Monday, October 29, 2007

Sua Maestà il carnefice

Certi giornali hanno il coraggio di dire le cose come stanno. Il che normalmente accade fuori dai confini nazionali del nostro belpaese. Non guardano in faccia nessuno, prendono la notizia e la riportano al meglio, commentandola in base a quella che è l’idea del giornalista e la sua visione del mondo. Approfondendola fintanto che è possibile, in maniera da non dover temere smentite. Niente ‘sentito dire’, niente slanci di emotività, niente toni epici da operetta. Niente ‘occhio della madre’ insomma. Sull’Independent di oggi, il titolo di prima pagina la dice lunga: “Un ospite reale di cui essere fieri?”

Accade che il Regno Unito, ed i suoi maggiori rappresentanti, hanno espressamente dichiarato la propria distanza da tutti quei paesi in cui la tortura, il non rispetto dei diritti umani, la dittatura, opprimono la popolazione, in particolare quella femminile. I vertici politici britannici, in particolare il premier Gordon Brown, hanno più volte rifiutato di partecipare ad eventi che vedessero coinvolti personaggi politici direttamente o indirettamente collegati o responsabili a violazioni dei diritti umani. poi oggi, la notizia che Abdullah al-Saud, re dell’Arabia Saudita, verrà in visita ufficiale in UK e non solo incontrerà i suddetti vertici politici del Regno, ma riceverà anche il ‘full red carpet treatment’. L’Arabia Saudita è stato bollato da Human Rights Watch come uno dei regimi più brutali del mondo. In particolare, le donne saudite vivono una condizione simile a quella dell’arresto permanente. Non possono uscire di casa da sole, non possono guidare, non possono fare niente senza la supervisione di un uomo, sia esso il marito, il padre o il figlio quindicenne. La condizione delle donne in Arabia Saudita è stata illustrata da una donna coraggiosa che riuscì a pubblicare un breve scritto su internet, prima che il suo sito venisse oscurato. L’Independent ne riporta uno stralcio che copio ed incollo:

Imagine being a woman, and being subject to harassment, beating, or murder, then when your picture is published in local newspapers, along with the criminals' in all their murderousness, there will still be those who ask if you, the victim, were veiled ... Imagine being a woman whose nose, arms, and legs are now broken by your husband, and when you submit a complaint to a judge saying: He beats me! He'd casually reply by saying: Yes? What else? ...

I vertici politici britannici si giustificano (sempre ‘distrattamente’) dicendo che l’Arabia Saudita sta compiendo un percorso di modernizzazione dei propri costumi, ma diverse organizzazioni riportano come questi cambiamenti siano semplicemente ‘cosmetici’, mentre nella realtà le cose non cambiano affatto.

La verità, afferma l’Independent, sta negli strettissimi rapporti di interdipendenza che esistono tra UK ed Arabia Saudita. I primi forniscono materiale bellico, i secondi ricambiano, ovviamente, col petrolio. ‘Addiction’ la chiama Johann Hari, autore dell’articolo. Dipendenza, come quella dei drogati. Ciò è vero per tutti i paesi occidentali temo, dato che l’Arabia Saudita controlla il 25% del mercato mondiale del petrolio.

La Regina (unica donna a cui è consentito incontrare il re saudita) e Gordon Brown omaggeranno il carnefice dentro Buckingham Palace per tutta la settimana.

Non avremo i loro giornali, ma in quanto a politici-banderuole anche l’UK non ha poi molto da insegnarci. Non quando entra in ballo il petrolio comunque.

L’articolo lo trovate qui.

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