Quanti hanno sentito parlare dei mitici confronti televisivi tra aspiranti alla Casa Bianca durante la campagna elettorale? Probabilmente tutti. Quanti ne hanno mai visto uno 'live'? Non moltissimi forse. Io, per lo meno, non l'avevo mai fatto e mi ero sempre limitato ai resoconti di questo o quel telegiornale. Ieri ho ceduto alla tentazione e sono rimasto alzato praticamente fino alle 5 del mattino per sorbirmi lo scontro Obama-McCain in diretta Bbc.
Uno studio ad arena, coi due contendenti da un lato, ciascuno con la sua sedia e il suo banchetto con carta, penna ed acqua, ed il giornalista, col pubblico alle spalle dall'altro. Come il giornalista apre bocca per introdurre il dibattito, ho realizzato subito 2 cose:
1. Gli americani non parlano inglese. Lo sa Cristo che lingua è quel miscuglio di suoni che è uscito dalla bocca del giornalista. Forse cheyenne. Io l'ho battezzato giònueiniano.2. Sarà una lunga nottata, spesa nel tentativo di tradurre quello che questi curiosi individui, tutti assolutamente col ciuffo (non esistono calvi in america), si diranno. E ho iniziato a preparare il caffè.
La terza, e più importante, conclusione è arrivata quando ho schiacciato il tastino rosso sul telecomando, ma non ve la anticipo.
Modulo: il giornalista (che si chiama Tom ma si pronuncia 'Ciaam') da la parola ad uno degli spettatori presenti, il quale rivolge una domanda ai candidati. A turno (stabilito rigorosamente da Ciaam) i due si alzano, vanno di fronte all'interlocutore e rispondono. Dopo di chè, Ciaam rincara la domanda con una sua riflessione ed i due candidati sono chiamati a rispondere di nuovo. Gli argomenti trattati, fintanto che m'ha retto la palpebra, sono stati la crisi finanziaria, tasse, energia & ambiente, sanità. Sulla scuola mi sono addormentato (forse svenuto, non so).
Ora, un blogger che si rispetti forse dovrebbe entrare nel dettaglio delle singole discussioni, ma io non lo farò. D'altra parte non sono un blogger rispettabile. Non lo farò perchè, alla fin fine, i due contendenti non hanno fatto altro che ripetere le stesse identiche promesse elettorali che anche da noi si sentono ad ogni tornata elettorale. Uno taglia le tasse di qua, l'altro migliora la sanità di là e via dicendo. Quello che mi ha colpito, è stato proprio il 'modus' con cui il dibattito si è svolto. Obama, compassato, faccia da bravo figliolo senza tatuaggi. McCain, tono da nonno che racconta favole ai nipotini, continuava a chiamare tutti 'my friends' ed a ripetere enfatici 'we can do it, we are the iunaited steits ov ammerica' (liberamente tradotto dal cheyenne). I due si sono rovesciati addosso accuse che spaziavano dal 'lui non ha firmato quella legge' al 'lui è un fannullone che si droga bestemmia e picchia i bambini' senza mai nemmeno guardarsi, come se l'altro fosse semplicemente assente. Parlavano col pubblico. Nessuno dei due ha mai interrotto l'altro. Nessuno ha mai chiesto la parola. Nessuno s'è incazzato. Nessuno ha alzato la voce. L'elogio del fair play, da parte di chi continua, indipendentemente dallo schieramento politico, a far decollare B52 come fossero aerei giocattolo. Impassibili sul loro sgabello mentre la controparte parlava. Ognuno ha fatto l'impossibile per tentare di convincere il pubblico che lui era buono e l'altro era cattivo.
Praticamente una televendita.Ora, un blogger che si rispetti forse dovrebbe entrare nel dettaglio delle singole discussioni, ma io non lo farò. D'altra parte non sono un blogger rispettabile. Non lo farò perchè, alla fin fine, i due contendenti non hanno fatto altro che ripetere le stesse identiche promesse elettorali che anche da noi si sentono ad ogni tornata elettorale. Uno taglia le tasse di qua, l'altro migliora la sanità di là e via dicendo. Quello che mi ha colpito, è stato proprio il 'modus' con cui il dibattito si è svolto. Obama, compassato, faccia da bravo figliolo senza tatuaggi. McCain, tono da nonno che racconta favole ai nipotini, continuava a chiamare tutti 'my friends' ed a ripetere enfatici 'we can do it, we are the iunaited steits ov ammerica' (liberamente tradotto dal cheyenne). I due si sono rovesciati addosso accuse che spaziavano dal 'lui non ha firmato quella legge' al 'lui è un fannullone che si droga bestemmia e picchia i bambini' senza mai nemmeno guardarsi, come se l'altro fosse semplicemente assente. Parlavano col pubblico. Nessuno dei due ha mai interrotto l'altro. Nessuno ha mai chiesto la parola. Nessuno s'è incazzato. Nessuno ha alzato la voce. L'elogio del fair play, da parte di chi continua, indipendentemente dallo schieramento politico, a far decollare B52 come fossero aerei giocattolo. Impassibili sul loro sgabello mentre la controparte parlava. Ognuno ha fatto l'impossibile per tentare di convincere il pubblico che lui era buono e l'altro era cattivo.
E nello studio aleggiava un'atmosfera di serietà assoluta. I dati di audience si sono rivelati essere da Armageddon. Fantastiliardi di spettatori in tutto il cosmo.
Ed a me è venuto immediato il paragone e mi sono chiesto (parlo spesso da solo alle 5 del mattino con otto litri di caffè in corpo): "Ma te la immagini una roba del genere in Italia?". Il guaio è che mi sono anche risposto, e la mia risposta, la fatidica terza conclusione, è stata "No! E per fortuna!!! Se gli americani fossero un pò più italiani, sarebbe meglio per tutti". Non tanto magari, solo un pò.
Leggo oggi che secondo i Sondaggi (che ormai penso siano qualcosa come le Erinni e pertanto meritano la maiuscola) avrebbe vinto Obama.Che cosa, però, non si sa. Forse un Oscar.
4 comments:
Non so perchè mentre ti leggevo mi sono venute in mente le parole di una canzone che gira per radio in questo periodo.
Questo è il testo della succitata canzone:" Tu sei cattivo perchè ti svegli alle tre per guardare quei film porno-poporno-popopoporno".
Sto cercando di capire il nesso.
forse il nesso sta nel concetto di 'osceno'.
Hai ragione.
Dev'essere il caffè a farti così bene.
Ti ho ritrovato in formissima.
Ho riso col sonoro (cosa che capita di rado, cioè quando rido di cuore).
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