Thursday, March 22, 2007

The Italian Job


Si evolvono in maniera illuminante gli strascichi seguiti alla liberazione del giornalista Mastrogiacomo. Al ritorno dagli Stati Uniti il ministro d’Alema aveva parlato della soddisfazione con cui la notizia della liberazione dell’ostaggio era stata accolta da Condi Rice. Oggi però arrivano pesanti bordate sulla vicenda sia da parte statunitense che da parte inglese, tedesca, olandese e via dicendo. Veniamo bollati per essere scesi a trattative con i talebani al fine di pervenire alla liberazione del nostro compaesano. Una sorta di ‘celodurismo’ globale secondo cui né gli USA, né il Regno Unito o la Germania o l’Olanda farebbero mai una cose del genere per liberare uno dei loro. Ora ci sono 5 ‘pericolosi terroristi’ in più che possono attaccarci ed aumenta il rischio di sequestri, dal momento che i sequestratori di Mastrogiacomo sono riusciti ad ottenere quello che volevano. Cioè a dire che dopo quasi 6 anni di invasione, di bombardamenti, di missioni e via dicendo, se oggi in Afghanistan c’è la guerra o se ci saranno altri caduti tra le truppe di invasione, è o sarà colpa nostra. E come se non ci fossero anche i nostri di militari lì.
Ma non è tanto questa sequenza di avvenimenti ad essere ‘illuminante’. Personalmente li giudico solo come il naturale risultato dell’immagine servile e cialtrona che l’Italia ha dato di sé in politica estera negli ultimi anni. Ciò che è interessante invece, ancora una volta, sono le modalità con cui tutto questo è avvenuto e le reazioni politiche conseguenti. Dopo le positive esternazioni della Rice, queste critiche sono arrivate inizialmente per bocca di una fonte ‘anonima’ del Dipartimento di Stato americano. Che significa ‘anonima’? Come è possibile che i mass media italiani (perché l’anonimo delatore ha agito attraverso essi) possano essere stati contattati ‘anonimamente’? In molti già suggeriscono una paternità tutta italiana a queste voci. Troppo ghiotta sarebbe stata per alcune delle forze politiche che siedono in parlamento, l’opportunità di sfruttare questo evento al fine di mettere in difficoltà l’attuale governo di fronte alla prossima votazione parlamentare per il rifinanziamento della missione. E tutte queste forze politiche hanno qualche numero di telefono americano nell’agendina. Poi ci sono le reazioni politiche. Il centrodestra monta subito in sella al tutto. Berlusconi (proprio lui…) condanna l’operato del governo accusandolo di far perdere credibilità al Paese (ha detto proprio così). Feltri tuona dal suo pezzo di carta igienica che Mastrogiacomo sarebbe poco meno di una star televisiva e che il lavoro di giornalista si può fare benissimo dal proprio ufficio, senza andare a farsi benedire nel deserto per seguire il ‘fascino dei turbanti’. Magari potrebbe anche spiegarci come. Insomma, viene da pensare che dovremmo rimandarlo indietro questo cristiano, a bussare alla porta dei suoi rapitori per chiedere di essere ripreso e farli tutti contenti. Personalmente mi convinco sempre di più del fatto che ciò che non va giù a queste persone sia il buon esito della vicenda e soprattutto il fatto che sia stato brillantemente perseguito senza sparare nemmeno un colpo. Cosa che offre anche un’ottima chiave di lettura per quanto avvenuto nel caso Sgrena-Calipari. Disturba il fatto che sia stato possibile interloquire con queste persone, i talebani, pure colpevoli di aver sgozzato l’autista di Mastrogiacomo senza pietà. Disturba che in tutta questa storia, un’organizzazione pacifista come Emergency abbia potuto svolgere un ruolo fondamentale (ma non da sola. Più di un esperto ha affermato come tutto questo sarebbe stato impensabile senza l’intervento,e soprattutto la collaborazione, dei servizi segreti sia italiani che alleati). Disturba insomma che l’Italia si sia mossa relativamente da sola e, soprattutto, a modo suo. In quel modo tutto italiano per cui la morte di uno dei nostri in un contesto come quello rappresenta sempre e comunque una tragedia, sia esso un giornalista, come il povero Baldoni, o un militare. Non siamo disposti noi ad accettare numeri enormi quando si parla di ‘caduti’. L’abbiamo dovuto fare in passato ma non siamo disposti a farlo adesso. È nella nostra storia ed è per questo che, a differenza di quanto accade in altri paesi, quando si parla di spedire truppe in qualche parte del mondo, si viene sempre a creare un clima di tensione nel nostro paese, sia nel parlamento che nelle strade. Molto più ci si addice la via del dialogo. Se solo avessimo il coraggio di imboccarla.

E nel frattempo, il mediatore di Emergency rimane in carcere con l’accusa di…mediazione!!! Che cazzo...qualcuno in galera doveva pur finirci no?

2 comments:

James Duvall said...

vabeh.
In questa merda di faccenda dico solo che in italia curiosamente non è la sinistra ad essere sovversiva ma la destra! tra silvio, libero, e via dicendo. Ch vergogna

Lawrence d'Arabia said...

il lorenz di qui sopra sono io ^^