Saturday, October 14, 2006

La buona morte

E' di ieri l'intervista rilasciata da Don Verzè al Corriere della Sera in cui il direttore dell'Istituto Scientifico San Raffaele di Milano ammette di aver aiutato a morire, 30 anni fa, un suo amico malato terminale. L'intervista ha riacceso il solito vespaio di polemiche e commenti da parte di dogmatici oppositori e superficiali sostenitori della pratica della 'buona morte'. La confusione appare preoccupante. Alcuni sono persino riusciti ad infilare, tra eutanasia ed accanimento terapeutico, il 'testamento biologico', che a mio avviso, ben poco ha a che vedere con l'argomento del dibattere. Vero è che la terminologia usata in queste discussioni non aiuta la discussione stessa, dal momento che molti dei 'dogmatici' si professano contrari al cosiddetto 'accanimento terapeutico', la cui interruzione è però definita come 'eutanasia passiva'. Perchè non se ne viene a capo? I 'dogmatici' affermano che nessuno ha il diritto "di dare o di darsi la morte" (Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini). La prima parte, ragionando in termini generici, è assolutamente validabile sul piano sia morale che legale (la seconda un pò meno). Ma il punto è proprio che ragionare in termini generici non aiuta laddove il nocciolo della questione è decidere se intervenire su specifici casi di malati terminali o di persone costrette a condizioni di vita estremamente dolorose, che spesso nulla hanno a che vedere con una vita vera e propria, al di la di una generica esistenza biologica.
Al contrario, i 'superficiali' si limitano a rivendicare il diritto del paziente di decidere quando porre termine alle proprie sofferenze, apparentemente senza considerare tutte le possibili varianti in cui un ragionamento del genere potrebbe portare a decisioni affrettate ed evitabili (ma va detto che non ho mai sentito questi 'superficiali' argomentare appieno le proprie idee in televisione...).
Di fronte a due posizioni del genere trovo difficile che si riesca a stabilire (ed a tradurre in legge) quali sono quelle condizioni in cui la differenza tra eutanasia passiva ed eutanasia attiva diventa trascurabile e si può pertanto procedere a dare la morte al malato.

No comments: