Fino a pochi annni fa, quando ancora il termine ‘guerra fredda' aveva un senso, due grandi superpotenze si contendevano il controllo degli assetti economici e militari del pianeta. USA e URSS si sorridevano mostrando denti acuminati, spesso insanguinati e giocavano a spostare testate nucleari sui territori da loro occupati come fossero unità di Risiko. Nella filmografia hollywoodiana, il russo era il cattivo per eccellenza ed il terrorismo di matrice islamica era ancora relegato al ruolo di comparsa in qualche film comico. L’occidente anglosassone si ergeva santo ed immacolato sui grandi schermi di tutto il mondo a difesa di valori universalmente accettati come buoni quali democrazia, mercato e patatine fritte. Tutti noi vivevamo un po’ nell’angoscia di veder spuntare un funghetto atomico all’orizzonte. La caduta del muro (frase ormai eletta al rango di ‘proverbio’ per descrivere un presunto cambiamento radicale) ha cambiato gli equilibri in campo. I russi sono spariti dai cinema, sostituiti prima dai cinesi e poi, finalmente, dagli arabi. Democrazia, mercato e patatine fritte hanno invaso la piazza rossa ed i faccioni severi dei Leader sovietici, da Stalin a Cernienko, sono stati sostituiti prima da quello bonario di Gorbachev, che presto vedremo all’isola dei famosi, poi da quello alticcio di Eltsin. Mi sarei aspettato, dopo questi due, che a guidare la Santa Madre Russia arrivasse Bombolo, ed invece è spuntato Putin. Anche lui ci prova. Si fa riprendere mentre ‘gioca’ al Judo con un bambino giapponese che lo manda al tappeto e ogni tanto cerca anche di sorridere, ma l’old style sovietico è palese a tutti. Ciononostante, Vladimir è entrato nei cuori dei potenti d’occidente ed è tutto un darsi gran pacche sulle spalle. La Russia continua ad essere un fiero alleato della NATO. L’Unione Sovietica era la negazione della libertà, esclusa forse la libertà di lavorare. C’erano i gulag, lo sterminio dei dissidenti, il razzismo. La stampa era strettamente controllata dal potere dittatoriale. Ed oggi? Oggi Piotr Gabrijan, il procuratore a capo dell’inchiesta sull’omicidio di Anna Politkovskaja, viene rimosso dal suo incarico e sostituito con un giudice più anziano e più alla portata del ministro della giustizia russa. Oggi i ‘silovki’, gruppo ristretto di potenti e mafiosi, vicini al presidente russo e radunati attorno ai servizi segreti FSB (ex-KGB, ex-CEKA ecc. ecc.), “controllano tutto in questo Paese: dai media ai servizi segreti alla polizia alla magistratura, senza parlare di Parlamento e governi regionali; il loro potere non ha più limitazioni. Avevano già deciso d'affossare questo processo e adesso allontanando Gabrijan, faranno finire l'inchiesta in un nulla di fatto” (parole di Dimitri Muratov, caporedattore della Novaja Gazeta, il giornale della Politkovskaja, pronunciate in diretta a ‘Radio Moskvji’). Oggi si manifesta per ricordare la giornalista uccisa e si finisce in galera per questo. Oggi le ONG presenti sul territorio soviet…pardon, russo, sono costrette alla schedatura e, quando la loro registrazione viene rallentata o rifiutata, sono obbligate ad interrompere le attività, come è successo a Human Rights Watch, Amnesty International e Medecins Sans Frontieres. Oggi i PRESUNTI terroristi ceceni (notare il peso della parola ‘presunti’) vengono allegramente torturati e malmenati nelle carceri speciali. Oggi alla Russia non servono più le testate nucleari. I rubinetti del gas fanno molta più paura.
Verrebbe voglia di lanciare una campagna tipo ‘compra anche tu un mattone. Ricostruiamo il muro’…
1 comment:
I russi, quando si mettono d'impegno, riescono a fare meglio di certi amici nostri...
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