Wednesday, January 10, 2007

Fulmyne - I colloqui di lavoro

È questo il primo di una serie di articoli che il mio amico Fulmyne (alias Leonardo…o dovrebbe essere il contrario?) mi ha chiesto di pubblicare nel mio blog, richiesta che sono ben felice di accettare. Chi è Fulmyne? Ho letto il suo curriculum una volta e c’è da rimanere sinceramente stupiti. Se non altro per il numero enorme di lavori che ha fatto di volta in volta per arrivare a fine mese. Artigiano sopraffino, autore di bellissimi lavori in legno che popolano la sua casa come compagni di viaggio, esperto ed amante della musica e della fisica, scrittore, si definisce ‘povero’ con orgoglio. Quello che Fulmyne scrive, lo scrive principalmente per rabbia. I suoi articoli, così come i suoi libri che spero di vedere presto pubblicati, sono lo sfogo di chi si incazza quotidianamente contro la superficialità e l’ottusità del popolino dei reality, contro il pressappochismo della politica italiana e dei politici italiani, contro l’arroganza del potere e dell’ignoranza. Persona chiaramente intelligente, quando proprio non ce la fa più, quando la vena sul collo è troppo gonfia, si siede e intrappola la rabbia tra le righe di un diario, di un articolo o del capitolo di un altro libro. In altre parole, più che opere di scrittura i suoi testi sono esorcismi; rituali tesi ad allontanare i demoni e gli spettri che popolano quanto di ‘sociale’ e ‘morale’ ci circonda, allo scopo di mantenere questi due domini il più puliti possibile. Ovviamente non basta. Lo so io, lo sa lui, lo sapete voi. Perciò ho deciso di dargli spazio su questo blog, per vedere se è possibile attraverso questo strumento, riuscire ad arrivare a qualcosa di più concreto, cosa a cui anche lui, ovviamente, aspira. Ma anche perché trovo sorprendente la similarità di vedute che siamo riusciti a raggiungere, indipendentemente l’uno dall’altro, pur partendo da posizioni ideologiche diametralmente opposte. Non siamo, né credo saremo mai, d’accordo su molte cose, ma percepiamo entrambi che proprio in virtù di questa distanza, se la verità non è nelle affermazioni dell’uno, allora deve essere necessariamente in quelle dell’altro. Il che rende i nostri dialoghi preziosi e questo è ciò che vorremmo condividere con altri su questo blog.


I colloqui di lavoro

I nostri giovani non hanno più voglia di lavorare!
In televisione si sente dire da esperti economisti e grandi uomini di affari che il nostro paese ha un disperato bisogno di manodopera. Gli immigrati regolari o clandestini, sarebbero quindi una ricchezza economica per tutto il paese. Si, perché ormai i “nostri” giovani non si abbassano più a fare certi lavori manuali umilianti. Comunque davanti a casa mia l’immondizia è sempre stata regolarmente prelevata anche prima dell’apertura delle frontiere. Bene, io ho sostenuto decine di colloqui per questi lavori manuali negli ultimi tempi, e presentandomi con un curriculum notevolmente vario e valido, non sono riuscito ad intenerire alcun datore di lavoro! In compenso ho respirato l’aria di molti capannoni industriali in cui lavorano prevalentemente immigrati. Mi sono sentito dire da padroni lacrimanti, che oggigiorno è estremamente difficile riuscire a trovare dei validi giovani che abbiano voglia di lavorare. Uno mi ha detto che erano mesi che lo stava cercando, un ragazzo volenteroso…
“Bene.” - gli dico - “eccomi qua; quando vuole che cominci? Anche solo per un periodo di prova.”
Cambia espressione non appena capisce che sono interessato, e risponde con aria da vittima:
“Beh, dunque, non saprei; devo prima sentire il mio commercialista... E poi... sai... Tu con tutti gli attestati e i diplomi che hai, perché vorresti fare il semplice operaio generico?”
E io gli rispondo che non riesco a lavorare a sufficienza come musicista, e neppure come intagliatore. Che insomma mi accontenterei di guadagnarmi lo stipendio come operaio.
Un altro piccolo imprenditore mi ha detto: “Vedi, il problema è che tu hai trent’ anni compiuti e mi costeresti una fortuna di contributi, senza parlare dello stipendio.” Ed io a spiegargli che sono molto veloce e preciso nel lavoro, e che dispongo di una ottima manualità nonché di esperienza in molti campi…Alla fine si è spazientito! “Io preferisco assumere due albanesi, perché anche se forse non renderanno come te, a me non costano un cazzo. Ed io : ” Eeh, la capisco; eccome se la capisco...”
Si, ho capito eccome! Ho capito che il paese non ha tanto bisogno di manodopera qualificata. Il paese, ed in particolare gli imprenditori che tanto lodano la forza lavoro immigrata, vogliono solo manodopera a basso costo; e basse pretese...

2 comments:

citroglicerina said...

grande leonardo, continua così....se uno deve mangiare e mantenere sè stesso o altri, perchè non lo puoi prendere a lavorare in un supermercato anche se ha una laurea, saranno cavoli suoi se si vuole declassare...no? vabbè sai i laureati sono intelligenti e dotati di parola...e chi l'ha detto? che sono intelligenti? solo perchè hanno un pezzo di carta in più?...ma daì....

altre cronache dal mondo dei colloqui.

betta

citroglicerina said...

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