Sunday, December 31, 2006

Sottosopra



Non so voi, ma questo fine anno per me ha un sapore decisamente diverso dai 36 precedenti (‘orcozzio…) che ho vissuto. Ogni fine anno, bene o male, ha avuto le sue particolarità, i suoi significati speciali, le sue memorie a sigillare gli avvenimenti vissuti durante i 365(6) giorni precedenti. Ma il 2006, a differenza di tutti gli altri, è stato decisamente l’anno delle contraddizioni e dei contrasti, sia sul piano politico che su quello personale. Tanto per cominciare c’è stato il blog. Quest’iniziativa che ho preso sia per cercare di dare sfogo alle mille idee che mi girano per la testa, sia per cercare di dare risalto a quelle notizie che normalmente passano inosservate, perché oscurate da altre più importanti o perché scomode e spinose da affrontare in profondità. In questo mi hanno aiutato molto altri blog ed altri utenti, coi quali mi sono scornato nei mesi scorsi, non sempre all’insegna del bon ton, devo dire. A loro comunque il mio ringraziamento.
Poi ci sono stati i fatti politici interni. Il centro-sinistra nuovamente al governo dopo cinque anni di massacri istituzionali. Tutti ci aspettavamo qualcosa da questo governo. Qualcosa di indefinito per alcuni e qualcosa di più definito e concreto per altri, come il sottoscritto, che ancora non capisce come mai il primo atto legiferativo di questo governo sia stato la legge sull’indulto mentre invece avrebbe dovuto essere una legge sul conflitto d’interessi e sull’emittenza radiotelevisiva DA GULAG!
Contrasti e contraddizioni dunque, nello specifico della vita politica come nel generico dell’etica e della moralità comuni. Il bene che diventa male, il buono che diventa cattivo. La pietà per un uomo sofferente che implora la morte ed il ritorno all’inorganico che viene negata nel nome di un Dio che, stando alle scritture, per pietà e misericordia ha sacrificato suo Figlio. Il messaggio sublime di Cristo ridotto a mera propaganda elettorale da politicanti senza scrupoli e porporati da operetta, entrambi troppo impegnati a mantenere al sicuro potere e privilegi per poter apprezzare la reale sacralità delle richieste di Welby. Ecco. La sacralità. Ciò che è sacro che viene dissacrato. Hanno imposto la sofferenza atroce a Welby nel nome della sacralità della vita e lo hanno fatto sullo sfondo di una serie infinita di guerre e massacri di cui anche loro (anche noi) siamo responsabili, ci piaccia o no. In Palestina come in Cecenia, in Darfur come in Iraq, in Malesia come in Nigeria. Razzi ed autobombe da una parte, panzer e B52 dall’altra. E nel mezzo, dimenticata, ignorata, quasi disprezzata, la vera sacralità di bambini inermi, condannati per i peccati di altri per i quali ormai la ricerca della pace e della felicità non è più qualcosa di irrinunciabile e ‘sacro’, ma secondario e trascurabile, in nome della ricerca di qualcos’altro, molto più importante. La supremazia, il dominio, il potere.
In un quadro del genere, l’esecuzione di Saddam non poteva non arrivare, a conferma del ‘upside-down’ che abbiamo vissuto nel 2006. Il carnefice, il dittatore, il sanguinario che compare davanti alle telecamere come vittima. Che è vittima. Non piange, non urla, non implora pietà, ma affronta la corda con dignità e coraggio, forse riflettendo sul proprio operato. Una riflessione preziosa, unica, sprecata per sempre dall’ottusità e dall’arroganza di chi invece ancora si ammanta della veste del Giusto. Tutta a stelle e strisce ovviamente.
‘Il mondo s’è rivurticato’ dicono dalle mie parti. Gli ideali di progresso ed uguaglianza uccisi dalla sinistra italiana, Dio ucciso dalla Chiesa, la libertà uccisa dagli USA. Rimangono a governare il mondo pochi arrivisti e faccendieri senza scrupoli. Speriamo muoiano presto anche loro. In altre parole “Dio è morto, Marx è morto e anche Scaramella non si sente tanto bene!”
È decisamente il caso di cominciare a sbatterle queste nostre piccole ali raggrinzite.


Buon 2007 a tutti.

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