Appena rientrato in UK, scendo dal taxi che mi ha riportato a casa, infilo la chiave nella toppa e… la porta non si apre. Spingo più forte e riesco ad entrare. In pratica, la porta era ostruita dalle svariate migliaia di volantini elettorali che, negli ultimi 12 giorni, il postino ha lasciato cadere attraverso la buca delle lettere. Tra questi, nascosta, sommersa, la busta del consolato contenente le schede elettorali. Li raccolgo tutti, li scarto e li leggo. Una forma di autopunizione forse. Un volersi far del male. Ed infatti, sono tutti popolati più o meno dalle stesse, solite, trite e ritrite promesse elettorali, facce sorridenti, programmi rivoluzionari e via dicendo. Solo che sono espressamente rivolti al cittadino italiano residente all’estero. Ovvero, promesse e programmi sono rivolte ad un presunto miglioramento della vita in un paese che non sia l’Italia. Miglioramento dei servizi consolari, snellimento di svariate pratiche burocratiche in cui normalmente si ingolfano gli emigrati, ecc. Sareste così gentili, voi che mi leggete e che siete rimasti in patria, da spiegare a questi signori che i cittadini italiani residenti all’estero NON hanno bisogno che il paese in cui vivono venga minimamente contaminato dalla politica italiana e che se decidono di votare dall’estero lo fanno perché sperano vivamente di vedere invece migliorate le cose nel loro paese d’origine? Ve ne sarei molto grato.
4 comments:
Il passo migliore che potresti fare è quello di cambiare cittadinanza. Anche se gli inglesi quando si mettono d'impegno...
Tutto sta nel mettere a confronto l'impostazione socio-economico-politica dei due paesi con gli effetti derivanti da un'assenza a lungo termine del bidet dalla vita quotidiana per stabilire quale delle due cose ha maggiore importanza.
Con tutta quella carta magari ci puoi fare del fuoco e risparmiare sul riscaldamento.
Geniale!
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