Monday, December 28, 2009

Non è un paese per esseri umani


Ricevo e volentieri pubblico lo sfogo di un'altra comunista psicolabile che semina odio a destra e a manca.

Sto per scrivere delle ovvietà, lo so. Ma a quanto pare queste ovvietà sono diventate lo status quo di un sistema che cerca di tenerci a bada con la rassegnazione, con l accettazione superficiale, con quel tipico atteggiamento del "vabbè aspettiamo che finisca il disagio e dimentichiamolo".
Tu credi che esista un limite, o almeno ci speri; un limite che permetta a un essere umano prima che a un cittadino contribuente, di poter essere fiero del nome che porta, della sua nazionalità, del fatto che vive nel "suo Paese". E invece no, invece devi fare i conti con uno Stato che se ne cade a pezzi, con una democrazia che langue, con la classe ministeriale più squallida del mondo, con la burocrazia più meschina, con gli "impiegati" comunali, statali e parastatali piu stronzi del mondo e chi più ne ha più ne metta.
Sono fermamente convinta che lo stato di salute di un Paese si rifletta nei suoi trasporti pubblici.
La vita di quella cosa sfigatissima che si chiama Intercity è stata ulteriormente danneggiata da quando hanno messo questa cosa altrettanto sfigata dell' Alta Velocità (e già, perchè in un paese a pezzi introduci "frecce d argento" che ti costano quanto un trapianto di rene, quando poi a veder bene, esse servono semplicemente a nascondere l'inefficienza del sistema ferroviario chè se i treni andassero come dovrebbero non farebbe tanto rumore sta benedetta altissima e costosissima velocità). E come al solito, per non pagare 47 euro di Eurostar in seconda (!!) per farmi 250 km - che se solo avessi una macchina ci metterei 2 ore - spendo i miei bei 22 euro e 50 per un posto di fortuna sull Intercity delle 18: 27 proveniente dal profondo nord, consapevole che col caldo di ieri i disagi di gelo e neve nn avrebbero intaccato la corsa del trenino della felicità se non per qualche mezz'ora di ritardo endemico.
E infatti, "solo" mezz'ora di ritardo e ti passa la paura. Arriviamo a napoli alle 21:30 invece che alle nove (facendo mezzo viaggio senza luce, ma chissenefrega,no? anzi, meglio, concilia il sonno), ma ormai quella stazione di Salerno, fine corsa del treno, è vicina, sopportiamo.
Ripartiamo alle 21:45 circa da Napoli già con i cappotti alla mano, quando qualcosa comincia a far presagire il peggio. Il treno (in piena campagna agronocerina) comincia a singhiozzare, si ferma per qualche minuto, poi fa dieci metri, poi si riferma. Si spengono le luci, e intanto sono le 22:30 e cominciamo a chiederci che accade. Da notare che il treno a Napoli si svuota quasi completamente e siamo sempre in pochi sfigati a rimanere su per scendere a Salerno, dunque già questo basta agli occhi della gloriosa azienda Trenitalia per privarci di qualsiasi dignità (della serie: tanto al massimo se dobbiamo rimborsare l'intero biglietto, lo rimborsiamo a 4 gatti che ce frega?).
Certi che fosse solo un problema di precedenze e semafori, eravamo già praticamente in corridoio con le valigie in fila per scendere, quando il treno si ferma completamente 50 metri dopo l'inizio della galleria tra Nocera e Salerno (una furbata pazzesca fermarsi all'imbocco di una galleria rendendo impossibili le comunicazioni col resto del mondo). Si spengono le luci, si spegne il motore, buio totale, silenzio totale.
Il treno si è rotto. Deduzioni. Congetture. L'intercity su cui dieci minuti prima c'era stata la ressa totale è diventato un treno fantasma. Un vascello fantasma. Non una voce dall'altoparlante, non un uomo vestito con la giacca di Trenitalia, non un segno di vita oltre ai pochi passeggeri. Mi risiedo, aspetto preoccupata, ci diranno qualcosa diamine, ci diranno qualcosa, devono. Non ci lasceranno certo cosi, siamo a dieci minuti da Salerno, sarà una cosa momentanea.
