Immaginate di stare dormendo e di sentire il rumore di qualcuno che cerca di entrarvi in casa. La prima reazione è probabilmente emotiva e di terrore, ma poi, pensando al benessere dei propri cari, si tenta di reagire in qualche maniera. Si cerca un’arma ad esempio, e si chiama la polizia. Ora immaginate che la polizia risponda che manderà degli agenti dopo…due giorni. In due giorni i ladri non solo vi svuotano casa con tutta calma, ma vi violentano anche la moglie, la figlia, la mamma e la nonna. Contattano un’agenzia di traslochi e si portano via i mobili e gli elettrodomestici senza fatica, si fanno un barbecue in giardino o in terrazzo con le vostre provviste, scuoiano il cane da guardia e radunano anche un po’ di amici per farsi un poker coi vostri soldi. Poi dopo due giorni arriva la polizia e cosa trova? Una casa vuota, un uomo disperato, tre donne distrutte, un cane morto e una nonna indignata e sorridente al tempo stesso.
Nel luglio del 2005 il governo Berlusconi vara la riforma dell’ordinamento giudiziario introducendo nel ddl un emendamento che impediva ai magistrati che avessero superato i 66 anni di età, e che pertanto non potessero assicurare un numero sufficiente di anni di servizio, di partecipare ai concorsi per incarichi direttivi. In pratica nella norma mancava solamente che si dicesse che l’accesso ai concorsi era vietato anche ai magistrati che avessero i capelli bianchi, fossero torinesi e si chiamassero Giancarlo. Ed infatti, il senatore Luigi Bobbio di AN, firmatario dell’emendamento, dichiarò candidamente che quella norma era stata introdotta per impedire a Giancarlo Caselli di divenire procuratore nazionale antimafia al posto di Vigna, il cui mandato era in scadenza in quel periodo. Colpa del magistrato torinese è notoriamente l’aver voluto sempre evidenziare i pesanti intrecci che esistono tra mafia, politica ed imprenditoria. Pertanto si decise di farlo fuori con una delle tante leggi vergogna del precedente governo. Oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato quella legge incostituzionale e l’ha abolita in quanto la nostra Costituzione prevede che i magistrati possano andare in pensione a 75 anni. Viene da domandarsi a che ci serva avere un Presidente della Repubblica, dal momento che Ciampi, che per primo avrebbe dovuto vigilare sul rispetto della Costituzione, non esitò ad apporre la propria firma in calce al ddl in questione. Sta di fatto che Caselli, che per anni ha lavorato contro la mafia in Sicilia e sarebbe stato il Procuratore ideale per continuare a combatterla, oggi si ritrova Procuratore Generale del Piemonte e della valle d’Aosta, dove notoriamente Cosa Nostra impazza per le strade quotidianamente. Due anni ci sono voluti per intervenire su questo ignobile massacro della nostra Costituzione. Due anni dopo i quali la Corte costituzionale si trova davanti una popolazione disperata (l’uomo), specialmente quella parte della popolazione italiana che sperimenta le nefandezze di Cosa Nostra quotidianamente sulla propria pelle, una giurisprudenza distrutta (le donne) dall’ennesimo atto di legiferazione personalizzata e un vecchio rimbambito (il cane morto) ex-presidente della repubblica che in ogni caso non verrà mai chiamato a rispondere del proprio operato. Chi è la nonna in questa storia? La nonna è Pietro Grasso, eletto procuratore nazionale antimafia al posto di Caselli, tanto benvoluto dagli stessi firmatari di quel ddl e che oggi si rallegra per la decisione dell’alta Corte che saluta come “la dimostrazione che in Italia le regole conservano ancora il proprio valore”. Certo. Il problema è che se per farle rispettare bisogna aspettare due anni, allora quelle regole diventano inutili.
Chi sono i ladri è inutile dirlo…diciamo che sono gli unici che rimangono immutati sia nella versione metaforica che in quella reale dei fatti.
2 comments:
Concordo con la tua analisi. Però eviterei di, in questo caso, di dare ai nomi propri un valore assoluto. Caselli è un buon magistrato che ha fatto qualche sbaglo in tema di strategia giudiziaria. Dovremmo aprire un capitolo molto ampio per parlarne e non mi sembra il caso. Grasso è un magistrato molto abile che si è mosso con furbizia.
Il resto è politica.
Oggi è una guerra tra i "giganti", e il fatto non mi preoccupa più di tanto. Guardando indietro negli anni, le cose erano molto più tragiche. Le nuove proposte di legge, invece, mi infastidiscono di più, sono come le nomine infami del passato.
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