Wednesday, December 17, 2008

Ministri impagabili



Non riesco a capire se la cosa debba preoccuparmi o rassicurarmi...

Tuesday, December 16, 2008

Eroine virtuali e rompipalle reali


Tombe antiche. trappole e trabocchetti da far impallidire pure Indiana Giònz. Dei e dee di passati diversi, ma tutti accomunati dallo stesso proto-mito. Re Artù e Thor. L’Avalon e il Valhalla. Excalibur e il Mjolnir.
E in mezzo a tutto questo, lei. Lara Croft. Bella, popputa e chiapputa che salta, nuota, spara, rompe e risolve misteri e rebus inaccessibili a chiunque. È questo l’ottavo episodio della saga di Tomb Raider: Underworld!

Yeah!

Quindi, ricapitolando: leggende, storia, divinità pagane e una topona a fare da protagonista.

Strano che Bagnasco o Ruini ancora non abbiano detto niente…

Saturday, December 13, 2008

La dignità della telecamera

Eccolo qui, il puffo mannaro sbarca su feisbuc. La telecamera inquadra sapientemente la faccina del piccolo ministro, evitando ogni altra 'extra-screen cue' che possa rivelarne l'esatta dimensione. Dietro di lui c'è un muro bianco, come nei filmati di Billàde. Lui si presenta umile e tremebondo, dicendo "io finora non ho fatto niente...". E sul momento, l'utente medio trasale e pensa "finalmente! Un atto d'onestà politica!!!". Poi però aggiunge "...per colloquiare con voi", e l'utente medio si domanda quando è stata l'ultima volta che abbia colloquiato con qualcuno su feisbuc.
Non è un discorso quello del secondo nano più famoso d'Italia. E' una danza. Una danza ritmica a metà tra il rollio convulso di un hippoppettaro offuscato e il pogo triste di un metallaro che ascolta Al Bano. Tenta invano di sfondare il video, Brunuccia, ma il grandangolo che lo inquadra per farlo sembrare più grande (e anche più angolo), è troppo lontano, e tutti i suoi tentativi falliscono. La frustrazione inizia a dipingersi sul volto del Ministro, e forse anche una lacrimuccia inizia a formarsi all'angolo del piccolo occhio bovino. "Aiutatemi" sembra dire il nostro, "sono solo e infelice". Che tenerezza. Che compassione. L'utente medio si ritrova proteso verso il monitor per afferrarlo, per consolarlo e carezzargli la nuca, dimentico dei ripetuti morsi che le piccole gengivucce sdentate hanno saputo dare a chi gli ha passato il biberon gonfio di latte e ritenute fiscali. Il pensiero corre ad immagini tristi e soavi di bambini abbandonati. Però ritorna presto. Sia all'utente medio che alla telecamera. Il primo erutta un sonoro e liberatorio "mavvaffanculo". La seconda si spegne in anticipo e senza preavviso, troncando sul nascere l'untuoso saluto del piccolo trinciapolli (con tutto il rispetto per i polli). Che anche le telecamere hanno una propria dignità e coscienza politica cheddiamine!


Sunday, December 07, 2008

Breaking news

Il Grande Razzinghèr abbandona la veste papale, le alabarde spaziali e i raggi protonici! "Sento il bisogno di seguire il mio vero Io" ha dichiarato l'ex papen. Qui lo vediamo nella inusuale veste di musicista alla prima del suo primo concerto presso il celebre "Blue Oyster Bar".



Nessun commento dal mondo politico per il momento. Solo Magdi 'Cristiano' Allam, segretario del neonato PEC, ha diffuso un comunicato stampa in cui dice "Una santa scelta. Un nuovo percorso illuminato che abbiamo deciso di seguire. Da oggi, chiamatemi Magdi 'Marisa' Allam, pazze!"

Regia di Silvio 'Squallor' Di Giorgio

Saturday, December 06, 2008

Dispiaceri politici


Perche’ e’ sbagliato che un personaggio come Vladimir Luxuria abbia partecipato ad un programma come l’isola dei famosi? Me lo sono chiesto ieri mentre guardavo la registrazione della puntata di Annozero in cui si parlava di questo. Partendo dal presupposto che fosse sbagliato ovviamente, che’ e’ qualcosa che sento in maniera istintiva. Tanto per cominciare perche’ ‘Vladi’, come ieri la chiamava Sansonetti, e’ passata dall’essere un personaggio di spettacolo all’essere un personaggio politico. E come tale, devo dire che ci ha abituato davvero male. Nel senso che e’ stata, con ogni probabilita’, la figura piu’ di spicco dell’ultimo abbozzo di governo del centrosinistra. E non tanto per il fatto di essere un transgender (cosa che per la prima volta mi ha fatto sentire fiero del mio paese), quanto per preparazione, dialettica ed intelligenza. Insomma, una persona di tale levatura rischia lo sputtanamento se va ad impelagarsi in un format televisivo come quello. Chiamare un gay ‘frocio’ o ‘faggot’ e’ offensivo. Ritrovarsi in uno studio come quello di Santoro a sostenere la liceita’ di un programma come l’isola dei famosi insieme all’ennesima velina fidanzata dell’ennesimo calciatore, secondo me, se non offensivo dovrebbe essere, per una come 'Vladi', quantomeno imbarazzante.
Chi segue questo blog, sa come la penso sui reality. Sono lo strumento primario attraverso cui i media perseguono l’ottundimento cerebrale della popolazione. Non a caso, e’ un format adorato da tanta parte della destra italiana. Milioni di persone sbavanti davanti al video, aspettando che due o piu’ persone inizino a fare a cazzotti, a mangiare merda o, magari, a scopare. Sbagliano sia Sansonetti che Luxuria se pensano che tutto questo educhi la gente alla tolleranza o generi la ‘discussione’ su problemi come l’emarginazione, la discriminazione o la negazione dei diritti per i gay. E per un motivo molto semplice. A quelle persone, che magari per un attimo hanno smesso di sbavare davanti al video pensando, con l’unico neurone rimasto, al fatto che essere un trans non significhi essere un alieno, molto presto verra’ rifilata una nuova serie, e potranno beatamente ricominciare a sbavare, dimentichi di tutto il resto, buoni propositi inclusi. Il risultato e’ l’estrema banalizzazione di problemi invece serissimi e attuali, se non drammatici. E lo dimostra l’articolo che compare sul sito del Corriere di oggi, in cui una Simona Ventura delirante viene esaltata, e si auto-esalta, come colei che avrebbe ‘svecchiato’ la sinistra italiana. Trafiggendo le ardenti speranze di noi ‘sinistri’ con un feroce “Non saro’ un idolo rosso”!

Che enorme dispiacere che ci dai, Simona.

Wednesday, December 03, 2008

Avviso ai naviganti

Cari utenti che cercate sul mio blog il testo della canzone 'poporno' una media di tre volte al giorno,
CURATEVI!!!
e se possibile andate a scassare i cabbasisi a qualcun'altro.
Grazie

Monday, December 01, 2008

Il McCaravaggio

Si narra che il patrimonio culturale italiano, in particolare quello rinchiuso nei musei, sia in crisi. I musei italiani non sono più apprezzati come una volta insomma, nonostante offrano alla vista dei visitatori tesori senza pari. Il primo museo italiano, nella classifica stilata da non so quali esperti internazionali, sarebbero gli Uffizi, al 21esimo posto. Che fare? A risolvere il problema, il Ministero per i beni e le attività culturali, quello gestito da Bondi, il ministro poeta, ha chiamato il signor Mario Resca. Questo nome non dice niente ai più. E invece nel suo campo, Mario resca è considerato un genio, in quanto riesce sempre a risolvere i problemi di tutti quelli che chiedono il suo aiuto. Il solo problema è che il suo campo (o i suoi campi, dato che ha lavorato in settori diversi), con l'arte, la cultura ed i musei non c'entra un piffero. La sua fama deriva dall'aver fatto di McDonald la prima ditta di ristorazione fast food in Italia. Prima di lui ce n'erano solo otto. Dopo, più di quattrocento. Inutile dire che la cosa ha suscitato le perplessità un pò di tutti, e non solo in Italia. Sul New York Times, già si parla del McCaravaggio! Però va detto che Mr Resca non sapeva niente nemmeno di fast food quando ha iniziato a lavorare per il Mc. Nè sapeva niente di moda quando ha risollevato le sorti della Versace (altro fiore al suo occhiello di 'risolvitore di problemi'). Lui dal canto suo, ride dell'altrui perplessità e dice al giornalista dell'Independent che lo intervista: "Pensano che sia un marziano!". Però, è sicuro di riuscire a farcela. Perchè conosce il suo ruolo di manager e sa quello che deve fare. Mettere insieme un gruppo di persone dedicate al problema. Farle lavorare insieme nel miglior modo possibile. E' molto sicuro di sè. Quindi perchè pensare che non possa riuscire a farcela anche nel rivalutare il nostro patrimonio artistico? Per un motivo solo. Sintetizzato nelle ultime parole lasciate al cronista dell'Independent: "Qualcuno mi ha detto che i musei [italiani] stanno lì da secoli e per secoli ci resteranno. Questo è vero. Però, visitarli dovrebbe essere divertente."
Sarò veramente curioso di vedere in che maniera quest'uomo riuscirà a far diventare 'divertente' una visita ai Musei Vaticani.

