Thursday, November 23, 2006

Non commettere atti che non siano puri...

1.600.000. Un milione e seicentomila. Anche solo a scriverlo si ha l’idea di che razza di numero sia quello dei neonati che ogni anno muoiono nell’africa sub-sahariana. Un milione e seicentomila piccoli esseri stroncati da subito da condizioni igienico-sanitarie inesistenti, da malattie che noi ormai curiamo con un’aspirina, dall’incuria totale in cui l’occidente benpensante e cattolico (soprattutto cattolico) ha lasciato l’Africa, la sua terra d’origine. Liberia, Tanzania, Repubblica del Congo. Questi i luoghi di maggiore morte infantile. E le stime sono per difetto, e nemmeno per poco, dal momento che una cifra uguale di bambini muoiono talmente presto che non si fa nemmeno a tempo a registrarli. Come se passassero su questo mondo per caso, dessero un’occhiata veloce e, scuotendo la testa, voltassero le spalle dicendo: “Voi siete matti! Io me ne torno dove stavo prima!”. Trovo sia criminale il silenzio sotto cui lasciamo passare statistiche come queste, rese pubbliche dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’ufficio “Opportunità per i neonati africani”. Tutti, giornali e telegiornali, dovrebbero portarle in prima pagina, finchè ciascuno stato non si decidesse finalmente a mettere mano al portafoglio ed a cacciare quel dollaro e mezzo con cui ciascuno di noi potrebbe salvare la vita di uno di questi bambini. Un dollaro e mezzo, altro che TAV, altro che otto-per-mille, altro che quel grasso stronzo di Cuffaro che adesso si svende tutto il patrimonio artistico della Sicilia per coprire i buffi fatti coi suoi amici mafiosi (o quello stronzo del tronchetto che se lo compra). Eppure, se anche domani potessimo svegliarci in un mondo dove cose di questo genere accadono, dove gli Stati finalmente si muovessero a compassione, questo ancora non basterebbe. Perché il problema vero è un altro. Se è vero che “tanti ne uccide la fame”, come cantava de Andrè, è perché tanti, troppi ne vengono al mondo. Troppi bambini in regioni del mondo che a malapena riescono a sostenere gli adulti. Troppi bambini che finiscono con il trovarsi incastrati in statistiche terrificanti loro malgrado. Normale che poi un paese come il nostro, a crescita zero, si ritrovi bersaglio di flussi migratori esagerati. È osmosi pura quella che spinge tanti disperati ad imbarcarsi su scafi traballanti per raggiungere improbabili futuri di felicità nel nostro paese. E pensare che, anche in questo caso, basterebbe tanto poco. Anche meno di un dollaro e mezzo. Al massimo un dollaro, per un preservativo con cui non far nascere la morte. Però la contraccezione è peccato! “La vita è sacra”! Giusto, e la morte? E la sofferenza? E la fame? E la malattia? E la risorse che mancano? E questo povero pianeta spolpato? “C’è la castità”! Ma vaffanculo! Ti fai un mazzo così a zappare il deserto per tirarne fuori due radici secche da bollire, ti fai 30 km a piedi per trovare un po’ di acqua fangosa per te e la tua famiglia, quanto basta a prendersi il colera, fai lo slalom tra mine antiuomo (tutte rigorosamente ‘made in Europe’) e proiettili più o meno vaganti per tornare nella tua capanna di paglia e merda e dopo devi rimanere pure casto? Verrebbe da pensare che questa gente sia davvero pericolosa se sono riusciti a coalizzare tali forze oscure e maligne contro di loro!!! Da un lato l’occidente, con le sue multinazionali del farmaco assassino che li usano come cavie, con le sue industrie estrattive che ne monopolizzano il territorio, con le sue fabbriche di armi che lo rendono sterile, con il suo inquinamento che lo desertifica. E dall’altra la religione che, come se ce ne fosse bisogno, li sottomette, li schiaccia, li trascina moribondi davanti al ‘papen’ di turno per una benedizione economica, magra e fugace. O, peggio ancora, invece di un panino, gli mette in mano un kalashnikov.

1 comment:

Anonymous said...

Si, probabilmente lo e