Tuesday, May 01, 2007

La festa dei 'fortunati'


Sarà la lontananza da casa, sarà che in UK il primo maggio non viene celebrata la festa dei lavoratori (festività un pò troppo ‘comunista’ per la corona) e mi tocca lavorare normalmente, ma quest’anno segna definitivamente un abbassamento di tono, almeno per il sottoscritto, nell’enfasi della ricorrenza. In altre parole, leggo delle manifestazioni, delle iniziative, dei discorsi di questo o di quell’altro politico e non posso fare a meno di notare quanto distanti da me siano tutte queste cose. È stato vero un po’ per tutti gli avvenimenti politici negli ultimi mesi a dire la verità. Ascoltavo gli interventi dei rappresentanti del centro sinistra all’assemblea costituente del PD. Mi sforzavo di intervenire, seppure mentalmente, in quei discorsi, di auto-coinvolgermi in un passaggio che dovrebbe essere importante per la storia politica del Paese. Ma alla fine dei conti, più mi impegnavo più sentivo la distanza tra me e loro aumentare. Ascoltavo quei discorsi, come ne ascolterò di altri questa sera, e non riuscivo a trovare la gente, tra tutte quelle parole. Dov’è la gente quando Rutelli parla di Quercia e Margherita che sono già lo stesso partito? Dov’è la gente quando segretari e sottosegretari vengono messi dentro e fuori dai ministeri, a seconda del governo, per gestire le nostre vite, quasi sempre secondo criteri di clientelismo o nepotismo puri (vedi la recente assunzione, ad opera del Ceppalonico, di Giampaolo Nuvoli come direttore generale al Ministero di grazia e giustizia...lo stesso uomo che voleva vedere Borrelli impiccato ad un lampione)? Dov’è la gente quando si promuovono e si votano leggi che imbavagliano la stampa e ci impediscono di sapere chi delinque nel nostro paese, come, quando e, soprattutto, quanto? Intendiamoci, la gente viene sempre chiamata in causa, ma alla fine risulta sempre assente. Che popolo di maleducati!!!
Lo stesso accade oggi, primo maggio. Si è voluto dedicare l’evento alle morti sul lavoro. Non riesco a capirne il senso. Le morti sul lavoro hanno quasi sempre delle responsabilità precise alle spalle. Non dovrebbero essere celebrate o ricordate. Dovrebbero essere condannate. Dire 'basta morti sul lavoro' suona un pò ingenuo, come dire 'basta terremoti', se poi chi predica bene in pubblico, razzola male in parlamento. Però offrono materiale a sufficienza per altri discorsi, altre parole. Sempre, o quasi, senza un contraddittorio degno di questo nome. E la gente oggi sarà in piazza. Va bene la piazza per la gente. Si sfogano, urlano, sfilano, ma poi tornano tutti a casa, convinti di aver fatto qualcosa di utile e di giusto. C’è solo un problema. Che questo genere di cose possono essere ignorate con una semplicità estrema. Tempo fa, durante i suoi spettacoli, Beppe Grillo inviava, a nome di tutto il pubblico presente, una mail al Presidente Ciampi per chiedere il ritiro delle truppe dall’Iraq. Durante una delle prime date del tour, calcolò che, a fine tour, Ciampi avrebbe ricevuto più di un milione e mezzo di firme e domandò al pubblico: “possono fare finta di niente davanti ad un milione e mezzo di firme? Possono ignorarle? (pausa)…si!”. Niente di più vero. Sarà in piazza la gente oggi, per manifestare o per assistere al famoso concerto di San Giovanni. È una festa dopotutto. A quel concerto ci sono andato sempre anche io. Paradossalmente però, solo fintanto che ero studente. Poi ho cominciato a ‘lavorare’ un pò in giro per il mondo e proprio quando avrei potuto partecipare a pieno titolo alla festa dei lavoratori…ho dovuto rinunciare. Chiara metafora di quello che il mondo dei lavoratori è in realtà. Non bisogna lamentarsi. Avere un lavoro non è più un diritto. In Italia, titoli e meriti non offrono poi molte garanzie. Avere un lavoro è una botta di culo clamorosa. Anche perché, se crepi lavorando, facile che la gente festeggi pure.
Buon primo maggio a tutti.

2 comments:

laura said...

Forse è proprio così:un popolo non più educato e sarà sempre meno 'educato' finchè corriamo tutti,gridiamo tutti ,grandi partecipazioni di firme ,di numeri senza sapere mai chi ascolterà.
Ho voglia correre!
Speriamo sia soltanto un periodo di transizione,un passaggio della storia del nostro paese per un appropriarci dell'educazione.
Saluti Laura

Lesandro said...

se è un periodo di transizione allora direi che è durato abbastanza visto che le cose stanno così almeno da quando il sottoscritto ha cognizione di causa, ovvero da una trentina d'anni.
Buona corsa.