A proposito di contrappassi danteschi...

Vaticano: "No alla depenalizzazione dell'omosessualità!"
«Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come matrimonio verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni» Mons. Celestino Migliore.

Caro Celestino, non farne un dramma. Tutto quello che dovete fare è andare a prendervelo nel bocciuolo.

Sunday, November 30, 2008

Per un nuovo miracolo cristiano

Dico la verità, la prima cosa che ho pensato è stato che si trattasse di un tipico caso di contrappasso dantesco. Noi esportiamo da loro la democrazia a fucilate, loro importano da noi il fondamentalismo in doppiopetto. Poi però ho dato un'occhiata al bel faccino da trentenne di Magdi "Cristiano" Allam (che invece ce ne ha 56 e quindi deve aver necessariamente venduto l'anima al diavolo), che c'ha l'inserto virgolettato tra nome e cognome come le rockstar, ed ho capito che invece non c'è nessun contrappasso. Siamo sempre noi che continuiamo ad esportare. Vicedirettore del Corriere della Sera, anche lui ha fatto il grande salto e adesso si butta in politica. Ha già il nome ed il logo del partito: "Protagonisti per l'Europa Cristiana"! PEC. Probabilmente l'Europa è stata un'aggiunta dell'ultimo momento e la versione iniziale era Partito dei Cristiani Italiani, ma poi sia Magdi che Cristiano si sono accorti con orrore dell'acronimo blasfemo, si sono segnati tutti e due e ci hanno infilato in mezzo l'Europa al posto dell'Italia. Suona un pò come PET o PVC, ma sempre meglio di PCI no?
L'intervista rilasciata al suo giornale è stato il primo articolo che ho letto stamattina. Pigiama, tazzina di caffè fumante a sinistra, sigaretta a destra, ho appreso che la perdita dei valori che costituiscono le radici giudaico-cristiane dell'europa è la causa di tutti i mali, compresi l'alopecia e il ginocchio di Totti. Per cui via a raccogliere firme ed aprire circoli in tutta Italia, secondo un format ben sperimentato ("se c'è riuscita la Brambilla" avranno pensato sia Magdi che Cristiano "vuoi che non ci riesco io") e tutti pronti per le europee del 2009.
Entriamo più nel dettaglio. PECchè un nuovo partito? Perchè il buonismo, il laicismo ed il multiculturalismo sono delle "malattie ideologiche" che stanno distruggendo l'Europa. Se fossimo tutti degli stronzi cattolici e ottusi provinciali come lui, tutto andrebbe meglio, anche il ginocchio di Totti. Oltretutto l'europa sta soccombendo ad un "capitalismo selvaggio e disumano, senza regole etiche nè diritti umani, perfettamente rappresentato dalla Cina comunista". Al che il blogger vola subito a fondo pagina per vedere se l'articolo è firmato da Giannelli o da Staino, ma invece no, è proprio un articolo vero e sia Magdi che Cristiano hanno detto proprio così. Forse sia Magdi che Cristiano ignorano che per secoli la Cina ha tentato di resistere alla colonizzazione ed all'imperialismo dei mercati occidentali. Ignorano entrambi gli sforzi sovrumani fatti dall'occidente per cercare di accaparrarsi questo mercato straordinario, fatto da più di un miliardo di possibili consumatori. Ignorano cosa siano, e cosa significhino, le guerre dell'oppio (1839-1860), le colonizzazioni militari di porti importanti e l'imposizione di trattati commerciali, così come ignorano che i diritti vengono calpestati, in Cina, sempre dentro fabbriche americane, inglesi, italiane e via dicendo. Non capiscono, o non vogliono capire, che per un occidente ormai saturo di merci, l'unico sbocco possibile era ed è quello di imporre queste merci a quelle sacche di 'resistenza' dove frullatori griffati e cellulari che fanno il caffè ancora non sono sentiti, orrore, come necessità primarie. E allora via a colonizzare Africa ed Asia. E compaiono finalmente bambini gonfi di fame che però giocano con la pleistescion. Tutto questo, sia Magdi che Cristiano evidentemente non lo ricordano o non lo sanno. Ma non possiamo fargliene una colpa, chè le radici giudaico-cristiane li tengono parecchio impegnati entrambi e non è che possono fare tutto loro. Oltretutto, devono tenere a bada il coccodrillo islamico, che ormai si impone violento e spietato in tutta Europa. Ci stanno imponendo l'Islam e la sharia perdio!!! E noi ancora lì a blaterare che in tutte le religioni c'è un messaggio di pace e che la violenza tradisce la vera fede, come dicono certi prelati, dio li salvi, cattolici. Non è così! L'Islam è proprio fatto di birbaccioni. Tutto! Non esiste l'Islam moderato! Esistono musulmani con i quali è lecito parlare e confrontarsi, ma sempre sulla base di regole e valori precisi, chiari e soprattutto cristiani, ovviamente.
Ed alla domanda del giornalista che gli chiede perchè un musulmano dovrebbe confrontarsi con lui sulla base di regole e valori cristiani, la risposta è, invero, disarmante.
Perchè l'Europa "è" cristiana. Che domande del cazzo!

Saturday, November 29, 2008

Breaking news

Politica: La camera approva decreto legge PdL per sostenimento esami di maturità in lingua druidica.

Raspe salvagente

Per materiale pornografico si intendono "giornali quotidiani o periodici, con i relativi supporti integrativi, e ogni opera letteraria, cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti".
Ora, passi il fatto che, come fa notare la sempre meravigliosa Galatea, non si capisce perchè un porno debba essere ritenuto qualcosa da censurare a suon di balzelli, mentre invece un film in cui compaiano atti di violenza, sangue, budella e pezzetti de cervello, invece no. Quello che trovo esilarante è il goffo tentativo dell'autore di questa bozza, che ha cercato in tutti i modi di rendere l'idea di un uccello che penetra dentro la vagina di una donna davanti ad una telecamera, salvando al tempo stesso tutte quelle scene di sesso, ormai comunissime in tanta parte della produzione cinematografica italiana ed internazionale, in cui tutto si vede, tutto è chiaro ed esplicito, tranne questo dettaglio anatomico del piccolo (o grande...a seconda) Benito che vìola grandi e piccole labbra. E trovo interessantissima l'estensione di questa censura alle opere letterarie. In che maniera risulta esplicita la descrizione scritta di un amplesso? E soprattutto, come è possibile immaginare che la scena di sesso contenuta in un libro sia "non simulata"?
Tutto questo è contenuto nella bozza del decreto anticrisi varato dal governo Berlusconi. In altre parole, per salvare il paese siamo nelle mani (e non solo) di pornoattori e pornoattrici, oltre che nelle mani (e basta) di qualche migliaio di pippaiuoli impenitenti. Complimenti al presidente del consiglio.
Le opere da tassare saranno determinate da un decreto del Presidente del Consiglio in persona. Se ne deduce che dovrà visionarle tutte prima di decidere. Quindi, o perde tante di quelle diottrie da risultare inabile alla presidenza, oppure molto presto avremo molti ministri donna in più, e tutti sotto i venticinque anni. Chè per certe cose è giusto sfruttare la professionalità di chi ambisce ad un dicastero.

Americanate

Ci sono blogger che ne hanno fatto una questione di principio. Non solo sui rispettivi blog, ma anche nella vita. Blogger che scrivono, si documentano ed informano. Sull'uso delle cellule staminali nella cura di malattie genetiche, sulle tecniche di analisi del DNA che potrebbero essere usate per prevenire la nascita di bambini affetti da qualche brutta malattia. E soprattutto sull'ostracismo ottuso del clero contro l'applicazione pratica di queste conoscenze. La "manipolazione della vita", la "eugenetica". Spauracchi che vengono propagandati a spron battutto per scoraggiare, fuorviare, impaurire. E che risultano offensivi per chi soffre di malattie come la SLA o il morbo di Parkinson o decine di altre terribili condizioni mediche. Gente che alla sofferenza della malattia deve accostare anche la beffa di un clero (e di quella parte del mondo politico che da esso dipende) che pretende di spacciargli il proprio dolore come 'dono di Dio'. E giù a scrivere post incazzati, a cercare di spiegare all'italiano quali potrebbero essere i vantaggi dell'utilizzo di queste conoscenze. Post su post per cercare di cancellare quel senso di rassegnazione 'papale' che pervade l'Italia su questi argomenti. Per cercare di spiegare che qualcosa si può e si deve fare.
Poi uno apre il giornale, un sabato mattina qualunque. Legge questa roba qui. E sinceramente gli cascano un pò le braccia. Vuoi per l'argomento, vuoi per quella cifra: 10 milioni di dollari. Più di quanto è costato l'uomo bionico. Soldi spesi per non si sa bene cosa, mentre in Italia i ricercatori ormai devono riciclare anche la carta igienica usata, chè comprarne di nuova costerebbe troppo. Magari sono io che non conosco bene i dettagli del progetto e non riesco ad apprezzarne l'utilità, niente di più facile. Eppoi si sa che i giornalisti che scrivono di queste cose, spesso lo fanno senza avere alcuna nozione scientifica e mirano solo a raggiungere il titolone. Però mi pare tanto una boiata.

