Saturday, May 03, 2008

Del bue inglese e dell'asino italiano

Noi italiani siamo ‘piccola gente’. Ci piace andare a curiosare nelle dichiarazioni dei redditi del vicino di casa e pertanto siamo ‘piccola gente’. E ci piace farlo per trovare il modo, anche noi come lui, di girare in Ferrari dichiarando 4000 euri l'anno. Pertanto siamo ‘piccola gente’. È questa l’illuminata conclusione del Guardian di ieri. Visco decide di far sapere a tutti quanto pagano di tasse gli italiani. Qualcuno si incazza e qualcun altro no e, in linea di massima, chi s’incazza ha un imponibile in media superiore ai 500.000 euri. Questo probabilmente significa qualcosa, ma il punto è un altro. Il punto è che la definizione di ‘piccola gente’ a cui piace curiosare negli affari altrui arriva da un giornale a cui, evidentemente, piace fare altrettanto. Oltretutto un giornale di un paese dove centinaia di migliaia, se non milioni, di ‘piccole persone’ spendono quotidianamente milioni per sapere di che colore sono le mutande di Victoria Beckham, se Paul McCartney è andato normalmente di corpo o se il principino di turno si fa o meno le pippe. Gli scaffali dei newsagents inglesi traboccano di tabloids in cui si contano i peli del culo a tutti. Tabloids che annoverano nella propria storia editoriale, picchi di vendite assurdi in occasione di eventi storici come il video casalingo di Pamela Anderson o le foto di Paris Hilton che esce dalla toilette di un locale notturno con un pezzo di carta igienica attaccato alla minigonna. Ora, mi si pone un problema personale. Ieri stavo appunto scorrendo questa famigerata lista di nomi di contribuenti italiani ed anch’io ero incuriosito nell’incontrare, lungo questa lista, i nomi di personaggi famosi o, semplicemente, di persone che conosco. Stante questa sincera curiosità però, di sapere che Emma Watson è andata a festeggiare il proprio compleanno senza mutande continua a non fregarmene un cazzo. Pertanto il problema che mi si pone è il seguente: se io sono ‘piccola gente’ perché mi incuriosisce sapere quanto guadagna questo mio benedetto vicino di casa, i lettori inglesi, che cosa sono? Cos’è che fa la differenza? Che cosa è informazione e cosa è pettegolezzo? Sapere che Beppe Grillo guadagna più di 4 milioni di euri l’anno ha scandalizzato tante persone perché in Italia essere ricchi è sinonimo non di capacità dell’individuo, ma di illecite furbizie. Se poi la persona in questione è un ‘predicatore’ come Grillo allora ancora peggio. Ma se la gente italiana ha sviluppato questo sillogismo non è certo per pochezza congenita. È perché di vicini di casa che girano in Ferrari e non dichiarano un cazzo ce ne sono fin troppi. E, fino a prova contraria, comprarsi il macchinone con soldi evasi al fisco significa comprarselo anche coi soldi miei. L’atteggiamento degli italiani io lo spiego così. Quello degli inglesi, caro Guardian, rimane ancora da spiegare.

5 comments:

Gerypa said...

Non sono andato a curiosare in quegli elenchi, forse perché ero incasinato in altre cose. Ma non ci trovo nulla di scandaloso nel rendere pubbliche le dichiarazioni. Addirittura la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta su tale misfatto. Se questa solerzia indagatoria fosse meglio indirizzata avremmo meno Ferrari immeritate e più trasparenza.

Anonymous said...

Io invece penso che per mettere on line il reddito gli italiani bisognerebbe prima garantirigli l'incolumità e la protezione da eventuali ritorsioni. Non penso che ai commercianti che hanno a che fare con l'estorsione e le richieste di pizzo da parte della Camorra&Co. possa giovare questa brillante idea di Visco. Ora è molto più facile sapere chi e dove colpire ed in che misura. Prima di reclamare la trasparenza penso che l'Italia dovrebbe allinearsi al resto dell'Europa in quanto a sicurezza e legalità.

Silvia.

Lesandro said...

Perchè tu pensi che alla camorra occorra la dichiarazione dei redditi per sapere chi strozzare? O che non avrebbero avuto altrimenti accesso a quel genere di dati?

Anonymous said...

Sono d'accordo, chi chiede il pizzo, o medita qualunque tipo di estorsione, ha informatori alla fonte che, molto più selettivamente, gli evitano perdite di tempo segnalandogli direttamente, e in rosso, dov'è l'osso da spolpare.Se vogliamo veramente allinearci agli standard di legalità e sicurezza dell'Europa, la prima cosa da fare è smascherare e combattere la disonestà intellettuale e materiale, e in questo la trasparenza,in tutti i campi, potrebbe darci un grande aiuto.

Tania

Anonymous said...

Ho letto, e l'ho interpretato come bisogno di controllo sociale. Ad ogni paese il proprio, ed è su questo piano che si dovrebbe discutere