Monday, November 12, 2007

Il calcio italiano

Problemi in Italia ce ne sono, ci sono sempre stati e, temo, sempre ci saranno. Ma non si risolvono a mugugni, espressioni di disgusto o di rabbia o, peggio ancora, interrogazioni parlamentari. La giornata di ieri e stata innalzata agli onori della cronaca nazionale ed internazionale per le azioni di guerriglia scatenate da gruppi di persone inferocite per l’uccisione di Gabriele Sandri in un autogrill nei pressi di Arezzo. Era un tifoso della Lazio e, per cause ancora tutt’altro che chiare, è stato raggiunto da due proiettili durante una rissa scoppiata nell’area di parcheggio dell’autogrill di Badia al Pino. Ad esplodere i colpi, un agente di polizia accorso sul posto insieme ad altri colleghi per sedare la rissa. Non si sa come i due colpi siano stati esplosi. Non si sa perché. L’agente non era a conoscenza del fatto che la rissa fosse a sfondo ‘calcistico’, essendo scoppiata tra tifosi di squadre diverse. Né si capisce perché avrebbe dovuto saperlo. Non si sa nemmeno se Gabriele Sandri fosse o meno coinvolto in questa rissa. In altre parole non si sa niente o quasi di quanto è successo. Ciònondimeno, un esercito di coglioni incappucciati ieri ha devastato sia la zona dello stadio Olimpico di Roma che quella dello stadio di Bergamo, dove era in corso la partita tra Milan ed Atalanta. E, curiosamente, questo attacco vandalico ha visto, forse per la prima volta nella storia del calcio italiano, tifoserie decisamente opposte agire insieme, con una comunità di intenti totale e senza precedenti. E, ovviamente, subito tutti lì a puntare il dito con raccapriccio, verso questi poveri idioti. Come se fossero veramente tali. Pochi hanno menzionato il fatto che, da un paio di decenni a questa parte, movimenti di destra più che estrema hanno messo piede negli stadi, diretti da ambienti totalmente estranei al calcio ed alle tifoserie anche organizzate, ma che vedono nelle ‘curve’ il vivaio ideale dove far crescere rabbia e violenza in maniera inquadrata. Più di un cronista ha riportato come i movimenti dei teppisti durante le loro scorribande apparissero organizzati e finalizzati. E stupisce che, in quello che si vuole far passare come un generico moto di rabbia, siano andate in fumo solo un paio di macchine e di secchioni della nettezza urbana. Per come la vedo io, qualcuno deve essersi dato un bel da fare per prendere al balzo l’occasione della morte del povero Sandri. Aiutato in questo dalle assurde decisioni prese dalla federazione che, invece di sospendere tutte le partite, ha semplicemente ritardato il fischio di inizio di una decina di minuti e mandato in campo i giocatori con la solita fascetta nera, neanche fosse un gettone di presenza per la partecipazione ad un lutto che, inevitabilmente, è stato considerato oltraggiato, dopo i più drastici interventi presi ai tempi della morte di Raciti. Ed oggi tutti giù a mugugnare. A puntare il dito. A rabbrividire di fronte alle immagini di questa mini rivolta dei poveri. Mascherata da tifo calcistico. Fomentata da parole che ormai hanno perso ogni barlume di significato, come ‘onore’ o ‘fede’. Guidata da chi di queste parole ha fatto pane quotidiano per le menti di poveri imbelli abbrutiti che venerano l’ignoranza. Ieri, Mughini godeva nel dissertare di banalità assolute dagli studi televisivi.

Chiudere gli stadi non basta. Bisogna fermare tutto. Niente calcio fino a settembre 2008. e col nuovo campionato, il primo che rompe anche solo una vetrina si riblocca tutto fino all’anno successivo. E poi vediamo se anche le società non cominciano a rimboccarsi le maniche per lasciare questa mandria di coglioni fuori dagli stadi.


Vignetta by Gianfalco. Thanks

6 comments:

Anonymous said...

Ti ringrazio per aver inserito la mia vignetta a completamento di questo post.
Di sicuro il tuo scritto ne facilita la comprensione.
Nel merito, quando avverrà quello che auspichi vuol dire che saremo entrati nel gruppo dei paesi civili.
Ma mi sa che dovremo aspettare ancora un bel po' di morti, dentro e fuori gli stadi.

Anonymous said...

Non si sa nulla, insomma.
stavolta la vicenda ha fatto clamore perchè si trattava di calcio.
e il calcio accomuna molte più persone di quante siano accomunate, ad esempio, dalla difesa dei diritti del cittadino.

Anonymous said...

o da discussioni sull'abuso di potere

(chiedo scusa, sono amareggiata)

Lesandro said...

non devi scusarti mai per quello che scrivi sul mio blog. E comunque volevo dire che il calcio ce lo hanno fatto entrare per forza. Sia con la disinformazione che per convenienza. Come ripeto, quelle persone secondo me erano manovrate. Perciò addio campionato. E vediamo poi che si inventano. Con chi se la pigliano. Dove vanno a sventolarle le loro croci uncinate.
Il calcio accomuna un sacco di gente, è vero. Ma anche la difesa dei diritti non scherza. Solo che il primo è sempre sotto l'occhio delle telecamere, mentre i secondi si tenta di tenerli lontani. Per quanto riguarda le discussioni...bè, ci stiamo lavorando un pò tutti mi pare no?

Anonymous said...

molti tacciono.
:/

Anonymous said...

Forse dovremmo anche chiederci a chi vanno in mano le armi regolri, nel nostro paese... Per sedare una rissa tra chicchessia, non mi sembra appropriato sparare all'impazzata ad altezza d'uomo mentre si corre... Naturalmente Lesandro ha pienamente ragione nell'invocare l'interruzzione dei "Circenses".