Durante il mio girovagare in rete mi sono nuovamente imbattuto in una di quelle notizie che uno si aspetterebbe di ascoltare o leggere a ripetizione nei telegiornali e nei giornali nazionali, ma che invece vengono sempre taciute. Ho cominciato leggendo come alcuni parlamentari italiani abbiano proposto l’acquisto dell’oppio afgano per rifornire le case farmaceutiche che producono sostanze antidolorifiche e lasciare a bocca asciutta il narcotraffico. Leggendo qua e là, vengo a sapere che una idea del genere era stata già ‘bollata’ dall’ufficio delle Nazioni Unite in carica di questi problemi, in quanto non solo il narcotraffico paga meglio di quanto farebbero le case farmaceutiche, ma anche perché la produzione di morfina ad uso terapeutico potrebbe coprire solo meno di un terzo della produzione afgana. Per decenni i talebani hanno sovvenzionato le proprie attività militari grazie ai proventi dell’oppio. Ed allora mi sono chiesto: noi stiamo per rivotare il prolungamento della nostra missione in Afghanistan, gli USA scatenano escalation militari portentose nella loro caccia al talebano, rovesciando milioni di cluster bomblets in testa ai civili, tutti spendiamo miliardi in armamenti. Ma qualcuno che prova a tagliare le gambe ai talebani distruggendo le coltivazioni di oppio ci sarà no? Qualcuno che abbia focalizzato questo punto come un punto chiave per la risoluzione di questo conflitto…che ne so, d’Alema (scherzo èh?...), o la Rice, o magari Hamid Karzai, il presidente afgano tanto amico dell’occidente, sempre in tivvù col colbacco ed il cappotto con le maniche legate dietro la schiena. Invece di spendere miliardi di miliardi in armamenti, si innaffiano di diserbante tutti i 164mila ettari coltivati a papavero del paese e con i soldi ci si pagano i contadini, o li si aiuta in qualche altra maniera. E il talebano, così come il narcotrafficante, è bello che fottuto…no? Dunque? Il Presidente Karzai tempo fa iniziò una campagna di ‘bonifica’ spedendo una manciata di soldati e poliziotti a distruggere le coltivazioni con…bastoni e trattori!!! 164mila ettari di campi con bastoni e trattori…e contadini incazzati come bisce che ne hanno spediti al creatore già diversi. Morale, la produzione di oppio del 2006 è cresciuta del 59%, e per il 2007 si prevede un ulteriore incremento. Non mi tornano i conti. Può un uomo essere così idiota da pensare di tagliare una per una le piante di oppio di 164mila ettari di coltivazioni? Oltretutto sapendo, come sanno tutti da quelle parti, che se si taglia solo la pianta ma non si distrugge la radice, poi il papavero ri-germoglia immediatamente? Dov’è la risposta? La risposta è nei memory stick (le pennine USB che si usano come drive esterni) trafugati circa un anno fa dalla base militare USA di Bagram. Gli afgani, vuoi le donne delle pulizie o comunque personale afgano ammesso all’interno della base, si sono fregati questi drive, piccoli e facilmente nascondibili, e se li sono rivenduti nei bazaar locali, dove alcuni giornalisti del Los Angeles Times sono riusciti a ricomprarli per una ventina di dollari l’uno. Tra i tanti dati contenuti in questi drive, alcuni dei quali classificati come ‘top secret’ (ad esempio quelli relativi alla volontà statunitense di emarginare o ‘zittire’ alcuni politici dell’amico Pakistan!!!), anche molte informazioni riguardo ai trafficanti di alto bordo della zona. Governatori, il capo della sezione narcotici della polizia afgana, il capo di stato maggiore della difesa…fino al boss dei boss, Walid Kazrai, fratello del Presidente in carica. Stando a quanto si dice (perchè ovviamente in Afghanistan non avevano bisogno dei drive USB americani per sapere tutto questo), quest’individuo, ben conoscendo le rotte che, attraverso il deserto portano la droga in Turchia e Pakistan e piazzando (o facendo piazzare) posti di blocco nei posti giusti, riuscirebbe ad impossessarsi dei carichi ed a rivenderseli in tutta tranquillità, senza neanche prendersi il disturbo di pagare il raccolto a un contadino.
Ancora una volta da Peacereporter, il reportage completo, datato aprile 2006, che descrive la narcomafia afgana. Leggetevelo
Ancora una volta da Peacereporter, il reportage completo, datato aprile 2006, che descrive la narcomafia afgana. Leggetevelo
3 comments:
Quindi le truppe italiane, alla fine, dovranno se necessario dare un'annaffiatina.
"Lo sai che i papaveri" diceva una canzoncina, già, adesso lo sò.
Buona serata
magari fosse solo un'annaffiatina. Le nostre truppe, che a detta del ministro degli esteri dovrebbero avere solo compiti di 'peacekeeping', rischiano invece di trovarsi nel bel mezzo del conflitto. Se è vero che i talebani sono concentrati nel settentrione dell'Afghanistan, dove Bush sta attaccando a tutto spiano, è anche vero che la regione occidentale del paese, dove si trovano i nostri e che finora è stata 'relativamente 'tranquilla', proprio perchè ci sono i campi di papaveri, rappresenta per i talebani l'unica via di fuga.
La guerra, altro che peacekeeping, è quello che aspetta i nostri soldati, ed i nostri governanri lo sanno benissimo. Alla faccia dell'articolo 11 della costituzione.
talmente assurdo che stento perfino a credere che sia vero...purtroppo spesso la realtà è addirittura piu paradossale della fantasia
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