Tuesday, July 31, 2007

La riforma del welfare come se fosse antani

Allora, facciamo a capirci. Non credo di essere totalmente idiota, non ancora per lo meno. mi riconosco una discreta capacità associativa ed una certa destrezza con la lingua italiana. Ritengo, al peggio, di poter rientrare nella fascia di intelligenza propria dell’italiano medio. Allora perché più leggo i giornali meno capisco quello che dicono? Mi sono ritrovato adesso, a mezzanotte e dieci, a leggere online il nuovo numero de l’Unità ed ho trovato un paginone centrale, dove Cesare Damiano, che se non sbaglio è Ministro del Lavoro, pretende di spiegare all’italiano medio, ovvero a me, in cosa consiste la riforma del welfare su cui tanto si dibatte in questi giorni. “Meno male” mi son detto “era ora che qualcuno parlasse chiaro”. La spiegazione procede a punti. Non ve li riporto tutti, solo i più…chiari.

Punto 4: Ridefinire il sistema dei c.d. ammortizzatori sociali in chiave universalistica (minchia!...universalistica…) ed in una logica proattiva (però…pure proattiva!), superandone l’impostazione assistenziale e “difensiva” (anche io opterei per un più sfrontato 4-3-3) per trasformarlo in uno strumento funzionale a nuovi impieghi con il concorso stringente delle politiche attive e dei servizi per l’impiego in un quadro di forte collaborazione fra Stato, Regioni, Parti sociali ed attori di sistema.

In altre parole, ‘c.d.’ significa ‘cosiddetti’…

Punto 6: Contrastare il lavoro nero e irregolare con un set di strumenti sempre più pregnanti ed incisivi (estensione DURC, indici di congruità, comunicazione di assunzione il giorno precedente).

Certo che con questi strumenti pregnanti ed incisivi il lavoro nero ha le ore contate! Non tanto per l’indice di congruità che pure fa paura. Ma l’estensione DURC è tremenda. Un mio amico ne ha presa una in fronte una volta e quasi moriva.

Punto 8: Intervenire in materia pensionistica e previdenziale con una rivisitazione della normativa, in funzione equitativa (questo me l’ha sottolineato pure il correttore automatico di windows…) in grado di contemperare (contemperare? Cioè temperare insieme? Ma nel senso di fare la punta?) esigenze sociali e individuali con le compatibilità finanziarie di medio e lungo periodo, migliorando, altresì, (ma sì…abbondiamo con le virgole…come faceva Totò) le pensioni basse, nonché, con l’insieme delle varie misure, i livelli delle prestazioni pensionistiche (ad es.: favorendo il riscatto dei corsi di laurea; rendendo più agevole la totalizzazione; riconoscendo la contribuzione figurativa piena durante la fruizione dell’indennità di disoccupazione, di cui è stata migliorata, la durata e l’entità)(ed era un esempio…). Pur nella brevità del periodo temporale (quello sintattico in effetti è abnorme…) trascorso e in presenza delle note difficoltà nei percorsi parlamentari, l’insieme di misure fin qui attuato, unitamente a quelle proposte ed avviate, costituisce, dunque, un notevole grado di avanzamento nell’attuazione del Programma di Governo e conseguentemente un significativo e radicale cambio di rotta rispetto al passato, comportando, altresì, una complessiva ed imponente ridistribuzione di risorse finanziarie sul lavoro, sulle tutele e sulle pensioni che attesta l’attenzione che il Governo riserva ai ceti più deboli e a tematiche di alto valore ed interesse sociale. L’obiettivo resta quello di consegnare al Paese, al termine della legislatura, un sistema più equo, più solidale, più garantito che sappia dare opportunità alle giovani generazioni, tutele ai lavoratori, dignità ai pensionati, e che sia in grado di assicurare la crescita nell’equità,dimostrando come si possano coniugare ragioni produttive, esigenze di innovazione, elementi di costo con una “buona occupazione” che è garanzia essa stessa di vera crescita del Paese.

Ovvero, fino all’illuminante esempio un accrocco di parole che nemmeno quando giocavo a scarabeo. Poi, dopo, l’elogio, contemperato, del, significato, equitativo, nascosto. Altresì.

Non so a voi, ma a me sa tanto di supercazzola…

Monday, July 30, 2007

Più della spada...

