Monday, May 28, 2007

Where everybody knows your name


Succede ogni volta. Ogni volta, all’idea di tornare ‘lassù’ mi domando se ne valga veramente la pena. Mi racconto di essere fortunato ad avere un lavoro in un posto del genere. Mi racconto che in fondo l’Italia è un postaccio dove puoi avere tutte le lauree di questo mondo, se non sei raccomandato non vai da nessuna parte. Mi racconto che dopotutto quella di Cambridge è la prima università del mondo. Mi racconto che faccio un lavoro importante. Mi racconto un sacco di favole. O meglio, un sacco di leggende, dal momento che non capisco mai dove cominci la fantasia e finisca la verità. E decido di lasciarmi alle spalle tante cose. L’ho deciso quasi sei anni fa e ancora continuo. Piccole cose magari. Il panorama dalla finestra o il traffico di Roma. Il caffè sempre al solito bar di quartiere o il giornale sempre dallo stesso giornalaio. Quella via dove sei nato, quel muretto dove hai stanziato per ore lunghissime da ragazzo o quel centro storico che adesso sembra tanto grande, ma che prima era come una stanza di cui si conoscono tutti i mobili. Piccole cose che mi lascio alle spalle ogni volta, così come anche quelle più grandi. Mi lascio alle spalle la famiglia e gli amici. Quelli di una vita come quelli nuovi. Quelli che conosci da sempre o, peggio ancora, quelli che ancora non puoi o non devi conoscere…
Alla fine credi di esserci abituato. Poi accendi la televisione e trovi un Venditti qualunque che canta ‘Compagno di scuola’, e ti rendi conto che sono passati secoli dall’ultima volta che hai ascoltato quella canzone dal vivo. Gli occhi si fanno lucidi e pensi che non sia giusto dover rinunciare, non importa quanto grande ed importante sia l’università dove lavori. Non è giusto dover rinunciare a Daniela così come a Maurizio, a Sabrina così come a Bruno, a Silvietta così come ad Alessandra. E via dicendo. Non è giusto perché poi, alla fine, quanto hai perso nel tempo pesa molto di più di quanto hai guadagnato, ammesso che tu abbia guadagnato qualcosa ad inseguire un lavoro. Lo step successivo è quello di incazzarsi col tuo paese perché non ti consente di lavorare a casa tua.
Poi passa…
“Certe volte hai bisogno di andare dove tutti sanno il tuo nome” cantava una canzone di qualche anno fa, sigla di una fortunata serie di telefilm americani. Mi ronza sempre in testa quella canzone quando mi imbarco per tornare in Italia, ed è un bel momento. Lo stesso non posso dire quando devo tornare in UK.
Speriamo almeno che passi presto.

Tuesday, May 22, 2007

Mission accomplished!

Il cinema hollywoodiano ci ha abituato ad uno stereotipo di 'action man' ormai famoso e forse anche un pò stantìo. Pompieri, poliziotti, soldati che compiono 'mission impossible' a tutto spiano. Spesso soli contro tutto e tutti, capaci di acrobazie spettacolari e coraggiosi fino all'inverosimile.

In Italia siamo un filo più originali. I nostri 'action men' non indossano uniformi, non spengono incendi e non brandiscono mitragliatori d'assalto. Lavorano di penna e di computer ma non per questo fanno una vita più comoda o sicura dei loro colleghi d'oltreoceano. In Italia, non il grande spacciatore, nè il freddo super-terrorista sono il 'public enemy number one'. La verità è il nemico pubblico numero uno. Altro che 'Spectre'.

Dal blog di Gery Palazzotto apprendo delle minacce mafiose rivolte al giornalista Lirio Abbate, autore dello scoop sull'arresto di Bernardo Provenzano, nonchè co-autore del libro "I complici. Tutti gli uomini di Provenzano da Corleone al Parlamento", insieme a Peter Gomez. Apprendo di questi fatti dal blog dell'amico Gery perchè come al solito queste notizie vengono relegate in impaginazioni improponibili nei giornali nazionali. Ma si sa, i Bruce Willis e Steve McQueen nostrani sono meno telegenici di quelli hollywoodiani e non incassano mai abbastanza al botteghino.

Solidarietà, stima e, soprattutto, massimo rispetto al giornalista minacciato. Leggetevi il post, merita!

Friday, May 18, 2007

CITTADINI!!!

In Italia bisogna suggerire al governo di non costruire una discarica in un’oasi naturalistica del Wwf. Non è difficile capire perché non bisognerebbe costruire una discarica in un posto del genere, ma in Italia è bene chiederlo. E così gli abitanti di Serre, in campania, hanno manifestato per questo motivo. Sono arrivate le ruspe scortate dalla polizia e sono volate manganellate, come da copione. Poi però è successo qualcosa di inaspettato. Il governo ha fatto marcia indietro ed ha deciso di spostare la ‘munnezza’ altrove. Gli abitanti di Serre esultano ed anche il ministro Pecoraro Scanio, che prima ricorda a tutti come lui si sia sempre detto contrario a che la discarica venisse costruita in Valle Masseria, e poi si congratula con il governo per aver saputo ascoltare le rimostranze dei cittadini.
Tutto è bene quel che finisce bene, verrebbe da pensare, però c’è una cosetta che non mi torna lo stesso. Cos’hanno gli abitanti di Serre più di quelli di Vicenza o della val di Susa? Ferma restando la condivisibilità delle loro argomentazioni, come mai loro sono riusciti a far fare marcia indietro al governo, seppur dopo qualche manganellata, mentre invece i loro compaesani che manifestavano e manifestano contro la TAV e contro la nuova base del Dal Molin sono riusciti a rimediare solo le manganellate? I nostri governanti, per bocca del ministro dell’Ambiente, hanno detto di aver ascoltato le richieste dei cittadini (sempre dopo qualche legnata da parte della polizia che proprio sembra non poterne fare a meno), eppure non mi sembra che negli altri due casi i cittadini abbiano sussurrato.
CITTADINI CAMPANI!!! Voi che siete sempre accusati di emograzionismo, fatalismo, camorrismo e terronismo!!! ESPORTATE LA VOSTRA VOCE AL NORD!!! Per qualche motivo a voi stavolta vi hanno ascoltato, andate a strillare pure in val di Susa ed a Vicenza!!! Hai visto mai…magari è una questione di dialetto.

Thursday, May 17, 2007

non so

Silvietta says:
guardavo il tg 5 furti rapine decessi berlusconi destra sinistra mastella luxuria napoli spazzatura euro …morti sul lavoro, pedofili, effetto serra, il papa, Bagnasco, la CEI, l'Afghanistan, l'Iraq, la Cecenia, la guerra, il nucleare, la globalizzazione, il capitalismo, i comunisti, la finanziaria, l’economia, il mercato, il PD, i giornali, Travaglio, Vespa, il conflitto d’interessi, la legge elettorale, il programma, le elezioni, il qualunquismo, lo scissionismo, il perbenismo, il family day, lo stato laico, la giustizia, i giudici, gli avvisi di garanzia, l’indulto, il terrorismo, i gay, gli immigrati, gli sbarchi, la chiesa, l’aborto, le staminali, i diritti, la morale, l’etica, il parlamento, la legge, i brogli, le manifestazioni, la TAV, il Dal Molin, le cariche della polizia, la disoccupazione, l’ignoranza, l’università, la ricerca, i raccomandati, i concorsi, gli stupri, le bombe, i civili uccisi, Emergency, Karzai, Rahmat, i talebani, Bin Ladin, i kamikaze, gli attentati,...

Silvietta says:
basta

Lesandro says:
silenzio

Wednesday, May 16, 2007

Crimen Sollicitationis



Lo so, penserete che sono monotono a parlare sempre delle stesse cose. Oltretutto non mancano gli argomenti. Mediaset si compra Endemol, gli operai continuano a morire lavorando, i nostri soldati in Afghanistan sono sempre più bersagli e sempre meno ‘costruttori di pace’ (virgolette beppegrilliane). Ma determinate cose bisogna saperle. E dovrebbero saperle soprattutto quelle centinaia di migliaia di persone che, forti della propria numerosa prole, hanno partecipato al Family Day. Devono saperle quelle persone che il 12 maggio scorso innalzavano cori e danze a Dio con affettato fervore e fastidioso autocompiacimento della propria cattolicità. Devono saperle quelle persone che si proclamano ‘fiere’ di baciare l’anello papale. Devono saperle quelle persone che sono inorridite davanti alla vignetta di Vauro che riporto in apertura del post. Devono saperle tutti.

Crimen Sollicitationis

Un documento segreto, emanato dalla chiesa nel 1962. In questo documento si dettano le linee guida che devono regolare il comportamento dei vescovi quando questi vengano a conoscenza di casi di pedofilia che coinvolgano preti della propria diocesi. Coprire, nascondere, negare. Pagare il silenzio delle vittime se necessario (7 milioni di dollari di budget stanziati nel 1996 solo per la diocesi del Minnesota!!! Ed il prete che ha denunciato tutto questo è stato allontanato dalla chiesa), minacciare le vittime per imporgli il silenzio. Punire con la scomunica chiunque mostri anche solo interesse per l’accaduto.
Per 20 anni, questo documento osceno, questa infamia, è stata IMPOSTA dal Cardinale Joseph Ratzinger! Lo stesso che oggi si spende, da papen, a favore della famiglia. Ma quale famiglia perdio!!! Quella mafiosa della chiesa forse. Ma guai a chiamarla così. Il presidente del National Review Board (Comitato Nazionale del Riesame), incaricato di investigare sui crimini di pedofilia della chiesa negli USA, accostò l’omertà e la segretezza della chiesa a quelle di Cosa Nostra, e lo hanno costretto a dimettersi.
Ma non basta. Nel 2001, sempre l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, emana la direttiva che estende e completa la Crimen Sollicitationes, aggiungendo che tutti i casi di pedofilia che avvengano dentro la chiesa, devono essere considerati di competenza esclusiva della chiesa stessa. Ad oggi, il Vaticano ha offerto ASILO e protezione a non meno di 7 preti pedofili recidivi, negando assistenza ai legali che si occupavano di uno di essi (il Cardinale Sodano arrivò a rimandare indietro una richiesta di documenti avanzata dagli avvocati di una delle innumerevoli vittime di pedofilia 'ecclesiastica' degli Stati Uniti senza nemmeno aprirla).
Mai, in nessuna parte né della Crimen Sollicitationis, né della sua estensione, si legge una riga, una parola che sia di aiuto alle vittime. E tutto questo è avvenuto, ed avviene, su ordini di un uomo che oggi quelle persone che hanno partecipato al Family Day, chiamano ‘papa’ e venerano come il rappresentante di Cristo in Terra. Il Diavolo non avrebbe saputo fare di meglio.
Il filmato di cui vi fornisco il link è raccapricciante. Ci vuole stomaco per vederselo tutto. Me lo ha segnalato la mia amica Silvia. A lei, ma soprattutto a Colm O'Gorman, autore del video, ex vittima di abusi sessuali da parte di un prete, oggi leader politico e fondatore di One in Four, associazione per il sostegno alle vittime di abusi sessuali, va il mio ringraziamento.
Lo so, non bisogna generalizzare, esistono anche preti buoni. Ma sarebbe ora che si facessero sentire allora!!!
Vedetelo...prima che lo (mi) oscurino.

Sunday, May 13, 2007

Fratelli di Giorgiana Masi...dove siete?

Giornata davvero strana quella di oggi. Dovevano esserci due manifestazioni a Roma oggi. Una di stampo conservatore, a difesa di valori un pò antichi magari, ma comunque positivi. L'altra più innovatrice, portatrice di un messaggio di laicità delle istituzioni tanto necessario al giorno d'oggi e soprattutto in difesa di diritti civili ormai riconosciuti a tutti in buona parte del mondo. In teoria, le due manifestazioni, seppur radicalmente diverse, non avrebbero dovuto essere l'una in opposizione dell'altra. A San Giovanni si celebrava l'idea cattolica di famiglia, a Piazza Navona quella laica. Da un lato si esaltava la decisione, tutta religiosa, di contrarre un legame davanti al Dio dei cattolici, dall'altro si chiedeva la possibilità di poter vivere in coppia anche senza essere religiosi. A ricercarli, si potrebbero trovare miliardi di punti d'incontro tra due posizioni del genere, non ultimo quel Matteo 25, 40 che recita 'Ciò che farete a uno dei miei piccoli fratelli, lo farete a me'.
Basterebbe un pò di buonsenso insomma, e di buona volontà. Che guarda caso sono esattamente le cose che sono mancate. Soprattutto alla manifestazione di San Giovanni, per quanto anche da Piazza Navona siano arrivate affermazioni da pelle d'oca. Sul sito de l'Unità, si sono presi la briga di elencare le 'migliori'. "Fieri di poter baciare l'anello al papa!" esclama Gramazio (AN; anche noto come 'er pinguino' negli ambienti della destra popolare romana). Contento tu, verrebbe da rispondergli, ma attento agli incisivi sennò fai come Fantozzi davanti al Megapresidente Galattico. "Scientificamente l'omosessualità non esiste, è una devianza dell'età evolutiva, dell'adolescenza" afferma il noto psicobiologo don Oreste Benzi. Curioso. Scientificamente nemmeno la castità esiste in natura, tantomeno durante l'adolescenza. Chi glielo spiega adesso a lui, che è un prete, che sta andando contro natura come i gay? Per Berlusconi, che alla fine è ri-sceso in piazza fomentato da una delle migliori vignette che Vauro abbia mai prodotto, i buoni cattolici non possono essere di sinistra (sta studiando da papa ma non lo eleggeranno mai. Ci sono regole precise in Vaticano in merito all'altezza minima dei pontefici e lui non ci rientra). A queste parole, il ceppalonico sobbalza, coopta un cronista e gli dice "No no, aspè! Però anche quelli di sinistra possono essere buoni cattolici èh? Ecco!". Insomma, c'è posto per tutti. Persino Totò 'vasa vasa' Cuffaro riesce a dire la sua, invocando il ritiro del ddl sui Dico, proprio come Pezzotta.
La piazza appare piena. Dalle interviste dei tiggì si sentono parlare uomini e donne che, prima di esprimere ogni pensiero sull'avvenimento, ci tengono a precisare che hanno 4, 5, 6, fino ad 8 figli e che, durante tutto il viaggio per arrivare a Roma, con essi hanno intonato le lodi al Signore. Al che, mi sono venute in mente due riflessioni: a) se proprio non volete usare il preservativo, allora la sera ogni tanto uscite cazzo! Chessò, un cinema, un ristorante...; b) Se mio padre, che pure è cattolicissimo, mi avesse cresciuto così, probabilmente adesso avrei le tette, i labbroni a canotto e mi farei chiamare Marisa. Per i gay, in questa piazza, non c'è spazio. Sono, nella migliore delle ipotesi, persone malate da compatire.

Nell'altra di piazza invece, i commenti sono un filo più moderati (il che è curioso dal momento che la piazza è piena di 'comunisti'), ma ugualmente sconvolgenti a modo loro. La frase più divertente è della Bonino: "Non ci avete creduto alle elezioni dello scorso anno, meritavamo di più. Se fossimo stati più forti avremmo potuto far valere i vostri e i nostri valori". Insomma, è colpa nostra che non li abbiamo votati. Pecoraro Scanio partecipa "ad un'iniziativa in linea con il governo" mentre Manconi si oppone ai "veti confessionali". Un vero assalto frontale, non c'è che dire. Sembra che anche il papen abbia tremato nel lontano Brasile. Ma tant'è, anche qui c'è posto per tutti, persino per Intini e Bobo Craxi, l'avanguardia socialista italiana. Per i gay, anche in questa piazza, non c'è spazio. Sono, nella migliore delle ipotesi, 'compagni' che hanno sbagliato.

E fu così che due manifestazioni potenzialmente innocue vennero trasformate in due enormi pagliacciate e come tali le racconto.
Meno male però che almeno Pannella si sia ricordato di Giorgiana Masi. Con chi avresti sfilato oggi Giorgiana? Con chi discrimina, disprezza, emargina o con chi, molto più semplicemente, non ha il coraggio per contrastare tutto questo?

Thursday, May 10, 2007

La Teologia della Liberazione



Il papen è volato in Brasile. È il primo viaggio del Grande Ratzinger in sudamerica. Sembrerebbe il classico viaggio apostolico, oltretutto in un paese enorme che conta più di cento milioni di cattolici, ma non è così. Il Brasile è la terra della ‘Teologia della Liberazione’, tanto di buon occhio vista da Giovanni Paolo II e tanto osteggiata dall’allora Cardinale Ratzinger quando ancora era solamente Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (istituzione religiosa in altri tempi nota come Inquisizione). Cos’è la Teologia della Liberazione? È una rilettura del messaggio evangelico che tende a portare in contatto gli insegnamenti di Cristo con le necessità sociali ed economiche delle classi più povere ed oppresse del pianeta. Detta così sembra un’ovvietà, ma non lo è affatto. La Teologia della Liberazione nasce in seguito all’impatto avuto in sudamerica da alcuni movimenti religiosi, negli anni ’50, che portarono i preti a contatto con la classe operaia, prima in Francia e poi in Italia. Molti sacerdoti, in quegli anni, iniziarono a lavorare in fabbrica per essere più vicini agli operai. L’esperienza dei preti operai, peraltro immediatamente condannata dal Vaticano di Pio XII che ravvisò un pericoloso avvicinamento della Chiesa al ‘comunismo’, venne descritta dai suoi protagonisti in diversi libri che attraversarono l’atlantico e, negli anni ’60, accesero la passione di alcuni sacerdoti, tra cui Gustavo Guiterrez, Helder Camara e Leonardo Boff, gli ultimi due brasiliani. Questi uomini elaborarono e svilupparono la Teologia della Liberazione in un contesto di dittature sanguinarie ed oppressione quale era quello dell’America del Sud di quegli anni, risentendo anche degli insegnamenti provenienti dall’America del Nord (Martin Luther King Jr.) e dal Sudafrica (Desmond Tutu). All’interno di questa nuova dottrina, si evidenziano punti che mai ci sogneremmo di ascoltare in quella canonica. La povertà è un peccato sociale. La Liberazione passa attraverso la presa di coscienza della lotta di classe esistente ed attraverso lo schierarsi dalla parte dei più deboli. La dottrina evangelica va accettata liberamente. Ovvero, prima si pensa a fornire ai poveri condizioni di vita dignitose, poi gli si chiede se vogliono abbracciare la religione, e non il contrario, come accadeva (accade?) nelle missioni. L’uomo per salvarsi deve essere solidale e creativo, e deve considerare come una salvezza anche l’ambiente in cui vive, che deve pertanto essere rispettato. Verrebbe da chiedersi, quando mai Gesù Cristo ha predicato qualcosa di diverso da tutto ciò? E non è un caso infatti che Giovanni Paolo II abbia riconosciuto, seppur dopo un’iniziale perplessità, le buone radici presenti in questi insegnamenti, nonostante le pressioni esercitate in senso contrario sia dall’Opus Dei, e non stupisce, sia dal Prefetto Ratzinger, che ritenne inconcepibile un percorso di redenzione che passasse attraverso la lotta sociale piuttosto che attraverso la dottrina sociale della Chiesa cattolica. E difatti, appena eletto Benedetten XVI, parte subito la reprimenda che condanna la visione per cui i poveri sarebbero il ‘luogo teologico fondamentale’ al posto della ‘fede apostolica trasmessa attraverso la Chiesa a tutte le generazioni’. In altre parole, quello che è giusto o sbagliato, non lo decidete voi con i vostri occhi, ma noi coi nostri indici di gradimento.
L’Independent si interroga oggi sul perché di questo passo indietro della Chiesa rispetto alle posizioni del precedente Pontefice. La conclusione di Peter Popham, inviato dal Vaticano, è che a questo proposito la Chiesa non si è…evoluta! È rimasta ancorata all’atavico terrore del ‘comunismo ateo e totalitario’ (“stanno tentando di ribattezzare Marx”) senza considerare minimamente (ma sarà un caso?) il fatto che in America del Sud gli stermini, le deportazioni, lo sfruttamento ed in ultima analisi la pietosa condizione socioeconomica di tanta parte della popolazione, sono derivati dal capitalismo e dalle sfrenate politiche neoliberiste imposte in buona parte dagli Stati Uniti dal dopoguerra ad oggi. Inoltre sembra che, durante la sua docenza all’Università di Tubingen alla fine degli anni sessanta, il papen abbia assistito ad un evento per lui inconcepibile, contro cui nulla hanno potuto i suoi raggi protonici e che lo hanno portato a sviluppare una netta intolleranza verso tutto ciò che sia identificabile come ‘progressista’: un gruppo di studenti occupò l’aula dove stava facendo lezione!!! Qualunque cosa leggiate sui giornali domani…prendetelo con le molle!!!

Tuesday, May 08, 2007

grrrrrrrrrrrrrr


Noi italiani possiamo sopportare tutto. E purtroppo lo facciamo in continuazione. Ma guai a toccarci il conto in banca. Sarà che di soldi ne girano pochi, sarà che quei pochi sono generalmente sudati di brutto. Però se ci infili le mani in tasca diventiamo delle belve. Ed è esattamente così che mi sento io adesso, nel leggere sul sito di Peacereporter, il comunicato con il quale Emergency informa dell’ennesima azione di forza intrapresa dal governo Karzai contro questa ong. Quel governo ha infatti espresso l’intenzione di requisire gli ospedali di Emergency, per stabilirvi un’altra e non meglio precisata ong (in quello di Kabul) o addirittura una struttura militare NATO in quello di Anabah (‘Provincial reconstruction team’…).
E qui, se permettete, mi incazzo! E ne avrei a milioni di motivi validi per incazzarmi, tutti più o meno legati a tutto quanto è successo ad Emergency negli ultimi mesi. Dal rapimento Mastrogiacomo a quello Hanefi. Ma invece mi incazzo da tipico Lesandro medio ed italiano. Perché quegli ospedali sono stati costruiti grazie alle nostre donazioni, ai nostri soldi. Soldi che ci siamo cavati di tasca non senza problemi ma che abbiamo benedetto dal primo all’ultimo centesimo perché avrebbero permesso ai medici, ai chirurghi, agli infermieri giù fino agli addetti alle pulizie, di fare quello che avremmo voluto fare noi, ma che non abbiamo fatto, vuoi per mancanza di conoscenze specifiche (non siamo tutti chirurghi) vuoi per mancanza di coraggio (non siamo nemmeno tutti eroi). Abbiamo fatto donazioni ben conoscendo il criterio con cui quei soldi sarebbero stati utilizzati: assistenza di qualità, a tutti e gratuita. E lo dico sinceramente, mi importerebbe fino ad un certo punto sapere che questi ospedali vengono requisiti se avessi la certezza che queste tre condizioni venissero rispettate. Al massimo lo troverei paradossale. Ma invece nessuna garanzia viene data dal governo Karzai riguardo alla professionalità del personale medico che dovrebbe operare in questi ospedali né riguardo al fatto che l’assistenza medica venga riconosciuta a tutti e non solo ai feriti ‘amici’ (politica apertamente espressa da quel governo), né che questa venga fornita gratuitamente. Anzi, veniamo informati che una di quelle strutture, quella di Anabah, potrebbe essere destinata ad uso militare.
Cari Prodi e d’Alema, non ho dato i miei soldi per contribuire alla costruzione di basi militari o di ospedali per pochi eletti. O a quel criminale di Karzai gli mettete un freno una volta per tutte oppure quei soldi me li ridate voi!!!

Monday, May 07, 2007

Il Manifesto della razza cattolica


Ho trovato su internet il sito del Family Day e da questo ho scaricato il suo manifesto. Ho avuto lo stomaco di leggermelo tutto. Poche righe in verità, ma pesanti. Ne riporto gli stralci più illuminanti:
Solo nella famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e una donna, e aperta a un’ordinata generazione naturale, i figli nascono e crescono in una comunità d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi un’educazione civile, morale e religiosa.”
Più giusto sarebbe stato dire ‘alle volte’ e non ‘solo’. L’errore viene recuperato più tardi però, quando si stabilisce che tali figli, nati e cresciuti in queste condizioni paradisiache, ‘possono attendersi ecc. ecc.’. Possono attenderselo certo, ma non è detto che l’otterranno. Rimane aperto il problema di cosa succede a questi fortunatissimi bambini quando l’unione ‘naturale’ non è per niente stabile e babbo e mamma si mandano educatamente, civilmente, moralmente e religiosamente a cagare l’un l’altra, come sempre più spesso accade. Inoltre, passi l’educazione civile e morale (civiltà e moralità sono notoriamente virtù precluse ai gay, esseri incestuosi e cannibali che vivono nelle caverne come faceva Leonardo da Vinci), ma chi l’ha detto che un bambino per crescere debba per forza sottostare anche ad una educazione religiosa? Direi anzi che, a giudicare dai tanti baby-kamikaze che popolano il medio oriente, questa sarebbe una possibilità decisamente non augurabile. Ma questa è solo una provocazione del blogger. È ovvio che la religione di cui si parla è, implicitamente, quella cattolica che è la più bella e la più buona di tutte. Prima omissione di dati. Su cosa si basano queste affermazioni? Qual è la fonte? Persino nel manifesto fascista dell’italica razza si chiamavano a testimoniare professori universitari ed esperti vari. In questo caso invece non è necessario evidentemente…basta la fede.
Anche in Italia la famiglia risente della crisi dell’Occidente - diminuzione dei matrimoni e declino demografico - e le sue difficoltà incidono sul benessere della società, ma allo stesso tempo essa resta la principale risorsa per il futuro e verso di essa si rivolge il legittimo desiderio di felicità dei più giovani.”
Totale sconvolgimento delle relazioni di causa-effetto. L’Occidente è cattolico-cristiano e si basa da sempre sul concetto di famiglia cattolica-cristiana. La crisi cui si accenna nasce all’interno dell’occidente, non gli piove tra capo e collo da Marte. Se c’è una crisi in occidente oggi, questa è la crisi del cattolicissimo capitalismo gestito da cattolicissimi imprenditori che in nome del proprio cattolicissimo conto in banca, spesso e volentieri col beneplacito del Vaticano, hanno operato il cattolicissimo massacro dell’ambiente, il cattolicissimo sfruttamento delle fasce più deboli, povere o emarginate delle società mondiali a proprio vantaggio, sparando cattolicissime cannonate in testa ad uomini e donne che con questo cattolicissimo occidente non hanno, e non vogliono avere, più niente a che fare, oppure popolando le cattolicissime televisioni di cattolicissime tette e chiappe di sedicenni che inevitabilmente spingono il cattolicissimo babbo ad andare a puttane la sera mentre la cattolicissima mamma, ormai sfatta dalle numerose e cattolicissime gravidanze, ed i fortunatissimi bambini dicono le preghiere del vespro. Non vedo come i gay possano entrare in tutto ciò…
Seconda omissione di dati: chi l’ha detto che i giovani aspirano alla famiglia cattolica?
Aiutiamo i giovani a fare famiglia
Aumentate gli stipendi minimi, rendete l’acquisto di una casa una cosa fattibile e non più un’utopia e smettetela di pagare stipendi d’oro agli alti funzionari pubblici invece di starnazzare cazzate all’ombra del Crocefisso.
A partire da queste premesse antropologiche…”

…letto questo ci si aspetterebbe di leggere in calce la firma di Starace. Ma quali antropologiche? Dove sta l’antropologia in questo mare di puttanate? Qualsiasi antropologo potrebbe dirvi che il vostro concetto di famiglia ‘naturale’ è tale solo in Italia o in occidente. Numerosissime sono le culture, le etnie, le razze, oggi come nel passato, che hanno affidato l’allevamento dei figli solo ai padri, o solo alle madri, o in cui l’omosessualità era vissuta come un pregio ed una virtù che nobilitavano l’omosessuale e lo eleggevano ad uomo o donna di riferimento per la comunità, non ultima la civiltà della Grecia antica o quella dei pellerossa, quest'ultima cattolicamente sterminata neanche da tanto.

Saturday, May 05, 2007

Lo smemorato di Ceppaloni

Si avvicina la data del Family Day, la manifestazione organizzata allo scopo di rivendicare la presunta superiorità della famiglia ‘tradizionale’ (un uomo e una donna…) su quella alternativa composta da persone dello stesso sesso. Sebbene molte persone illustri che vi parteciperanno si sforzino di far passare questo evento come celebrativo di ‘valori’ e ‘morali’ fondamentali per la civiltà (pur senza spiegarci in che maniera l’assortimento sessuale della famiglia dovrebbe garantirli), ieri il sindacalista Pezzotta, probabilmente stanco di vedere queste persone eseguire acrobazie dialettiche da circo, ha tagliato la testa al proverbiale toro affermando, finalmente, che il Family Day è una manifestazione contro i Dico. Piccolo problema: come conciliare la presenza a questa manifestazione, di esponenti del governo attualmente in carica, dal momento che il ddl sui Dico è parte dell’attività governativa. La Bindi, che più passa il tempo più guadagna punti sul mio personalissimo cartellino, sostiene che nessun Ministro dovrebbe partecipare. E parla chiaro, anche la Bindi, sostenendo che la famiglia non c’entra niente e questa manifestazione sia semplicemente un tentativo messo in atto dalla destra di polarizzare l’opinione pubblica tra cattolici e laici (o atei, comunisti, omosessuali…fate voi) in maniera da strumentalizzare, rallentare e, in ultima analisi, bloccare il processo di laicizzazione dello Stato italiano. Laicità tanto sbandierata da tutti quanto assente nei fatti.
Dal canto loro, i ministri a cui la Bindi si riferisce, Fioroni (pubblica istruzione…) e Mastella (grazia e giustizia!!!), rispondono in maniera diversa. Fioroni si salva in calcio d’angolo, sostenendo che lui va per ‘ascoltare’ e per parlare con gli altri delle proprie idee e convinzioni. Diciamo che va bene…anche se viene da chiedersi come mai tutta questa curiosità ed interesse non ci siano stati anche, ad esempio, quando migliaia di persone, omosessuali e non, si sono riunite ed hanno manifestato anche loro per invocare uguali diritti. Dov’era allora Fioroni?
Mastella invece già indossa l’armatura da crociato ed erge da subito il proprio petto a scudo della morale cattolica. Lui sarà in piazza contro i Dico insieme alla moglie ed ai figli e ritiene che un’eventuale partecipazione di gruppi omosessuali alla manifestazione sarebbe “un comportamento scostumato, politicamente ed eticamente” (leggetevi quest’intervista…vi prego gay di tutto il mondo!!! ANDATE!!!). Lui ci sarà a difesa della famiglia, come ha sempre fatto nella stesura del programma dell’Unione, in campagna elettorale e adesso in Parlamento, perché la promozione di politiche per la famiglia sono “valori che rappresentano il DNA del nostro partito”!
Evidentemente il Ceppalonico ha memoria corta, e non ricorda almeno due cose fondamentali a questo riguardo. La prima è che la formulazione di nuove leggi per la regolamentazione delle coppie di fatto è una voce che è stata sempre presente nel programma dell’Unione (come anche la necessità di una nuova legge elettorale). La seconda, e questa dimenticanza è decisamente più grave della prima, è che…il DNA…non esiste. L’ha detto il papen. Ce lo siamo scordato?

Wednesday, May 02, 2007

Di presentatori, cornacchie e bravi bambini


Andrea Rivera, così si chiama il nemico pubblico uno del momento. Un pericoloso terrorista, un criminale spietato, un abominio del genere umano, a sentire l’Osservatore Romano. Un essere esecrabile che ha commesso un crimine atroce. Qualcosa di impensabile, di inimmaginabile anche alle menti più perverse e contorte. Ha detto la verità. E l’ha fatto davanti a più di mezzo milione di persone. E, cosa ancor più grave, ha detto la verità sulla chiesa. Il Grande Ratzinger, che ormai non spara più missili e raggi protonici ma solo cazzate galattiche, dice di non credere alle teorie sull’evoluzione di Darwin perché l’uomo e la donna non si sono evoluti da specie diverse attraverso l’accumulo di mutazioni genetiche successive, ognuna in grado di garantire un vantaggio adattativo ulteriore, ma sono stati creati da Dio che ha sputato su un secchio di fango ed ha creato Adamo. Nessuno è d’accordo, nemmeno Babbo Natale e la Befana (ai quali, a questo punto, credo anche io), però non si può dire, senno Gesù bambino piange ed al robottone tedesco calano gli indici di gradimento. Il Vaticano più volte prende posizione contro l’eutanasia, interferendo, come al solito, nella politica italiana. Condizionando le decisione politiche attraverso i propri ‘picciotti’ abilmente sparsi in entrambi i rami del Parlamento italiano. Arriva a negare il funerale ad un povero Cristo-Welby qualunque che, dopo anni di immobilità, di ospedali e di sofferenza, ormai non era più in grado nemmeno di tenere gli occhi aperti da solo e pertanto ha deciso di smettere di soffrire e di far soffrire chi gli stava accanto, senza fare mai del male a nessuno. Nemmeno a se stesso. Però, la stessa Chiesa non esita a sfoderare i paramenti funebri per benedire l’animaccia stramaledetta di un macellaio carnefice come Augusto Pinochet. Sono tutti incazzati per questo, anche Babbo Natale e la Befana, però non si può dire, sennò Gesù bambino piange ed il crucco crolla nei sondaggi. Ma ad Andrea Rivera (che sinceramente fino a ieri nemmeno conoscevo) non gliene frega niente. Sale sul palco e dà voce ai pensieri di milioni di persone (inclusi Babbo Natale e la Befana) con calma ed ironia, come si conviene al presentatore di uno show. Il boato che segue dalla folla è liberatorio ed immediato. Così come immediate sono le reazioni non solo delle cornacchie dell’Osservatore Romano (questo aggettivo mi offende), ma anche degli autori dell’evento nonché dei sindacati, che si ritraggono spaventati dal tutto, temendo scomuniche rotanti ed anatemi perforanti. Tutti in coro accusano e condannano la verità. In nome di che cosa non s’è capito. Tutti insieme si ergono a portavoci di Gesù Bambino e delle sue lacrime nell’additare le parole e la verità del presentatore che…scusate…m’è arrivata una mail…

Da: gesù@bambino... (la privacy)
A: lesandro

"Egr. Dott. Lesandro,
in teoria io non saprei scrivere essendo troppo piccolo, ma nel tuo caso farò un’eccezione. Ti scrivo questa lettera perché non voglio che accosti nuovamente il mio nome a quello di quel bruttone vestito da gelataio. Io non c’entro niente con lui e soprattutto non piango. Sono un bravo bambino e non faccio i capricci io. Se piango, piango quando lo vedo in tivvù [non hanno problemi di satellite da quelle parti n.d.b.] e quando lo sento dire tante cose cattive in nome mio. Piango quando lo vedo calpestare con i piedi dell'indifferenza la povertà, la fame, la sofferenza e la miseria di tanti miei fratelli che invece dovrebbe aiutare, se necessario anche levandosi gli abiti di dosso, come io e il mio amico Francesco gli abbiamo insegnato. Anche il mio amico Pietro si arrabbia quando lo vede e dice “Maròòòò che fesso che m’è succeduto!!!”, ma poi mamma lo sgrida perché non vuole che parli in dialetto davanti a me.
Ma non piango certo per quello che ha detto quel ragazzo l’altro giorno davanti a tutti quegli amici che si divertivano (a proposito, c’era anche mio papà a quel concerto. Lui era un bravo falegname. Io sarei voluto andare ma la mamma dice che sono ancora troppo piccolo). Figuriamoci! Le leggi dell’evoluzione le ho inventate io!!! Perciò lui, il bruttone, non è amico mio e io con lui non c’entro niente, ecco! Eppoi io preferivo Goldrake.
Adesso però devo andare che è tardi. La mamma mi darà il latte e poi me ne andrò a letto, ad ascoltare le favole che Piergiorgio mi racconta ogni sera per farmi addormentare. Sono belle favole. Parlano di fratellanza, amore e solidarietà. Sono contento di averlo incontrato Piergiorgio.

Ciao, e smettila di fare l’agnostico. Tanto lo so che mi vuoi bene anche tu.

Gesù"
il blogger si ritira in buon ordine...ha un debole per i bambini.

Tuesday, May 01, 2007

La festa dei 'fortunati'


Sarà la lontananza da casa, sarà che in UK il primo maggio non viene celebrata la festa dei lavoratori (festività un pò troppo ‘comunista’ per la corona) e mi tocca lavorare normalmente, ma quest’anno segna definitivamente un abbassamento di tono, almeno per il sottoscritto, nell’enfasi della ricorrenza. In altre parole, leggo delle manifestazioni, delle iniziative, dei discorsi di questo o di quell’altro politico e non posso fare a meno di notare quanto distanti da me siano tutte queste cose. È stato vero un po’ per tutti gli avvenimenti politici negli ultimi mesi a dire la verità. Ascoltavo gli interventi dei rappresentanti del centro sinistra all’assemblea costituente del PD. Mi sforzavo di intervenire, seppure mentalmente, in quei discorsi, di auto-coinvolgermi in un passaggio che dovrebbe essere importante per la storia politica del Paese. Ma alla fine dei conti, più mi impegnavo più sentivo la distanza tra me e loro aumentare. Ascoltavo quei discorsi, come ne ascolterò di altri questa sera, e non riuscivo a trovare la gente, tra tutte quelle parole. Dov’è la gente quando Rutelli parla di Quercia e Margherita che sono già lo stesso partito? Dov’è la gente quando segretari e sottosegretari vengono messi dentro e fuori dai ministeri, a seconda del governo, per gestire le nostre vite, quasi sempre secondo criteri di clientelismo o nepotismo puri (vedi la recente assunzione, ad opera del Ceppalonico, di Giampaolo Nuvoli come direttore generale al Ministero di grazia e giustizia...lo stesso uomo che voleva vedere Borrelli impiccato ad un lampione)? Dov’è la gente quando si promuovono e si votano leggi che imbavagliano la stampa e ci impediscono di sapere chi delinque nel nostro paese, come, quando e, soprattutto, quanto? Intendiamoci, la gente viene sempre chiamata in causa, ma alla fine risulta sempre assente. Che popolo di maleducati!!!
Lo stesso accade oggi, primo maggio. Si è voluto dedicare l’evento alle morti sul lavoro. Non riesco a capirne il senso. Le morti sul lavoro hanno quasi sempre delle responsabilità precise alle spalle. Non dovrebbero essere celebrate o ricordate. Dovrebbero essere condannate. Dire 'basta morti sul lavoro' suona un pò ingenuo, come dire 'basta terremoti', se poi chi predica bene in pubblico, razzola male in parlamento. Però offrono materiale a sufficienza per altri discorsi, altre parole. Sempre, o quasi, senza un contraddittorio degno di questo nome. E la gente oggi sarà in piazza. Va bene la piazza per la gente. Si sfogano, urlano, sfilano, ma poi tornano tutti a casa, convinti di aver fatto qualcosa di utile e di giusto. C’è solo un problema. Che questo genere di cose possono essere ignorate con una semplicità estrema. Tempo fa, durante i suoi spettacoli, Beppe Grillo inviava, a nome di tutto il pubblico presente, una mail al Presidente Ciampi per chiedere il ritiro delle truppe dall’Iraq. Durante una delle prime date del tour, calcolò che, a fine tour, Ciampi avrebbe ricevuto più di un milione e mezzo di firme e domandò al pubblico: “possono fare finta di niente davanti ad un milione e mezzo di firme? Possono ignorarle? (pausa)…si!”. Niente di più vero. Sarà in piazza la gente oggi, per manifestare o per assistere al famoso concerto di San Giovanni. È una festa dopotutto. A quel concerto ci sono andato sempre anche io. Paradossalmente però, solo fintanto che ero studente. Poi ho cominciato a ‘lavorare’ un pò in giro per il mondo e proprio quando avrei potuto partecipare a pieno titolo alla festa dei lavoratori…ho dovuto rinunciare. Chiara metafora di quello che il mondo dei lavoratori è in realtà. Non bisogna lamentarsi. Avere un lavoro non è più un diritto. In Italia, titoli e meriti non offrono poi molte garanzie. Avere un lavoro è una botta di culo clamorosa. Anche perché, se crepi lavorando, facile che la gente festeggi pure.
Buon primo maggio a tutti.