Ma non c'è nessuno! Il silenzio continua, l'immobilità del treno pure, si alzano nel silenzo le congetture degli altri passeggeri, (gente che veniva da Imperia e che era su quel treno da una giornata, tra cui una splendida bimba che ha dato una lezione di pazienza a tutti), mi siedo al mio posto, mi abbraccio la croce, aspetto una voce dall'alto, pure mezza parola, ma niente, non c'è un cazzo di capotreno che si degni di dirci perchè siamo fermi e al buio nella galleria prima di Salerno, a pochi minuti dalla nostra destinazione!!
Inizia lo sconcerto più totale, ci stringiamo a coorte, noi, gli sfigati destinati a Salerno, volano sfoghi sacrosanti, disagi, di tutto di più, quando solo verso le 23:30 si ode una voce: "Il treno è fermo per un guasto al locomotore, si risolverà appena possibile".
Peccato che veniamo a sapere da voci di corridoio che a salerno non ci sono locomotive trainanti e la nostra deve arrivare da Napoli.
Bene, il tutto per la modica attesa di un'ora. A mezzanotte passata ci scambiamo gli auguri di Natale uniti a bestemmie di una certa consistenza e sentiamo che si muove qualcosa sotto i nostri piedi.
Il locomotore è arrivato, ma ce la fa a stento a trainarci. Completamente senza parole, sgomenti, vediamo arrivare un uomo con una giacca Trenitalia che ha anche il coraggio di avvicinarsi alle carrozze dicendo: "Sono venuto a darvi le informazioni personalmente". Peccato che nessuno abbia la forza di aggredirlo, ci hanno sfinito, siamo esausti, solo un signore con prole prova ad alzare la voce e la risposta è "Io sono qua con voi, io non c'entro niente", e alla signora che si sente male per la claustrofobia risponde: "EEE SIGNORA! Ma che volete da me? Che vi posso fare? Non possiamo mica aprire le porte in galleria!"
Dopo un accenno di tafferuglio abortito dall'idea che stavamo passando le prime ore della vigilia di Natale bloccati senza via d'uscita in una merdosa galleria dell agronocerinosarnese, il treno si muove e sembra che proceda, piano ma proceda.
La morale è che l' Intercity 511 ha impiegato 8 ore per coprire una distanza di 250 km, fermandosi per un guasto che poteva essere previsto ed evitato già alla stazione di Napoli.
La morale è che quando siamo scesi da quel treno volevamo solo abbracciare chi pazientemente ci ha aspettato per tutte queste ore e non avevamo la forza di sporgere denuncia a quelli della PolFer che oltretutto ci hanno riso in faccia e bivaccavano sulla banchina della stazione.
La morale è che ancora una volta Trenitalia ha fottuto e rubato i soldi a chi paga un biglietto x tornare a casa, ancora una volta Trenitalia non ha informato, ancora una volta se ne è lavata le mani di andare a verificare se i suoi passeggeri (e non parlo per me, ma per quelli che non vedevano un gabinetto decente e un pò d acqua dal mattino presto!!!) avevano bisogno di qualcosa, ancora una volta abbiamo permesso che un capotreno si prendesse pure gioco di noi, "venendoci ad informare" esattamente a 20 minuti dall arrivo dopo 3 ore di silenzio assoluto, ancora una volta abbiamo permesso che tutto questo avvenga ogni giorno indisturbato, ancora una volta, ebbene sì, siamo stati considerati bestie in un Paese del cavolo, governato da gente del cavolo, su treni del cavolo, che ci succhia soldi a morire, e ruba tempo e salute alla nostra dignità di passeggeri, di cittadini, di Uomini.
So che non servirà a niente, ma ho intenzione di sporgere denuncia a Trenitalia, scriverò un "rapporto" dettagliato di tutto ciò che ho visto e sentito su questo treno e sull' idiozia totale, sulla mancanza di buonsenso, sull'inerzia, sull'inefficienza a cui ho assistito la notte della vigilia di Natale in un Paese che sta per sedersi a tavola, per abbuffarsi e per brindare a cosa poi non so.
Lo farò per quella bambina che veniva da Imperia e che non ha versato neanche una lacrima.
Lo farò per lei, perchè non merita di aver vissuto tutto questo, non merita di abituarsi a una cosa del genere, non merita di rassegnarsi e di crescere nel Paese dell'impunità, dove ci preoccupiamo che i capi di governo prendano colpi in faccia, ma ci dimentichiamo di quanti ne ricevono i nostri, i vostri Figli.
Buon Natale a tutti

