Ad ogni azione corrisponde una reazione di segno inverso e di uguale intensità. È uno dei principi fondamentali della fisica dei vettori. Se lascio cadere un oggetto sul pavimento, la forza esercitata dall’oggetto sul pavimento al momento del contatto farà sì che il pavimento stesso eserciti una forza uguale e contraria sull’oggetto. Che infatti, nella maggior parte dei casi, rimbalza un paio di volte prima di fermarsi. E perché si ferma? Si ferma perché l’energia dell’oggetto che cade, inizialmente potenziale, poi (mentre cade) cinetica ed infine elastica (al momento del contatto col pavimento), viene via via trasformata in calore dall’attrito che si genera tra l’oggetto stesso, l’aria (mentre cade) ed il pavimento (ad ogni rimbalzo). Ed il calore, si sa, si disperde. Rappresenta la fine ultima dell’energia. L’ultimo stadio della degenerazione dell’energia.
Questo per lo meno è quello che accade in fisica, dove forze conservative e non si combinano per generare lo stato di cose che sperimentiamo quotidianamente. Lo stesso non accade in politica. Non in quella italiana per lo meno. Nella notte tra il 21 ed il 22 luglio 2001, un esercito di forze dell’ordine fece irruzione nella scuola Diaz di Genova e massacrò di legnate decine di manifestanti no-global che si trovavano nella capitale ligure per manifestare contro il G8. Un’azione di forza di pura matrice cilena, da fare invidia al peggiore dei Pinochet. Ma un’azione a cui non è corrisposta nessuna reazione dal mondo politico. Ancora oggi, un funzionario di polizia che prese parte a quell’azione, smentisce le sue iniziali dichiarazioni (rese a suo dire per ‘spirito d’appartenenza’) e definisce quella scena come una ‘macelleria messicana’, a descrivere il comportamento brutale dei suoi colleghi e le sofferenze inflitte sui pacifici manifestanti. Lo sapevamo tutti. Esistono filmati in rete che hanno documentato il tutto. Sappiamo non solo dei pestaggi, ma anche del fatto che, ad esempio, i computer presenti nella scuola, usati dai manifestanti per redigere documenti sulla manifestazione o per visionare prove fotografiche o filmate degli abusi effettuati dalle forze dell’ordine durante la manifestazione, vennero sequestrati se non distrutti sul posto. Sono notizie che conosciamo da 6 anni ma che ancora oggi, a detta di alcuni politici del centrosinistra, vengono definite ‘choccanti’ (shockanti sarebbe più corretto, se proprio si vogliono usare termini ibridi, sennò ‘sconvolgenti’ renderebbe molto meglio secondo me). Dove sta lo ‘shock’? Semmai sconvolgente è il fatto che a più di un anno dalle elezioni, quella parte del programma politico dell’Unione in cui si garantiva l’istituzione di una commissione d’inchiesta su quei fatti non sia stata ancora attuata. Semmai sconvolgente è il totale sovvertimento delle leggi più elementari della fisica per cui ad ogni azione (di forza, ingiustificata, brutale) NON corrisponde una reazione (politica) di segno opposto e di uguale intensità. I nostri politici sono degenerati in partenza. Le loro reazioni svaniscono immediatamente in vapori caldi che si disperdono nell’aria. L’attrito politico li domina e vivono per fottere la propria controparte, lasciandosi sfuggire SEMPRE l’opportunità di fare qualcosa di giusto, quando non si sommano a quelle ‘azioni’ viaggiando nella loro stessa direzione. In politica un oggetto che cade non rimbalza, ma si ferma al suolo, morto. Ogni tanto si scuote, preso a calci da questo o quel passante che afferma, smentisce, ribadisce o s’indigna. Ma subito quest’energia degenera in vampate di calore che si sprigionano dagli schermi televisivi, dove greggi di politicanti starnazzano l’uno contro l’altro dentro uno studio televisivo dotato di poltroncine bianco-democristiano. E tutto torna immobile come prima.
