Tuesday, February 27, 2007

Fenomenologia di Bruno Vespa

E' così che si intitola il libro che ho appena finito di leggere. Nonostante il titolo, si tratta di una analisi critica del giornalismo moderno, inteso come composto da chi scrive e dovrebbe informare e da chi legge e dovrebbe volersi informare. La figura di Vespa viene usata da Mino Fuccillo al solo scopo di illustrare vizi (molti) e virtù (poche) di informanti ed informandi, i primi ossessionati dalla vendita di un prodotto di intrattenimento, ormai non più in grado di 'spegare' la notizia, se non addirittura di capirla, i secondi troppo presi a vivere nell''eterno presente' per rendersi conto anche solo della propria ignoranza. Viene chiamato in causa l'abbruzzese punteggiato, come esempio non unico ma completo di giornalismo moderno. Sintesi di tutto quanto è diventata l'informazione, soprattutto quella politica, in Italia ed oltre. E' un libro utile prima ancora che ironico e divertente, scritto da una persona con un vocabolario completo e complesso, che non esita a soffermarsi sugli aneddoti della propria vita professionale tra una dissertazione sul significato della democrazia delegata ed un'altra della politica 'televisiva'. Frequenti le citazioni di...Alberto Sordi. O meglio di personaggi da lui interpretati. Mi domando se sia solo la passione dell'autore per l'attore o ci sia dell'altro. Indimenticabile la citazione 'dotta' dell'ultima riga prima del poscritto finale.
Ho imparato diverse cose leggendolo. Altre me le ha semplicemente riportate alla memoria. Ve lo consiglio.

Monday, February 26, 2007

Lo Scenario Plausibile

Nottata insonne quella del blogger. Sveglia prematura prima delle 5. La testa piena di preoccupazioni. Il lavoro, i soldi...e le donne!!! La testa piena di donne soprattutto. Che fare? Doccia, caffè e si va un pò in giro per la rete. Si comincia sempre da Peacereporter. E' li, o sul blog di Grillo, che si trova sempre il link giusto. E allora mi metto a leggere di Iran e nucleare. Ahmadinejad ha trasferito in bunker sotterranei le centrifughe usate per l'arricchimento dell'uranio naturale. Brutto segno. L'Iran è in odore di guerra. Nell'articolo di Massimo Zucchetti, docente di "Impatto Ambientale dei Sistemi Energetici" presso il politecnico di Torino, leggo inoltre di una notizia che mi era del tutto sfuggita. Apparentemente a causa della volontaria indifferenza con cui è stata trattata dalla stampa nazionale ed internazionale. Si tratta di una serie di affermazioni fatte dall'ex-Segretario alla Sicurezza Nazionale statunitense Zbigniew Brzezinski davanti alla Commissione Difesa del Senato americano lo scorso 2 febbraio. Durante questa audizione il Consigliere Brzezinski ha illustrato i 4 punti su cui sarà articolato il prossimo attacco americano contro l'Iran. Il cosiddetto 'plausibile scenario'...nientedimeno. In primo luogo il fallimento della guerra in Iraq (punto 1), seguito dalle accuse di Washington a Teheran di supportare i guerriglieri (o terroristi, a seconda dei punti di vista) iracheni (punto 2). Di seguito, una serie di atti terroristici in Iraq o, udite udite, negli Stati Uniti, e finalmente l'attacco militare sull'Iran. Il Consigliere americano di origini polacche ha espressamente dichiarato davanti alla commissione del Senato, come sia 'plausibile' che nell'amministrazione Bush qualcuno possa ideare ed organizzare un attacco terroristico contro gli Stati Uniti stessi al solo scopo di poterlo utilizzare come casus belli contro una nazione nemica!!! E lo avrebbe fatto, per sua stessa affermazione, proprio allo scopo di impedirlo. Ne hanno parlato i giornali? Per quante ore questa notizia è stata mandata in televisione nei principali telegiornali nazionali? Per quanti giorni? Sulla rete sembra che in pochi se ne siano accorti. Giulietto Chiesa è uno di questi, che la riporta in un articolo apparso su megachip.
La guerra in Iraq si è già rivelata un fallimento e Bush ha già accusato più volte Teheran di portare aiuto e supporto ai guerriglieri iracheni. Adesso Ahmadinejad sposta le sue centrifughe in bunker sotteranei. I punti 1 e 2 sono stati già espletati. Che dobbiamo aspettarci adesso? Si accettano scommesse...io nel frattempo me ne torno a letto. Rimanere sveglio per rimanere sveglio, preferisco farlo per i miei di problemi. Sono molto più piacevoli.

Friday, February 23, 2007

La trappola democristiana.