Ora diteci che siamo ingenui, arretrati, incivili. Diteci che siamo disposti a sopportare tutto a testa bassa e ci incazziamo solo quando ci toccano il gioco del calcio. Diteci quello che vi pare. Però ieri, le strade di Baghdad si sono riempite di gente e, forse per la prima volta dal 2001 ad oggi, non per inseguire il corpo di qualche bambino avvolto nella bandiera. Non per bruciare simboli nemici o per gridare rabbia. Ma per esultare per la vittoria della nazionale nella Coppa d’Asia. Un colpo di testa dell’attaccante Younis e all’improvviso non siamo più in grado di distinguere tra loro e noi. All’improvviso razza e religione se ne vanno al diavolo e non contano più niente. I colori delle bandiere che gli iracheni si dipingono sulla faccia non sono diversi da quelli che ci dipingemmo noi poco più di un anno fa. Stesse le facce all’insù di chi ha seguito la partita in televisione. Se tutto questo è stato possibile in una città che conta quotidianamente i suoi morti, dove 50 persone sono state uccise proprio in occasione dei festeggiamenti della semifinale. Se nonostante la paura ed il sangue le persone hanno comunque voluto manifestare la propria gioia per questa vittoria ottenuta da giocatori che non vanno certo in giro in ferrari, allora diteci quello che vi pare, ma abbiamo ragione noi!

Se solo in america fosse il calcio lo sport nazionale…se solo fossero un po’ più italiani. Magari avrebbero un McMastell al ministero di grazia e giustizia, ma quanto camperemmo meglio tutti!!!

Thursday, July 26, 2007

La noia della morte

La maggior parte dei militari americani impegnati oltreoceano, per lo più in medio oriente, arriva dalle due più grandi basi militari americane. Quella di Fort Hood in Texas (19.000 militari impegnati fuori dai confini americani) e quella di Fort Lewis, Washington (10.000 unità impegnate). Sono molte le cose che accomunano questi due posti. Non solo il grande contributo di soldati alle guerre a stelle e strisce, ma anche il tipo di corpi che vi vengono addestrati, l’enorme estensione delle basi stesse (Fort Lewis copre 350 km2) e, recentemente, anche i…funerali. Il generale Jacoby, comandante di Fort Lewis si è infatti trovato a dover affrontare un problema già ‘risolto’ dal suo collega texano: i morti! Troppi soldati morti. La liturgia funebre di Fort Lewis prevedeva funerali individuali per ogni militare caduto. Però, solo nel mese di maggio, ben venti delle ex-reclute di questa base sono passate a miglior vita. Venti funerali in un mese? Venti volte costretti ad accogliere parenti ed amici distrutti dal dolore? Venti volte costretti ad ascoltare il cappellano militare ripetere le stesse noiose frasi di condoglianza, fede, patriottismo e speranza? Che due palle! Facciamo così, facciamone uno al mese, cumulativo e non se ne parli più! E così, forte del proprio militare pragmatismo, il generale Jacoby ha ordinato che venissero celebrati funerali mensili ‘una tantum’, proprio come già avviene da tempo nella base di Fort Hood. D’altra parte i militari hanno cose più urgenti ed importanti a cui pensare che non tentare di spiegare ad una moglie, ad un figlio o ad una madre, perché il loro caro è saltato per aria dall’altra parte del mondo. Questi sono dettagli. E poi, tutti quei funerali. Il morale degli uomini scende. Certi avevano pure cominciato a togliere i paginoni centrali di playboy da sopra le brandine. Meglio ridurre il numero. Oltretutto, a celebrare troppe liturgie funebri, la gente potrebbe anche pensare che ad andare in guerra si rischia di morire.

