Saturday, December 02, 2006

La Giurisprudenza giurisprudente

Lo leggiamo sui giornali di questi giorni. L’abbiamo sentito giovedì scorso ad ‘Annozero’. Lo dimenticheremo nei giorni prossimi, e tutto tornerà ad essere normale, come se non fosse mai accaduto. Così come le sentenze della Consulta per l’emittenza radiotelevisiva, emesse negli anni novanta e mai rispettate. Così come l’invio dei nostri militari in Iraq, al seguito di una iniziativa NON patrocinata dall’ONU, in violazione della nostra stessa costituzione. Così come i provvedimenti giudiziari che dovrebbero identificare e punire i responsabili dei fatti di Genova, durante il G8. E via dicendo. Parliamo della Legge ovviamente. Parliamo della Legge italiana. Inesistente, inconsistente, inapplicata. Praticamente non più uno strumento di Giustizia, ma un intralcio al perseguimento degli interessi di pochi, siano essi economici o politici. Deve essere così, se dopo undici anni durante i quali la Cassazione ha sempre ribadito la competenza territoriale del Tribunale di Milano sul processo Previti per le tangenti ai giudici, improvvisamente la Cassazione stessa si risveglia come da un incubo e si accorge che quel tribunale in realtà non è competente e bisogna annullare tutto e ricominciare da zero in un altro tribunale. Il tribunale di Perugia, il quale in 4 mesi dovrebbe ripercorrere 11 anni di procedure giuridiche per poter arrivare ad emettere in tempo (ad aprile scatta la prescrizione) una condanna in realtà già emessa. In altre parole la solita vecchia solfa: ‘sei un criminale, ma siccome sei anche un potente allora puoi usufruire dei privilegi previsti per il tuo status’. Privilegi non scritti ovviamente, ma ampiamente rilasciati a molti, a giudicare dall’esercito di criminali che popola le Camere dei nostri Parlamenti o, più semplicemente dal fatto che uno di questi ci ha governato per cinque anni.
Ma come è possibile che si sia arrivati a questo punto? Come siamo caduti così in basso? La risposta è apparsa per un attimo negli schermi degli italiani giovedì scorso, proprio durante la trasmissione di Santoro. È apparsa nelle vesti di Pierferdinando Casini, che ritarda i consigli per gli acquisti (un atto blasfemo nella CdL) per poter difendere il povero Silvio dagli attacchi di Travaglio, reo a suo avviso di perseguitare l’ex-premier e solo lui. Poco importa se tra le affermazioni di Travaglio non ce ne fosse una sola che non fosse vera. Accanirsi contro un uomo riconosciuto colpevole a tutti e tre i gradi di giudizio e che ancora oggi circola a piede libero nella ‘politica’ (il virgolettato è d’obbligo) italiana non è elegante, è scortese. Poco importa se le stesse proteste Pierferdy non le esterna quando il ‘Giornale’ di Feltri titola a piena pagina “LA CASSAZIONE SMONTA L’IPOTESI DEL POOL” mentendo svergognatamente sui fatti realmente accaduti. Ma tant’è, Casini è schierato da quella parte dopotutto, si sarebbe indotti a pensare. Il problema è che la stessa identica risposta è apparsa anche nelle vesti di due esponenti dell’allora opposizione, il diessino Caldarola (il massacratore dell’Unità) e il Diellino Polito (l’editore del ‘Riformista’, il foglietto igienico). Ci si sarebbe aspettato da questi due individui che avessero azzannato Casini alla gola, ricordandogli come fu sotto il suo naso di presidente della Camera che sono passate alcune delle leggi più vergognose della storia del nostro Paese. Invece i due individui si inerpicano in premesse contorte e fumose, preamboli di un qualcosa di già visto e che segue regolarmente, ovvero la difesa ‘inciuciogenica’ del potente di turno. Non si sa mai…oggi a te, ma domani potrebbe toccare a me, meglio essere prudenti. L’impressione è che durante il governo di centro-destra non ci sia mai stata un opposizione di centro-sinistra e che durante l’opposizione di centro-destra, non ci sia un governo di centro-sinistra. Una comunanza di vedute praticamente perfetta, salvo pochi garbati dissensi dei quale le due marionette sembrano quasi scusarsi col Pierferdy. Rigurgiti di Bicamerale forse. Caldarola arriva ad affermare con orgoglio che lui non voterà mai il permesso all’arresto di un parlamentare.
Ecco, è questa la risposta. E cioè che Caldarola non avrebbe certo nessuna remora a votare per il mio di arresto. Però il parlamentare è sacro. E fintanto che la Legge la scrivono loro, tale rimane. Come direbbe Travaglio, scusate se ho scritto ‘Legge’.

1 comment:

Lesandro said...

Ma cara villana, io qui sono. Puoi leggermi quando vuoi. Cos'è che non giudichi alla tua portata? Se qualcosa non ti è chiaro dimmelo, che te lo spiego meglio.