Elena Catozzi

Thursday, December 17, 2009

Cordialmente vostro, Lesandro

21 Dicembre 2012. Il mondo finisce.
E fin qui, tutto normale.
A Hollywood però non hanno la pazienza di aspettare altri tre anni e lo fanno finire in anticipo. E allora la più grande tempesta solare della storia del sistema solare genera un fascio di neutrini talmente denso che anche la massa pressochè inesistente di queste particelle si fa girare i coglioni, e inizia a riscaldare l'interno del pianeta attraversandolo. Come dire, anche le formiche nel loro piccolo...
E quindi che succede? Succede che le placche terrestri iniziano a fluttuare sugli strati sottostanti sempre più fluidi, con conseguenti terremoti catastrofici che sconvolgono la superficie del pianeta. Praticamente una giornata normale insieme ad un ispettore veterinario del Ministero degli Interni Inglese.
L'Uomo però, che è stato creato paraculo dal padreterno (e a sua immagine e somiglianza), che fa? Costruisce delle Arche che siano in grado di resistere agli immani tsunami che stanno per sommergere ogni terra emersa. Solo che ci vogliono i soldi (vaglielo a spiegare ai fornitori che c'è la fine del mondo). E allora tutti i capi di Stato del pianeta prima si assicurano un biglietto di sola andata, poi iniziano a vendere biglietti agli uomini e alle donne più facoltosi, al prezzo di un miliardo di euro l'uno (ai miei tempi sarebbero stati dollari, ma c'è la crisi anche nel 2012) per finanziare il tutto.
E quindi arriva il momento dell'imbarco. Tutti i potenti si recano sull'Himalaya, dove sono ancorate le Arche. Tranne due. Il presidente stars and stripes, opportunamente nero, che ovviamente non abbandona la madrepatria e muore stoicamente tra i pompieri che cercano di rattoppare la capitale. E, indovinate un pò? il Primo Ministro italiano!!! Che, a detta di una Angela Merkel di celluloide, decisamente più bonazza e telegenica di quella vera, confida in Dio e preferisce affidarsi alla preghiera, finendo cattolicamente smarmellato sotto alla cupola di San Pietro che cade portandosi dietro svariati papi e cardinali.
Ora due sono le cose che fanno riflettere di questo film (a non voler considerare il fatto che fa cagare come tutti i polpettoni catastrofisti girati dal 1999 ad oggi):
Primo: il Presidente del Consiglio italiano viene rappresentato da un attore calvo e decisamente alto che muore tra le colonne di San Pietro, e non colpito a morte dalle guglie del Duomo di Milano, e lo fa abbracciando la moglie ed i figli. Quindi i Maya devono aver anche previsto la caduta prematura del governo Berlusconi, la vittoria del PD alle elezioni, l'elezione di Bersani a Premier e la sua improvvisa conversione religiosa!
Secondo: Sulle Arche si mettono in salvo uomini di ogni provenienza geografica, culturale e religiosa, oltre che, ovviamente, al maggior numero possibile di specie animali terrestri. Ma mancano gli italiani. Noi non ci saremo, come cantavano i Nomadi.
O che gli abbiamo mai rotto i coglioni noi ai Maya?
Solo un pensiero mi ha confortato guardando questo film. E cioè che il 21 Dicembre 2012 è venerdì. Il che significa che mentre il mondo verrà squassato da terremoti e tsunami, io me ne starò Scomodamente seduto su un sedile della Ryanair in volo tra quel che resterà di Londra e quel che resterà di Roma, rientrando per le mie vacanze di Natale.
Quindi cazzi vostri.