Questo per lo meno è quello che accade in fisica, dove forze conservative e non si combinano per generare lo stato di cose che sperimentiamo quotidianamente. Lo stesso non accade in politica. Non in quella italiana per lo meno. Nella notte tra il 21 ed il 22 luglio 2001, un esercito di forze dell’ordine fece irruzione nella scuola Diaz di Genova e massacrò di legnate decine di manifestanti no-global che si trovavano nella capitale ligure per manifestare contro il G8. Un’azione di forza di pura matrice cilena, da fare invidia al peggiore dei Pinochet. Ma un’azione a cui non è corrisposta nessuna reazione dal mondo politico. Ancora oggi, un funzionario di polizia che prese parte a quell’azione, smentisce le sue iniziali dichiarazioni (rese a suo dire per ‘spirito d’appartenenza’) e definisce quella scena come una ‘macelleria messicana’, a descrivere il comportamento brutale dei suoi colleghi e le sofferenze inflitte sui pacifici manifestanti. Lo sapevamo tutti. Esistono filmati in rete che hanno documentato il tutto. Sappiamo non solo dei pestaggi, ma anche del fatto che, ad esempio, i computer presenti nella scuola, usati dai manifestanti per redigere documenti sulla manifestazione o per visionare prove fotografiche o filmate degli abusi effettuati dalle forze dell’ordine durante la manifestazione, vennero sequestrati se non distrutti sul posto. Sono notizie che conosciamo da 6 anni ma che ancora oggi, a detta di alcuni politici del centrosinistra, vengono definite ‘choccanti’ (shockanti sarebbe più corretto, se proprio si vogliono usare termini ibridi, sennò ‘sconvolgenti’ renderebbe molto meglio secondo me). Dove sta lo ‘shock’? Semmai sconvolgente è il fatto che a più di un anno dalle elezioni, quella parte del programma politico dell’Unione in cui si garantiva l’istituzione di una commissione d’inchiesta su quei fatti non sia stata ancora attuata. Semmai sconvolgente è il totale sovvertimento delle leggi più elementari della fisica per cui ad ogni azione (di forza, ingiustificata, brutale) NON corrisponde una reazione (politica) di segno opposto e di uguale intensità. I nostri politici sono degenerati in partenza. Le loro reazioni svaniscono immediatamente in vapori caldi che si disperdono nell’aria. L’attrito politico li domina e vivono per fottere la propria controparte, lasciandosi sfuggire SEMPRE l’opportunità di fare qualcosa di giusto, quando non si sommano a quelle ‘azioni’ viaggiando nella loro stessa direzione. In politica un oggetto che cade non rimbalza, ma si ferma al suolo, morto. Ogni tanto si scuote, preso a calci da questo o quel passante che afferma, smentisce, ribadisce o s’indigna. Ma subito quest’energia degenera in vampate di calore che si sprigionano dagli schermi televisivi, dove greggi di politicanti starnazzano l’uno contro l’altro dentro uno studio televisivo dotato di poltroncine bianco-democristiano. E tutto torna immobile come prima.
2 comments:
Pare che anche i politici adottino lo "spirito di appartenenza" quello più ambiguo- hanno perso per l'ennesima volta il treno per fare qualcosa di giusto,(colpa della frammentazione?) o sono tutti nello stesso ingranaggio perverso ?-
hai visto 'primo piano' ieri, i 'salti' che faceva La Russa su quella poltroncina...? che clima!
il mondo è INIQUITA':-se lo accetti sei complice, se lo cambi sei carnefice . (Y.P.S)
Questo non l'ho detto io ma che ti saluto ,questo sì.
laura.
(in italia sta piovendo) ciaooo
Ciao,
bellissimo post, davvero. “Ad azione non corrisponde reazione”, hai scritto bene, sono troppo impegnati a conservare se stessi.
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