Pietro Taricone, un uomo il cui cognome e’ quasi diventato un aggettivo, tanto era popolare. Per via dei suoi trascorsi grandefratelli ovviamente, seguiti poi da interpretazioni varie in altrettanto varie fiction, film etc. Indubbiamente simpatico, ingenuo a modo suo, piccolo icona dell’omo che ha da puzza’. Tanti muscoli ma anche un cervello, per quanto un po’ nascosto dietro ai fiumi di testosterone ed alle montagne di tropomiosina. Ama il paracadutismo, gli sport estremi. Si lancia ieri, sta per atterrare ma qualcosa va storto. L’ombrello si ‘avvita’, lui prende velocita’ e cade a piombo da un’altezza di cinquanta metri. Lesioni multiple, emorragia interna. Muore dopo nove ore di intervento chirurgico. Lascia una moglie e una figlia di sei anni. Titoli sui giornali, fan assiepati fuori dell’ospedale, eserciti di facebook scatentati in condoglianze e pagine commemorative.
Massimo rispetto, anche se nessuno mi toglie dalla testa che se ti lanci da un aereo in volo con un lenzuolo nello zaino, be’ un po’ te la vai a cercare.Adesso pero’ cliccate qui, e ditemi: quanto di tutto questo avete letto in prima pagina sui giornali? Quanti fan credete abbiano aspettato le bare di queste persone fuori dalle camera mortuarie? Quanti gruppi facebook avete visto per ricordarli?
Lo so, suona tanto demagogico.
Quanto vorrei che lo fosse veramente.
Invece e’ semplicemente tragico. Tragico pensare che se chiedi oggi al tipico italiano medio chi era Pietro taricone, quello si commuove e ti snocciola vita, morte e miracoli del povero ‘guerriero’. Ma se gli chiedi chi e’ Thyssen Krupp, strabuzza gli occhi e ti dice che e’ un attaccante della Germania.
Domanda: e allora cosa bisognerebbe fare? Ignorare la morte di un personaggio noto per onorare la morte di tanti sconosciuti?Quanto vorrei che lo fosse veramente.
Invece e’ semplicemente tragico. Tragico pensare che se chiedi oggi al tipico italiano medio chi era Pietro taricone, quello si commuove e ti snocciola vita, morte e miracoli del povero ‘guerriero’. Ma se gli chiedi chi e’ Thyssen Krupp, strabuzza gli occhi e ti dice che e’ un attaccante della Germania.
Risposta: no. Basterebbe evitare di considerare i secondi degli sconosciuti.
Un sentito grazie a Carlo Soricelli