Sunday, November 23, 2008

Errare e' umano ma...

"Il mio complimento a Obama e' stato un po' invidioso. Tutti vorremmo essere abbronzati come Naomi Campbell e Obama". Silvio Berlusconi.

Ecco, io pensavo che la cosa fosse chiara caro presidente. Ma evidentemente mi sbagliavo. Percio' provo a spiegargliela meglio. Con parole semplici e un bel disegnino. Vede caro Presidente, se la Campbell e Obama appaiono scuri in volto, non e' perche' hanno preso il sole. Non e' perche' sono andati al mare, capisce? Sono proprio cosi'. Sono nati cosi'. Il fatto e' che a questo mondo ci sono persone che nascono con la pelle scura. Altri, come lei, nascono con la pelle chiara. Altri ancora con la pelle gialla e, un tempo, ce n'erano anche che nascevano con la pelle rossa. Pensi un po'! Non e' una questione di make-up, sono proprio cosi' loro. Capisco che tutto questo le sembri impossibile, ma si fidi! E' proprio cosi'!
E' piu' chiaro adesso? Capisce adesso perche' le sue battute tutto sono fuorche' complimenti?

Decisioni estreme

E' successo stasera. Giornata infernale a lavoro oggi. E' triste dover andare a lavoro di sabato, specialmente quando c'è il sole. Cosa piuttosto rara da queste parti, oltretutto. Sono tornato a casa stanco morto, pensando che domani sarà la stessa storia. E speriamo che piova almeno.
Disgusto. Questa la sensazione che mi sentivo addosso. E non riuscivo a capire da dove venisse. Non sarà la prima volta che lavoro il finesettimana. Disgusto ed un fastidio fisico, come un ragno che ti cammina in testa. Non lo vedi, ma ti sconvolge in qualche modo. E inizi a dargli la caccia prendendoti a pugni da solo.
Anche io non riuscivo a vederlo questo mio ragno. Poi mi sono alzato dal divano, ormai un tavolo da tortura, e mi sono guardato allo specchio. E non mi è piaciuto per niente quello che ho visto. Il mio ragno era lì, sulle orecchie, sulla testa, sul collo. Era dappertutto e mi guardava. E mi parlava anche. Era lui il primo ad implorarmi di ucciderlo. Ho cominciato a frugare per tutta casa in cerca di qualcosa di affilato. Uno strumento qualsiasi che potesse tagliare. E l'ho trovato.
Un respiro profondo. Un ultimo sguardo nello specchio.
Mi son tagliato i capelli da solo. Cazzo erano troppo lunghi. Ci sto male coi capelli lunghi io. Chè già son pochi, se poi crescono troppo...

Thursday, November 20, 2008

(im?)Probabili intercettazioni

driiiiiiiin

"Pronto?"

"Pronto buonasera Onorevole Pillari, sono il Presidente del Consiglio. La disturbo?"

"Ma certo che no! Buonasera Presidente, mi dica. Però il cognome è Villari..."

"Volevo chiederle, caro Cippali, se le fosse dato di scegliere, lei preferirebbe stare all'opposizione senza contare un cazzo e per di più per due soldi, o preferirebbe stare all'opposizione senza contare un cazzo però ricco sfondato?"

"Ma...presidente...cosa dice?"

"Suvvia carissimo Trullari, mi consenta, ma lei è semplicemente un anonimo. Non la conosce nessuno, non la caga nessuno, non ha nessun potere e nessun ruolo. Fatto salvo quello di annuire ogni tanto quando parla Veltroni, il suo Segretario."

"Presidente! Non si permetta! Innanzi tutto il cognome è Villari. E poi io rappresento la volontà degli elettori che hanno voluto darmi mandato con un gesto di stima oltrechè di democrazia sublime che..."

"Ma sì ma sì, la conosco questa tiritera, carissimo Frullari. Figuriamoci! Ma, mettendo da parte per un attimo le puttanate, mi risponda sinceramente: quale sceglierebbe tra le due situazioni che le ho prospettato (senza peraltro mai prospettargliele, chiaramente)?"

"Bè...mettendo da parte le puttanate...la seconda!"

"Oh! Bravo! Sono assolutamente d'accordo con lei carissimo Puppari. La sapevo intelligente! E' per questo che mi indigno a saperla così poco sfruttato! Una merdaccia d'uomo della sua levatura dovrebbe ricoprire incarichi di maggiore responsabilità! Cribio!"

"Quanto ha ragione Eccellenza! Ma che vuole farci? Al segretario le merdacce piacciono solo magre, brizzolate e coi baffetti da barbiere..."

"Senta carissimo Crotali. Voglio darle finalmente l'opportunità che merita! Le piacerebbe assumere la direzione dell'ufficio di Vigilanza della RAI? Ovviamente sotto la mia diretta e suprema supervisione!"

"Ma...Eminenza...veramente...il candidato dell'opposizione è Orlando..."

"Chi?"

"Orlando...Leoluca Orlando...dell'Italia dei Valori"

"Mai sentito. Allora, accetta?"

"Ma ma ma...e il Segretario?"

"E' qui da me che tira su due strisce. Se vuole glielo passo"

"Grazie Santità. Pronto Segretario?"

"Carissimo Merdoli! Come stai? Sei felice? Sappi che la tua felicità ma anche la tua soddisfazione sono il nostro miglior premio (inc.)"

"Ma, Segretario...cosa devo fare?"

"Ma è semplicissimo caro inferiore, Con molta moderazione ma anche pacatamente, fai il cazzo che ti diciamo di fare senza fare domande idiote. Poi al teatrino per i media ci pensiamo noi no?"

"Che bello."

"Allora d'accordo?"

"D'accordo"

"Ciao puccettone. Richiamami domani che ci mettiamo bene d'accordo. Mi raccomando èh? Contiamo su di te!"

"Non dubiti Segretario. Comandi! Obbedisco! Arrivederla. Ossequi a lei e alla signora!"

Il giorno dopo

driiiiiiiin

"Pronto?"

"Pronto? Segretario?"

"Si? Chi parla?"

"Sono Villari"

"Chi?"

Thursday, November 13, 2008

Codice di disonore


"Vergogna", urlavano stasera i sostenitori dell'accusa contro le forze di polizia imputate per i fatti della scuola Diaz, avvenuti 7 anni fà al G8 di Genova. Vergogna perchè il primo grado di giudizio ha visto assolti i vertici della PS e del Viminale e condannati una manciata di poliziotti e ispettori. I proverbiali pesci piccoli, o capri espiatori che dir si voglia. 35 anni di carcere spalmati su 13 condannati, con la pena più pesante di 4 anni per l'allora comandante del settimo nucleo sperimentale di Roma. A fronte dei 108 anni chiesti dai PM per 29 imputati. Un processo, a detta dei giornalisti che l'hanno seguito, viziato da numerosi casi di omertà e da prove svanite nel nulla. Come le due famose bottiglie molotov.
Non che mi aspettassi nulla di diverso. I pesci grossi sanno come muoversi. Certi ordini si danno, ma in silenzio, senza parlare. 'Codici rossi' all'amatriciana, punibili solo nei contesti hollywoodiani, ma non fuori dal grande schermo. C'è differenza tra Scajola e Jack Nicholson dopotutto. Soprattutto in un paese come il nostro, dove accanto alle urla di indignazione echeggiano quelle grasse e soddisfatte di chi non esita a vaneggiare della nota rispettabilità e galanteria dei vertici delle nostre forze dell'ordine (non poteva mancare, tra questi, Maurizio 'sciroppo d'acero' Gasparri). Senza nemmeno porsi il problema del fatto che una tale assoluzione di massa dei quadri dirigenziali, comporta necessariamente l'ammissione di una struttura gerarchica inesistente all'interno delle forze dell'ordine stesse, dove un ispettore qualsiasi può ordinare di trasformare un pacifico raduno di manifestanti in una 'macelleria messicana', senza che nessuno dei suoi superiori possano fare nulla per prevenirlo o ne siano addirittura a conoscenza. Senza nemmeno porsi il problema della moralità di chi le forze dell'ordine le rappresenta quotidianamente in strada. Moralità che a questo punto bisogna considerare semplicemente nulla, se semplici agenti possono aver compiuto una mattanza del genere, stando alla sentenza, di propria iniziativa, senza aver ricevuto ordini dai propri superiori. Perchè è chiaro che il punto debole di questa sentenza è lo scollamento tra i pesci grossi, che un intervento del genere avrebbero potuto ordinarlo o impedirlo, e i pesci piccoli, che invece l'hanno messo in atto.
E si parlerà di questa vergogna, magari a lungo. Si protrarranno nel tempo i processi per il secondo ed il terzo grado di giudizio. E nel frattempo, visto che, per l'appunto, la pena massima è di soli 4 anni, in galera non ci finirà nessuno. E i responsabili di quelle ferite, di quelle pozze di sangue, di quei denti spaccati, di quei punti di sutura, rimarranno impuniti.
Cercavano violenti e pericolosi 'black bloc', quei poliziotti. E li hanno trovati, ma non li hanno arrestati.
Non si arrestano i colleghi.