Eccoli li finalmente, i proverbiali nodi che arrivano al pettine. Il nostro parlamento ed il nostro senato riscoprono il gusto pieno della vita di un Cossiga, un Andreotti e un Pininfarina che decidono delle sorti del paese senza assumersene la responsabilità. Di nuovi crociati che si chiamano come una pomata per le emorroidi (teodem), o di personaggi da operetta come Rutelli e Polito. E ancora c'è gente che crede che il Vaticano non sieda in Parlamento. La 'longa mano' di Ratzinger ha fatto un sol boccone del 'lento pede' di Prodi. Ruini si è mosso. Non va più bene il sistema bipolare che pure garantiva comunque ai crociati il potere. Si tolgono la maschera e sbeffeggiano pubblicamente milioni di italiani tra i frizzi ed i lazzi di Burro Vespa e Grobius Mentana. Non si accontentano più di rimanere nell'ombra in cui la storia del Paese li ha lasciati dopo tangentopoli. E perchè dovrebbero? Oggi come oggi essere inquisiti è un requisito squisito per i CV parlamentari. No, loro rivogliono tutto. Rivogliono il mastodonte clerico-massonico-mafioso. Rivogliono la castità e la lupara, le processioni e le stragi di stato, il segno della croce ed i cacciabombardieri. Berlusconi dovrebbe essere invidioso. Lui in 5 anni di governo non è riuscito a fare più danni di quanti non ne abbiano fatti Cossiga e Andreotti in una seduta al Senato. Ma si sa, la classe non è acqua. Ha ragione di essere contento il Ceppalonico. Ha ragione di gioire all'idea che vengano cancellate le uniche mollichine di pane buono che questo governo aveva seminato (mollichine...non pagnotte). Non ci saranno più i Dico, la base di Vicenza sarà costruita e presto cominceranno a trivellare amianto in val di Susa, esponendo al rischio di tumori ai polmoni persone che, roba da matti, chiedono solo di essere rispettate e chiamate in causa prima che qualcuno gli faccia passare una ferrovia in giardino. Ci si occuperà dell'ambiente in compenso. Rigassificatori ed inceneritori a tutto spiano. Meno male. Bravo Cossiga, bravo Andreotti, bravo Pininfarina, bravo Ruini, bravo Mastella. Avete il paradiso assicurato, non preoccupatevi. All'inferno ci andranno Turigliatto e Rossi, che non hanno votato perchè stanchi di continuare a versare soldi nella guerra in Afghanistan in barba ad ogni intelligenza, sensibilità e programma politico...pensa che fessi!

Monday, February 19, 2007

Fulmyne - La politica ambientalista

Ma bene! Ci risiamo! Altre baggianate vengono date in pasto da parte dei media! Per fortuna esiste anche un aspetto comico che rende le notizie meno allarmanti di quanto lo siano in realtà. E’ notizia fresca che il capogruppo degli ambientalisti abbia promosso una nobile iniziativa per aiutare il nostro Bel Paese ad ottemperare i Protocolli di Kyoto. L’idea grandiosa è stata di regalare mille lampadine a basso consumo a chi ne avesse fatto richiesta, e poi, per abbassare ulteriormente le emissioni serra è stato deciso di spegnere le luci di qualche palazzo istituzionale per un ora. La giornata in favore dell’ambiente ha visto inoltre un magnifico servizio giornalistico che sensibilizzava l’opinione pubblica riguardo alle dannose emissioni di metano organico da parte delle mucche! Come dire, o sono troppe e scoreggiano normalmente, oppure scoreggiano troppo anche se sono poche. Devo confessare che io stesso, a causa della mia non più giovanissima età e della dieta di mia madre a base di patate e fagioli, forse dovrei infilarmi un catalizzatore nelle zone basse… Ma questi grandi cervelloni, che oltretutto sono stati stupidamente investiti di potere decisionale, non avevano niente di meglio da proporre? Se le lampadine tradizionali ad incandescenza sono davvero così dannose, e lo sono, non potevano una volta tanto legiferare affinché ne venga proibita la commercializzazione? Se veramente non riusciremo, come sembra, a rispettare gli accordi in termini di diminuzione dell’inquinamento, perché non istallano pannelli foto-voltaici sugli stessi ministeri che dettano regole e sputano pretese per i normali cittadini? Se poi le mucche emettono troppo metano in ambiente, perché non lo si utilizza al posto di altri combustibili fossili? L’utilizzo di questo gas è confermato dagli esperimenti e già praticato in alcune case con stalla annessa… Di questo passo il fumo attivo sarà un’altra minaccia per l’ambiente, cosa tra l’altro assolutamente non vera dal momento che il fumo delle sigarette non introduce in atmosfera nulla che le stesse piante di tabacco non emetterebbero macerando. E’troppo comodo dimenticarsi del 36% di inquinamento globale che producono i soli Stati Uniti d’America. E’ troppo facile accusare la Cina di inquinare più del dovuto negli ultimi anni, quando noi stessi lo abbiamo fatto per secoli. E’ ingiusto ignorare il 7% di inquinamento planetario che provocano gli aeroplani a reazione. Anche quelli a basso costo danneggiano l’ambiente esattamente come gli altri. Davvero facile prendersela con gli automobilisti che posseggono auto vecchie, quando le industrie sono di gran lunga i maggiori responsabili degli stravolgimenti climatici che già appaiono irrecuperabili!
Non pretendo certo che di punto in bianco si ritorni all’illuminazione a candela di cera, ma onestamente credo che si possa fare di più che spegnere simbolicamente delle luci per pochi minuti, e lavarsi la coscienza cercando di sensibilizzare erroneamente la pubblica opinione che non ha alcun potere di cambiare le cose. Coloro che hanno potere decisionale potrebbero per esempio incentivare l’utilizzo di bio-carburanti invece di contingentarli come hanno fatto, oppure vietare la produzione di batterie alcaline in favore di quelle ormai efficientissime che si possono ricaricare molte volte! Perché poi vengono tuttora prodotti i sacchetti di materiale plastico, quando è disponibile una tecnologia in grado di produrne di bio-degradabili partendo dal granoturco, rimane un mistero.
Io continuo a sostenere che i nostri cari governanti siano in malafede quando sostengono di voler cambiare l’attuale assetto industriale basato sul petrolio!
Se poi rimarranno solo le mie flatulenze ad intaccare il clima, mi chiuderò l’orifizio con un tappo di sughero eco-compatibile…

Thursday, February 15, 2007

Il buco della memoria



"Marija Kukania aveva dieci anni nel 1945. Adesso abita con il marito architetto vicino a Nova Gorica, ma non ha dimenticato. La casa dei suoi è sul limitare del bosco, a poche decine di metri da quell'avvallamento che inghiottiva le persone: 'Mi svegliava la luce dei fari dei camion. La prima notte ho sentito 36 spari, la seconda 38. Attutiti appena dalla distanza ci arrivavano flebili pianti, lamenti e gemiti. Mio padre era a Mathausen. Quando tornò andammo a vedere che cosa era successo. Trovò un orologio tutto schiacciato e un frammento di mandibola. Si sedette e si mise a piangere, a piangere'".
Perchè ho utilizzato questo frammento di intervista (preso da un bellissimo sito che ho trovato in rete) per iniziare questo post? Perchè mi sembra riassuma ogni commento di buon senso che possa essere fatto sugli odierni battibecchi tra il nostro Presidente della Repubblica e quello Croato Mesic. Lo trovo adatto soprattutto perchè parla di un ex-deportato, che ha vissuto il lager nazista, che riconosce, praticamente fuori dall'uscio di casa sua, i segni di quella brutalità e di quella inumanità che credeva di essersi lasciati alle spalle.
Cos'è una foiba (dal latino fovea=fossa)? E' una formazione carsica a forma di fiasco, con un ingresso stretto ed un sottostante serbatoio più largo dove scorre il fiume sotteraneo che l'ha creata. Stante la presenza di corsi d'acqua e la profondità di queste strutture (frequentemente superano i 200 metri), sono da sempre state utilizzate come discariche ed anche come fosse comuni quando, come durante la prima guerra mondiale, c'era 'abbondanza' di cadaveri.
Oggi noi le conosciamo per essere state la tomba di numerosi italiani. Cosa è successo? sul finire della seconda guerra mondiale, dal '43 al '45, l'Italia e la Jugoslavia erano ai ferri corti. Il ritiro della Wermacht dall'Istria, successivo all'armistizio siglato da Italia ed alleati angloamericani (8 settembre 1943), aveva lasciato quella regione indifesa dalle mire espansionistiche di Josip Broz, ai più noto come Maresciallo Tito, il quale la occupò spingendosi fino a Trieste. Ebbe vita facile in questo. La campagna di italianizzazione forzata imposta da Mussolini durante il ventennio, le violente affermazioni del Duce ("espellere questa razza barbara, inferiore slava da tutto l’Adriatico"; "Colui che non accetta l’italianità dell’Istria e della Dalmazia finirà nelle foibe...") come anche i numerosi crimini commessi dagli ustascia slavi, addestrati dal regime fascista italiano, forse favorirono l'opera dei partigiani titini al principio. Poi, una volta consolidata la presenza sul territorio, iniziò la strage. Migliaia di persone, italiani, slavi dissidenti, anticomunisti, vennero rastrellati, spesso arbitrariamente, sia nell'attuale territorio italiano che in Istria. Imprigionati, torturati e quindi gettati vivi in queste fosse (infoibati). I superstiti si contano sulla punta delle dita di una mano. Una pulizia etnica in pieno stile. Ma qualcosa di già visto purtroppo. Ciò che invece sorprende è il fatto che, tutto questo, sia passato relativamente sotto silenzio fino ai nostri giorni. Che, contrariamente a quanto avvenuto per la Shoah, ma similmente a quanto avvenuto per altri genocidi (vedi le 62mila vittime fatte dalla CIA-Contras in Nicaragua negli anni '80 o i 900mila tutsi macellati in Rwanda), oggi siano in pochi ad essere consapevoli di quanto è successo in quegli anni.
Come mai? I meno furbi si limitano a rispondere a questa domanda dicendo che la 'sinistra' italiana non vuole riaprire ferite inferte dai 'comunisti'. In realtà va detto che l'allora PCI, non si fece di certo in quattro per andare a fondo della vicenda. Ma c'è dell'altro. Dopo la fine della guerra, il Maresciallo Tito cominciò a mostrare segni di insofferenza verso l'Unione Sovietica. Nel '48 si consuma la rottura tra Jugoslavia e URSS. Gli angloamericani e l'Occidente iniziano a guardare al Maresciallo come a un possibile prezioso alleato contro i sovietici. Ogni idea, ogni proposito teso a verificare i fatti del '43-'45, decade immediatamente, ed immediatamente si decide di accettare ufficialmente le assurde spiegazioni di Belgrado che vuole le persone uccise come colpevoli di ogni forma di reato possibile ed immaginabile. L'occidente intero non vuole tornare sull'argomento. Inoltre, lo stesso De Gasperi, ben consapevole delle condizioni umilianti accettate per potersi riprendere almeno Trieste, decide di 'soprassedere'. Il tutto viene cacciato in un buco ben più osceno di quello che apre l'ingresso alla foiba: quello della memoria di orwelliana...memoria. Oggi però queste condizioni non sussistono più. Oggi il Presidente Napolitano, seppure dietro la spinta di movimenti politici che aspettano di potersi dare alla strumentalizzazione selvaggia di quanto avvenuto, decide di parlare e di chiamare le cose col loro nome: "genocidio"; "pulizia etnica".
Dall'altra parte, Mesic si scorda che la Jugoslavia non esiste più, che Tito è crepato da tempo, e che la Croazia, anche sponsorizzata dall'Italia, spinge per entrare in Europa, e da del 'razzista' al nostro capo di stato. Mi preoccupa vedere che il nostro Ministro degli Esteri si sia guadagnato altri 100 punti nel rispondere in maniera risentita e decisa al Presidente croato. Ma forse, semplicemente non era possibile fare altrimenti...
Chiamiamo le cose col loro nome, e capiremo perchè un ex-deportato a Mathausen cade in lacrime davanti ad un orologio schiacciato e ad un frammento di mandibola.

Saturday, February 10, 2007

Aberrazioni Vaticane. O forse no...

Continuano senza tregua le ingerenze del papen e del clero nella vita politica italiana.Dopo l'approvazione del ddl Bindi-Pollastrini sui Dico (ex-Pacs), il Grande Ratzinger sferra l'ennesimo attacco a suon di valori cattolici protonici, famiglie cristiane rotanti e rispetto della vita antigravità. Lo fa durante l'incontro con il nuovo ambasciatore colombiano Juan Gomez Martinez, al quale magari avrebbe anche fatto piacere parlare dei guai del proprio paese invece che delle unioni civili in Italia, che dubito abbiano molto a che fare con la povertà degli indios o i cartelli della cocaina. Almeno finora.
Messaggi chiari e precisi diretti a quelle forze politiche ultraortodosse presenti nel nostro parlamento che vedono oggi nell'Homus Ceppalonicus il proprio condottiero, pronto, a suo dire, alla crisi di governo se il ddl verrà votato in aula. Sarà interessante vedere se nell'attuale Ministro della Giustizia (ma come v'è venuto in mente...mah!) prevarrà il fervore religioso, che lo vuole pronto a tutto per difendere i valori cattolici, o quello democristiano, che lo vuole pronto a tutto per mantenere le chiappone sulla poltrona ministeriale. Personalmente scommetterei sulla seconda ipotesi. Sapete com'è, la storia insegna...
Ingerenze nella vita politica di un altro stato dunque. Qualcosa che non dovrebbe succedere mai. Qualcosa che indigna, sia che queste ingerenze arrivino dal massimo esponente della religione cattolica (nonchè capo di stato), sia che arrivino dagli ambasciatori di sei paesi della NATO che, a mezzo lettera aperta e bypassando totalmente il Ministero degli Esteri ed il Parlamento, pretendono di parlare direttamente ai cittadini italiani per spiegare perchè è giusto e santo continuare la guerra in Afghanistan. Verrebbe da assegnare cento punti a Massimo d'Alema per come ha reagito a questa ennesima mancanza di considerazione nei confronti delle nostre Istituzioni. Ma la rabbia per le vicende giuridiche del processo contro gli assassini di Nicola Calipari ci ricorda che il problema non si risolve certo coi punteggi.
Ma torniamo a noi. Il papen, dicevamo, ribadisce con le sue affermazioni il diritto della Chiesa ad intrufolarsi nei cazzi nostri. Quelli politici come quelli privati. Leggendo qua e là sui blog, si vede che molti lo trovano normale. Le argomentazioni che si ritrovano più frequentemente sono quelle relative agli obblighi morali della chiesa nei confronti di valori che non sono appannaggio esclusivo della politica, ma anche della religione. Ovviamente la risposta a queste persone è più che semplice. Basterebbe che ricordassero come la Repubblica Italiana è uno Stato laico (o almeno dovrebbe esserlo) e che il ddl sui Dico vede la cattolicissima Bindi (un applauso) tra le firmatarie. Ma da oggi (per lo meno io l'ho saputo oggi, sfrucugliando come mio solito sul sito di Peacereporter) esiste un'argomentazione in più che può essere mossa a queste persone. Un autogol (almeno all'apparenza) incredibile del Vaticano che dimostra come gli obiettivi del clero non siano tanto quelli di garantire valori e moralità a beneficio di tutti, quanto quelli di mantenere uno status favorevole alla propria supremazia politica ed alla propria influenza, garantendo gli interessi dei propri sostenitori ed indipendentemente dalla condizione di chi, in quello status, patisce fame, miseria o emarginazione. I fatti: in Paraguay, il vescovo Fernando Armindo Lugo Mendez, su richiesta di diverse forze politiche, disperse in maniera trasversale nel parlamento paraguaiano, ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali del 2008, nel tentativo di contrastare lo strapotere del 'Partido Colorado', nazionalista e militarista, che da sei decenni governa il paese. Monsignor Lugo Mendez ha 55 anni ed ha passato una vita tra operai e campesinos e sa perfettamente che la perenne sconfitta del progressismo in Paraguay è legata all'assenza di radici rurali dei movimenti, delle organizzazioni e dei partiti progressisti (tutti con origini di natura urbana) di quel paese. Perciò ha deciso di accettare la richiesta fattagli, per proporsi come mediatore tra le realta rurali e la politica cittadina. Da notare che la Costituzione paraguaiana recita (art. 235) "sono inidonei ad essere candidati alla Presidenza della Repubblica o alla vicepresidenza i ministri di qualsiasi religione o culto", ragion per cui, Monsignor Mendez ha chiesto al Vaticano la riduzione del proprio mandato allo stato laicale.
Ebbene, a seguito di questa 'scesa in campo' a Roma si è scatenato il finimondo. Il vescovo è stato sospeso 'a divinis' dal papen stesso con la seguante motivazione: "Siete stato nominato vescovo dal Santo padre nel 1994 e avete accettato liberamente la nomina e la consacrazione episcopale. Come Lei ben sa, la consacrazione episcopale imprime nel vescovo il sacramento che lo configura interiormente come Cristo Buon Pastore, per essere nella chiesa un maestro, un sacerdote, una guida spirituale. L’episcopato è un servizio accettato liberamente e per sempre. Considerando la sua intenzione a non rinunciare all’incarico espressa il giorno di Natale, con sincero dolore compio il mio dovere infliggendo a Sua eccellenza, la pena della sospensione ‘a divinis’, proibendole anche di esercitare tutte le funzioni inerenti all’ufficio episcopale". Punto.
Ora la domanda è: chi sospenderà 'a divinis' il papen?