Wednesday, July 25, 2007

Lettera mai scritta

Ciao, mi chiamo Mion. Sono bosniaco e sono emigrato in Italia per cercare lavoro. Ho una moglie e due figli che ho dovuto lasciare in Bosnia, proprio perché devo pensare a mantenerli. Sembra paradossale a dirlo così, ma invece è vero. Devo lavorare per loro e non ho abbastanza soldi per portarli con me. Questo mi rende triste ma anche motivato. Sono venuto in Italia per fare qualcosa di buono per loro e per me. Ma non è stato facile. La gente ti guarda sempre con un misto di sospetto e indifferenza quando sei in un paese che non è il tuo. Non è facile fare altrimenti, lo capisco. Dopotutto sono molti quelli di noi che finiscono, volenti o nolenti, a delinquere. Però non siamo tutti uguali no? La storia dei singoli dovrebbe contare qualcosa no?
Forse anche io ero così prima. Forse anche io mi sono ritrovato a giudicare le persone per come parlavano, per come vestivano. Per tradizioni diverse dalle mie. Poi sono dovuto emigrare, e mi sono trovato dall’altra parte. Ad essere giudicato per come parlo, per come vesto. Per tradizioni troppo diverse dalle vostre. Non è stato facile, ma è stato utile. Mi ha aiutato a capire tante cose, anche della mia gente. Anche di quelli che finiscono in galera. La gente non ci pensa, né lo facevo io forse. Ma non abbandoni la tua famiglia, i tuoi cari, non ti imbarchi su un gommone insieme ad altre cento persone, non rischi di annegare né di finire in galera…se puoi farne a meno. Molti mi hanno detto che venendo in Italia ho sperato di trovare l’america, la bella vita, le belle macchine. Veramente, da che sono qui, ho sempre fatto il manovale. Però nessuno ha mai pensato che, se avessi potuto, ne avrei fatto volentieri a meno e me ne sarei rimasto a lavorare a casa mia.
Tanti arrivano a dire che ‘ce l’abbiamo nel sangue’. Essere una ragazza rumena ormai è diventato sinonimo di essere una prostituta. Un albanese è per definizione un ladro, un bosniaco un questuante. Dicono che non ci interessa lavorare. Il fatto che ti trovi ad affrontare mille difficoltà per fare qualcosa a cui rinunceresti volentieri, non conta. Mille difficoltà, a cominciare dalla lingua. Non si impara mica in un attimo una lingua tanto diversa dalla tua, specialmente se non puoi permetterti scuole o corsi specializzati. Eppure a questo non ci pensa mai nessuno. Il massimo della considerazione che ottieni dopo tanta fatica fatta per assimilare una lingua nuova attraverso la televisione, quasi per osmosi, è sentire qualcuno che si diverte a parlare col tuo accento o che ti chiama ‘vù cumprà’. Se sapessero quanta ansia, quanta fatica, quanta frustrazione c’è dietro quel ‘vù cumprà’…
Ma alla fine, anche a questo non ci si fa più caso. Non per altro, ma perché ti accorgi che tutto ciò che in te non va, tutte le critiche, i giudizi, fino anche alle offese, alla fine riguardano solamente aspetti superficiali del tuo essere. Ecco, è in questo che emigrare è stato un’esperienza utile. Cominci a riconoscere le cose veramente importanti. Sono proprio quelle che tanti decidono di ignorare.
L’altro giorno, ero al mare. Mi piace il mare. È sempre lo stesso, da qualunque spiaggia lo si guardi. Ero con mia sorella. Anche lei vive in Italia. Eravamo in spiaggia e ad un certo punto ho visto due bambini in mezzo all’acqua che rischiavano di annegare. Mi ricordo che ho girato lo sguardo intorno, quasi per richiamare l’attenzione, ed ho incontrato gli occhi di un altro ragazzo. Ci siamo parlati, con uno sguardo. E ci siamo detti “Ecco! questo è importante”. Nessun problema di lingua, parlavamo la stessa. Un attimo dopo eravamo in acqua e siamo andati a salvare i bambini. Solo che…io non so nuotare. E mentre cercavo di ritornare a riva, la corrente mi ha tirato sotto. E sono morto così.
Spero che mia moglie ed i miei figli non soffrano troppo. Che capiscano quanto fosse importante. Spero che ce la facciano. Spero che ce l’abbia fatta l’amico che si è tuffato con me.
Certo, mi dispiace di essere morto. Se avessi potuto, ne avrei fatto volentieri a meno. La vita era importante per me. Forse è per questo che voi avete deciso di ignorarla.

Wednesday, July 18, 2007

Anteprima mondiale su Lesandro's!!! Svelati i segreti sul nuovo Harry Potter

Centinaia di migliaia, se non milioni di fan del maghetto con la cicatrice hanno protestato per l’imminente trapasso del loro piccolo (si fa per dire…ormai) eroe. E l’autrice dei romanzi, Joanne Kathleen Rowling, la scrittrice più ricca del mondo, ha fatto marcia indietro.
In esclusiva per i lettori di Lesandro’s, le nuove trame ed i nuovi intrecci magici di Harry Potter.

Harry Potter finalmente si diplomerà alla scuola per giovani maghi di Hogwarts. In occasione della festa di consegna del diploma, tanto per risparmiare sul ricevimento, annuncerà il proprio fidanzamento con la bella Hermione Granger, la streghetta so-tutto-io. I due si metteranno subito alla ricerca di un lavoro ma tutti i concorsi per accedere al tempo indeterminato banditi dal Ministero della Magia sono taroccati e i posti vengono puntualmente assegnati a maghi e streghe raccomandati dai tempi di Merlino. Harry decide di mettersi in proprio il giorno che si accorge di lasciare un numero sospetto di capelli sul cuscino e di essere ancora inevitabilmente disoccupato. Mette su uno studio di consulenze magiche coi pochi soldi rimastigli dall’eredità paterna e all’inizio riesce a campicchiare aiutando maghi frustrati che vogliono il pisello più lungo o streghe obese che vogliono indossare una 42. Hermione nel frattempo contribuisce ricamando bacchette magiche per una ditta minore di merchandising di Diagon Alley. Ma ben presto la scarsezza di clienti comincia a rappresentare un problema. Come si dice, fatto l’incantesimo, scoperta la formula e ormai tutti i maghi si allungano il pisello a piacere e tutte le streghe sono anoressiche. Il nostro non sa come fare. La cicatrice sulla fronte è ormai scoperta ed al centro di un ampio piazzale lucido. Anche Hermione comincia a mostrare segni di cedimento. Niente di grave se si escludono la barba ed i baffi causati dalle vagonate di pillola anticoncezionale scaduta che la strega deve assumere per non sfornare altri maghetti e streghette che la coppia non potrebbe permettersi. I due iniziano a tirare a campare. Harry incanta cineprese e macchine fotografiche per catturare immagini di Albus Silente e Minerva McGranitt alla toilette. Sfiora un insperato successo con uno scatto di Severus Piton in reggicalze, ma l’editore della Gazzetta del Mago, Draco Malfoy, prima lo rifiuta poi gli sottrae magicamente la pellicola e pubblica la foto col suo nome. Hermione sbarca il lunario facendo calendari nuda per riviste da ferrovieri del binario 9 ¾. Alla fine i due sono alla fame. Harry sembra ormai Kojak mentre Hermione porta le tette annodate dietro al collo per non inciamparci mentre cammina. Che ne è stato dei bei tempi andati? Voldemort, antica nemesi, ormai si è ritirato in pensione, ricco sfondato in un castello sulle isole Shetland e vive circondato da collaboratrici politiche in perizoma. Hogwarts è stato ristrutturato ed è oggi un centro commerciale. Ron Weasley, amico d’infanzia, è subentrato al padre al Ministero e passa le sue giornate al cesso con vecchi numeri della Gazzetta del Quiddic. Rubeus Hagrid si droga e vive di elemosina. Edvige, la fidata civetta-postino, ha placato i perenni brontolii gastrici della magica coppia molto tempo fa.
Finchè un giorno, nel cuore della notte, un lampo! Harry si sveglia ed il dolore alla testa è fortissimo. Un nuovo attacco del redivivo Lord Voldemort? No. Un’idea geniale. Emigrare. Emigrare nell’unico posto dove è possibile vivere bene, soprattutto se si è dei perfetti cialtroni messi su da un’abile campagna editoriale. Emigrare in Italia! Tirato un calcio in culo alla povera Hermione, il piccolo mago fallito venne in Italia e, forte di una rinata passione per l’avventura, decise di affrontare nuovamente l’impossibile nel mondo dei babbioni (non è un errore di battitura…).
E fu così che nacque il Partito Democratico.
È più sicuro, pagano un sacco di soldi e non finirai mai ad Azkaban perché tanto c’è l’immunità parlamentare! Certo, magari qualcuno ti coprirà di maledizioni, ma tanto sei mago, che te frega?

Friday, July 13, 2007

Ceppaloni, Texas

L’Armageddon! Finalmente! È questo il tono dei giornali stamattina, dopo che il governo è stato battuto ieri in senato su un non meglio precisato emendamento presentato da un non meglio precisato senatore Manzioni nell’ambito di una non meglio precisata riforma della giustizia. Già perché quello che attizza la carta stampata, ma vale anche per i telegiornali, non è tanto l’argomento del dibattere o il suo perché, quanto il solito fastidioso gossip su ministri, senatori e deputati che si insultano a vicenda, minacciano dimissioni o invocano elezioni. Oggi ad esempio si vota su di un emendamento presentato sempre dallo stesso Manzione riguardo alla presenza delgi avvocati nei consigli giudiziari. Piccoli problemi dell’utente medio dell’informazione italiana: a) chi è Manzione? Un senatore diellino (alla faccia di chi dice che il governo è schiavo della sinistra estrema…), ma più di tanto non ci è dato sapere. Perché propone emendamenti come se fosse estraneo alla maggioranza in cui è stato eletto? Non ci è dato saperlo. Che cazzo è un consiglio giudiziario? Non ci è dato saperlo. Cosa comporta la presenza o meno degli avvocati in un consiglio giudiziario? Non ci è dato saperlo. E poi, di quali avvocati si sta parlando? Non ci è dato saperlo. Ci è dato sapere invece che la senatrice forzitaliota Bonfrisco ha dato al senatore d’Ambrosio del ‘assassino e criminale’ minacciandolo con frasi tipo ‘oggi è il tuo giorno!’. Non vedo perché tutto ciò dovrebbe stupire visto il datore di lavoro della Sig.ra Bonfrisco. Ci è dato di sapere che Mastella continua a sostenere questo difficile momento con frasi tipo ‘a me me lo fai grosso’, ‘la roba regalata rimane incatenata’ e ‘se continuate così non gioco più’ mentre Fassino imperversa furibondo nelle aule parlamentari urlando ‘cappuccino tiepido e cornetto caldo, grazie’. Ma più di questo non ci è dato sapere. Certo, ogni tanto qua e là compaiono prolissi elaborati giudiziari in cui esperti ‘spiegano’ ad altri esperti in cosa consiste la riforma, ma a noi poveri comuni mortali e biologi, e che pertanto apprezziamo il clare loqui solo quando si chiama parlar chiaro, non ci cagano più di tanto.
Una cosa però ci conforta, e cioè vedere come certe tendenze ceppaloniche abbiano ormai fatto scuola in tutto il mondo. Infatti, se è vero che il nostro Ministro di Grazia e Giustizia affronta con piglio severo il rischio della crisi esclamando ‘lo dico a mamma!’, è anche vero che il cespuglio americano (G.W. Bush) fronteggia il voto della Camera statunitense che gli impone il ritiro delle truppe dall’Iraq entro il primo aprile 2008 (senza ‘assassino’, ‘criminale’, ‘la paghi’ e via dicendo…solo col voto) con frasi tipo ‘adesso meno tutti!’. Ma si sa, gli americani dopotutto sono italiani mancati.

Thursday, July 05, 2007

La 'nyocca' di ferro

Sul sito dell’Independent oggi compare un articolo dal titolo “Vulgar Berlusconi pays tribute to the sex appeal of the Iron Lady”. Sembra che nella stessa occasione in cui lo psiconano ha pensato bene di definire ‘stronzate’ le asserzioni rilasciate da Prodi in campagna elettorale, abbia anche esaltato le doti fisiche della Tatcher definendola ‘una bella gnocca’. Peter Popham, inviato a Roma, in queste cose ci sguazza e da il meglio di se. Dopo aver accuratamente tradotto l’infelice frase (a great piece of pussy) ed aver minuziosamente descritto la fonetica dell’appellativo in questione (nyokka), si ferma a riflettere sul fatto che l’allora in carica Presidente francese Francois Mitterrand definì una volta la Lady di ferro una donna con ‘gli occhi di Caligola e la bocca di Marylin Monroe’, concludendo che, evidentemente, Berlusconi deve essere stato attratto da altri dettagli dell’anatomia dell’ex-Primo Ministro britannico. In ogni caso, ci informa Popham, ‘gnocca’ è un termine dialettale che significa ‘vulva’ ed è normalmente usato in Italia dagli operai, dai camionisti e dai Presidenti del Consiglio che abbiano governato più a lungo il paese. Sembra che il giornalista Popham abbia anche trovato una definizione ‘accademica’ di ‘gnocca’ su di un sito web italiano (definito ‘faintly priapic’…) in cui si legge che “la caratteristica fondamentale della gnocca è quella di saper afferrare dai comuni mortali qualsiasi cosa ella desideri”. Una definizione che farebbe arrossire parecchi esponenti Tory del parlamento inglese a quanto pare.
Ma ormai, negli articoli che si leggono nei giornali inglesi quando si parla di Berlusconi, non c’è più solo il sarcasmo e l’umorismo di chi si diverte a trattarlo per il guitto che è. C’è anche la consapevolezza del contesto in cui quest’uomo si muove. In cui cerca disperatamente di arrivare alle elezioni, ben sapendo che se il governo cade subito forse allora può ancora pensare di rimanere ‘in campo’. Sennò c’è la Brambilla (far-right pin-up…la squinzia di estrema destra). E comunque, Mr. Berlusconi ha amici influenti anche nel governo attuale, con quel ministro ‘centrista’ di Mastella che ‘once again’ minaccia dimissioni a destra e a manca se non fanno tutti come dice lui. Come i bambini che giocano a pallone, col proprietario del pallone che decide le regole ‘sennò me lo porto via’.
Ecco. È così che appare l’Italia quando non è guardata attraverso il filtro della televisione italiana. E sinceramente non vedo perché dovrebbe apparire diversamente