Tutto sommato preferisco Jack Nicholson...

Wednesday, November 12, 2008

In parole povere


Caro Ricardo Franco Levi

HAI ROTTO IL CAZZO!!!

Thanks to Gianfalco

Vescovi impenitenti


E tanto per rimanere in tema con il post precedente. Trovo sul sito del Corriere la notizia della morte di tale vescovo Alessandro Maggiolini, di cui ignoravo l'esistenza. Il titolo recita "Addio a Maggiolini, vescovo 'nordista'". La cosa mi incuriosisce e inizio a leggere. Un vescovo nordista? E che significa? Un fan del generale Custer? Ovviamente no. Allora un fan di Borghezio? Nemmeno, dal momento che egli stesso, Maggiolini, professava la propria inadeguatezza verso il leghismo, "se non altro perchè ho il culto di una lingua italiana elegante". La risposta emerge man mano che si procede nella lettura che presto inizia a fiorire di citazioni e 'aforismi' del vescovo in questione, e che suggeriscono chiaramente come tale Maggiolini Alessandro abbia probabilmente optato per la carriera ecclesiastica attirato più che da altro, dal colore della 'divisa'. "L'ottimismo è la virtù degli imbecilli"; "La nostra virtù è il credo [l'obbedienza e il combattimento vengono abilmente evitati; ndb], non il dialogo"; i gay sono da "curare", se con l'aspirina o lo zyklon-B non è dato saperlo; il femminismo è "lercio"; i pacs sono il "preludio ai matrimoni tra uomini e cavalli" (anche i cavalli sono malati evidentemente, come i gay). E via citando.
Una cosa però colpisce, tra le tante che ne ha dette questo tipo: aveva paura di morire. Il che si addice parecchio all'uomo della strada. Un pò meno all'uomo di religione, anche se tale sottigliezza la lascio volentieri agli uomini di religione stessi, chè non mi appartiene minimamente. Aveva paura di morire perche "la morte implica dolore, ed una domanda terribile: sono stato leale con me stesso?". La morte implica dolore. E il dolore fa paura. Anche ad un vescovo. Ne consegue che anche un vescovo, potendo, preferirebbe evitarlo il dolore, altro che 'dono di Dio'. Il che aprirebbe tutta una serie di interrogativi sul perchè ad un laico non debba essere dato il modo di evitarlo questo dolore, spacciandoglielo appunto come 'dono di Dio'. Ma è la seconda parte di questa paura quella che trovo più interessante. La 'domanda terribile'. Domanda che viene approfondita a fine articolo in poche righe: "Nel mio repertorio avrei anch'io molti pezzi di virtuosismo - dice Maggiolini - sull'ingresso in Paradiso, l'immortalità, la comunione dei santi eccetera. Quasi che il morire fosse da desiderare. Storie. Neppure l'anelito incontenibile di guardare negli occhi Gesù può nascondere il terrore e cancellare la paura. Quando lo guarderò negli occhi, Gesù, sarò quello che sono o quello che ho creduto di essere?".
Avessi avuto modo di parlargli prima che morisse, gli avrei spiegato che avrebbe fatto meglio a preoccuparsi non tanto di sè stesso, di quello che è stato o di quello che credeva di essere. Ma della persona che si sarebbe trovato davanti. E per due motivi: Primo perchè Gesù Cristo era noto avere un bel carattere, ma ogni tanto si incazzava pure lui. E quando si incazzava erano dolori. Secondo perchè, con ogni probabilità, era negro. E non per l'abbronzatura.

Ingerenze inopportune

...salvo poi parlare di 'inopportune ingerenze nei fatti interni del Vaticano' se un ministro israeliano osa far notare che fare santo uno come Pio XII non è proprio il massimo.
Per non parlare del 'Assassino chi smette di nutrire Eluana' che compare sul sito del Giornale. Che a prima vista suona tanto come 'stronzo chi legge'. Ma ad una analisi più approfondita si rivela essere uno 'stronzo chi scrive'!
E senza riferimento alcuno al giornalista.

Friday, November 07, 2008

Anch'io benzo alle diazepine


Ecco, ieri stavo piu' o meno cosi'. Grazie Bleek

Wednesday, November 05, 2008

Michael Crichton



I media mondiali sono tutti impegnati a celebrare la vittoria di Obama, chiaramente. E non ha avuto lo spazio che meritava un'altra notizia. Forse meno importante, ma ciònondimeno importante, almeno per me. E' morto oggi, all'età di 66 anni, Michael Crichton. In molti lo conosceranno per aver ispirato con la sua raccolta di racconti 'Casi d'emergenza' la serie televisiva E.R.; altri per aver scritto Jurassic Park. Per me, rimane l'autore di 'Rising Sun', splendido romanzo d'azione magistralmente riprodotto sul grande schermo, con la sceneggiatura dello stesso Crichton, da Paul Kaufman. Aveva 66 anni ed è morto di cancro.

Aspettando Obama


Dunque ci siamo. Gli Stati Uniti hanno eletto il nuovo presidente e questi e' un democratico. Dopo otto anni di GWB, il successo di Obama e' stato schiacciante. Oltretutto, Barack Obama e' un 'nero'. La cosa in se' non dovrebbe avere nessun significato ma sembra invece aver catalizzato gli entusiasmi di buona parte del pianeta, al punto che in Kenya, il 4 di Novembre e' stato proclamato festa nazionale. Ovviamente, la ragione di cotanto entusiasmo e' puramente romantica. Si vede nell'elezione del primo presidente di colore della storia statunitense, il riscatto di un popolo, quello africano, per secoli vessato, sfruttato, schiavizzato ed emarginato in e da tutto l'occidente. Dall'alba dei tempi fino ai giorni nostri. Inclusi.
Ma Barack Obama non e' africano. E' americano. In tutto e per tutto a stelle e striscie. Ed io lo aspetto al varco. Al varco della politica estera americana. Al varco di quegli aspetti della politica interna degli Stati Uniti che riguardano lo stato sociale, con particolare riferimento al diritto all'assistenza sanitaria, ancora negata e negabile per buona parte dei ceti bassi, affollatissimi di uomini e donne di colore. Al varco delle scellerate politiche anti-ambientaliste che hanno segnato gli ultimi otto anni di amministrazione Bush non meno dell'esportazione della democrazia a mano armata. Lo aspetto al varco delle relazioni con il nostro paese. E, sinceramente, comincio a pensare che questo sara' il 'varco' piu' impegnativo per quest'uomo. Come rapportarsi con un paese come il nostro, ormai dichiaratamente improntato a leggi simil-razziali, che propongono la segregazione nelle scuole e la schedatura del 'diverso' in quanto tale? Che agisce in base ad assurdi rapporti di proporzionalita' diretta col reddito per tutto eccetto che per le tasse?
I segnali che arrivano dal nostro governo sono confusi, ma fino ad un certo punto pero'. Se da un lato Berlusconi manca completamente il bersaglio, e si propone come 'anziano' consigliere del giovanotto Barack, dall'altro Gasparri il bersaglio lo centra in pieno (quello della propria idiozia ovviamente) ed ancora una volta si merita il titolo di 'Rain man', nel senso che, proprio come il personaggio magistralmente interpretato da Dustin Hoffmann, non puo' fare a meno di evitare quelle due misere associazioni di idee che Bondi, Cicchitto e Schifani hanno sudato per fargli entrare in testa. Obama democratico, no amico, aumento tasse, terrorista!
Che paese saremo, a partire da oggi, per il nostro alleato storico? Il cagnolino abituato a riportare il bastoncino, come siamo stati fino ad oggi? Il parente scomodo, quello da tenere chiuso in cucina quando arrivano gli amici per non fare brutte figure? Oppure cosa? Potremo sperare, noi che avremmo votato per Barack Obama se fossimo stati americani, che questo nuovo presidente metta da parte la diplomazia e parli fuori dai denti ad un paese come il nostro, pur sempre alleato, che non si comporta esattamente come lui dice di volersi comportare nel suo di paese, anzi, proprio al contrario?
Insomma, lo aspetto al varco.

Sunday, November 02, 2008

L'abitudine è dura a morire



Devo dire che, a guardare il filmato, quest'uomo sulle prime mi ha fatto una gran pena. Non so bene cosa gli sia successo, ma aveva l'aria di chi sta passando un brutto quarto d'ora. Poi però non sono riuscito a trattenere un sorriso. Anche in un momento del genere, è riuscito a non abbandonare la 'poltrona'!

resistenza.2


Vai così...

PS
Il caso e la polizia postale hanno voluto che il sito di tremonti, linkato sotto l'immagine, venisse sbloccato pochi secondi dopo la pubblicazione di questo post. Quello che vedete sopra, era il sito di Tremonti dopo l'attacco terrorista di un gruppo di hacker comunisti, talebani e anche un pò terroni!

Thursday, October 30, 2008

Precisazioni


Si accettano solo pedofili DOC!

Sunday, October 26, 2008

La persistenza della memoria inopportuna

Il cervello umano è veramente un organo meraviglioso. La memoria, la capacità di modificare la struttura del cervello in risposta all'esperienza, per codificare in maniera stabile ciò che rappresenta il nostro vivere quotidiano. E la possibilità di usufruire di quel lato 'romantico' del nostro essere, paura, amore o, in altre parole, l'emozione, per promuovere la formazione di quelle memorie relative ad eventi importanti, significativi (per noi) e di trascurare invece quelle relative a fatti insignificanti, permettendo al cervello stesso di ottimizzare la resa 'adattativa', ovvero di non sprecare energie per ricordare eventi futili. Ma c'è un risvolto della medaglia però. Alle volte il cervello preferisce dimenticare. Un meccanismo di autodifesa inconscio, che permette di sotterrare tra le pieghe del nostro essere, memorie troppo dolorose o traumatiche. La rimozione. L'oblio.
Me ne stavo bel bello, stamattina, a leggere il sito del Corriere, quando incappo in questo articolo di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. E' bastato il titolo. Quelle parole sono state come una mano violentatrice che si è tuffata tra le circonvoluzioni della mia mente strappando, lacerando e, alla fine, riportando in superficie qualcosa che con tutte le mie forze avevo cercato di rimuovere dalla mia memoria quando sono emigrato quassù. E tutte le considerazioni che facevo cinque anni fà, su quanta fatica mi è costato prendere una laurea (una vera, fatta di corsi, esami, trentesimi e via dicendo), fare due anni di internato come tesista per poter presentare un lavoro sperimentale, altri due di tirocinio gratuito, poi tre di dottorato per avere finalmente il titolo di 'Dr', che tutti mi riconoscono e per il quale, persino nella prima università del mondo, tutti mi rispettano. Tutte queste cose hanno ricominciato ad ardere dolorosamente all'interno di una consapevolezza. Quella dello scempio che è stato fatto, dal '97 ad oggi, della formazione universitaria in Italia. Quella della meschinità di persone inette, ignoranti, idiote (queste sono le vere tre 'i' del neoliberismo italiano!) che da questo stato di cose attingono a piene mani per portarsi a casa in pochi mesi un titolo di 'Dr', identico al mio in termini di legge, ma vuoto di ogni significato per il modo in cui è stato ottenuto. Una ferita dolorosa, che diventa insopportabile al pensiero che di tutto ciò, pagano lo scotto anche quelle persone che ambirebbero ad una formazione vera, che sarebbero disposti ai miei stessi sacrifici pur di raggiungere quel livello di preparazione che, in passato, ci è valso l'ammirazione di tanti popoli diversi. Perchè si trovano ingabbiati in un sistema universitario misero. Perchè si trovano a dover competere, sul piano lavorativo, con persone di nessuna conoscenza ma ai quali il 'pezzo di carta', come lo chiamano Stella e Rizzo, conferisce pari dignità legale, mentre invece il modo in cui l'hanno ottenuto conferisce loro maggior dignità clientelare.
Solo una cosa mi conforta. E cioè che, al di fuori dell'Italia, questo stato di cose comincia ad essere riconosciuto. Università, centri di ricerca, laboratori, cominciano ad avere adeguati anticorpi contro questo esercito di cialtroni che, dopo aver smerdato il proprio paese, pretendono di andare a smerdarne altri. Ne ho visti un paio anche qui. E quando li ho visti, il mio ego complottista si è risvegliato ed ha detto "Cazzo, mi stanno inseguendo!!!". Ma sono durati poco. Un paio di mesi. Poi sono stati messi alla porta.
Il rischio a questo punto è che fuori quella porta attacchino un cartello con su scritto 'vietato l'ingresso agli italiani'. Ma come dargli torto?

Thursday, October 23, 2008

CONTRORDINE COMPAGNI


Così verrebbe da dire, a sentire il Berlusca che prima minaccia manganelli nelle scuole per chi occupa, e poi, come suo solito, ritratta, riscrive, dice che non ha mai detto. Lo scrivevo oggi su un altro blog, e mia intenzione era voler promuovere un paradosso divertente, quello che nasce dall'accostamento tra il Nanosilvio e la parola 'compagni'. Poi ho proseguito nella mia lettura del giornale, da cui avevo appena appreso dell'ennesima smentita, e mi sono reso conto che, dopotutto, quel paradosso tanto paradosso non era. Non almeno se per paradosso intendiamo, in prima approssimazione, un qualcosa che nella realtà non esiste. Già, perchè quel tipo di paradossi sembrano essere diventati la regola nella vita politica italiana. Pensate che oggi il Cardinale Andrea Lanza di Montezemolo ha risposto al ministro israeliano per gli affari sociali Isaac Herzog, che aveva espresso tutto il suo disappunto per la proposta di beatificazione di Pio XII, dicendo "Ci siamo annoiati di certe intromissioni negli affari interni della Chiesa. Giudizi esterni possono disturbare e sembrano voler obbligare il Papa a scelte. Fare o non fare cause di beatificazione sono questioni interne nostre!".
Più paradossale di così...

Tuesday, October 21, 2008

Sunday, October 19, 2008

Der nett papen

Il grande Ratzinger, dal santuario della Madonna di Pompei, si smonta le alabarde spaziali e arringa la folla con la sua omelia ma esclude da essa, volutamente, la parola 'camorra' perchè la sua è una visita spirituale in cui si legge la speranza e per non offendere i tanti campani onesti. Promuove la recitazione del rosario come arma contro il male e contro ogni violenza.
Fatta salva la voglia di bestemmiare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che mi prende inspiegabilmente ogni volta che sento notizie come questa al telegiornale, e ferma restando la mia convinzione che il papen non parli volentieri di camorra in pubblico perchè è brutto prendersela con gli amici, mi immagino gli onesti cittadini campani, tornare a casa dopo la visita pastorale, facendo lo slalom tra morti ammazzati, mucchi di spazzatura e spacciatori ad ogni angolo, visibilmente rinfrancati per essersi potuti lasciare alle spalle, per una volta, la 'camorra'. E li vedo sedersi in salotto, su quelle belle poltrone con il poggiatesta bianco all'uncinetto, il tè con gli amaretti sul tavolino, tirare fuori le corone e iniziare a biascicare pater ave gloria in totale comunione col padreterno, per raccomandargli il fair play negli stadi quando gioca il Napoli. Il tutto, mentre qualche tossico gli seppellisce barili di plutonio conditi al cromo esavalente nel giardino di casa.
Santità, ma ti vengono da solo queste minchiate o te le suggerisce qualcuno?

Saturday, October 18, 2008

Giovani saggi e vecchi porci


Una volta mi ricordo che aprivo i giornali, leggevo le notizie e puntualmente mi incazzavo come una serpe. E dopo essermi incazzato venivo sul blog e scrivevo. E mi riusciva anche bene, se posso dirmelo da solo. Ora, per qualche motivo che non riuscivo a focalizzare, non mi riesce più. Leggo i giornali, seguo le notizie, guardo quei pochi programmi di approfondimento che vengono trasmessi su internet e dopo un po’ inizio a sbadigliare. Una volta aspettavo il giovedì sera per vedermi annozero e mentre lo guardavo mi venivano in mente post ed articoli. Oggi, mi sono visto la puntata di giovedì scorso. Crisi finanziaria, tagli a scuola, università e ricerca, licenziamenti. Ex dipendenti che fanno lo spogliarello per protesta e si presentano in trasmissione con cartelli e striscioni. Maggioranza ed opposizione in studio più un giornalista ed un tecnico. Sembrava quasi una formazione tipo. I due politici seguono il copione di quasi tutti i politici che sono passati nello studio di Santoro. Ovvero, come prima cosa, presentano le credenziali e srotolano sul tappeto tutto quello che secondo loro avrebbero fatto di buono negli ultimi novantasette anni che sono stati in parlamento. Anche se non c’entra un cazzo con l’oggetto della trasmissione. Poi iniziano il balletto del ‘perché noi nel settantadue abbiamo fatto questo e quest’altro mentre voi facevate quello e quell’altro’, sacrificano poveri, emarginati, malati, disoccupati e licenziati sull’altare imponente e fangoso della cronica amnesia dello spettatore italico e piano piano si allontanano dal problema di cui invece si dovrebbe discutere, non senza aver prima citato numeri, percentuali, leggi e leggine completamente estranei al vivere ed al sentire quotidiani. Il tecnico puntualmente appare in studio con l’aria di chi pensa di essere la più alta espressione di grazia che Dio sia riuscito a produrre su questa terra e ride, anche quando qualcuno gli dà del coglione. Ride con fare paterno e misericordioso e benedice l’assemblea con dotte citazioni. Il giornalista, che conosce il meccanismo, non apre bocca se non quando interrogato e parla in totale sei-sette secondi.
Ed ero lì, che assistevo sbadigliando a questo spettacolo mortalmente noioso, infiocchettato da un imprenditore padano neuroleso che se la rideva di chi è stato licenziato giustificandosi con frasi sconnesse il cui succo avrebbe dovuto essere ‘m’importa sega dei licenziati, sono io che li licenzio!!!’, quando ad un certo punto si è alzato un ragazzo. Uno studente universitario che si muoveva e parlava come Nucleo e Capsula ma che, nonostante tutto, ha espresso un concetto che mi ha lasciato alquanto a bocca aperta e che riporo testualmente: “la VOSTRA crisi economica NON la pagheremo NOI. Non è pensabile in un paese civile, considerare la conoscenza un costo da tagliare”.
Queste poche parole mi hanno fatto dimenticare tutto il resto, tranne la Granbassi, che me la spupazzerei tutta anche sui chiodi. E questo per me è un problema, perché mi conduce a formulare tre possibili conclusioni, tutte abbastanza preoccupanti in verità. La prima, la peggiore, è che sto diventando uno di quei qualunquisti dediti al ‘è tutto un magna magna’. Ma sinceramente non mi ci vedo poi tanto. La seconda, la più improbabile, è che sto ringiovanendo. Ma, la carica ormonale non basta a supportare questa conclusione. E comunque non noto particolari segni di ricrescita tricologica. Pertanto non mi rimane che la terza, temo. E cioè che sto invecchiando. Se tutto questo circo di chiacchiere, che puntualmente non porta mai a nulla di veramente concreto, fatta eccezione per il rincoglionimento dello spettatore medio, ormai mi annoia a tal punto, e se solo poche parole, dirette, chiare ed inequivocabili riescono a catturare il mio ragionamento ed a rimetterlo in moto, allora significa proprio che sto diventando vecchio.
Un vecchio saggio.
E porco.

