
Marco Travaglio
Non so se ne abbiano parlato i giornali ed i telegiornali in Italia, né so se questo sia completamente vero. Però me lo auguro. Mi auguro che anche Buddha, pur così serafico e sorridente, abbia deciso di incazzarsi e di mettere un freno al tutto. Oltretutto non è che sia possibile fare affidamento su altri al momento…
Ha fatto presto ministro, ad indignarsi per quanto accaduto. Ha immediatamente alzato la voce, rivendicando la santità del parlamentare e la sua immunità da ogni forma di rispetto delle leggi. Poco importa che quel parlamentare urlasse contro una religione (che, glielo ricordo ministro, conta più di un miliardo e mezzo di seguaci sparsi in tutto il mondo) insieme a rappresentanti di movimenti xenofobi ed ultra-nazionalisti provenienti da tutta Europa. Poco importa che quello stesso parlamentare si sia fatto e si faccia quotidianamente portavoce di idee (ed azioni) profondamente razziste, non solo nei confronti di uomini e donne extracomunitari, ma anche italiani. Poco importa che quell’individuo abbia contribuito ad introdurre in Italia la politica urlata, sbavante e violenta dei proiettili inviati ai magistrati. Lei ha pensato lo stesso di doverlo difendere. Di dover alzare
La sua voce grossa non solo non incanta nessuno, ma ci sputtana bellamente agli occhi della comunità internazionale né più né meno di quanto non ci abbiano sputtanato gli sproloqui di Berlusconi ed i cinque anni del suo governo.
Perciò, caro ministro, le sue figure di merda le faccia a nome suo e basta. Non mi tiri dentro. Fosse stato per me, Borghezio non solo sarebbe rimasto in galera, ma, se possibile, nel braccio riservato agli extracomunitari. Ammesso che in un paese civile come il Belgio esista un braccio del genere.
sull’11 settmbre 2001 come quella sul colpo di stato in Cile che portò Pinochet al potere dittatoriale. Quella del cosiddetto allunaggio come quella dei milioni di morti e ‘desaparecidos’ del Nicaragua, del Guatemala, dell’Argentina e via dicendo. Sarà sufficiente spostare il ditino sul tasto giusto e tutto questo verrà oscurato dalla più rassicurante maria defilippi che balla il merengue con un ballerino iperpalestrato e di 86 anni più giovane di lei. Ci prendono per il culo? E allora? È dal dopoguerra che ci prendono per il culo e ciononostante non abbiamo mai dovuto saltare un pasto. Che facciano pure.
Le vittime dell’ultimo conflitto tra occidente e medio oriente, da una parte come dall’altra, saranno anche senza colore, carne comunque bruciata sotto macerie comunque opprimenti. Ma i responsabili no. Ce l’hanno eccome un colore. Sarebbe ora che pagassero per i propri crimini, anche se questo, con ogni probabilità, non avverrà mai. Cercare di non diventarne complici attraverso l’indifferenza, attraverso una superficialità ed una ottusità tanto deleterie quanto volute, attraverso il rifiuto della ragione, è davvero il minimo che si possa fare.
Verrebbe voglia di lanciare una campagna tipo ‘compra anche tu un mattone. Ricostruiamo il muro’…
Riconosco di essere sorpreso. Ritenevo fondamentale un ritorno a modelli di insegnamento tanto vecchi quanto efficaci e tuttora mi auguro che vengano definitivamente archiviati sia la classificazione morattiana delle scuole che l’infame sistema di crediti e debiti, e si torni alle scuole elementari, medie e superiori con i vecchi voti. Ma non mi aspettavo decisioni del genere da un ministro come Fioroni. Non dopo un anno e mezzo di governo Prodi.
Il mio ego complottista urla alla magagna. Un ministro che sfila al Family Day che parla di valori della Resistenza ed opera affinché vengano insegnati nelle scuole? Sembra troppo bello per essere vero. Se qualcuno intravede la fregatura, per favore, mi illumini.
“Già strenuo combattente, quale altissimo Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri, della criminalità organizzata, assumeva anche l'incarico, come Prefetto della Repubblica, di respingere la sfida lanciata allo Stato Democratico dalle organizzazioni mafiose, costituenti una gravissima minaccia per il Paese. Barbaramente trucidato in un vile e proditorio agguato, tesogli con efferata ferocia, sublimava con il proprio sacrificio una vita dedicata, con eccelso senso del dovere, al servizio delle Istituzioni, vittima dell'odio implacabile e della violenza di quanti voleva combattere.”
Con queste parole, veniva riconosciuta alla memoria del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa la medaglia d’oro al valor civile. Parole fredde e volutamente pompose che purtroppo finiscono per sminuire la reale portata del sacrificio di chi le riceve.
Io avevo dodici anni quando fu ucciso. Ricordo che mio nonno, ascoltando la notizia al telegiornale, commentò dicendo ‘in quella prefettura pure la sedia dove si sedeva era mafiosa’. Facile da capire per un dodicenne. Più difficile immaginare il reale significato di queste parole, il retroscena del delitto Moro, le indagini su carte e documenti dello statista scomparse, poi riapparse, poi ricomparse di nuovo. L’assurdo intreccio tra terrorismo, P2, servizi segreti e politica di quegli anni, che ancora oggi viene in larga parte tenuto segreto. Volutamente, perché noi cittadini certe cose non dobbiamo saperle, ci fa male.
