C’è un riflesso mentale semplice e diretto dietro il sorriso che si sono scambiati la Merkel e Sarkozy dopo che un giornalista ha chiesto ai due sulle rassicurazioni ricevute da Berlusconi relativamente alle misure adottate per fronteggiare lo stato di crisi del nostro paese. Quello di due persone alle quali è stato presentato un piatto di merda, e che devono per forza di cose, per quieto vivere, per quell’ipocrisia intrinseca nei rapporti internazionali tra paesi, convincere la gente trattarsi non di merda, ma di pâté di fegato d’oca. Ai due viene da ridere. Si guardano, quasi a dirsi “rispondi tu”, “no no, prima tu, ti prego”. L’abilità dei politici. Nessuno dei due risponde alla fine. Il francese dice di confidare nelle ‘istituzioni’ italiane. Razionalizzare le parole di Sarkozy è facile, immediato. Berlusconi ovviamente non ha rassicurato nessuno. Non ci è andato nemmeno vicino. Perciò devono essere altri a trovare il bandolo della matassa italiana. Le istituzioni appunto. Se avesse potuto avrebbe risposto “Cacciatelo via e iniziate a lavorare seriamente per tirare il vostro paese fuori dai guai”. Forse anche “Levatevelo e levatecelo dai coglioni”. La Merkel non ha avuto altrettanta fantasia, ma quello sguardo e quel sorriso la vincolano evidentemente all’opinione del primo ministro francese. Per metà degli italiani il significato di questa inusuale sorta di goliardia complice franco-tedesca è chiaro. Mi domando come lo interpreterà l’altra metà. Forse penseranno che ‘Berlusconi’ in francese significhi “Il primo ministro francese ce l’ha piccolo”. O “Il cancelliere tedesco gonfia le gobbe ai cammelli”. O magari entrambe le cose. Pertanto i due, alla parola magica, si guardano e sorridono imbarazzati. D’altra parte, a sentirla parlare quest’altra metà degli italiani, come può succedere frequentando un social network, si vede che anche a loro la ‘fantasia’ (leggasi l’ipocrisia, l’ignoranza, l’ottusità) non manca. La sommossa di Roma dei giorni scorsi, gli scontri tra forze dell’ordine mal pagate e male equipaggiate e qualche centinaio di sciocchi coraggiosi, per adesso li tiene impegnati. Invocano leggi speciali per polizia e magistratura per braccare e condannare tutti gli ‘aggressori’. Ma a quanto pare solo per la magistratura non ‘politicizzata’, chè quella politicizzata manderebbe tutti assolti ovviamente. Le toghe rosse. Se poi provi a chiedere come si fa a distinguere tra un magistrato politicizzato e uno invece no, ti rispondono che lo vedi al processo. Se assolve il black (o blac, o blak, o blach, o blek) bloc è politicizzato, sennò no. Mi sono ritrovato a sorridere proprio come Sarkozy (dio m’aiuti) nel tentativo di spiegare che tale distinzione, ammesso ma soprattutto non concesso che sia lecita, andrebbe fatta prima del processo, e non dopo. Confesso però di non aver più seguito la risposta dei miei interlocutori. Dopo un po’, lo stupro dell’h nel verbo avere e la distribuzione futurista degli accenti su verbi, avverbi e pronomi, mi allontanano dai dialoghi di facebook. Né voglio contribuire più di tanto a stressare ulteriormente la già grama esistenza di chi, ostinatamente quanto inutilmente, si sforza ogni giorno di continuare a credere che quella che ha sotto il naso non è merda ma pâté di fegato d’oca.