Wednesday, October 08, 2008

Yo tuve un hermano

E' tradizione ormai...

Yo tuve un hermano.
No nos vimos nunca
pero no importaba.
Yo tuve un hermano
que iba por los montes
mientras yo dormia.

Lo quise a mi modo,
le tomè su voz
libre como el agua,
caminè de a ratos
cerca de su sombra.

No nos vimos nunca
pero no importaba,
mi hermano despierto
mientras yo dormia.

Mi hermano mostràndome
detràs de la noche
su estrella elegida

Ameritalia

Quanti hanno sentito parlare dei mitici confronti televisivi tra aspiranti alla Casa Bianca durante la campagna elettorale? Probabilmente tutti. Quanti ne hanno mai visto uno 'live'? Non moltissimi forse. Io, per lo meno, non l'avevo mai fatto e mi ero sempre limitato ai resoconti di questo o quel telegiornale. Ieri ho ceduto alla tentazione e sono rimasto alzato praticamente fino alle 5 del mattino per sorbirmi lo scontro Obama-McCain in diretta Bbc.
Uno studio ad arena, coi due contendenti da un lato, ciascuno con la sua sedia e il suo banchetto con carta, penna ed acqua, ed il giornalista, col pubblico alle spalle dall'altro. Come il giornalista apre bocca per introdurre il dibattito, ho realizzato subito 2 cose:
1. Gli americani non parlano inglese. Lo sa Cristo che lingua è quel miscuglio di suoni che è uscito dalla bocca del giornalista. Forse cheyenne. Io l'ho battezzato giònueiniano.
2. Sarà una lunga nottata, spesa nel tentativo di tradurre quello che questi curiosi individui, tutti assolutamente col ciuffo (non esistono calvi in america), si diranno. E ho iniziato a preparare il caffè.
La terza, e più importante, conclusione è arrivata quando ho schiacciato il tastino rosso sul telecomando, ma non ve la anticipo.
Modulo: il giornalista (che si chiama Tom ma si pronuncia 'Ciaam') da la parola ad uno degli spettatori presenti, il quale rivolge una domanda ai candidati. A turno (stabilito rigorosamente da Ciaam) i due si alzano, vanno di fronte all'interlocutore e rispondono. Dopo di chè, Ciaam rincara la domanda con una sua riflessione ed i due candidati sono chiamati a rispondere di nuovo. Gli argomenti trattati, fintanto che m'ha retto la palpebra, sono stati la crisi finanziaria, tasse, energia & ambiente, sanità. Sulla scuola mi sono addormentato (forse svenuto, non so).
Ora, un blogger che si rispetti forse dovrebbe entrare nel dettaglio delle singole discussioni, ma io non lo farò. D'altra parte non sono un blogger rispettabile. Non lo farò perchè, alla fin fine, i due contendenti non hanno fatto altro che ripetere le stesse identiche promesse elettorali che anche da noi si sentono ad ogni tornata elettorale. Uno taglia le tasse di qua, l'altro migliora la sanità di là e via dicendo. Quello che mi ha colpito, è stato proprio il 'modus' con cui il dibattito si è svolto. Obama, compassato, faccia da bravo figliolo senza tatuaggi. McCain, tono da nonno che racconta favole ai nipotini, continuava a chiamare tutti 'my friends' ed a ripetere enfatici 'we can do it, we are the iunaited steits ov ammerica' (liberamente tradotto dal cheyenne). I due si sono rovesciati addosso accuse che spaziavano dal 'lui non ha firmato quella legge' al 'lui è un fannullone che si droga bestemmia e picchia i bambini' senza mai nemmeno guardarsi, come se l'altro fosse semplicemente assente. Parlavano col pubblico. Nessuno dei due ha mai interrotto l'altro. Nessuno ha mai chiesto la parola. Nessuno s'è incazzato. Nessuno ha alzato la voce. L'elogio del fair play, da parte di chi continua, indipendentemente dallo schieramento politico, a far decollare B52 come fossero aerei giocattolo. Impassibili sul loro sgabello mentre la controparte parlava. Ognuno ha fatto l'impossibile per tentare di convincere il pubblico che lui era buono e l'altro era cattivo.
Praticamente una televendita.
E nello studio aleggiava un'atmosfera di serietà assoluta. I dati di audience si sono rivelati essere da Armageddon. Fantastiliardi di spettatori in tutto il cosmo.
Ed a me è venuto immediato il paragone e mi sono chiesto (parlo spesso da solo alle 5 del mattino con otto litri di caffè in corpo): "Ma te la immagini una roba del genere in Italia?". Il guaio è che mi sono anche risposto, e la mia risposta, la fatidica terza conclusione, è stata "No! E per fortuna!!! Se gli americani fossero un pò più italiani, sarebbe meglio per tutti". Non tanto magari, solo un pò.
Leggo oggi che secondo i Sondaggi (che ormai penso siano qualcosa come le Erinni e pertanto meritano la maiuscola) avrebbe vinto Obama.
Che cosa, però, non si sa. Forse un Oscar.

Saturday, October 04, 2008

Domande umane e risposte feline


Supino o di lato? Di sopra o di sotto? A destra o a sinistra? Carne o pesce? Piano o forte? Tutto insieme o un pò per volta? Bianco o nero? Radio o tivvù? Maggioritario o proporzionale? Casa o chiesa? Alto o basso? Lungo o corto? Pinocchio o Lucignolo?

Perchè scegliere quando, più semplicemente, si può avere tutto?

Thursday, October 02, 2008

Effetto domino

"Se un potere dispotico s'insediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certamente caratteristiche diverse che nel passato: sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli. Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare... Vedo una folla immensa di uomini tutti simili, che girano senza posa su sé stessi per procurarsi i piaceri minuti e volgari di cui nutrono la propria anima. Ognuno di loro considerato in sé è come estraneo al destino di tutti gli altri... Quanto al resto dei concittadini, non li vede: li tocca, ma non li sente. E se ancora la famiglia ha qualche significato per lui, è la società a non averne più alcuno."
Alexis de Tocqueville, La Democrazia in America, 1840.

Prendo questa citazione dalla prima pagina di Montanelli e il Cavaliere, di Marco Travaglio.
So già quale sarà il libro che leggerò quando poserò quello del giornalista italiano. De Tocqueville, a quanto pare, l'aveva anticipato. Pasolini l'ha sperimentato e raccontato. E noi ce li siamo dimenticati entrambi.

Sunday, September 28, 2008

Peperonate inglesi


Mi è capitato stasera, dopo aver finalmente chiuso excel e messo da parte grafici e statistiche, di riaprire un vecchio documento che ho iniziato a scrivere cinque anni fa, quando sono arrivato qui in UK. Una specie di diario dei sogni. Si perché da quando mi sono stabilito sotto la Corona (quella di Lizzie, non la birra) mi è successa questa cosa strana. Ovvero quella di fare sogni complicatissimi e stranissimi, e di ricordarmeli perfettamente al risveglio. Per lo meno quanto basta per poterli trascrivere. Ho riaperto questo file e mi sono messo a rileggere tutti questi sogni. Balene volanti e colorate, aeroporti sospesi nell’aria, finte città di cartone. E ancora, luoghi conosciuti che si mischiano ad altri nel generare nuove vie, piazze e ambienti ibridi. Ma anche demoni e mostri. Tutti che riescono ad incastrarsi in sogni curiosamente coerenti, con trame precise. E attori ‘famosi’ ovviamente. Tutti praticamente. Parenti e amici. In entrambi i casi, ahimè, vivi o meno che siano. E donne. Tante donne. Sono ordinati in base alla data, questi sogni che ho annotato in questa specie di diario onirico, ma avrei potuto ugualmente ordinarli in base al susseguirsi delle ‘fiamme’ che mi hanno bruciacchiato un po’ qua un po’ là durante gli ultimi anni. Anche perché ce n’è sempre una che recita la sua parte, in ogni sogno. Tranne in uno, dove ce ne sono diverse. Uno che a dire il vero avevo dimenticato e che, rileggendolo, mi ha fatto rivenire gli stessi brividi che ricordo di aver provato quando mi svegliai.
Era il 24 luglio del 2005, lo riporto tale e quale l'ho scritto allora.

Sono in un posto di mare. Il paesaggio intorno è quello collinoso del lago di Bolsena, ma si tratta di mare, non fosse altro perché sto nell’acqua insieme a Kim e Jake a giocare coi cavalloni. Siamo li a divertirci quando Kim dice "Questo questo!!!" indicando un’onda molto alta come chi non aspetta altro per tuffarcisi dentro. Io mi volto verso il largo e vedo questa montagna d’acqua che rotola verso di noi. Poi mi giro nuovamente verso di lei e vedo che non tiene più per mano Jake e sta con un ragazzo biondo che le cinge la vita ed aspetta ridendo l’impatto con l’acqua. Ha i capelli biondissimi e appena lunghi. Non sembra Alan, ma do per scontato che lei mi abbia scaricato preferendomi questo nuovo tipo. Una specie di riassunto delle puntate precedenti in verità. Io sono abbastanza sconsolato, e quando lei mi invita ad avvicinarmi per giocare insieme con l’onda, io le rispondo "Mi accontenterò di tenere Jake per mano questa volta". Prendo Jake (che a dire il vero adesso è una bambina…!) e comincio a sentire l’onda che mi solleva dal fondale per poi travolgerci completamente. Sono sott’acqua con una specie di giubbotto salvagente, e nel turbinio vedo il corpo di questa bambina (che dovrebbe essere Jake…!) che mi fa capriole davanti. Poi però mi rendo conto che, nonostante il giubbotto salvagente che entrambi indossiamo, non riusciamo a riemergere.
Mi risveglio sulla spiaggia, in mezzo a pinne, maschera, secchielli, e da solo. Intorno a me ci sono pochi bagnanti che mi guardano totalmente indifferenti, anche se scorgo un certo terrore negli occhi di alcuni. Non ci provo nemmeno a chiedere aiuto, guardo verso il punto in cui stavamo giocando e vedo un giubbotto giallo che galleggia sul pelo dell’acqua. Rovisto tra la sabbia, trovo due pinne della stessa misura, me le infilo e con maschera e boccale vado a scandagliare il fondale che adesso e decisamente quello di un lago. Mentre sono nell’acqua mi rigiro per un istante verso terra e vedo che sulla spiaggia c’è…Chiara. Non credo di essermela mai sognata prima, eppure quando stavo a Milano mi aveva mandato parecchio fuori di testa (salvo poi rifilarmi il canonico due di picche). Ritorno verso riva dopo aver recuperato il salvagente, mi avvicino a lei che sta mangiando un panino e facendo delle parole crociate e le domando incredulo "Chiara?". Lei alza lo sguardo e masticando mi fa cenno di no con la testa, e poi, sempre con la testa indica qualcuno dietro di se. C’è un’altra Chiara! Io penso "mi ricordo che avesse una sorella, ma non mi sembravano gemelle". Mi avvicino alla Chiara ‘bis’ e ripeto "Chiara?!", lei mi guarda e spalanca gli occhi "Ale!!!". Le chiedo cosa ci faccia li, e lei mi risponde che è al suo ultimo giorno di vacanza e che sta per partire con la sorella. "Noi non stiamo su questa spiaggia", mi dice, "siamo venute qui prima di partire. Noi stiamo sull’isola". Ed indica una fila di colline che avrei giurato essere il limite di un golfo, ricoperte di alberi ingialliti come fosse autunno, ma che invece si rivelano essere una grande isola a pochi chilometri dalla nostra spiaggia, uno o due al massimo. "Vieni, ti faccio vedere" mi dice. E rientriamo in acqua nuotando verso questa isola, ma rimanendo sempre vicini alla costa. Solo che, una volta entrati in acqua, non c’è più Chiara a nuotare davanti a me, ma Maria Luisa! Continuiamo a nuotare e piano piano la costa di boschi e sabbia viene rimpiazzata da un grande edificio. È come se qualcuno avesse portato l’Addenbrooke’s (il policlinico universitario di Cambridge, dove lavoro) sulla spiaggia, ma è una versione un po’ strana dell’ospedale. Sembra una specie di astronave incredibilmente grande, mezza immersa nell’acqua. Nuotiamo vicino alla parete dell’astronave ed io, sempre armato di maschera e boccaglio, guardo sottacqua lunghe file di tubi che corrono lungo la parete e scompaiono in profondità. Arriviamo fino ad una specie di corridoio che si apre nella parete, un canale, e ci entriamo dentro. L’immagine è decisamente quella che si vede dai caccia ribelli quando si infilano della la Morte Nera di Star Wars! Facciamo pochi metri dentro questo canale ed ecco che le strane costruzioni di Lucas diventano improvvisamente tante roulotte e camper parcheggiati vicinissimi le une agli altri. Siamo in un campeggio adesso ed io cammino sempre dietro a Maria Luisa. Arriviamo fino ad una piazzola dove c’è parcheggiato un fuoristrada. È aperto e ci sono sparse davanti tutte quelle cose che rimangono per ultime quando si preparano i bagagli per ritornare da una vacanza al mare. Materassini, ombrellone, costumi. Maria Luisa fruga dentro il fuoristrada, ne tira fuori un piccolo canotto gonfiato e me lo lancia, come se fosse qualcosa che, secondo lei, potrebbe servirmi. Io lo prendo al volo, lo guardo e ripenso a Kim e Jake scomparsi. Apro la valvola e sgonfio il canotto. Lei mi chiede il perché del mio gesto ed io, mentre ripiego la plastica ormai sgonfia, le dico "Non sono utili come sembrano questi affari", facendo mentalmente un parallelo tra quel piccolo canotto ed i giubbotti salvagente che indossavano Kim e Jake.
Alzo lo sguardo verso Maria Luisa e invece trovo nuovamente Chiara che mi guarda con aria interrogativa. “Non riescono a stare ferme!" penso, come se la cosa fosse normale. Solo che stavolta mi insospettisco anche, come se avessi capito che sta succedendo qualcosa che sfugge alla mia comprensione. Dentro di me mi domando se sia veramente Chiara quella che mi trovo di fronte o non qualche strana forma di demonio che ha deciso di divertirsi alle mie spalle. Lei mi dice qualcosa, non ricordo cosa, ma lo dice in inglese, un inglese incomprensibile, e lo dice con atteggiamento seducente, sdraiandosi al mio fianco sulla piazzola del campeggio. Io so che Chiara non parlerebbe mai in inglese a meno che non sia assolutamente indispensabile. Lei odia dover parlare in inglese. Tendo la trappola e le chiedo "Are you still working with Riccardo?" Domanda retorica, certo che si, è il suo capo. Lei mi guarda e dice "Who? Riccardo…" ma si ferma, guardandomi negli occhi come se stesse cercando di strapparmi il cognome dalla mente, cosa che le riesce apparentemente, visto che conclude la sua domanda pronunciando quel cognome, ma tutto storpiato, come se lo avesse 'letto' male. Io faccio finta che quello sia il cognome giusto, con buona pace di Riccardo, e lascio che si sdrai accanto a me mentre dice che si, ancora ci lavora con lui.
Si sdraia di fianco ma subito dopo mi si sdraia sopra come chi ha intenzioni ‘serie’. “Decisamente questa non è Chiara” penso con un po’ d’autoironia. Adesso ha le unghie delle mani laccate di nero. Avvicina il suo viso al mio per baciarmi ma prima che le nostre labbra si tocchino io le afferro la testa tra le mani e la spingo lontano da me esclamando "Allora, me lo dici chi cazzo sei o ti stacco la testa dal collo!!!???". Rimetto a fuoco la vista sul suo viso giusto in tempo per vederlo trasformarsi in qualcosa di non umano, qualcosa a metà tra una capra ed un coniglio, ma continuamente mutevole. Quando apre bocca per parlare ha le fattezze di una specie di Buddha pelato con la barba ispida che mi graffia i palmi delle mani. "Questo non è posto per te! Te ne devi andare!" mi dice sghignazzando. È ancora sopra di me, con la testa intrappolata nella morsa delle mie mani. "Io non me ne vado senza Kim e Jake! Che fine gli avete fatto fare? Parla nano di merda (in effetti adesso è molto basso)!!!" "Sono morti!" esclama lui tentando di liberarsi. "Morti un cazzo!!! Dimmi dove sono!" insisto io. E cominciamo a lottare, in mezzo a questa piazzola di campeggio che improvvisamente si trasforma in un promontorio altissimo a picco sul mare. Lottando, arriviamo al margine del precipizio. Mi rotolo in terra, faccio una capriola su me stesso e, puntandogli il ginocchio nel ventre, lo scaravento di sotto, salvo poi trattenerlo per una mano. Mentre sono li, mezzo dentro e mezzo fuori, con il braccio penzoloni per reggere il mostriciattolo, vedo che un duecento metri più in basso, ci sono le lancette di un orologio enorme piantate nella parete di roccia ed ancora più sotto, a livello dell’acqua, una piccola terrazza naturale dove alcuni bagnanti stanno prendendo il sole. Ci vedono ed alzano tutti lo guardo verso di noi impauriti. Sono tutti giapponesi, hanno tutti gli occhi a mandorla. Uno di loro è in piedi su una delle lancette che punta sulle tre.
Il mostriciattolo non pesa tanto, riesco a tenerlo e gli dico "Ultima possibilità! Dimmi dove sono i miei amici". Lui risponde "Il mio Padrone li ha scelti per se, dimenticali!" Capisco tutto all’improvviso. Il tipo biondo, quello che abbracciava la vita di Kim nell’acqua. È lui questo Padrone di cui parla il mostro, che adesso somiglia curiosamente a Sandeep, il ragazzo indiano che lavora alla reception del laboratorio. Chiudo gli occhi e cerco di ricordarne la faccia ma senza successo, mentre il servo adesso si lamenta con voce quasi umana implorandomi di salvargli la vita, apparentemente supportato dai cori dei giapponesi impietositi. Io gli dico "Dimmi dove sta questo tuo Padrone di merda che poi a lui ci penso io!!!" "I desideri del Padrone non si discutono!" risponde lui con faccia seria. Lascio la presa.
Adesso sono decisamente sconvolto e penso a Kim e Jake nelle grinfie di questo figlio di puttana che si fa chiamare Padrone. Non riconosco più il posto e devo trovare il modo di uscirne. Chiudo gli occhi per ricordare la strada che ho fatto per arrivarci. Ricordo Maria Luisa che entra dentro un palazzo che sembra un edificio di uffici pubblici, vestita con un abito estivo e lungo. Mi sembra che sia quella la strada fatta all’andata e mi dirigo verso l’androne di questo palazzo (ma non stavo in un campeggio? E non c’ero arrivato per tutt’altra via?). Prima di raggiungere la porta vedo in uno dei corridoi un uomo seduto in terra. Ha davanti un panno bianco steso sul pavimento e sul panno ci sono strane cianfrusaglie. È una specie di vù cumprà. È molto vecchio. Mi avvicino e lui mi dice "Com’è che ti chiami tu? Helmut?" e mi allunga una di quelle tavolette di legno con sopra scritto il nome e tutte le notizie ad esso relative, tipo l’origine, il significato ecc. Dentro di me rido e penso “Ora voglio proprio vedere che minchia significa Helmut!”. Poi succede qualcosa di strano (non che finora...). Alzo gli occhi sul vecchio e faccio per camminare oltre, ma vedo ‘me stesso’ che si allontana da me. Io rimango fermo, dal momento che la visuale non cambia e posso vedere ‘me stesso’ che si avvicina al vecchio, gli gira dietro e si siede accanto a lui. L’altro ‘me’ indica un chilum molto grosso posato sul panno che fa da bancarella, e ne chiede il prezzo. Il vecchio risponde "Due dollari". Poi il mio alter ego dice ammiccando "Ma è vuoto." "Allora sono quaranta dollari" risponde il vecchio. Alessandro sorride, mi guarda (!) e dice "Dagli questi quaranta dollari". Io mi rispondo (!!) "Ma come, prima due e poi quaranta?" e lui mi rimbecca "E dagli sti quaranta dollari, che lui ha capito!!!" a dire che per quaranta dollari ce lo avrebbe dato pieno. Ovvio. Ho fatto una figura da idiota con me stesso! Io tiro fuori cento dollari in pezzi da venti dalla tasca, li divido nelle due mani in quaranta e sessanta. Porgo al vecchio i quaranta ma lui afferra le banconote nell’altra mano. Io le trattengo e gli dico che i suoi soldi sono nell’altra mano. Lui tiene gli occhi bassi. Poi li alza piano verso di me. E sorride. Ma in maniera cattiva, con un'espressione perfida, spietata. Il mio alter ego sparisce. Ancora una volta capisco. È lui il Padrone…