Monday, February 05, 2007

Icone e fantasmi...uno sfogo

Il blog. Discutere e confrontarsi, apprendere ed incazzarsi. Ricercare la sintesi delle cose e soprattutto capirle. Ormai è diventata una necessità, seconda solo a quella che mi tiene ancora attivo nei laboratori di ricerca. Eppure non basta. Soprattutto oggi. Oggi che quei valori, che un tempo innalzavano la dignità di un uomo al merito di tutto quanto di meglio possa offrire il pianeta, vengono dati in omaggio con un Big Mac menù. Considerati d’intralcio nella migliore delle ipotesi, ridicoli e patetici nella peggiore. La dignità del conto in banca, il coraggio misurato dal numero di tonnellate di bombe sganciate in testa a donne ed uomini di fango, o dal numero di poliziotti uccisi fuori da uno stadio, l’onore della supremazia violenta e del potere punitivo. Secoli, millenni di umanesimo e di scienza buttati nello scarico del consumismo, nascosti dietro l’icona del calciatore e della velina, nuova immagine sacra del millennio, che premia il superficiale e l’ottuso, l’ignorante e l’arrogante, relegando al ruolo di fantasma chi invece, testardamente, continua a considerare quei valori, quelli veri, come irrinunciabili.
Guerre, fame, malattie da noi ormai dimenticate da tempo continuano a mietere milioni di vittime. I ghiacci polari si sciolgono, le temperature aumentano e regioni intere del globo desertificano, intrappolando uomini dalla pelle scura in una stretta mortale di fame e sete. Sul nostro pianeta si muore. Il nostro pianeta muore. E noi perdiamo il sonno dietro a cose talmente piccole da far sorridere le formiche, come il calcio, i reality, la moda.
Niente coraggio, niente dignità, niente onore. Ma non è vero per tutti. Esistono persone a questo mondo che decidono di farsi carico dei problemi degli altri. Volontari meravigliosi o professionisti della solidarietà che tentano con ogni mezzo di riportare il genere umano in paro con questi valori. L’icona del nuovo millennio si allarga a dismisura per coprirli il più possibile, ben consapevole del fatto che il loro esempio potrebbe distruggerla. Alcuni sono riusciti ad uscire dall’ombra. Gino Strada, Alex Zanotelli; per citarne un paio. Altri sono morti. Troppo pericolosi per lasciarli operare. Grazie Beppe Grillo per averli inseriti nel tuo calendario. Ma tutti gli altri rimangono nell’ombra, nelle discariche sudamericane, fonte di vita per bambini-ratto che mai vedranno una playstation. O nei deserti africani, fonte di morte per bambini-scheletro per i quali ‘idromassaggio’ semplicemente non ha senso. O nelle periferie del mondo cittadino, dove bambini-vecchi imparano a prendere atroci eucaristie da siringhe o da grassi turisti occidentali ben prima della Prima Comunione.
Gandhi disse una volta “se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? E se esiste una famiglia non violenta, perché non può esistere una città, una nazione, un mondo non violento?”. Copiamo questa frase, mettiamo l’originale da parte (è troppo prezioso per buttarlo) e nella copia modifichiamo ‘uomo non violento’ con ‘uomo solidale’, capace di sentire quei problemi come suoi. E riformuliamo la domanda…

1° aprile 1965
Cara Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto,
se un giorno leggerete questa lettera, sarà perché non sarò più fra voi. Non vi ricorderete quasi più di me e i più piccoli non ricorderanno nulla.
Vostro padre è stato un uomo che ha agito secondo il suo pensiero e che è stato sicuramente fedele alle sue idee.
Crescete come bravi rivoluzionari. Studiate molto per padroneggiare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordatevi che la rivoluzione è la cosa più importante e che ciascuno di noi, da solo, non vale nulla.
Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario.
Per sempre miei bambini, spero di vedervi ancora. Un bacio grande e un abbraccio da
Papà

(Ernesto Guevara, lettera ai figli)

Sunday, February 04, 2007

Fulmyne - Rivalutiamo la legna da ardere

La Terra ha la febbre, ma l’inverno è pur sempre piuttosto freddo.
Come è possibile allora vivere agiatamente in equilibrio con l’ambiente circostante? Come facevano gli antichi; o meglio come hanno fatto per decine di migliaia di anni senza fare i danni provocati dalla rivoluzione industriale. Si potrebbe pensare che un combustibile vale l’altro, e che bruciare legna nel camino di casa non migliorerebbe la situazione attuale. Ebbene esiste una differenza abissale e fondamentale tra i due assetti energetici. Il combustibile fossile che consumiamo ogni anno è il risultato di circa un milione di anni di accumulo energetico solare, ovvero di un milione di anni di reazioni foto-sintetiche tramutate in cellulosa e poi torba dall'eroe della nostra era: il Michrococcus Carbo, ovvero il micro-organismo in grado di generare idrocarburi partendo da materiale organico. Ripeto, ogni anno del nostro stile dissennato di vita costa alla terra l’equivalente dei risparmi energetici di circa un milione di anni del passato! “Vabbè”, dirà qualcuno "ma la Terra di milioni di anni ne ha molti". In effetti non è tanto il consumo delle risorse energetiche il problema, quanto l’accumulo dei prodotti di reazione che la biosfera non è in grado di “metabolizzare” in tempi brevi.
Rendiamo giustizia alla legna da ardere!
Quando un albero cade o invecchia, emette degli elementi chimici che vengono rilasciati nell’ atmosfera insieme ad una tenue energia che si manifesta sottoforma di calore mentre macera, laddove quando viene bruciato in una stufa emette energia in quantità, e fumo. Qual è il rapporto tra le due reazioni che il ceppo di legna può subire? La risposta è semplice anche se poco intuitiva per i profani di chimica: le sostanze emesse dalla pianta durante le due reazioni sono le medesime, ciò che cambia è la scala dei tempi! La reazione di combustione all’interno della stufa è molto più rapida della reazione di ossido-riduzione che avviene spontaneamente in natura. La carta ingiallita dal tempo testimonia appunto l’ossidazione che avviene naturalmente e inevitabilmente a lungo termine. Come dire che se lasciamo marcire naturalmente un ceppo anziché bruciarlo, avremo semplicemente sprecato una possibilità di ricavarne energia termica, e non per questo il legno non emetterà nel tempo gli stessi gas che sarebbero usciti dalla canna fumaria del nostro camino in poche ore! Non dimentichiamo inoltre che le piante abbattute vengono presto rimpiazzate da nuovi arbusti che crescendo assorbono energia e calore dai raggi solari che le investono, contribuendo alla riduzione del riscaldamento globale. Infine consideriamo che i prodotti della combustione da legna (ma non da petrolio o metano per esempio) vengono presto rimessi nel ciclo vitale dei nuovi alberi, per i quali infatti la cenere risulta forse il miglior concime.

Saturday, February 03, 2007

Lettera a Furio Colombo

Caro Direttore,
ti scrivo questa lettera dopo aver letto il tuo articolo pubblicato su l’Unità di oggi ‘Il girotondo di Veronica’. Nel tuo commento ho ritrovato molte delle riflessioni e dei commenti che ho letto ed ascoltato su vari blog e nella mia cerchia di amici e conoscenti e sinceramente sono rimasto un po’ sorpreso. Sono rimasto sorpreso nel constatare come la tendenza, anche da parte tua, sia quella di voler innalzare la Signora Lario a “coraggiosa e solitaria protagonista”, portatrice di “valori” che dovrebbero accomunarla a chi, come te (e mi permetto di affiancarti in questo, nel mio piccolo) ha sempre denunciato la pericolosità sia istituzionale che morale di una figura come quella del nostro ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Capisco che, da giornalista, tu possa aver sentito la solitudine di chi ‘urla nel deserto’ nel denunciare la verità nascosta dietro al cerone ed alle bandane, soprattutto se penso ai momenti di assordante silenzio che hanno caratterizzato la linea editoriale di altri giornali, che pure avrebbero dovuto ‘urlare’ insieme a te, durante i cinque anni del suo governo. Capisco anche che forse, prendendo spunto dalle, al solito, illuminate parole di Benigni, tu abbia voluto riaffermare simbolicamente il punto di vista di chi ai cinque anni di show berlusconiano non ha mai creduto. Né avrebbe potuto mai credere, forte di quel disincanto che caratterizza il libero pensiero e che aiuta a scorgere, dietro alle benevole pacche sulle spalle, alle portaerei ed alle feste private, l’interesse personale, la disonestà ed il disprezzo per la gente. Però sinceramente, l’accostamento con la Signora Lario è qualcosa che mi infastidisce e che, dal mio punto di vista, svilisce l’impegno, gli sforzi e le iniziative di chi, durante quei cinque anni ed anche adesso, ha tentato di informare gli Italiani sulle vere intenzioni del Cavaliere nelle redazioni di giornali come L’Unità, ha tentato di organizzare un’opposizione efficace contro un governo a senso unico, in Parlamento come nell’ultima delle sezioni di partito di periferia, o più semplicemente, ha tentato di sopravvivere dignitosamente ed onestamente col proprio lavoro. In altre parole, svilisce chi, durante quei cinque anni, ha tentato di resistere.
Noi non abbiamo avuto scelta. I risultati elettorali ci hanno imposto quel Governo e noi lo abbiamo dovuto accettare. Possiamo biasimare i suoi elettori quanto vogliamo per essersi lasciati prendere in giro, ma essi non hanno fatto altro se non esercitare un proprio diritto. Altri semmai sarebbero i responsabili per quei cinque anni di sfacelo e tu sai, molto meglio di tanti altri e di me, come quei responsabili non siedano nell’ala destra del Parlamento.
Per la Signora Lario non è stato così. Nella sua lettera la Signora Lario non protesta solo contro le infelici uscite del marito di fronte a questa o quell’altra soubrette. La Signora Lario protesta contro il suo status di donna ridotta ad ornamento dell’uomo ricco e potente. Di accessorio da esposizione per il grande imprenditore o l’influente politico. E sarebbe una protesta più che giusta, se non fosse per un piccolo dettaglio. Alla Signora Lario questo stato di cose non l’ha imposto nessuno. Nessuno ha obbligato la Signora Lario a sposare un uomo divorziato, con due figli e di vent’anni più vecchio di lei. Nessuno le impedisce oggi di lasciarlo.
Tu stesso, nel tuo articolo, citi i milioni di persone che tra girotondi, manifestazioni e blogs, hanno testimoniato la propria opposizione e realizzato la propria resistenza verso tutto quanto Silvio Berlusconi rappresenta. Ideologicamente, politicamente e moralmente. Non credo che questi milioni di persone, dei quali faccio parte, abbiano niente a che spartire con la Signora Lario. Né credo che la dignità della nostra resistenza, che va ben oltre gli interessi delle nostre singole sfere private e tocca i valori fondanti della nostra Repubblica, della democrazia ed oltre, fino a quelli della pace e del rispetto dei diritti degli uomini, possa essere anche solo lontanamente paragonata alle parole di una donna che, curiosamente, si risveglia dopo 17 anni di matrimonio per scoprire che il marito, oltre che straricco, ammicca a veline o belle parlamentari.
Certo, certi atteggiamenti un marito che rispetti la moglie non li ha e forse quelle frasi sono specchio della immoralità della persona, non lo so. Ma non è questo che rende la Signora Lario la metà di niente. Non sono questi i valori che la Signora Lario dovrebbe preoccuparsi di insegnare ai propri figli, o non solo questi. Non quando il proprio marito si è reso, e ci ha reso, responsabili dell’eccidio iracheno, della povertà che si riaffaccia nel nostro Paese, del massacro del Diritto e della Giurisprudenza operato con meticolosa precisione per salvare i propri interessi, della censura, della mancanza di Libertà. Ben altre lettere avrebbe dovuto scrivere Veronica Lario per essere d’esempio ai propri figli. Noi, fortunatamente, il nostro ‘NO’ l’abbiamo detto da subito e forte, senza che la lettera di una moglie stizzita ci illuminasse la strada e soprattutto senza una residenza ad Arcore.
Noi non siamo la metà di niente e sinceramente non credo di aver alcun motivo per dover ringraziare la Signora Lario.
Ringrazio invece te per aver letto la mia di lettera, sperando di averti fornito una diversa ed utile prospettiva.

Con grande stima,


Alessandro Ciamei

Friday, February 02, 2007

Scemo e più scemo...ma solo un pò di più


Senato della Repubblica italiana. Giornata di ieri. Si deve discutere dell’ampliamento della base militare USA di Vicenza. La maggioranza, tanto per cambiare è divisa, con l’ala sinistra che non lo vuole e quella moderata che invece ha già i pantaloni abbassati e l’orifizio lubrificato. Da tempo il Governo ha espresso la sua volontà assurda di concedere l’ampliamento in barba alla popolazione vicentina ed al proprio programma politico elettorale, secondo il quale “ogni azione di grande impatto sul territorio sarà sempre presa nel rispetto dell'opinone delle popolazioni locali”. Però PRC, PdCI e Verdi non ci stanno a concedere con tanta leggerezza un’autorizzazione del genere. Pertanto, presumibilmente dopo reiterate discussioni, cercano di far quadrare il cerchio senza imporre sconsiderati aut-aut e sempre muovendosi all’interno della maggioranza. Le cose sembrano mettersi male per il Governo, che rischia di vedere bocciato il proprio ordine del giorno riguardo a questa vicenda, anche perché i moderati non hanno poi molte frecce al proprio arco per sostenere una posizione basata esclusivamente sul nostro servilismo militare nei confronti degli States. Ed invece tutto si aggiusta. Come? E’ molto semplice. Ci pensa Calderoli!!! Si presenta in senato con un odg che recita testualmente “Udite le comunicazioni del Governo, le si approva”…Mi immagino le facce dei senatori seduti dentro l’aula di Palazzo Madama. È impazzito Calderoli? È una trappola? Siamo su ‘Scherzi a Parte’? Nel dubbio, a non saper né leggere né scrivere, l’odg della CdL viene votato ed approvato!!! In altre parole la Casa delle Libertà governa pur avendo perso le elezioni. Ma ancora una volta, la parte gustosa e divertente di tutta questa storia, sono i commenti dei protagonisti. La palma per il commento più idiota spetta senza dubbio a ‘Tex Willer’ Bordon, senatore ulivista, ed al solito Polito Margherito: “Sarebbe stato folle votare contro un documento che approvava la linea del Governo” afferma il primo, mentre per il secondo “L'opposizione ha vinto perchè ha fatto la cosa giusta: ha approvato senza condizioni la decisione del governo di autorizzare l'ampliamento della base di Vicenza”!!! Giusto!!! A che serve la maggioranza dopotutto se possiamo fare come cazzo ci pare con i voti dell’opposizione? Cosa conta il fatto che moltissimi senatori, oltre a quelli dei già menzionati tre movimenti politici, fossero e siano contrari all’ampliamento di quella base militare? Insomma, a chi frega della discussione politica, della dialettica e delle necessità della popolazione vicentina? Bush comanda e noi eseguiamo. È così, è sempre stato così e così sempre sarà! Chi siamo noi per cambiare questo stato di cose?
Cinque anni di governo Berlusconi hanno coperto l’Italia di ridicolo agli occhi della comunità internazionale per via della scarsa dimestichezza diplomatica dell’ex premier e delle sua leggi e leggine ad personam. Nove mesi di Governo Prodi stanno ugualmente coprendo l’Italia di ridicolo agli occhi della comunità internazionale a causa di un modo di fare politica che ormai dovrebbe essere morto e sepolto da tempo. Una cosa chiedevo io a questi rappresentanti politici quando li ho votati. Una sola. E cioè di essere REALMENTE rappresentanti della gente e delle sue necessità. Ed invece la distanza tra noi e loro non fa che aumentare. E poco conta il fatto che, almeno stavolta, la posizione di Rifondazione sia più vicina a quelli che dovrebbero essere i suoi standard di partito comunista. Rimanendo all’interno di questo esecutivo, anche Rifondazione marca la stessa distanza tra se stessa e i suoi elettori, volente o nolente. Purtroppo, ciò che li salva, ciò che mantiene in vita l’Unione a questo punto è solo il fatto che l’unica alternativa possibile, un nuovo Governo di centro destra, sarebbe probabilmente peggiore. Ma non tanto, solo un po’…
Ancora e sempre Vauro for president!!!