Monday, December 14, 2009

In que-que-quefto blog


In que-que-quefto blog non fi fa della fafile ironia. In que-que-quefto blog fiamo tutti difpiafiuti per quello che è fuffeffo al premier Berluffoni, che ha laffiato due denti in piaffa del Duomo. Fo-fo-fono perfonalmente fconvolto dall'idea che poteva anche morire, abbattuto da una ftatuetta in ghifa. Tr-tr-trovo affurdo che fia confeffo di andare ad un comiffio con armi letali come ftatuette e treppiedi. E' offeno che un uomo come lui, un peffo D'uomo come lui, che ama tutti e vuole bene a tutti, anche ai caffa integrati, ai maffiftrati e ai comunifti debba effere odiato in quefto modo.

PF
F-f-fcufa Vauro, fe vuoi ti pago i diritti

Saturday, December 12, 2009

Le comiche


B: Allora Augusto, ci siamo? Sei pronto?

M: Si signor Presidente, sono pronto. Ho studiato tutta la notte.

B: Bene bene. Allora concentrati, mi raccomando. Che tra un pò vai in onda.

M: Sono concentrato.

B: Ottimo. Vuoi che facciamo una prova?

M: Ma no Presidente, sono carico come un fucile, davvero.

B: Si si, lo vedo. Ma non mi fido lo stesso guarda. Capirai, con quei due neuroni che ti sono rimasti. No guarda, ora ti interrogo dai.

M: Ma no Presidente, sono pronto, davvero.

B.: Ma lascia stare cribbio! Cos'è, vuoi insegnarmi il mestiere adesso? Ma lo sai quanto ci ho messo ad addestrare Fede? Dai dai, su. Smettila di scodinzolare e concentrati che adesso ti interrogo. Sei pronto?

M: Si Signore.

B: SPATUZZA!

M: CRIMINALE ASSASSINO SCIOGLITORE DI BAMBINI SPU'!

B: Allora guarda, te l’ho già detto altre volte, non sputare in televisione che si capisce che hai tirato e fa anche un po’ schifo. Ma poi, cos’è ‘sta roba? ‘Scioglitore di bambini’? ma si può dire?

M: Ma certo.

B: Ma che ne sai te che c‘hai la terza elementare Augusto! Ma taci! Niccolò! Vieni qua un attimo. Ma si può dire ‘scioglitore di bambini’ in televisione?

G: MA DAIIIIII! MA COS’E’ ‘STA ROBA! Cos’è la Vulvia che parla? Che facciamo gli ‘spingitori di cavalieri'? Ma su che poi ci fanno la satira dai! Lascia perdere va là!

B: Hai visto che non si può dire pirla che non sei altro? Cancellalo cribbio.

M: Come comanda lei Signore.

B: Dai continuiamo. Stammi più attento però cribbio! Sei pronto?

M: Vada pure Eccellenza.

B: GRAVIANO!

M: RARO ESEMPLARE DI SINCERO PENTIMENTO, UOMO RAVVEDUTO E DEGNO. UN EROE.

B: E LO SAPEVO CAZZO! AUGUSTO MA PORCA PUTTANA QUANTE VOLTE ME LA FAI DIRE ‘STA COSA. NON E' GRAVIANO L’EROE! L’EROE E’ MANGANO!

M: CRIMINALE ASSASSINO SCIOGLITORE DI BAMBINI PROT!

B: Ommadonna mi s’è fuso il Minzolini.

M: (Ha visto Maestà che non ho sputato?)

B: Augusto, mannaggia alla M£$%& non farmi incazzare. Guarda che qui il Marcello rischia di fare la fine di Lima. Ma prima che scannino lui, io scanno te!

M: Mi scusi Santità, mi sono confuso. Ora è tutto chiaro. Spatuzza criminale, assassino ecc., Graviano degno, ravveduto ecc., Mangano eroe. Ok, ce l’ho. Lo tengo.

B: Sicuro?

M: Sicuro.

B: mmm vabbè dai. Tanto è il tiggìuno delle otto e mezza. Dopo ci sono i pacchi, anche se spari qualche cazzata poi la gente se la scorda.

M: Stia tranquillo Padre.

B: Dai và, vai, sbrigati. E pulisciti il naso.

M: Sissignore.

B: Augusto?

M: Comandi!

B: Santoro?

M: Uno stronzo!

B: Cià quà, una caramellinà, tò. Bravo.