Saturday, September 27, 2008

Feisbuc/2

Segue dal post precedente. E' vero, l'utilita' di networks come faccialibro o badoo e' ristrettissima, ma si rischiano anche delle piacevoli sorprese. Proprio ieri mi sono imbattuto in una lodevolissima iniziativa nata proprio su feisbuc. Si chiama "Aboliamo il Bimbominkia!". Cos'e' il Bimbominkia? vi chiederete. Orbene, dicesi Bimbominkia l'adolescente, o peggio ancora l'adulto, che intrattiene con la lingua italiana un curioso quanto deleterio rapporto di amore-odio. Amore, perche' quest'individuo non puo' fare a meno di scrivere, usando ambienti come il blog, il social network o il programma di chat. Odio perche' la sua scrittura costituisce una tortura della lingua italiana tanto accurata quanto orrenda, producendo pseudo-acronimi mostruosi che riducono il cesello di Dante e Manzoni a impietoso schiacciasassi, assassino feroce di ogni sonorita' e metrica.
Ma si, avete capito, il bimbominkismo e' quella malattia che genera, cito testualmente dal testo dell'appello, "xsne ke skvn tt ksì E a VoLtE aNkE Ksì kn kst linguaggio orribile e senza senso"! Un virus aberrante nato da un cellulare mutante che ha contagiato buona parte della nazione in eta' da mobailfon.
Sento gia' lo scalpitante richiamo del mio Ronzinante...

Thursday, September 25, 2008

Feisbuc

Devo dire che anche io, negli ultimi mesi, mi sono lasciato trasportare da questa nuova mania. Inizialmente solo per avere accesso alle foto dell'ultimo evento di college, ovvero una di quelle cene in cui i maschietti indossano tutti il loro bel 'suite', le femminucce escono in lungo e tutti giocano a fare quelli che conoscono nuova gente, salvo poi finire tutti ubriachi sotto ai tavolini.
E così ho creato il mio account su faccialibro, ho attraversato i primi momenti di frenesia, spedendo, chissà perchè, convulse richieste di amicizia anche a gente che mi sta notoriamente sulle palle, e poi ho cominciato a guardarmi in giro. Ed ho trovato cose strane, tipo persone con liste di 350-400 'amici'.
Sarà possibile? mi sono chiesto. Avere 400 amici. Tecnicamente si, a patto di avere buona memoria e ricordarsi i nomi e i compleanni di tutti e 400. No perchè da un 'amico' almeno questo te lo aspetti credo.
O non sarà invece che il termine viene un pò abusato.
Ognuno ci pubblica le sue foto. In teoria, dovrebbe servire a consentire al prossimo di farsi un'idea più precisa della persona 'amicata', oltre che a rendere il prossimo partecipe delle proprie vacanze, gite, feste ecc.
Ora io mi immagino un alieno che dalla sua astronave si collegasse a questo network, convinto che esso rappresenti una esaustiva descrizione del genere umano. Probabilmente, la prima cosa che penserebbe è che gli uomini non vivono oltre i quarant'anni, dal momento che, come è facile intuire, il 99.9 periodico percento degli utenti sono tra i 15 e i 25 anni. In secondo luogo, penserebbe il nostro alieno, il genere umano ha un gran culo, non ha problemi, sono tutti molto felici, vanno alle feste, al mare, in montagna, ridono, bevono, non hanno guerre, eserciti, morti, effetti serra e inquinamento. Tanto è vero che l'impegno sociale si limita alla formazione di gruppi ed associazioni i cui obiettivi sono cose del tipo 'uccidiamo Gigi d'Alessio'. Vivono in gruppo e comunicano tra loro emettendo strani suoni con cui si comunicano tra di loro qnt s vgln tt tnt bn. Amano il proprio prossimo gli umani, e ci tengono a sapere tutto di lui. Cosa fa, dove si trova, come si sente ecc.
In altre parole, il nostro alieno ci considererebbe un pò come noi potremmo considerare un cane o un gatto. Ovvero simpatiche ed innocue bestiole che te le porti a casa con una manciata di croccantini. E deciderebbe quindi di invadere il pianeta!
Forse bisognerebbe andarci cauti con questo feisbuc. Se non per salvare il pianeta, almeno per salvare l'alieno, che solo dopo essere atterrato realizzerebbe che a questo mondo ci sono anche Tremonti e La Russa!