Thursday, February 01, 2007

Che belle facce!!!

450 ricercatori italiani che lavoravano all'estero come me hanno preso la palla al balzo quando sono venuti a sapere dei bandi di concorso pubblicati per loro al fine di farli ritornare in Italia. Un progetto iniziato nel 2001, che è proseguito, tra alti e bassi con la Moratti e che si è concluso da poco. Con quali risultati? E' molto semplice. Su 450 ricercatori che hanno lasciato il loro impiego, stabile, negli Stati Uniti piuttosto che nel Regno Unito o in Francia o Germania, ben 400 molto presto si ritroveranno senza lavoro. Già perchè seppure la promessa era quella di pervenire ad una cattedra dopo un periodo di precariato provvisorio, la nostra classe dirigente s'è scordata la prima parte (la cattedra ovvero l'impiego a tempo indeterminato) e s'è ricordata solo la seconda (ovvero il precariato).
Ora, tralascio il fatto che dell'esistenza di questi bandi io non sapessi niente (e chissà quanti altri come me), a dire che forse anche la conoscenza di questo genere di informazioni, pressochè 'criptate' sulla rete e praticamente inaccessibile per altre vie, è già di per se riservata a pochi eletti. Rimane però il fatto che a fronte di 50 nuove cattedre assegnate, sono stati generati 400 nuovi disoccupati. Curioso che l'Unità parli di 'morte del figliol prodigo' nel descrivere questa situazione, quasi parafrasando un mio vecchio post. Così come è curioso che solo di striscio su quel giornale si accenni ai 'baroni' che ostacolerebbero le nuove assunzioni per favorire i propri 'seguaci'. Curioso perchè il mantenimento dello status accademico di Professore o ricercatore, al di là di ogni merito o di ogni risultato scientifico significativo, è il vero cancro della ricerca scientifica in Italia, esattamente come il mantenimento dello stato di parlamentare o senatore, al di là della preparazione, della fedina penale pulita o di conflitti di interessi vari ed eventuali, è il cancro della politica italiana. Corridoi interi ho visto io nell'Università di Roma, dove su tutte le porte era scritto lo stesso nome. E non è che quelle porte dessero accesso ad uno studio enorme occupato da una sola persona. Ma piuttostono marcavano la territorialità di clan intoccabili a struttura piramidale, col patriarca-barone in cima circondato da figli, mogli, nipoti, fratelli e via dicendo. Professori universitari e ricercatori che esistono come tali pur senza produrre niente di scientificamente significativo, magari solo in virtù di marchette pagate da questa o quella company, industria o fondazione per le quali impiegano risorse pubbliche rendendole disponibili a basso costo. Ci vuole tanto a dirlo? Così come per la politica, anche nella ricerca scientifica e nelle università non cambierà mai nulla se prima non si cambiano le facce delle persone che ai loro vertici siedono indisturbate da decenni, tramandandosi incarichi in maniera ereditaria senza alcun merito o reale preparazione.
Lo dicevo prima, di questi bandi non sapevo niente. Ma a questo punto me ne rallegro e mi tengo stretto il lavoro che ho qui, ben sapendo che proprio quel tipo di persone che indegnamente vestono il camice e frequentano laboratori un tempo grandiosi, annuiranno con aria rassegnata a questa mia affermazione e con un mezzo sorriso diranno 'e fai bene...', come se questo stato di cose non dipendesse da loro. Come se non fosse evidente quale enorme vantaggio gli comporta la permanenza all'estero di gente come me. Quanto divertente sarebbe poterli affrontare tutti in campo sperimentale. Svergognarli pubblicamente. Un pò come è stato fatto per i politici, molti dei quali credevano che Darfur fosse il nome di una marca di caramelle ripiene alla crema. Ma non cambierebbe niente e così come quei politici ancora siedono in Parlamento, allo stesso modo quegli accademici continuerebbeo ad indossare la toga. Bisogna cambiare le facce!!!