Continua la corsa irrefrenabile del Governo Prodi alla caccia di tutto quanto possa trasformarlo in un Berlusconi-bis. Continua la corsa all’inseguimento dell’autogol, dello svergognamento, della declassazione del nostro paese. Sembra quasi che, consapevoli della debolezza numerica della maggioranza, i nostri ministri si preoccupino di smerdare l’Italia il più in fretta possibile, per non doversi poi ritrovare, in caso di elezioni anticipate, con solo metà del lavoro fatto. Adesso è il turno dell’ampliamento della base militare statunitense di Vicenza. Chi non si sarebbe aspettato una politica di favoritismi alla NATO da parte di un governo di centrosinistra dopotutto?
Mirabili le affermazioni rilasciate alla stampa dal Premier. Prima dice che il Governo italiano ha approvato l’ampliamento della base, poi afferma che, se ci sono dei problemi, questi deve risolverli l’amministrazione locale…e che dovrebbe fare il comune di Vicenza, la secessione dalla Repubblica??? Fanno fatica i ministri a rimanere dritti. Da Amato a di Pietro, da Parisi a, ovviamente, Mastella è tutto un barricarsi dietro a frasi di circostanza. “I patti internazionali vanno rispettati!!!” (Di Pietro, Mastella), anche quando a prenderli è stato il Governo precedente contro cui vi siete battuti a spada tratta in campagna elettorale? “Diventa particolarmente delicato assumere una posizione diversa” (Amato), ma in che senso ‘delicato? Che fanno poi gli americani se gli diciamo di no, esportano un po’ di democrazia anche da noi? Per il ministro dell’Attuazione del programma Giulo Santagata si tratta invece di “una buona occasione di sviluppo”, ma non è che Vicenza sia esattamente il terzo mondo!!! Ed inoltre quest’opera trasformerà la città, ed il paese, in una delle punte più avanzate del militarismo statunitense d’intervento rapido in Europa.
Dico la verità, l’aspettavo al varco di questa decisione il nostro Governo. L’aspettavo al varco perché sarebbe stato sufficiente un semplice ‘no’ per risparmiare il massacro urbanistico dell’area interessata e, soprattutto, per segnare la discontinuità del nostro paese con la dissennata politica estera statunitense. Ed invece, ancora una volta, questa discontinuità è morta prima ancora di nascere. Ancora una volta ci asserviamo ai voleri guerrafondai del paese a stelle e strisce.
Più e più volte i cittadini di Vicenza hanno fatto sentire la loro voce. Per protestare contro l’altissimo impatto sociale ed ambientale che l’allargamento della base comporterà in una città UNESCO come Vicenza. Per protestare contro un consiglio comunale che ha preso tutte le decisioni senza minimamente consultare la cittadinanza. Per protestare contro un governo che nel suo programma prometteva che “ogni azione di grande impatto sul territorio sarà sempre presa nel rispetto dell'opinone delle popolazioni locali”. Ma, come sempre accade quando è la gente a pretendere di avere voce in capitolo, non è successo niente. La barra del Governo è rimasta dritta e tutti se ne sono infischiati allegramente della volontà popolare, dei movimenti pacifisti, delle azioni di disobbedienza e delle decine e decine di migliaia di firme raccolte, che disegnano un’opinione pubblica in cui quasi il 70% è contrario all’intervento di ampliamento. Alzano la voce solamente il PRC, i Verdi ed il PdCI. Se non stessero al Governo anche loro e non avessero sottoscritto tante delle puttanate che questo ha fin’ora promosso, penserei che sono gli unici con le palle! Ma quelli erano altri tempi!!!
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