Quanto ci sarebbe da parlare, da spiegare, da rivelare su questa storia? Quanta curiosità dovrebbe suscitare in noi a 25 anni di distanza? Magari qualche giornalista ci avrà pure provato, ma senza lasciare traccia. In televisione per lo meno, la nutrice di chi ha ormai dimenticato i libri. Giuseppe Ferrara ed il suo ‘Cento giorni a Palermo’ rimangono una voce nel deserto che urla nella tempesta di puttanate che propone il cinema italiano. Poche parole oggi, per la commemorazione, e poi via a riparlare di Garlasco e del PD. Ucciso non due, ma mille volte. E da milizie ben più organizzate di quelle che quel giorno uccisero lui, Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.
Un popolo di eroi, santi e navigatori…ma quali? I nostri eroi oggi si chiamano Maurizio Corona, i nostri santi passano giornate intere chiusi dentro ad una casa sotto gli occhi di milioni di persone che aspettano solo di vederli scopare tra di loro.
Rimangono i navigatori. Quelli che da bravi fessi decidono di ‘cercare’ nel mare del web, spinti dalla curiosità, dalla necessità di sapere. Quelli che rinunciano ad andare in vacanza sul Nilo o a Miami etc.
Io, nel mio piccolissimo, ho deciso di farlo...nei limiti del possibile.
In Memoria
Ma il Nulla non è morto. Sbraita, sbuffa, si spettina e sfila in cortei di salme ben vestite che sventolano bandiere D&G, ma non dorme. Anzi, proprio adesso comincia a rivelarsi di nuovo. Ma stavolta in maniera più esplicita, diretta, senza vergogna. è alto, freddo, vestito da uomo che indossa la minigonna e le autoreggenti, stereotipato in ogni movimento, sorriso o sguardo. Il mio frigorifero s’è arrapato quando l’ha visto. L’ho portato a far riparare.
Il Nulla non parla, recita. Quasi nessuno l’ha mai visto di spalle ma alcuni giurano di aver scorto un cordoncino munito di anello fuoriuscire dalla schiena, tra le scapole. Non esprime concetti, parla di se stesso. Provate a trascrivere uno qualsiasi dei suoi discorsi e dopo cancellate tutte le parole inutili, i luoghi comuni, i congiuntivi sbagliati e le frasi fatte. Rimarranno solo le domande dei giornalisti, e nemmeno tutte. Non è in grado di sostenere una conversazione coerente. Reagisce invece in maniera monosinaptica a precise parole-stimolo che attivano direttamente il generatore automatico di risposte che Gasparri ha installato ad Arcore. Laureato in accavallamento di gambe, non è mai nato. È stato generato alchemicamente. Sotto gli occhi avviliti di un marmoreo quanto massonico Ermete Trismegisto, moderne tecniche di clonazione genica hanno sposato antichi processi di calcinazione. Il risultato magari non trasforma in oro i metalli vili, però smerda tutto il resto che è una bellezza.
Il Nulla, il Niente ed ancora il Nulla.
I cani della Sardegna sembrano essere gli unici ad aver percepito questo orrore, e cercano la libertà allo stato brado!
Eccomi qua, reduce da tre settimane di vacanze durante le quali sono tornato a respirare la mia lingua, a mangiare il mio cibo e, soprattutto, a bere il mio vino! Sarà cambiato qualcosa rispetto a tre settimane fa? Vediamo…apro il giornale e leggo “Al sud laurearsi non basta. Si lavora per ‘conoscenze’”; "Calabria: spari allo spettacolo di Benigni"; "Sommossa nella notte nel CPT di Bari Palese: due feriti". Ok, non è cambiato niente. Ricominciamo…
Ad esempio, nel mese di luglio la chiave più utilizzata è stata la parola ‘millanta’, versione un po’ arcaica di ‘mille’ che compare nel mio post sulla liberazione di Hanefi. Segue, apparentemente campione indiscusso di ricerche cyberspaziali, la sequenza ‘legna da ardere’, argomento trattato dall’amico Fulmyne in uno dei suoi post al vetriolo. Fin qui parrebbe che gli italiani, azzardando un’improbabile media sulle poche visite del mio blog, siano tutti dei grandi romantici rispettosi dell’ambiente. Poi però le cose cambiano. L’impeto ecologista si smorza sulla terza posizione che chiama in causa il ‘prezzo dei fucili a pompa’…come si legge in un mio post ormai vecchio di qualche mese. Pertanto, consultate le prime tre posizioni, gli italiani apparirebbero come dei grandi romantici rispettosi dell’ambiente e un po’…incazzosi. Ma tant’è, lo ripeto, è più la curiosità che non la voglia di stilare statistiche, che sarebbero decisamente inopportune visto il traffico di questo mio giornale. Inopportune ed anche preoccupanti. Che pensare infatti del simpatico utente che è venuto a trovarmi chiedendo del…’pisello di harry potter’?
Ovvero, fino all’illuminante esempio un accrocco di parole che nemmeno quando giocavo a scarabeo. Poi, dopo, l’elogio, contemperato, del, significato, equitativo, nascosto. Altresì.
Se solo in america fosse il calcio lo sport nazionale…se solo fossero un po’ più italiani. Magari avrebbero un McMastell al ministero di grazia e giustizia, ma quanto camperemmo meglio tutti!!!