l’impronta della costituzione è quella ben nota dell’anti-fascismo. Non si sono cercati dialoghi. Non c’è stato bisogno di inciuci e larghe intese. Ma un desiderio antico di libertà. Libertà vere. Di sapere, di parlare, di lavorare. Il coraggio di imbracciare un fucile a difesa di valori allora ritenuti sacri ed irrinunciabili. L’unico momento in cui gli italiani sono esistiti come popolo. Chi avrebbe il coraggio, oggi, di confrontarsi con quelle persone, se non ipocritamente?

Lo diceva Pasolini nei suoi ‘Scritti Corsari’: il fascismo, nonostante tutto, non è riuscito a scalfire l’identità degli italiani. Ma, laddove fallì Mussolini, è riuscita la televisione, la massificazione. Risultato, oggi esistiamo come popolo solo durante le finali dei mondiali di calcio. E di tutto questo, temo, Berlusconi, Selva, l’Unità e persino Grillo, fanno ampiamente parte.


No comments: