Tempo fa, quando ancora abitavo a Roma, mi svegliai una mattina con un mal di schiena feroce. Non riuscivo nemmeno a scendere dal letto tanto era forte. Non ero nuovo a quel genere di problemi. Ma quella volta mi preoccupai perche’ i sintomi erano davvero pesanti. Percio’ mi decisi ad andare al pronto soccorso. Lo scenario era il solito degli ospedali pubblici italiani ovviamente. Muri scrostati, tempi d’attesa anche lunghi e via dicendo. Pero’, quando venne il mio turno, il medico che mi prese in consegna mi ascolto’ con attenzione, mi fece duemila domande riguardo alla mia anamnesi, mi fece ECG e prese anche la pressione e dopo mi mando’ in radiologia a fare due lastre per assiurarsi che la colonna vertebrale non avesse problemi o lesioni. Un servizio coi fiocchi in verita’. Solo dopo aver espletato questa ‘emergenza’, ricordo che mi venne chiesto di compilare un foglio dove mi si chiedeva il nome del medico curante, il tipo di lavoro ed altre cose del genere. Un bel servizio devo dire, e ricordo che lasciai il PS pensando che tutto sommato forse alcune delle cose che si sentono dire sulla sanita’ italiana non sono poi vere.
Da tre, quattro giorni a questa parte, mi si e’ ripresentato un problema simile. Con l’aggravante di una infiammazione feroce estesa al nervo del braccio, che rende dolorante non solo il braccio ma anche la spalla. Non sono il tipo che ricorre sempre al medico, questo va detto. Conoscendo i miei ‘acciacchi’, ho ormai imparato come ‘aggiustarmi’ e non ho mai avuto problemi. Pero’, anche stavolta, i sintomi erano tali da spingermi a cercare l’opinione di un dottore. E cosi’ mi sono recato nuovamente al PS, ovvero all’ER, l’emergency room del policlinico universitario di Cambridge. Il famigerato Addenbrooke’s hospital. Come sono entrato, ho notato muri e pavimenti pulitissimi, schermi LCD ovunque, per informare i pazienti quanto fa male fumare, strisce gialle per terra per dirti come, dove e quando andare. Arrivo alla reception e mi danno 3 moduli da compilare. Tra i vari campi da riempire, quello del ‘GP’, ovvero il medico curante. Mi avvicino al desk e dico che non ne ho uno. Se avessi puntato una pistola alla tempia dell’impiegata avrei suscitato meno scalpore. Mezz’ora di pistolotto su quanto e’ importante avere un GP. Io nel frattempo vedevo le stelle dal dolore. Faccio di si con la testa mentre la tipa mi indottrina e nel mentre continuo a riempire i documenti, specificando, nel campo apposito, la mia allergia per l’aspirina. Finito il pistolotto vengo messo in attesa ed aspetto il mio turno. Dopo 10 minuti, due infermiere mi chiamano ed io inizio a descrivere i sintomi mentre loro prendono nota. Mi chiedono se ho intolleranze particolari per qualche farmaco, ed io specifico di nuovo ‘aspirin’. Poi mi informano che la normale procedura vorrebbe che prima del ER io passassi una visita dal GP. A me cominciano a saltare i nervi. Finito con loro, mi siedo ed aspetto di essere ammesso in box visite. Arriva il mio turno ed una infermierina mi fa accomodare, mi passa un camice e mi dice di spogliarmi, poi procede ad ECG e pressione, salvo poi chiedermi se ho qualche tipo di intolleranza da farmaci. Porta tutti i dati ad un medico che vedo dopo venti minuti di permanenza sul lettino, quando ormai mi staccherei il braccio a morsi. Un pakistano probabilmente, che arriva con stetoscopio a tracolla ed inizia ad auscultarmi il torace mentre respiro. Io dentro di me mi domando perche’, visto che ho male ad una spalla. Poi penso che anche gli infartuati alle volte avvertono dolore al braccio durante l’infarto. Finito di auscultare il tipo mi guarda e mi dice “ora le prescrivo un antiinfiammatorio, ma non si preoccupi. Non so cosa lei abbia...ma non e’ il cuore”. Io lo guardo sbalordito mentre scrive la ricetta su di un foglio. Mi passa la ricetta, mi fa 10 minuti di pistolotto su quanto e’ importante avere un GP e poi fugge via. Io prendo la ricetta e leggo...’aspirin’. Gli sono corso dietro scalzo e a torso nudo per tutta l’ER. L’avrei preso volentieri per il collo ma mi trattengo e gli faccio notare che piu’ volte ho avuto modo di precisare la mia intolleranza a tale medicina. Lui cambia la prescrizione e mi volta le spalle. Procedo verso la farmacia dell’ospedale dove prendono la ricetta e mi danno venti minuti di attesa prima di poter ritirare le pillole. Quando arriva il mio turno, prendo l’antiinfiammatorio e faccio per andarmene, ma la farmacista mi trattiene. Prende un modulo, inizia a riempirlo coi miei dati ed alla fine mi chiede “lei e’ allergico a qualche farmaco?”. Me ne sono andato senza rispondere.
Cosa e’ lecito pensare in questi casi l’ho gia’ specificato qualche post fa.
3 comments:
no, no, non puoi farmi cadere i miti, eh? (anche se la tua cronaca inglese in effetti è illuminante sulle semplificazioni che spesso facciamo per non conoscenza diretta)
mi accorgo ora che clicca qua e la è uscito un nick che non c'entra un piffero, scusami!
MP
My friend already jailbroke my iphone but he didn't tell me how to download custom apps. Can anyone tell me how to do so?
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